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Incidenti sul lavoro, Dasà si mobilita: fiaccolata per commemorare le vittime

L’amministrazione comunale di Dasà, guidata dal sindaco Raffaele Scaturchio, ha organizzato in collaborazione con gli altri Comuni del Vibonese e con le sigle sindacali una fiaccolata per ricordare le vittime degli incidenti sul lavoro. 

L’iniziativa è stata promossa a seguito della morte, in un cantiere a Maierato, del lavoratore 54enne Domenico Fatiga, che ha scosso l’intera comunità delle Preserre. 

L’evento avrà luogo giovedì: alle 17.30 è prevista la Santa Messa nella chiesa di San Nicola e San Michele e a seguire ci sarà la fiaccolata per le vie del paese.

“Il fenomeno che si cela dietro numeri di infortuni e morti evitabili, numeri indegni di un paese civile e industrializzato quale dovrebbe essere il nostro – ha scritto Scaturchio in una missiva indirizzata alle organizzazioni sindacali e agli Enti del Vibonese - rappresenta storie di dolori e sofferenze di centinaia di migliaia di famiglie come quella del signor Fatiga che ha lasciato una moglie e 3 figlie e gli adorati nipotini, a cui nessun risarcimento potrà ridare pace e sollievo. 

A queste tragedie è dovere di tutti noi, primi fra tutti i cittadini, opporci e dire basta con un impegno convinto e concreto che porti a proteggere e salvaguardare la salute e la vita di ogni lavoratrice e lavoratore anche per evitare conseguenze che ricadono poi sull’intera società. 

Per questo oggi voglio chiederVi di unirVi a noi nella fiaccolata con cui intendiamo manifestare sostegno e vicinanza alla famiglia Fatiga ma anche la volontà di credere e adoperarci affinché simili tragedie non accadano più. Ci ritroveremo tutti a Dasà giovedì 3 novembre 2016 alle ore 17.30, presso la chiesa Parrocchiale, per la celebrazione di una Santa Messa e poi percorrere in corteo un tragitto che attraverserà il centro cittadino fino alla Via Calvario all’ ‘Arco’, luogo in cui ci fermeremo per rivolgere una preghiera ed un saluto per tutte le vittime sul lavoro affinché la loro storia sarà di sprone per tutti.  

Questo momento – ha concluso - segnerà l’inizio di un’attenzione nuova e comune in cui ci impegneremo tutti a spendere energie e risorse nella promozione di progetti e iniziative che partono dal mondo della scuola per dare vita ad una cultura della sicurezza efficace e diffusa”.

La babele dei piani d'emergenza, anche Simbario ne ha uno

La storia dei piani d’emergenza comunali nel vibonese sembra essere una vera e propria babele. A leggere  l’elenco pubblicato sul sito nazionale della Protezione civile, i comuni che, alla data del 18 settembre 2015, hanno regolarmente adempiuto alla prescrizione della legge 100/2012 sono soltanto 4 (Fabrizia, Polia, Serra San Bruno e Zambrone). A sentire, alcuni, amministratori, sia ex che tuttora in carica, l’elenco sarebbe incompleto. Nei giorni scorsi, infatti il sindaco di Dasà, Raffaele Scaturchio, aveva reso nota la deliberazione n. 25, del 25 settembre 2012, con la quale era stato approvato il piano d’emergenza comunale. Analoga precisazione giunge, ora, da Simbario dove il piano d’emergenza è stato deliberato, il 20 dicembre 2012, dall’amministrazione guidata dall’allora sindaco Francesco Andreacchi. E’ probabile, quindi, che anche altri comuni vibonesi, pur avendo approvato il piano, non siano presenti nell’elenco pubblicato sul sito della Protezione civile. A questo punto sarebbe interessante capire il motivo per cui soltanto quattro enti figurino nella lista dei virtuosi. La legge 100/2012 imponeva ai comuni di approvare “con deliberazione consiliare, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, il piano di emergenza comunale previsto dalla normativa vigente in materia di protezione civile, redatto secondo i criteri e le modalità di cui alle indicazioni operative adottate dal Dipartimento della protezione civile e dalle giunte regionali”, nonché di provvedere “alla verifica e all'aggiornamento periodico del proprio piano di emergenza comunale, trasmettendone copia alla regione, alla prefettura-ufficio territoriale del Governo e alla provincia territorialmente competenti”. E’ possibile che, alcuni comuni, una volta varato il piano d’emergenza non lo abbiano trasmesso al Dipartimento regionale della protezione civile che, a sua volta, avrebbe dovuto inoltrarlo al livello superiore? In alternativa, è ipotizzabile che il Dipartimento regionale non abbia trasmesso gli atti deliberativi approvati da tutti i comuni? Come si spiega, infine, che pur essendo indicato un termine perentorio entro il quale procedere all’approvazione dei piani d’emergenza, nessuno si sia mai premurato di diffidare le amministrazioni inadempienti? Interrogativi che offrono la plastica dimostrazione di come ogni attore parli una propria lingua, il risultato è un’ineffabile babele

