Calabria: nasce la Comunità dei grani antichi, mulini storici, panifici e pastifici artigianali

Creare nuove opportunità di lavoro attraverso la tutela e la valorizzazione delle biodiversità e della miriade di piccole imprese operanti in Calabria: questa è la sfida della costituenda Comunità dei grani antichi e mulini storici attivi, panifici e pastifici artigianali, ampiamente condivisa da Mauro D’Acri, consigliere regionale delegato all’Agricoltura, nel corso di un incontro particolarmente partecipato che ha avuto luogo nei giorni scorsi presso la Cittadella regionale.

L'iniziativa, necessaria per condividere efficaci strategie di sviluppo, ha rappresentato un’occasione importante di dialogo e confronto tra la sfera istituzionale ed un partenariato composto da differenti realtà.

"La Comunità - ha spiegato Pino Campisi, presidente Acli terra Calabria - non è una rievocazione romantica ma una rete che raggruppa un numero crescente di piccoli artigiani, produttori, imprenditori agricoli, associazioni, Amministrazioni Comunali e cittadini attivi, animati dall’ambizione di recuperare i grani antichi, lavorati con la macinazione a pietra, che consentono di produrre una farina di alta qualità, nella convinzione che valorizzare i grani antichi significa anche tutelare il patrimonio storico-culturale di un intero territorio. Il ritorno alle macine antiche sarà per la Calabria un nuovo brand, un nuovo modo di generare tutela della salute, dell’ambiente e riscoperta di nuovi stili di vita. La comunità nasce con un obiettivo prioritario: creare nuove occasioni di sviluppo e di crescita di un sistema imprenditoriale diffuso ed integrato, in grado di incidere in maniera significativa sui livelli occupazionali regionali, soprattutto su quelli giovanili che ad oggi risultano i più drammatici, attraverso l’interazione di tre “mondi”, lavoro, agricoltura e sviluppo economico".

Da parte sua, D’Acri ha accolto con entusiasmo la nutrita delegazione della Comunità e la proposta di lavorare sinergicamente alla creazione di una filiera di grani antichi in Calabria, anche in collaborazione con altri assessorati dell’Amministrazione regionale ( Sviluppo economico e lavoro )  partendo dalla definizione di un testo di legge e dalla individuazione di una serie di misure incentivanti che possano favorire la coltivazione di grani autoctoni e la realizzazione di prodotti di qualità, valorizzando la biodiversità.

“Il Psr – ha spiegato ai presenti – è uno strumento importante per la Calabria e le eccellenze calabresi. Molte linee di intervento sono state già mandate a bando ma abbiamo la possibilità di valutare le modalità più opportune per sostenere una filiera che rappresenta indubbiamente un ritorno alle nostre origini, come stiamo facendo per il biologico, attraverso l’innalzamento dei parametri e l’indennità compensativa. Se ci crediamo e operiamo in una logica di sistema, saremo in grado di raggiungere risultati straordinari, anche perché la Calabria, soprattutto nelle aree interne, è caratterizzata da un tessuto produttivo costituito da micro imprese, spesso di natura familiare, che per generare reddito devono essere messe necessariamente in rete”.

All’incontro ha preso parte anche Antonello Rispoli, evidenziando che Slow food, è impegnata ormai da qualche anno, in diverse regioni d’Italia, sul tema dei grani antichi, sostenendo anche che “in Calabria, l’iniziativa è stata accolta con particolare interesse, anche perché può rappresentare una valida risposta ai fabbisogni occupazionali”.

Alla Comunità, che ha come soggetto proponente il Parco agricolo Calabria, hanno già aderito, oltre a Slow Food, Acli Terra Calabria, la Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Lamezia Terme, il Progetto Policoro L. Terme, l’Associazione Il cammino del pane, AveLavoro, i Comuni di Miglierina, San Pietro a Maida e Sant’Onofrio, Feder Agri Calabria, l’Associazione Calabrese Archeologia Industriale, Fai Cisl, la Cooperativa Sociale L'Arco, il Mulino a pietra di Raffaele Campisi, il Pastificio Fioccata, il Pastificio Cardamone, Il Pastaio di Palmi, l’Associazione Un Ponte per l'Europa, la Cooperativa Sociale Giacobbe, la Cooperativa sociale AIDP, l’Ist. Istruzione Superiore R. Piria di Palmi, l’Associazione Acli Arte Spettacolo Nuova Scena, l’Associazione Rivivere la Nostra Terra, l’Azienda Agricola Imperi, l’Azienda Agricola Fassi, il Forum Regionale delle Famiglie, il Bio-Distretto dell’Alto Tirreno Cosentino, il Comune di Bagaladi che ha in proprietà un vecchio mulino a pietra ad acqua, l’Associazione Le terre di mare con Federico.

