Serra, tassa rifiuti su del 60%: l’allarme lanciato già nel 2015 da Mirko Tassone

Una campagna elettorale figlia dei tempi. Nel kali yuga della politica, Serra non poteva fare eccezione". L'ex consigliere comunale Mirko Tassone si sofferma sulla piega che ha preso la corsa per il rinnovo del Civico Consesso della cittadina della Certosa e propone la sua analisi. "La raffinata ars, di cui parlano Socrate e Protagora nell’eponimo dialogo di Platone, con tutta evidenza, non sembra allignare nelle nostre contrade. Ne è prova - rileva Tassone - la versata attitudine all’improperio che si riscontra sia dai palchi che sulle pagine social. Così, piuttosto che conquistare il proscenio, i problemi e le possibili soluzioni rimangono dietro le quinte. Il motivo è piuttosto evidente: andare al di là dei discorsi da bar dello Sport, comporta, infatti, quanto meno la conoscenza dell’argomento che si vuole affrontare. Già il buon Catone ricordava 'Rem tene, verba sequentur', ovvero 'conosci l’argomento, le parole seguiranno'. Pertanto, l’ignoranza di ciò di cui si dovrebbe discettare, il più delle volte induce i protagonisti ad esercitarsi in stucchevoli geremiadi o in gratuite aggressioni verbali all’indirizzo di avversari, veri o presunti. Talvolta qualcuno sfiora il problema acqua o spazzatura, senza mai illustrare le soluzioni". "Quanto i diversi candidati si guardino bene dal parlare delle vere emergenze lo testimonia - evidenzia l'ex consigliere comunale -  il silenzio in merito alla deliberazione n. 8, del 20 aprile scorso, con la quale il Commissario prefettizio ha approvato il 'Piano tariffario relativo al servizio di gestione dei rifiuti urbani e determinazione tariffe Tari 2016'. Orbene, nel documento in questione, il Commissario non ha potuto fare altro che prendere atto dei danni provocati nel recente passato. Danni che, ancora una volta, saranno pagati dai cittadini costretti a subire un aumento del 50/60% della tariffa rifiuti. Dalla deliberazione in questione si evince, infatti, che il 'costo complessivo del servizio previsto è pari a 1.045,367,54 euro'. Un cifra abnorme, che dovrà essere integralmente pagata dai cittadini e sulla quale pesano per 730 mila euro i costi di trattamento e smaltimento rsu. Un costo più che raddoppiato, determinato, per la gran parte, dal mancato funzionamento della raccolta differenziata la cui percentuale, come riportato nella Relazione di fine mandato redatta dal Sindaco Rosi, per l’anno 2015 non ha superato il 5,32 %. Un vero e proprio disastro che poteva essere evitato, qualora sindaco, assessori e consiglieri comunali di maggioranza, anziché fare le belle statuine, avessero dato retta alle osservazioni prodotte dal sottoscritto, il quale aveva avvertito per tempo ciò che sarebbe accaduto. Gli interventi con i quali ho messo in guardia la vecchia amministrazione sono, per fortuna agli atti, così come è facilmente riscontrabile l’allarme lanciato il 18 aprile 2015 quando, in un comunicato stampa, avevo scritto: 'tutti i nodi arriveranno ben presto al pettine, a cominciare dalla tardiva attivazione del servizio di raccolta differenziata il cui peso sarà interamente scaricato sulle tasche dei cittadini. Il 27 luglio 2014, infatti, la Regione Calabria ha varato il decreto n. 493 con il quale sono state approvate le nuove tariffe per il conferimento in discarica dei rifiuti indifferenziati. Il nuovo meccanismo tariffario prevede un sostanzioso aumento, soprattutto, per gli enti meno virtuosi. I comuni che non raggiungeranno una soglia minima di raccolta differenziata pari al 25 %, saranno costretti a pagare un sorta di penale di 22 euro a tonnellata. La 'sanzione' va ad aggiungersi, quindi, ai 147 euro della tariffa base, per un totale quasi doppio rispetto a quanto pagato negli anni precedenti [...] Preso atto del meccanismo sanzionatorio introdotto con le nuove tariffe, un’amministrazione meno approssimativa non avrebbe perso tempo e si sarebbe messa immediatamente al lavoro per non farsi trovare impreparata". "Al contrario, il sindaco e la sua Giunta hanno continuato a crogiolarsi nel loro dolce far nulla, con il risultato - è l'asserzione critica di Mirko Tassone - che i cittadini si vedranno raddoppiare le bollette. La tassa sullo smaltimento dei rifiuti è, infatti, a totale copertura dei cittadini; all’aumentare dei costi, inevitabilmente, aumentano le tariffe. Partendo dalla considerazione che, nel 2014, per il conferimento in discarica il Comune ha pagato circa 230 mila euro è del tutto evidente che, alla luce delle nuove tariffe, il servizio costerà, quest’anno, non meno di 400/450 mila euro. Una stima che si discosta di poco dalla realtà, dal momento che nella deliberazione del Commissario prefettizio si legge che la 'previsione di spesa per il conferimento dei rifiuti indifferenziati' è pari a 500.000,00 euro. A questo punto, quindi, sarebbe interessante sapere dai componenti della passata amministrazione, ben distribuiti nelle liste in campo e sempre  in corsa per conquistare un posto al sole, cosa abbiano fatto per scongiurare il disastro per il quale erano stati tempestivamente avvisati. Considerando, infine, che l’aumento dei costi determinerà nel prossimo consuntivo un debito corrispondente che dovrà essere ripianato nell’esercizio finanziario 2016, sarebbe interessante sapere da candidati vecchi e nuovi come intendano procedere". "Così, come sarebbe opportuno far sapere ai cittadini cosa e come s’intenda fare - auspica infine Tassone - per evitare e ai cittadini un salasso che costerà, all’intera comunità, decine di migliaia di euro".

