Abbandono rifiuti nelle strade, l’Osservatorio di Siderno muove le sue contestazioni

Dall'avvio del servizio di raccolta differenziata porta a porta, l'Osservatorio cittadino Rifiuti di Siderno ha ripetutamente segnalato all'Amministrazione comunale “la necessità di un'azione ferma ed incisiva contro il preoccupante fenomeno dell'abbandono dei rifiuti nelle pubbliche vie e anche della loro combustione nelle zone meno frequentate, quali i greti dei torrenti e i terreni incolti. Perché, se da una parte questo nuovo tipo di gestione del rifiuto ha ripulito il paese dalla presenza dei cassonetti, dall'altra ha causato il fenomeno, in virtù del quale i cittadini (ed esercizi commerciali) refrattari o non iscritti al ruolo dei tributi abbandonano sacchi di spazzatura indifferenziata sui marciapiedi delle pubbliche vie o, peggio, in luoghi nascosti. Ma, mentre nelle strade pubbliche il gestore del servizio, suo malgrado, riesce a far fronte al degrado, destinando un mezzo e due operai alla raccolta quotidiana, diventa sempre più difficile individuare e bonificare le mini discariche che stanno comparendo in tutto il territorio comunale, dove sovente, l’unico metodo di ‘smaltimento’ pare essere l’illecita quando dannosa combustione ad opera di ignoti incivili. 

Se il fenomeno era prevedibile (una delle ricadute positive del porta a porta sarebbe stata la lotta all'evasione) – viene spiegato  ciò che lascia sconcertati é l'inerzia con la quale l'Amministrazione comunale sta affrontando il problema. Occorre ricordare che il servizio a domicilio é stato avviato nel mese di maggio e solo il 30 novembre 2016 é stata emessa, a mo’ di spauracchio, l 'ordinanza n. 42 contro l'abbandono dei rifiuti, peraltro inconsapevolmente trasmessa solo ai vigili urbani e non alle altre forze di Polizia presenti sul territorio, e da allora, sembrerebbe non sia stata elevata nessuna contravvenzione.

Senza entrare nel merito delle segnalazioni che gli operatori addetti alla raccolta dovrebbero trasmettere all'ente, l'Osservatorio ha reiteratamente portato il problema all'attenzione dell'assessore con delega all'Ambiente ricevendo vaghe rassicurazioni circa l'installazione di videocamere amovibili, viste come la panacea dei mali derivati dall’incapacità dell’Amministrazione comunale di controllare il suo territorio. In merito alla loro collocazione e spostamento, viene però legittimo domandarsi quale personale sarà preposto a farlo. Saranno i vigili urbani – si domanda l’Osservatorio - cronicamente sottorganico, o i volenterosi operai comunali, tra i quali, il sindaco non è nemmeno riuscito a individuare qualcuno che potesse lavorare come custode all’Isola ecologica, costringendo l’ente a ricorrere ad un operatore di ‘Locride Ambiente’, con i gravosi costi che ne conseguiranno per un’Amministrazione in dissesto finanziario?  

Inoltre, quello che finora era solo un sospetto, dopo i commenti dell'assessore all'Ambiente su un post della pagina facebook dell'Osservatorio, ahinoi, è diventata una triste evidenza della sua superficialità. Ella infatti ha impudicamente dichiarato che una persona fotografata mentre abbandonava i rifiuti in pieno centro non sarebbe stata sanzionata ma solo convocata in Comune e redarguita. La nostra vicesindaco, nonché assessore all' Ambiente, sembra non rendersi conto che certe sue dichiarazioni la fanno venir meno ad un obbligo dell'incarico che ricopre.

L'Osservatorio non pretende certo una persecuzione indiscriminata (l’assessore, sarà stata animata sicuramente da pietas  per un caso di ignoranza, come da lei stesso dichiarato), ma ritiene inammissibile che, a quasi nove mesi dall'avvio del  porta a porta, non risulti una sola sanzione irrogata per abbandono di rifiuti ed addirittura molti esercizi commerciali del centro (sono quelli più in vista) non si siano dotati dei carrellati con il codice a barre e continuino indisturbati a lasciare sacchi di indifferenziata sui marciapiedi. 