Tuttavia il progetto è aperto a quanti intendano aderire nel rispetto dei valori e del disciplinare in via di definizione. Tra gli obiettivi prioritari perseguiti: messa in rete dei mulini a pietra attivi in Calabria; costituzione di una filiera regionale dei prodotti da forno, pane, pasta, con l’adozione di un marchio regionale identitario; creazione di imprese per l’inserimento lavorativo di soggetti a rischio di esclusione sociale (detenuti, ex detenuti e diversamente abili); promozione e recupero degli antichi mestieri.

I lavori si sono conclusi con la proposta di D’Acri di istituire, presso la Cittadella regionale, un tavolo tecnico ad hoc, in grado di dare seguito, con tempestività, alle proposte e agli spunti emersi durante l’incontro.

Emergenza sociale nel Vibonese: Acli Terra non resta a guardare

"Il territorio della Provincia di Vibo Valentia – ed, in particolare modo, quello delle aree interne - vive in oggettive condizioni di difficoltà e di degrado sociale ed economico". L'analisi è della sezione provinciale vibonese di Acli Terra. "Le Acli Terra provinciali - è scritto in una nota - avvertono la presenza di un’allarmante emergenza sociale a partire dalla degradata e insostenibile condizione della mobilità che crea isolamento ed emarginazione nello sviluppo, a partire dalle strade di collegamento di Serra San Bruno, Mongiana, Fabrizia, con la strada provinciale che conduce ai centri abitati della Piana di Gioia Tauro, Filogaso, Vibo Valentia, ed ancora con la strada che costeggia il lago Angitola, con l’ingresso autostradale. A tutte queste strade di collegamento, si aggiunge lo stato di degrado e isolamento di tutti i collegamenti precari tra paesi delle aree circostanti alle suddette". "La crisi delle aziende agricole ed artigianali - è il ragionamento di Acli Terra - aumenta in ragione dei disagi riscontrati quotidianamente da chi intende raggiungere queste aeree di vendita delle loro produzioni, isolate ed emarginate. Inoltre, il turismo sostenibile, dal valore inestimabile, purtroppo in alcuni contesti territoriali esclude eventuali visite di molti siti di pregio e di straordinaria bellezza naturalistica e tipicità autoctona a causa di una scarsa mobilità e relativo impedimento. Diviene così impossibile facilitare uno sviluppo turistico, che sia di tipo religioso e delle aree protette (in particolare si fa rifermento al parco delle Serre e alla Certosa di Serra San Bruno, o ai luoghi di culto come quelli di Soriano) e si allontana sempre più quell’opportunità di crescita facilitata dall’integrazione tra itinerari turistici costieri, di spicco e quello montano, ancora oggi declassato e dimenticato. In assenza di mobilità efficiente, tutto il sistema sociale ed economico del Vibonese rischia di non essere attrattore di sviluppo con conseguente perdita di posti di lavoro e l’impossibilità di crearne di nuovi. La tutela dei luoghi e della storia dei nostri paesi, la permanenza dei pochi abitanti nelle località montane, lo sviluppo rurale e la tutela della tipicità dei nostri prodotti agricoli, è in seria difficoltà". "Alla luce di una realtà così penalizzata - si avvia a conclusione il comunicato - le Acli Terra, da sempre a sostegno dello sviluppo delle persone e dei territori, non possono restare a guardare. Pertanto propongono alle altre organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Confagricoltura, e CIA) e alle organizzazioni del commercio e dell’artigianato (Confartigianato, Confesercenti) un incontro per condividere una proposta urgente ed operativa da sottoporre al presidente della Provincia di Vibo Valentia ed a tutti i consiglieri regionali, con l’intento anche di presentare alla Commissione regionale competente, un'interrogazione per un imminente primo intervento con successiva programmazione di azioni strutturali da intraprendere a breve periodo".

Subscribe to this RSS feed