Serra, elezioni comunali: quando al partito di "lu susu" si contrapponeva quello " di lu vasciu"

Alle prese con la campagna elettorale per il rinnovo degli organi amministrativi, Serra vive la classica situazione in cui le luci della ribalta vengono concentrate su facce vecchie e nuove. Da una parte, i neofiti che si affacciano per la prima volta alla finestra principale dalle quale si chiede il consenso; dall’altra rugosi volti che, seguendo un collaudato canovaccio, riaffiorano dopo il lustro trascorso sott’acqua. In ogni caso, vecchi e nuovi aspiranti battono palmo palmo ogni angolo del paese per chiedere, in taluni casi piatire, una preferenza. La pratica è tutt’altro che nuova se già, a fine Ottocento, Mastro Bruno Pelaggi verseggiava: “Pue quand’è l’ura di li votazioni,/ t’abbrazzanu e ti stringianu li mani,/ e si cu ttia non haannu relazioni,/ mentanu mezzi cu atri cristiani:/ vannu da chidhi chi ‘nci hai brigazziuoni,/ a cu’ dici «si!»: sinnò pierdi lu pani”. Non è l’unica analogia con quanto avviene oggi, tuttavia sarebbe fallace pensare che nulla sia cambiato. Se oggi si assiste ad una proliferazione di candidati, a cavallo tra Otto e Novecento, la situazione era diametralmente opposta, non solo perché l’accesso all’elettorato, sia passivo che attivo, era piuttosto limitato, ma anche per la composizione delle liste che si contendevano la guida dell’amministrazione cittadina. In assenza di partiti politici strutturati, l’aggregazione avveniva su base territoriale. Come ricorda Brunello De Stefano Manno nella “Fabbrica di cellulosa”, le liste in lizza erano due. Da una parte “il partito di lu suso”, dall’altra quello “di lu vasciu”, espressioni rispettivamente dei rioni Spinetto e Terravecchia. Le due fazioni davano luogo a “dispute […] complicate da una netta contrapposizione territoriale che vedeva il paese spaccato in due dal corso del fiume Ancinale”. Così, “le liste elettorali, esclusivamente civiche, riproducevano la situazione territoriale. Il fiume era il confine fisico e, spesso e volentieri, sul ponte dell’Ancinale si veniva alle mani”. Un altro elemento che contribuiva a creare una cesura netta tra le due fazioni, era l’appartenenza alle congreghe, “soprattutto tra quella dell’Addolorata di Terrevecchia e quella dell’Assunta di Spinetto”. La contesa elettorale si concludeva, il più delle volte, con la vittoria del partito di “lu suso”, “mentre l’opposizione, tra cui militava Mastro Bruno, s’identificava nei sostenitori del partito di Sotto”. A ben guardare, però, le analogie superano forse le differenze, dal momento che la “piccola” Serra vantava anche allora un proprio rappresentante alla Camera dei Deputati. Bruno Chimirri, era e rimane la personalità politica più in vista che la cittadina bruniana abbia mai avuto. Esponente della Destra storica, titolare di dicasteri importanti in numerosi governi, a lui Mastro Bruno ha dedicato alcuni versi nei quali ricordando: “E’ pi lu mundu è truoppu mintugatu/ di tutti li putenti di la terra…/”, definisce i suoi oppositori locali “suriciedhi di mulinu”. Non manca, infine, l’ammonimento con il quale, il poeta, rivolgendosi ai suoi concittadini, dice: “Facitivilu miégghiu pi d’amicu, c’avimu aiuti, riparu e cunzigghju”. Il suggerimento, che denota la calabra propensione ad assecondare il potere, rappresenta, forse, la più grande analogia tra le campagne elettorali di ieri e quelle di oggi.

 