Il sindaco di Dasà Raffaele Scaturchio al Redattore: “Ecco la mia idea di comunità”

Ad appena 30 anni, Raffaele Scaturchio ha conquistato la guida del Comune di Dasà, ponendosi come punto di riferimento della collettività della piccola cittadina delle Preserre. Libero professionista, già vicesindaco e consigliere provinciale, ha idee chiare su come lavorare per la sua comunità. Nelle risposte alle nostre domande c’è la sua determinazione e l’attaccamento alle proprie radici.

1) In un’epoca condizionata da troppe ristrettezze finanziarie e in cui gli amministratori vengono spesso contestati, che cosa significa fare politica?

Fare politica di per sè non è facile, ma nei piccoli Comuni, dove ci si conosce tutti ed il sindaco è l’interlocutore principale con cui i cittadini vogliono parlare e discutere dei loro problemi, è ancora più difficile. Non è semplice gestire il rapporto quotidiano, soddisfare le richieste, a volte anche le più elementari, di tutti gli amministrati. Le ristrettezze finanziarie, i tagli continui, la riduzione dei trasferimenti statali e un apparato burocratico non adeguato condizionano, oltre modo, la risposta e la soluzione dei problemi. Noto che c’è una diffidenza verso non la politica ma verso quei rappresentanti eletti o nominati che, una volta raggiunto lo scopo, abbandonano il territorio e pensano ad altro. Il sistema elettorale attuale di nominati per Camera e Senato e i costi della politica e della burocrazia aggravano ancora di più la sfiducia dei cittadini.

 

2) Lo stile di vita moderno, i sociale network, le aspettative tipiche del nuovo millennio: sono diversi i fattori che hanno inciso sul senso di comunità accentuando l’individualismo. C’è ancora  la possibilità di rigenerare quello spirito di appartenenza che ha costituito un fondamento essenziale per le nostre realtà?

Si è disperso, in effetti, il senso di comunità, di stare insieme, di condividere il bene comune; c’è un arroccamento in posizioni di chiusura, di non dialogo, di isolamento che getta ancora più sconforto in noi amministratori. Non mi sento di addossare la colpa e la responsabilità di questo malessere moderno ai nuovi social network. Essi credo abbiano dato e daranno a tutti noi la possibilità di affrontare il futuro in modo più agevole. Certo, molte volte essi se usati in maniera errata producono atteggiamenti di chiusura e di isolamento. Io credo che il compito di un sindaco non sia solo quello di amministrare la propria collettività, ma quello di stimolare, rigenerare, far rinascere il senso di comunità e dare ai cittadini le opportunità e le condizioni migliori per rafforzare lo spirito dello stare insieme e superare ogni individualismo, gli egoismi e quanto può frenare lo sviluppo sociale, culturale ed economico. Costruire, quindi, la polis nel senso più nobile del termine. Io credo che ciò sia possibile se tutti insieme lo vogliamo.

 

3) Il Vibonese è una delle aree più in ritardo di sviluppo d’Italia: come si può cominciare ad uscire dall’isolamento ed avviare un percorso di crescita economica e sociale?