Viene quindi da chiedersi – è la conclusione - se vi sia davvero la volontà dell’Amministrazione comunale a perseguire questi cittadini indisciplinati e disonesti o si tratti d’ incapacità ad affrontare situazioni che stanno diventando insostenibili per la collettività”.

Fusti portati dalle onde sulla spiaggia a Siderno

"Stamani si è creato un certo allarme perché alcuni cittadini hanno notato la presenza, segnalandocela, di due fusti sulla spiaggia di Siderno, uno all’altezza dell’Ymca e l’altro nei pressi del torrente San Filippo posto alla periferia nord del paese”.

È quanto afferma in una nota l’Osservatorio ambientale “Diritto per la vita” che spiega: “dopo accurato sopralluogo abbiamo verificato che si tratta di due fusti tappati e vuoti che sono molto arrugginiti ma sul tappo di sfiato c’è ancora l’etichetta sigillante con il logo e il nome dell’azienda produttrice. Si tratta della Alpet, azienda turca fondata nel 2005 produttrice, tra l’altro, di oli lubrificanti per motori marini e di automobili. Nonostante la situazione ci sia sembrata rassicurante abbiamo avviato tutta una serie di controlli di cui daremo conto non appena in possesso dei risultati. Intanto per completare il quadro chiediamo ai cittadini di segnalare eventuali altri fusti sospetti per circoscrivere meglio la situazione.

Soprattutto – specifica ancora l’Osservatorio - per capire se i due fusti siano stati abbandonati in mare da una nave di passaggio oppure se siano stati buttati da qualcuno in uno dei corsi d’acqua che oggi scorrevano copiosi dopo l’abbondante pioggia della notte. Abbiamo, inoltre, verificato che sul litorale di Locri non vi è traccia di altri fusti”.

Parte nella fascia jonica la campagna di sottoscrizioni per il progetto “Tutti al mare”

“Con un contributo, anche modesto, è possibile dare forza al monitoraggio delle acque del mare in corrispondenza delle foci delle fiumare e dei torrenti della Locride”. L’Osservatorio ambientale “Diritto per la vita” ha lanciato una campagna di sensibilizzazione dei cittadini e degli enti sul problema dell’inquinamento del mare e delle fiumare e per questo chiede a tutti di voler sostenere un progetto che è volto alla salvaguardia del territorio e di riflesso della salute di tutti gli abitanti della fascia jonica. “Monitorare costantemente l’ambiente in cui viviamo – viene rilevato in una nota - è un compito prioritario delle istituzioni preposte ma è anche tra gli scopi statutari delle tante associazioni che aderiscono all’Osservatorio; non siamo convinti che sia stato fatto e si faccia tutto quello che è possibile per tutelare ciò che ci circonda e che ci consente di vivere al meglio, ecco il motivo per cui ci rivolgiamo ai cittadini perché sostengano un progetto di salvaguardia che consenta di attrarre anche turisti ma, soprattutto, consenta agli abitanti di vivere pienamente senza paure che determinano un’involuzione sociale con conseguente ulteriore degrado. Facciamo la nostra parte e denunciamo se gli altri non svolgono appieno i propri compiti di salvaguardia ambientale. Su questo progetto – viene specificato - abbiamo voluto coinvolgere anche la C.N.A. Balneatori Calabria perché con i dati Arpacal 2016 vi sono ancora 8.779 punti della provincia dove la presenza di Enterococchi intestinali e di Escherichia coli risultano oltre i parametri consentiti per le acque di balneazione e quindi anche gli operatori hanno interesse perché si intervenga energicamente. Inoltre abbiamo chiesto la possibilità di accesso ai depuratori di Siderno, Ardore, Marina di Gioiosa Ionica e Monasterace e la chiederemo per Riace e Bianco per poter effettuare i prelievi per le analisi delle acque in uscita dagli impianti di depurazione, i cui referti verranno inseriti in un portale creato ad hoc. Sostenere la campagna – è la conclusione - è un diritto/dovere di ogni cittadino”.