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L'Arsac di Serra ha concluso l'indagine sulla multifunzionalità dei castaneti

Il Centro ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) di Serra San Bruno, nell’ambito di un Progetto di Ricerca coordinato dal Ministero delle Politiche Agricole-Alimentari-Forestali, ha svolto un’indagine campionaria nel comprensorio delle Serre vibonesi, riguardante i servizi ecosistemici forniti dai castaneti,  nelle diverse forme di gestione. Lo studio, che  interessa tutto il territorio nazionale (e finanche la Svizzera italiana), vede la partecipazione di importanti istituzioni tecnico-scientifiche;  in particolare: la Libera Università di Bolzano, il WSL di Caldonazzo (TN), la Fondazione E.Mach di San Michele all’Adige (TN), l’Università degli Studi di Bologna,  l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Torino, l’Università degli Studi della Tuscia, l’Università degli Studi “Federico II” di Napoli,  il Centro di Ricerca per la Selvicoltura di Arezzo ed, appunto, l’ARSAC in Calabria. L’indagine è stata realizzata attraverso la somministrazione di un questionario,  elaborato  in modo tale da evidenziare l’importanza attribuita, dalle varie categorie di soggetti interessati (istituzioni, amministrazioni locali ed operatori a vario titolo del comparto),  alle diverse funzioni che il castaneto svolge/potrebbe svolgere nei diversi ambienti. Lo scopo è quello di ottenere dei dati sufficientemente rappresentativi  in merito al valore  attribuito alle diverse funzioni svolte  ed ai servizi fruibili, rispetto al benessere economico e sociale delle comunità interessate. Nello specifico, sono messe a confronto e valutate le varie tipologie di prodotti e sottoprodotti traibili dal castaneto, nonché  le diverse funzioni che lo stesso svolge ed i servizi forniti nell’ambito del territorio (protezione  idrogeologica,  stoccaggio di carbonio, caratteri del paesaggio, attività turistiche/ricreative) In questo comprensorio, sono stati contattati una cinquantina di soggetti, tra "pubblici" e "privati", ricevendo un riscontro al questionario da una trentina.  La maggiore attenzione, verso questo sondaggio, si è rilevata tra gli operatori del comparto boschivo,  mentre, si legge in una nota, "dispiace sottolineare lo scarso interesse da parte dei rappresentanti delle istituzioni locali". Da un primo esame delle risposte ricevute, emerge, come era prevedibile, il valore preponderante delle produzioni  legnose ed, inoltre,  la particolare importanza attribuita ai prodotti "derivati" (primo fra tutti, il miele); soprattutto nelle aree più interne del comprensorio,  risulta degno di nota  il significato "culturale" conferito a questa specie. 