La nostra Provincia, purtroppo, si trova in questo stato di abbandono perché le scelte politiche del passato sono state poco lungimiranti. Si è pensato all’oggi nel senso più egoistico e non al domani. Scelte che oggi condizionano pesantemente, stante la crisi economico-finanziaria che attraversa il nostro sistema paese, il futuro. Non c’è programmazione ma non tutto è perduto se la politica riacquista responsabilità. Uscire dall’isolamento non è facile e non è all’ordine del giorno, purtroppo.  C’è la necessità di avere attori seri, responsabili e capaci di elaborare un progetto credibile di sviluppo tale da farci uscire dall’isolamento in cui ci troviamo. Un progetto reale e non cattedrali nel deserto. Abbiamo risorse naturali che ci invidiano tutti, ma non siamo in grado di proteggerle. Il mondo imprenditoriale si trova stretto nella morsa della crisi, della burocrazia, del malaffare, della criminalità organizzata e di un sistema creditizio-bancario che spinge alla deriva qui pochi imprenditori che ancora credono sia possibile uno sviluppo di questo nostro territorio. Il turismo, l’artigianato, l’agricoltura, i beni culturali, ecc… potrebbero essere momenti positivi di sviluppo se valorizzati in modo adeguato.

 

4) Quale è la più grande soddisfazione per un giovane sindaco di una cittadina che potrebbe ben rappresentare l’idea di Mezzogiorno?

Fare il sindaco di un piccolo paese può sembrare riduttivo e non soddisfacente, soprattutto per i motivi di cui ho detto prima. Io, invece, credo che se un sindaco assolva al meglio il suo mandato e realizzi tutto ciò che ha proposto ai cittadini possa ottenere enormi soddisfazioni. Certo non è semplice! Ma io ci credo e sono convinto che, con l’aiuto di tutti coloro che condividano questo progetto di “Dasà Insieme” possiamo ottenere molte soddisfazioni. Sono certo che è un “dovere” per me realizzare il programma elettorale per cui sono stato eletto, ma sono anche convinto che ogni cittadino oltre ad avere dei diritti ha anche doveri verso la comunità di cui fa parte: rispetto delle regole soprattutto. Contribuire, per come è giusto, e responsabilmente in modo che i servizi erogati possano essere mantenuti. Solo così possiamo realizzare l’idea di comunità. La mia rappresentazione più semplice di Mezzogiorno d’Italia: rispetto delle regole da parte di tutti amministratori e cittadini amministrati. Solo così possiamo dare un nuovo volto al Mezzogiorno: disoccupazione, criminalità, disagio economico-sociale, fuga dei nostri giovani, emigrazione culturale e per lavoro, emarginazione delle classi più deboli, mancanza di sviluppo nei settori più diversi sono tutti elementi di negatività e per risolverli ci vuole uno sforzo comune da parte di tutti. Questa è per me la vera rivoluzione del Mezzogiorno e di un suo possibile riscatto. Una presa di coscienza da parte di tutti noi a non piangerci addosso ma lavorare con impegno ed abnegazione gli atavici problemi che bloccano il progresso e lo sviluppo del nostro Mezzogiorno d’Italia. Ci vorrebbe un nuovo Piano Marshall applicato al nostro Sud. Io credo che la classe politica, se vuole, rinunciando al proprio egoismo abbia capacità ed intelligenza per realizzare tutto ciò.

 

5) Ad avviso di illustri economisti, l’unico futuro possibile per i piccoli centri è quello di unirsi e lavorare insieme. È d’accordo con questa visione o pensa che Dasà debba agire in un altro senso?

Rispetto l’opinione di tanti illustri economisti anche se molte volte le loro analisi ed i loro studi non sono stati all’altezza per la risoluzione dei problemi che ci affliggono. Per quanto mi riguarda l’idea dell’Unione di Comuni è stato un mio cavallo di battaglia già nella scorsa  consiliatura (da vicesindaco e consigliere provinciale), abbiamo proposto al Comune di Arena un percorso d’avvio per l’Unione, ma purtroppo si è solo abbozzato lo Statuto e nient’altro. Al mio primo Consiglio comunale d’insediamento da sindaco ho rivolto un appello ai sindaci di Acquaro e Arena affinchè, superati gli steccati e abbandonati i campanilismi,  possiamo iniziare a lavorare per realizzare l’Unione dei nostri Comuni. Per me è un sogno spero che diventi realtà per tutti noi. Io mi impegnerò al massimo per arrivare a questo traguardo. Amministrare una comunità più ampia, pur nel rispetto delle tradizioni e della cultura di ognuno, potrebbe essere un punto di partenza per uscire da questo isolamento che penalizza in modo pesante il nostro territorio. Insieme c’è la possiamo fare! Ripeto sono un convito assertore, da molto tempo, dell’idea dell’Unione dei nostri Comuni. Avrei pensato, prendendo spunto dal nome della rinomata società sportiva calcistica del comprensorio dei Comuni di Acquaro-Arena-Dasà, realizzata tanto tempo fa, che A.D.A. potrebbe essere la nuova denominazione dei nostri Comuni Uniti.

