Faida dei boschi: condanne definitive per tre imputati

Con il verdetto emesso dalla Corte di Cassazione sono diventate definitive le condanne inflitte a tre imputati di uno dei tronconi processuali scaturiti dall'inchiesta ribattezzata "Confine". Angelo Natale Misiti dovrà scontare una pena di 16 anni in quanto è stato giudicato responsabile del tentato omicidio di Damiano Vallelunga, il boss di Serra San Bruno successivamente assassinato nel settembre 2009 a Riace. Allo stesso Misiti sono stati addebitati, inoltre, il reato di associazione mafiosa ed il tentato omicidio di Enzo Cavallaro, commesso in provincia di Reggio Calabria il 19 giugno 2010. Colpevole di associazione mafiosa, Domenico Ruga, di Monasterace, nel Reggino, espierà una pena pari a 6 anni e 8 mesi di carcere. Al collaboratore di giustizia Michael Panaja, di Placanica, è stata, invece, comminata la condanna a 2 anni e 8 mesi. Al centro della vicenda giudiziaria la faida dei boschi esplosa sette anni addietro e protrattasi fino al 2012. Numerosi furono i delitti che insanguinarono la striscia di terra a cavallo delle provincie di Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria. Una battaglia senza esclusione di colpi di cui si resero protagonisti gli affiliati alle cosche di Guardavalle, Monasterace, Stignano, ed a quelle alleate di Serra San Bruno e Soverato.

Operazione Confine, lavoratori pagati una miseria per raccogliere arance

L'operazione "Confine", che ha smantellato una presunta organizzazione dedita allo sfruttamento dei lavoratori extracomunitari, ha portato al sequestro di beni il cui valore complessivo ammonta ad un milione di euro. I sigilli sono stati apposti anche ad una cooperativa agricola. Sette gli arresti eseguiti dai Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nei confronti di altrettante persone, che sono state ristrette ai domiciliari. Le ipotesi di reato addebitate vanno dall'associazione per delinquere finalizzata alla intermediazione illecita ed allo sfruttamento del lavoro, al reclutamento di manodopera clandestina di lavoatori extracomunitari sprovvisti di permesso di soggiorno o con lo stesso scaduto, dal mancato rispetto delle norme previdenziali che tutelano i lavoratori subordinati, alla truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Palmi, hanno smascherato un sistema perverso che si basava sul pagamento della miseria di cinquanta centesimi per raccogliere una cassetta di agrumi, a fronte dellla fatica devastante necessaria per svolgere un'attività simile nella Piana di Gioia Tauro. 

 

Operazione Confine, 7 arresti in un'inchiesta contro il caporalato

Sette persone sono state arrestate e poste ai domiciliari. Il reato contestato è associazione a delinquere finalizzata alla intermediazione illecita ed allo sfruttamento del lavoro. I provvedimenti restrittivi, ordinati nell'ambito dell'operazione denominata "Confine", sono stati eseguiti alle prime luci dell'alba dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria. L'inchiesta, mirata a debellare l'inumano fenomeno del caporalato nella Piana di Gioia Tauro, è stata avviata nel novembre di due anni fa. 

 

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