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Inps Serra, la Cisal lancia una petizione popolare

"Al cospetto della continua sordità manifestata dai vertici Inps di Roma, della Calabria e di Vibo Valentia, sulla legittima richiesta della popolazione dell’hinterland serrese che continua a sperare in un provvedimento di revoca della determina firmata dal Presidente Tito Boeri con cui l’Agenzia Inps di Serra San Bruno viene declassificata a Punto Inps, non si può  stare a guardare". Lo afferma in una nota il vicesindaco di Dinami Nino Di Bella che sottolinea come "i danni ed i disagi nei confronti delle fasce dei cittadini più deboli stanno venendo fuori in tutta la loro evidenza".

"Considerato - prosegue - che chi sperava in un risveglio della politica ha dovuto ricredersi non resta che intraprendere nuove iniziative nella speranza che Tito Boeri si convinca che stando a Roma non si può conoscere la reale difficoltà in cui vive un ambiente così penalizzato, sotto tutti i punti di vista, come quello del territorio delle Serre.

Per questi motivi il patronato Encal Cisal della Calabria ha deciso di attivare una raccolta di firme per far capire che gli interessi legittimi e prioritari della gente vanno rispettati e che i servizi al cittadino vanno resi nella maniera più adeguata e possibile.

La petizione popolare che il patronato della Cisal ha avviato ha il significato di rendere più concreta la forma di protesta di quanti si sentono soggiogati dall’Inps e dalla politica.

Non essendoci elezioni politiche o amministrative alle porte nessuno avverte forte il dovere di sposare la reazione delle popolazioni serresi avverso l’assurda decisione di Tito Boeri.

Noi riteniamo che la cultura della rassegnazione appartiene soltanto a chi non possiede la forza e la volontà di far valere i propri sacrosanti diritti.

 

Gli anziani, e non solo, del territorio serrese hanno diritto a vedere rispettati fino in fondo le  proprie esigenze di vita. A nessuno è permesso sottovalutare un servizio sociale di così importante portata". 

Trovato morto il pensionato scomparso nel vibonese

Giuseppe Marsico, il pensionato di 82 anni scomparso martedì scorso da Mileto, in provincia di Vibo Valentia è stato trovato morto.

Il cadavere dell'uomo è stato rinvenuto a pochi metri dall'auto a bordo della quale si era allontanato da casa. Il veicolo è stato avvistato questa mattina, in un burrone di località Pico, a Mileto. Ad individuare la vettura sono stati alcuni cacciatori che hanno avvisato le autorità.

Le ricerche dell'uomo erano state avviate nella giornata di ieri quando i familiari ne avevano denunciato la scomparsa ai carabinieri. 

Cyber spionaggio, Caligiuri: "E' solo la punta di un iceberg"

"Nell'epoca del controllo globale, la centrale di cyberspionaggio scoperta dalla Polizia Postale potrebbe essere solo la punta di un iceberg". A dirlo è Mario Caligiuri, direttore del Master in intelligence dell'università della Calabria e autore del recente 'Cyber Intelligence. Tra libertà e sicurezza' (Donzelli editore).

"La vicende di EyePyramid  - spiega Caligiuri -  segnalano che nessuno è indenne dalla attività di spionaggio informatico, nemmeno le più alte cariche dello Stato. Lasciamo in rete tracce indelebili della nostra vita e delle nostre attività, e queste possono essere seguite e raccolte da chiunque con l'ausilio di strumenti ormai a buon mercato".

"Stiamo peraltro assistendo  - dice ancora il Professore - a un fenomeno non nuovo nella storia del nostro Paese. Infatti, nel corso degli anni si sono verificate raccolte illegali di informazioni realizzate sia da settori pubblici sia privati. Ora, stando alle prime notizie, saremmo di fronte a una centrale privata, con contorni indefiniti e ancora da approfondire, che avrebbe violato migliaia di account. Cosa si potrebbe desumere da questo? Tra le tante circostanze, che, non solo il possesso, ma anche la ricerca delle informazioni riservate si va individualizzando e diffondendo, rendendo sempre più debole il potere pubblico e quindi le garanzie dei cittadini".