L’Osservatorio ambientale celebra il “funerale” alla diga sul Lordo

La ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Acqua, il 22 marzo di ogni anno, è stata l’occasione per una insolita celebrazione da parte dell’Osservatorio Ambientale. L’anno scorso per la stessa data fu organizzata una passeggiata dimostrativa intorno all’invaso vuoto della diga di Pantaleo sul torrente Lordo perché si era “convinti che avrebbe dato impulso alle attività da mettersi in atto da parte del Consorzio di Bonifica Alto Jonio Reggino per il ripristino dell’opera”. Quest’anno a ben 995 giorni dallo svaso, avvenuto il 28 giugno 2013 è intervenuta “la convinzione che nulla si sia voluto fare per ridare al territorio un’opera che a detta di tutti è strategica per lo sviluppo dell’intero comprensorio”. Si vede che tutti i celebranti di allora hanno cambiato idea ed è per questo che l’Osservatorio ha voluto, con una sobria cerimonia privata, celebrare ufficialmente il funerale della diga. “Lo stato di abbandono in cui versa l’opera – spiega il presidente dell’Osservatorio Arturo Rocca - è evidente e stride con l’appariscente ‘Creazione di un centro visita e di osservazione ambientale degli ambienti umidi mediante il recupero di alcune abitazioni rurali in muratura Ordinaria’ come recita il cartello sul primo dei due edifici completati ma non collaudati e di conseguenza non utilizzati. Oltretutto quali zone umide si dovrebbero osservare? Giusto le pozzanghere che residuano sulla strada dopo le abbondanti piogge! La cerimonia funebre – aggiunge Rocca - si è svolta con tanto di fascia che listava a lutto il braccio del presidente e con tanto deposizione di fiori e candela oltre all’affissione di una targa celebrativa con la data di nascita e quella di morte della diga. Da segnalare che l’Osservatorio, la Consulta  cittadina ed il Corsecom hanno concordato il testo di una lettera indirizzata alla presidenza della Regione Calabria, al Dipartimento Agricoltura, al Consorzio di Bonifica Alto Jonio Reggino e al Ministero delle Politiche Agricole, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed  elettriche, al Comune di Siderno, alla Prefettura di Reggio Calabria  con cui si chiede un immediato intervento per la sfera di competenza”. 

