Giornalisti, patto di alleanza tra Cisal e Fnsi

Il mondo dei lavoratori aderenti alla Cisal ha accolto con comprensibile soddisfazione la notizia piombata da Roma e che vede la Confederazione di Galleria Esedra estendere la sua strategia sindacale, intensificando, ulteriormente, la sua presenza ed attività nel mondo italiano della Informazione.

E’, infatti, delle ultime ore la firma di uno storico e prestigioso  “Patto di Alleanza” con la Fnsi.

A siglarlo, al n.349 della sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in Corso Vittorio Emanuele II, a Roma, i segretari generali delle due organizzazioni sindacali, Francesco Cavallaro e Raffaele Lorusso, in applicazione alla delibera del Consiglio nazionale Fnsi del 24 maggio scorso. Un passaggio importante reso possibile grazie alla particolare sensibilità nei confronti della professione giornalistica di Francesco Cavallaro, che è pubblicista e consigliere nazionale della Fnsi eletto in Calabria, ed all’entusiasmo con il quale Raffaele Lorusso ha accolto la proposta riconoscendo il valore della preziosa alleanza.

Franco Cavallaro, originario di Melicuccà di Dinami, in provincia di Vibo Valentia, alla guida della massima Confederazione sindacale autonoma italiana dal 2003, non ha  mancato di esprimere la sua più profonda soddisfazione per l’esito della trattativa avviata.

“Ringrazio il Segretario Nazionale della Fnsi, Raffaele Lorusso – ha esordito, tra l’altro, il leader della Cisal - con il quale ormai da tempo è stata avviata una intensa e proficua collaborazione per la disponibilità e per aver creduto in questa trattativa. 

Sento di rivolgere un’analoga considerazione anche al Consiglio Nazionale della Fnsi che ha deliberato sulla proposta, così come non posso esimermi dall’ indirizzare un grato ringraziamento a Carlo Parisi, segretario nazionale aggiunto della Fnsi il cui apporto al varo del protocollo d’intesa  è stato  notevole.

La Cisal ha sempre fatto sua ogni tipo di rivendicazione dei lavoratori che operano nel sempre più crescente del panorama dell’ informazione – ha aggiunto -  riuscendo ad interpretare denunce, esigenze e aspettative di una classe professionale che è stata sempre stata  al centro delle più significative riflessioni e battaglie del Sindacato, riconoscendogli una funzione di estremo interesse nella società odierna.

Credo che l’accordo firmato con il segretario generale della Fnsi Raffaele  Lorusso – ha, poi, concluso Franco Cavallaro - contribuisca a creare nuove e più avanzate condizioni di rapporto tra Sindacato e Fnsi al fine di continuare insieme un percorso di intesa e di collaborazione utile soprattutto alla tutela dei legittimi interessi dei lavoratori del settore, allo sviluppo e alla salvaguardia della occupazione e alle esigenze dei pensionati”.

E’ di grande significato dover prendere atto che Cisal ed Fnsi si impegnano,  alla reciproca consultazione, “per l’individuazione di un’azione comune su tutti gli aspetti che attengono l’evoluzione delle normative sul lavoro”.
E’ giusto ricordare che la Cisal, costituita nel 1957, è la prima organizzazione sindacale italiana riuscita a coniugare il principio del Sindacalismo Autonomo con quello della Confederalità. La scelta, originale e coraggiosa, di creare un sindacato generalista e non corporativo, libero rispetto alla politica dei partiti e totalmente votato alla funzione di rappresentanza degli interessi collettivi dei lavoratori, fu adottata come fedele espressione del dettato costituzionale in tema di democrazia sindacale e ha portato alla corretta interpretazione del ruolo attribuito al Sindacato dalla Costituzione. La discussa e discutibile evoluzione normativa del nostro Ordinamento è stata purtroppo tanto lacunosa in materia, da dare vita a una prassi di “relazioni industriali” a dir poco “privilegiata” nei confronti di alcune organizzazioni sindacali e quindi ben lontana dal sistema previsto dal Costituente in tema di regolazione dei rapporti nel mondo del lavoro.