Oggi sottolinea Caligiuri "l'ingrediente fondamentale delle guerre economiche è rappresentato appunto dall'informazione. E questo avviene in una società che sta diventando inevitabilmente internet-dipendente, poiché, già adesso, l'economia mondiale è condizionata in misura sempre crescente dalla presenza nella Rete. Non per nulla, gli uomini più ricchi del mondo sono i guru di quella che una volta veniva definita la New economy, ma che attualmente comprende la gran parte delle attività economiche dipendenti sempre di più dalle tecnologie digitali".

Ciò, ad avviso del Professore "non vuol dire che non si possa far nulla per contrastare il cyber spionaggio, anzi. Occorre investire presto e maggiormente in sicurezza informatica, d'intesa tra i settori pubblico e privato, perché internet è un campo di battaglia. D'altronde è uno scenario emerso chiaramente nelle ultime relazioni della nostra intelligence al Parlamento: i temi della difesa cibernetica e della cyber intelligence sono prioritari e non sono rappresentati dalle sole tecnologie, ma richiedono il fondamentale fattore umano per comprendere le sfide del futuro, collocando in primo piano la formazione".

Rosarno, Marito e moglie arrestati per omicidio

Nelle prime ore di oggi a Rosarno i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, collaborati da militari del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia, hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Palmi (RC) su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, due persone. Si tratta dei coniugi Timpani Vincenzo, di anni 61, e Scarfone Vittoria, di anni 54, rispettivamente cognato e sorella della vittima, entrambi sarebbero ritenuti responsabili, a titolo di concorso, dell’omicidio a colpi d’arma da fuoco di Sarfone Antonio, avvenuto il 14 agosto 2016 in Via Giovanni Papa XXIII di Rosarno. Nel medesimo contesto, in Calabria ed in Emilia-Romagna, sono state eseguite anche alcune perquisizioni domiciliari volte alla ricerca di ulteriori elementi probatori al già grave quadro indiziario ricostruito sinora nel corso delle indagini.

I provvedimenti cautelari odierni giungono all’esito di una complessa attività d’indagine, condotta dai Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro e della Tenenza di Rosarno, collaborati dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia e con il supporto tecnico del Reparto Indagini Tecniche del ROS, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Palmi, che ha consentito di procedere già il 19 agosto 2016 al fermo di indiziato di delitto nei confronti di Sarfone Angelo, di anni 52, e Timpani Luigi, di anni 28, rispettivamente fratello e nipote della vittima nonché quest’ultimo figlio dei soggetti oggi tratti in arresto, sarebbero ritenuti i principali autori dell’omicidio ed attualmente detenuti.

In particolare, l’attività d’indagine, avviata nell’immediatezza del grave fatto di sangue attraverso un puntuale sopralluogo nonché l’audizione di diverse persone, ha consentito di ricostruire l’esatta dinamica dell’evento delittuoso e successivamente, anche attraverso attività tecnica, esaltata dal prezioso contributo del Reparto Indagini Tecniche del ROS, di raccogliere elementi gravemente indizianti a carico anche dei due ulteriori indagati, per i quali il G.I.P. presso Tribunale di Palmi, accogliendo in toto le richieste espresse dalla locale Procura, ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e fondate le esigenze cautelari alla base del provvedimento cautelare in carcere emesso nei loro confronti. I reati contestati nello specifico sono quelli di concorso in omicidio, aggravato dalla premeditazione e dall’ aver commesso il fatto approfittando di circostanze di tempo e di luogo, nonché il reato di detenzione illegale di arma da fuoco in concorso.

Inoltre, attraverso l’analisi dei rapporti familiari della vittima, è stato possibile, accertare, quale movente del delitto, l’esistenza all’interno della famiglia Scarfone di dissidi, acuitisi nel corso degli anni, legati alla gestione del patrimonio immobiliare e quindi dell’eredità dell’anziana madre dei fratelli Scarfone, nel frattempo deceduta.

Gli arrestati, al termine delle formalità di rito, sono stati tradotti presso le Case Circondariali di Reggio Calabria “Panzera” ed “Arghillà” su disposizione dell’A.G. competente, in attesa di essere sottoposti ad interrogatorio di garanzia.

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