“I^ giornata ecologica Dasà insieme”, soddisfazione con prescrizioni del sindaco Scaturchio

“È stata una giornata meravigliosa e voglio esprimere un ringraziamento da parte mia e di tutta l'Amministrazione comunale a tutti coloro che hanno partecipato alla ‘I^ giornata ecologica Dasà Insieme’". È quanto afferma il sindaco della piccola cittadina delle Preserre Raffaele Scaturchio che manifesta soddisfazione per la buona riuscita dell’iniziativa ed mostra gratitudine verso la Parrocchia, le Confraternite, l’Associazione culturale, il Vespa Club, Promarena ed il Milan Club. “Spero – aggiunge il capo dell’esecutivo - che sia l'inizio di un percorso nuovo e mi auguro che ci siano altre giornate come questa. Abbiamo, purtroppo, trovato tanti rifiuti sparsi nel nostro bel territorio. Sono cose che deturpano la bellezza ed offendono la dignità di ognuno di noi. L'ambiente va salvaguardato perché è la nostra ricchezza. Lancio un invito caloroso a tutti i cittadini ad essere responsabili e a mostrare alto il senso civico non inquinando il nostro territorio. Chiediamo la collaborazione di tutti voi – conclude - perché il bene comune va salvaguardato”.

Pulizia straordinaria delle caditoie a Dasà: le prime mosse dell’era Scaturchio

Parte con le attività di prevenzione e salvaguardia del territorio l’amministrazione guidata da Raffaele Scaturchio: gli operatori comunali di Dasà stanno infatti procedendo con la pulizia delle caditoie (pozzetti e raccolta acque bianche), operazione che, per come spiega il primo cittadino, non veniva messa in campo “da almeno un decennio”. Si tratta di un importante segnale di attenzione verso il paese che esplica la volontà di effettuare interventi che, al di là della visibilità, si rivelano utili per la sicurezza della popolazione.

Dasà, martedì il giuramento di Scaturchio e l’elezione del presidente del Consiglio comunale

Si svolgerà martedì, nei locali della biblioteca comunale, alle 18, il primo civico consesso dell’era Scaturchio. Cinque i punti all’ordine del giorno: “Esame condizioni eleggibilità e incompatibilità dei consiglieri proclamati eletti nella consultazione elettorale del 5 giugno 2016 – Convalida”, “Giuramento del sindaco”, “Elezione del presidente del Consiglio comunale”, “Comunicazioni del sindaco”, “Elezione della Commissione elettorale comunale”.

Dasà, Scaturchio nomina Barba vicesindaco e Scarmozzino assessore

Il sindaco di Dasà Raffaele Scaturchio ha nominato i componenti della Giunta che lo affiancheranno nel lavoro che sarà posto in essere per avviare lo sviluppo del centro delle Preserre vibonesi. Si tratta di Anna Maria Barba (vicesindaco) e Domenico Scarmozzino (assessore), entrambi di 35 anni, che insieme al primo cittadino, di 30 anni, vanno a costituire un esecutivo fresco e giovane. Ma non mancherà l’esperienza visto che nel curriculum di Scaturchio figuravano già i ruoli di vicesindaco e consigliere provinciale. Martedì alle ore 18 avrà luogo il primo Consiglio comunale del nuovo ciclo amministrativo.

È Raffaele Scaturchio il nuovo sindaco di Dasà

Non c’era bisogno di attendere lo scrutinio per sapere l’esito delle elezioni amministrative di Dasà: Raffaele Scaturchio ha stravinto la competizione e si appresta ad amministrare la cittadina delle Preserre secondo le linee guida del programma illustrato in campagna elettorale. Libero professionista, già vicesindaco e consigliere provinciale, Scaturchio, a soli 30 anni, ha già un’importante esperienza amministrativa alle spalle e si pone come punto di riferimento di un territorio in ritardo di sviluppo che può risorgere solo con la determinazione e la collaborazione delle proprie risorse umane. Una sfida difficile ed affascinante quella che Scaturchio giocherà nei prossimi 5 anni: al suo fianco ci sarà una squadra che punta sul rinnovamento e sulle fresche energie dei giovani.

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