 

Don Figliuzzi, il prete serrese che amava il vino e le donne

Serra ha dato tanti suoi figli alla Chiesa. In alcuni casi si è trattato di religiosi che hanno scalato le gerarchie ecclesiastiche fino a ricoprire ruoli importanti; in altri di uomini di fede che si sono limitati ad assolvere il loro ufficio senza infamia e senza lode; in altri ancora di sacerdoti che si sono distinti per la scarsa aderenza ai principi che avrebbero dovuto professare. Gli epigoni dell’ultima categoria non sono stati pochi, di qualcuno ci è stato tramandato anche il nome. Di uno, in particolare, si trova traccia in un volume scritto da don Santo Rullo e dedicato a Piminoro, piccola frazione del comune di Oppido Mamertina in provincia di Reggio Calabria. Il prete in questione, don Alfonso Figliuzzi nacque a Serra San Bruno il 5 febbraio 1854. Ordinato sacerdote il 13 marzo 1880, “predicò due volte in Mongiana nell’anno 18923, durante la Settimana Santa e nel mese di maggio”.  Dopo aver svolto la funzione di “coadiutore dell’arciprete di Nardodipace” e Santo Todaro, il 27 dicembre 1893 “chiese al Vescovo il trasferimento nella Diocesi di Oppido”. La richiesta fu accolta positivamente ed il 3 marzo 1894,  venne nominato parroco di Piminoro. Giunto nel piccolo borgo di montagna, don Figliuzzi rivelò ben presto la fragilità della sua fede, tanto da essere passato agli annali per la “debole vita spirituale”. Come se non bastasse, il parroco serrese, nel corso della sua “missione”, pastorale si distinse per la spiccata propensione alla lascivia. Come ricorda Rullo, nel suo scritto “non aveva la forza di reagire alla seduzione istintiva alla natura umana e con facilità si lasciava dominare dai comuni vizi del vino e della lussuria”. Il ritratto che ne è stato tramandato è impietoso. “Privo di motivazioni interiori e alieno da alte aspirazioni ideali, o religiose, solo e prigioniero di un ambiente chiuso e sprovvisto di tutto, assente ai fenomeni culturali e spirituali, lacunoso di zelo apostolico e di pietà eucaristica, appesantito da una natura fiacca e inoperosa, dove poteva trascorrere le lunghe serate invernali e le interminabili giornate estive se non nella compagnia dei consimili presso l’unico ritrovo del luogo, la bettola?”. Nella sferzante descrizione fattane da Rullo, non manca qualche nota di apprezzamento all’indirizzo di don Figliuzzi il cui “cuore buono, aperto al dialogo e all’amicizia” lo portava ad essere “comprensivo delle umane sofferenze”. In ogni caso, la vita dissoluta non gli impedì di organizzare il “Comitato Cattolico Parrocchiale”; di “richiamare l’attenzione dei Superiore sui danni causati dal terremoto alla Chiesa” o di acquistare “due canopei nuovi” e di far effettuare alcune opere di restauro all’interno della chiesa. Tuttavia, le ombre nella sua condotta sono superiori alle luci, a tal punto che, nel 1914, il vicario generale Francesco Samà attestò: “L’arciprete Figliuzzi ha dichiarato al sottoscritto che in ventun anno di arcipretura non ha mai celebrato le Messe per i Confratelli Sacerdoti defunti. Perciò egli alla sua morte non avrà diritto ad avere la Messa dagli altri”. L’attività parrocchiale del prete serrese si concluse il 29 giugno 1914, quando venne accolta la richiesta di rinuncia presentata il 5 febbraio dello stesso anno. Ottenuta una pensione annua di “lire 365”, don Alfonso Figliuzzi si trasferì a Serra, dove si spense, nel 1916, all’età di 62 anni.