San Francesco di Sales, il santo patrono dei giornalisti

In occasione dell’Anno Santo della Misericordia, voluto da Papa Francesco, ieri a Paola, nel giorno della festa liturgica di san Francesco di Sales patrono dei giornalisti, è stato celebrato il Giubileo Regionale dei Giornalisti, promosso dalla Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale, in collaborazione con l’Ordine Regionale dei Giornalisti della Calabria, con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, con il Sindacato dei Giornalisti della Calabria, con l’Unione Cattolica Stampa Italiana e con la Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici. La manifestazione è iniziata, alle 10, nella sala del Santuario, con la riflessione sul tema: “Comunicare la misericordia”. Nel corso dell’iniziativa sono intervenuti: Giuseppe Soluri, Presidente dell’Ordine della Calabria; Carlo Parisi, Segretario Generale aggiunto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e Presidente Regionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana; don Giovanni Scarpino, direttore dell’Ufficio Comunicazioni e Cultura della CEC e don Enzo Gabrieli, responsabile regionale della FISC e direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano.  Le conclusioni sono state affidate a  Mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea e Presidente della Commissione Regionale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali della CEC.  Al termine della tavola rotonda è stato celebrato il rito di passaggio dalla Porta Santa del Santuario e la Santa Messa presieduta da Mons. Renzo. Qualche tempo fa, proprio Mons. Renzo, giornalista egli stesso, durante una celebrazione liturgica in onore del Santo, ha ricordato che “la missione del giornalista è molto delicata perché attraverso il suo cuore può passare tanto bene alla comunità”. Il Santo è Francesco di Sales, vescovo di Ginevra e Dottore della Chiesa, per il quale Pio XI con l’Enciclica “Rerum omnium perturbationem” del 26 gennaio 1923 esortava a celebrarne la festa. Le esortazioni contenute nel documento pastorale sono di forte attualità e valgono per i giornalisti e per tutti gli operatori dell’informazione che annualmente ricordano l’insegnamento di Francesco di Sales nella giornata del 24 gennaio. Col suo impegno di spiegare in fogli settimanali, con un linguaggio semplice ed efficace, le verità della fede, che affiggeva sui muri o faceva scivolare sotto le porte delle case, san Francesco di Sales è divenuto il precursore dell’informazione moderna. Il Santo, nato il 21 agosto 1567 a Sales nell’Alta Savoia francese, ebbe un’educazione religiosa, rigorosa ed accurata, completata studiando legge a Parigi e a Padova e studiando teologia con i Gesuiti nei collegi di Clermont di Parigi ed in quello padovano. Conseguito il dottorato in “utroque iure”, come si diceva allora, cioè in diritto ecclesiastico e civile, rifiutò la carriera giudiziaria per diventare sacerdote nel 1593. Iniziò subito il suo apostolato al servizio del vescovo di Ginevra, di cui divenne coadiutore con diritto di successione, in una missione contro i calvinisti che portò a compimento con una tale forza di persuasione da indurre alla conversione almeno tremila famiglie. A 32 anni, nel 1602, succedette sulla cattedra vescovile ginevrina, ma fu costretto a restarne lontano per l’ostilità nei suoi confronti. Ma, scrive Pio XI nella citata enciclica, “poiché gli eretici schivavano le sue prediche, Francesco di Sales deliberò di confutare i loro errori con volantini da lui scritti fra una predica e l’altra e disseminati in tante copie che, passando di mano in mano, finissero con l’insinuarsi anche tra gli eretici.” Questo simpatico ed ardimentoso stratagemma, diremmo oggi, del volantinaggio pian piano finì quando quella gente cominciò a frequentare le sue predicazioni.Quei volantini non andarono dispersi perché, in seguito, il loro contenuto fu raccolto in un volume, non per caso, intitolato “Controversie” che ci riferiscono, aggiunge Pio XI, “il copioso apparato di dottrina e gli argomenti sapientemente schierati come in falange, con cui egli investe gli avversari e svela le loro menzogne e inganni, servendosi anche, assai garbatamente, di una velata ironia.” Il tutto esposto in stile giornalistico. È morto a Lione nel 1622 il 28 dicembre per un attacco di apoplessia, all’età di 56 anni, mentre stava accompagnando il duca di Savoia ad Avignone in una missione politica per incontrare il re di Francia Luigi XIII. Il 24 gennaio è stato sepolto ad Annency, sua città di residenza vescovile e nel 1661 beatificato e canonizzato quattro anni dopo da Alessandro VII. Successivamente Pio IX nel 1887 lo proclamò Dottore della Chiesa per essere stato una delle figure più importanti della Controriforma. Dal 1923, ricorrendo il terzo centenario della traslazione delle sue spoglie da Lione ad Annency, è dichiarato da Pio XI Patrono degli scrittori cattolici. Richiamando la citata “ Rerum omnium”, Pio XI non solo si sofferma sulle opere di Francesco, ma invita a mettere in pratica i suoi insegnamenti, a imitare la sua indole, a diffondere i suoi scritti. Il Papa indica anche il percorso che i giornalisti cattolici e non devono seguire alla luce dell’attualità del grande Francesco di Sales: studiare con somma diligenza, guardarsi dal venir meno alla verità, avere cura della forma e dell’eleganza del dire e dello scrivere, saper confutare gli errori e resistere all’improbità dei perversi in modo da dimostrare di essere animati dalla rettitudine

 

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Giornalisti a lezione di Costituzione da Luciano Violante

“La Costituzione italiana. I valori e la sua riforma”: questo il tema al centro della lectio magistralis che Luciano Violante,  docente e uomo delle istituzioni, magistrato e già  presidente della Commissione parlamentare antimafia e della Camera dei deputati, ha tenuto a Catanzaro, presso l’Ateneo “Magna Graecia”,  nel corso di un incontro promosso dall’Ordine regionale dei Giornalisti,  finalizzato alla formazione professionale continua. Presenti il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Lombardo, il Preside della Facoltà di Giurisprudenza e costituzionalista, Luigi Ventura, ed il presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti, Giuseppe Soluri, Luciano Violante ha proceduto alla dotta analisi del complesso contesto sociopolitico che portò alla nascita della Carta costituzionale italiana. L’Assemblea costituente si trovò ad operare in un conflitto di sistema tra filosovietici e filoatlantici. Ne ha illustrato alcune scelte caratterizzanti, dare priorità alla rappresentanza politica piuttosto che alla decisione politica e la divisione dei poteri. L’attenzione è stata dunque rivolta alla storia repubblicana, con i suoi distinti momenti, con particolare riferimento alla crisi dei partiti che ha determinato la crisi del sistema politico. “Oggi – ha osservato – i partiti non sono più deboli, c’è una partitocrazia senza partiti”.  Da qui il tentativo di superare la crisi istituzionale attraverso il tentativo di nuove forme di partito e da parte del Governo e del Legislatore di dar vita  alle riforme. Violante si è soffermato ancora sul delicato ruolo della magistratura e dei giornalisti, con la stampa chiamata ad essere vigile e non subalterna.

                                        

 

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