Eternit a Siderno, l'Osservatorio ambientale dice basta

"Nell’esprimere apprezzamento per l’ordinanza di censimento obbligatorio dell’amianto emanata dal Sindaco di Siderno, il 25 febbraio 2016 l’Osservatorio Ambientale ha presentato una dettagliata segnalazione dei siti urbani dove, persone prive di senso civico e alcuno scrupolo, hanno abbandonato lastre di eternit (cemento-amianto). Tale testimonianza, frutto di attenta e documentata osservazione del territorio, è stata inviata anche al Direttore S.P.I.S.A.L. di Locri- A.s.p.-, al Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Reggio Calabria e al Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato. L’Osservatorio con tale iniziativa intende sollecitare la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia degli operatori ecologici che, nella quotidiana raccolta dei rifiuti solidi urbani, rischiano di respirare le fibre di cemento amianto abbandonate spesso accanto ai cassonetti". Questo l'incipit di ua nota redatta dal presidente dell' Osservatorio ambientale, Arutro Rocca. "L’Amministrazione Comunale di Siderno - prosegue il comunicato - ha compiuto un atto previsto per legge ed un passo essenziale per poter successivamente reperire i finanziamenti per le bonifiche, ma nel frattempo, chi provvede alla bonifica di quanto ogni giorno viene smaltito per le vie del paese? Si esprime, quindi, soddisfazione per l’iniziativa, diffusa dall’assessore all’ambiente e vice-sindaco Avv. Anna Romeo, di indire una gara per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi che, seppur non rientrante  tra i compiti del Comune, viene fatta con rivalsa sugli enti preposti per non gravare sul bilancio comunale e quindi sui cittadini. L’Osservatorio si augura che i responsabili della tutela del territorio prestino, soprattutto in questo frangente, molta attenzione perché l’ordinanza che prevede il metodo dell’autodenuncia potrebbe innescare una spinta a liberarsi furtivamente delle lastre di eternit per tema di vedersi intimato lo smaltimento a proprie spese. A tal proposito, l’Osservatorio, ha anche segnalato la presenza di una discarica abusiva che insiste sulla strada interpoderale che da contrada Ferraro porta a Salvi. La fiumara Novito, di cui si è occupato di recente, è considerata terra di nessuno e si presta allo smaltimento di ogni tipo di rifiuto e per questo, nel mese di febbraio, vi è stato un sopralluogo cui hanno partecipato alcuni membri dell’Osservatorio, il vice sindaco avv. Anna Romeo, il dirigente del Settore Ambiente e Territorio arch. Nicola Tucci ed il presidente del Consiglio Comunale, prof. Paolo Fragomeni. L’Osservatorio si augura che presto vengano realizzati gli adempimenti richiesti: effettiva bonifica dei siti; emissione di un’apposita ordinanza interdittiva al transito dei veicoli non autorizzati sulla strada che costeggia il torrente da ambo i lati;  sistema di videosorvegliaza da collocare nei pressi degli accessi al torrente; intensificazione dei servizi di controllo del territorio; censimento, tramite tecnica del telerilevamento, dei siti privati aventi coperture in cemento-amianto. Al fine di sollecitare le Istituzioni a prendere dei concreti provvedimenti su tale vicenda, l’ Osservatorio ambientale Diritto per la Vita organizzerà per domenica 13 marzo, una passeggiata ecologica dimostrativa  che consentirà tra l’altro ai partecipanti, ai giovani in particolare, di conoscere le celate bellezze della fiumara Novito che - conclude la nota -  a causa dell’incuria e del totale stato d’abbandono, da oasi naturalistica rischia di trasformarsi sempre più in una vera e propria discarica".

Frana seppellisce chiesa in una grotta: l’Osservatorio ambientale chiede la messa in sicurezza

Alcuni componenti dell’Osservatorio ambientale “Diritto per la vita”, nel corso di un sopralluogo nel territorio di Martone, hanno avuto modo di imbattersi in un manufatto di straordinaria bellezza collocato davanti ad una grotta naturale, seppur in stato di totale degrado. Nella convinzione che si trattasse di qualcosa di sconosciuto, il presidente dell’Osservatorio Arturo Rocca ha interpellato telefonicamente il professor Domenico Minuto, esperto di bizantinesimo calabrese, a cui ha descritto il luogo e il ritrovamento. Si è appreso così, che si trattava della chiesetta bizantina di Sant’Anania. Anche il compianto monsignor Nadile, già vicario del Vescovo di Locri, aveva conoscenza della chiesetta. “Alla sorpresa di avere scoperto qualcosa che non si conosceva – ha spiegato Rocca - è subentrata l’indignazione per la poca considerazione dei nostri beni archeologici, architettonici, storici ed ambientali. Di recente una delle tante frane ha seppellito buona parte del sito, anche se ciò che rimane è significativo e certamente ancora degno di essere salvaguardato.  L’Osservatorio ambientale – ha aggiunto - rivolge un appello alla sensibilità, oltre che alle responsabilità, delle istituzioni coinvolte (sindaco Comune di Martone, Soprintendenza Archeologica, Deputazione di Storia Patria) affinché si provveda con urgenza alla messa in sicurezza della struttura che, a detta del professor Minuto, risale al XII sec.  Sicuramente non sarà possibile recuperare gli affreschi di cui restano confuse tracce – ha concluso - ma almeno non si rischia di permettere che il sito venga cancellato e con esso la memoria di un popolo che invece ne ha tanto bisogno per poter risalire la china”.

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