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Visita Canonica nella Certosa in rinnovamento

Dal 12 al 19 aprile si è svolta nella Certosa di Serra San Bruno la Visita Canonica, la prima dopo la riapertura del noviziato e il rilancio della comunità. Come avviene regolarmente ogni due anni l’Ordine Certosino ha inviato due Priori per verificare i progressi fatti e dare suggerimenti alla Comunità al fine di preservare l’osservanza monastica, il silenzio e la clausura che caratterizzano la vocazione certosina. Fra le altre cose i Padri Visitatori hanno disposto: "Nella Cappella esterna della Certosa si svolgano esclusivamente le celebrazioni delle Messe la domenica e i giorni di precetto e le confessioni nei giorni e negli orari stabiliti dal P. Priore. Per preservare il carattere monastico-eremitico della Certosa sono quindi da evitare tutte le attività del ministero di liberazione o guarigione (benedizioni a persone o cose, preghiere speciali di liberazione o guarigione ecc.) In particolare si ricorda che nella Cappella esterna della Certosa non si fa alcun tipo di esorcismo o di attività pastorale assimilabile ad esso per i quali c’è già l’incaricato diocesano competente. Le benedizioni fuori dalla Messa saranno ammesse solo in occasione delle due feste di S. Bruno. Invitiamo quindi tutti i fedeli ad attenersi a questi principi, nel comune desiderio della rinascita della Certosa e della custodia della sua vita monastica".

 

Serra, vasto incendio a ridosso di uno stabilimento di carbone

Un incendio di vaste proporzioni è divampato in un bosco adiacente ad uno stabilimento di produzione di carbone naturale in località Castagnari, a Serra San Bruno. Provvidenziale si è rivelato il pronto intervento dei Vigili del Fuoco del locale distaccamento. La loro abnegazione ha impedito che le fiamme potessero raggiungere lo stabilimento e mettere a repentaglio l'industria boschiva. Insieme ai Vigili del Fuoco sono presenti sul posto volontari ed i proprietari dell'impianto. Ancora sconosciute le cause del rogo che si è subito esteso, complice il forte vento. 

Comunali Serra: le prime parole del candidato sindaco Luigi Tassone

"Ringrazio di cuore gli amici e i compagni che hanno riposto in me la loro fiducia, ben conscio della sfida che ci attende". Sono queste le prime parole pronunciate da Luigi Tassone dopo l'ufficializzazione della candidatura a sindaco di Serra San Bruno. "Ringrazio ogni singolo componente del movimento politico culturale 'La Serra rinasce', ma soprattutto ringrazio chi, con grande senso di responsabilità ha voluto avviare un dialogo costruttivo e unitario sulla mia investitura che - ha commentato l'aspirante Primo Cittadino - affronterò con senso di responsabilità, ottimismo e un entusiasmo enorme, alimentato ogni giorno dalla tanta gente che ci segue e ripone fiducia e speranza in noi. Rispetto a cinque anni fa sento un’aria diversa, si intravede negli occhi delle persone una feroce voglia di cambiare rispetto ad una gestione amministrativa che, almeno io, ma non solo io, reputo fortemente deficitaria". Partecipazione e condivisione sono, dunque, le parole d'ordine del giovane candidato a sindaco. La campagna di ascolto avviata nelle scorse settimane è stato un primo momento di confronto con Serra San Bruno e la sua gente, che hanno risposto molto positivamente in termini di partecipazione ed entusiasmo. Pensiamo che con il contributo di tutti Serra San Bruno possa tornare innanzitutto alla normalità cominciando a progettare anche il futuro. Saremo chiamati al governo di una cittadina con una storia millenaria e con grandissime tradizioni, duramente colpita da cinque anni di immobilismo. Per questi motivi abbiamo deciso di chiamare alla mobilitazione le migliori energie del nostro territorio, la parte sana della società civile e coinvolgerla – conclude Luigi Tassone - in un percorso di rinascita che sia soprattutto civile e culturale". Fiducia e speranza anche nelle parole dei membri del movimento politico-culturale 'La Serra rinasce'. "In maniera compatta supporteremo il nostro candidato in questa campagna elettorale che, per scelta, vogliamo condurre sul percorso dei contenuti e delle proposte e pertanto vogliamo elevare il livello del dibattito politico principalmente nel rispetto dei cittadini. La sfida che ci attende sarà importante  e proprio per questo motivo verrà chiesto il contributo ai cittadini affinché insieme a noi siano anche loro stessi i veri protagonisti della rinascita serrese. Ai nostri concittadini rammentiamo che una goccia non può certamente cambiare il colore del mare, ma tante insieme ne possono mutare le sfumature. Insomma, cambiare si può, insieme si può e la campagna di ascolto rappresenta un chiaro segnale di innovazione e cambiamento che tutti i cittadini potranno prendere come punto di partenza per un nuovo inizio, dove la politica del non fare dovrà essere sostituita con progetti che coinvolgeranno tutti i cittadini. Insomma, cambiare si può e lo si può fare solo coinvolgendo tutta la cittadinanza, per questo – concludono - con passione e determinazione guardiamo ad un futuro di ottimismo e fiducia, consapevoli che attraverso la mobilitazione comune riusciremo a risollevare le sorti della nostra comunità".

Referendum 17 aprile: Pro Loco di Serra si mobilita per dire stop alle trivellazioni

Anche la Pro Loco di Serra San Bruno così come tutte le Pro Loco Calabresi si schiera, in vista del Referendum del prossimo 17 Aprile, sul fronte del SI per dire stop alle trivellazioni. "Si tratta infatti - sostengono gli esponenti dell'associazione - di una importante lotta per la tutela ambientale e turistica della nostra splendida costa considerato che il referendum riguarderà ben 21 concessioni di cui 5 nella sola Calabria. Siamo ben coscienti che Domenica a differenza di quanto cerca di affermare il fronte del No, passa una delle più importanti tappe di civiltà e di progresso a cui un popolo può partecipare, saremo infatti chiamati a difendere il nostro mare, la nostra costa e la nostra economia. Si deve votare sì per molti motivi tra i quali: il referendum riguarda le concessioni entro le 12 miglia, vicinissime quindi alla nostra costa; il contributo  delle attività offshore entro le dodici miglia è irrisorio confrontato al nostro fabbisogno nazionale, sono infatti pari al 3% dei nostri consumi di gas e meno dell’1% di petrolio. Questo non giustifica il rischio di disastro ambientale; gli impianti di trivellazione non sono sicuri, l'ultimo incidente è avvenuto in Francia il 6 Aprile provocando un sversamento di 380000 litri di petrolio nella Loira; una eventuale catastrofe ambientale affosserebbe per sempre l'economia della nostra regione; se vince il sì nessun posto di lavoro è a rischio. A mettere in pericolo posti di lavoro, semmai, sono la crisi del settore, la riduzione dei consumi nazionali di gas (-21,6%) e petrolio ( -33%) e la mancanza di una seria politica energetica nazionale". "Per tutte queste ragioni e per altre - concludono i rappresentanti della Pro Loco - saremo anche noi presenti nei prossimi giorni nelle piazze serresi per divulgare ai cittadini le ragioni del SI".

 

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