Tormentavano due donne: in manette un 47enne e un 30enne

Rispondono tutti e due di atti persecutori ed aggravati il 47enne ed il 30enne che sono stati arrestati e ristretti ai domiciliari dai Carabinieri nell'ambito di differenti blitz. L'attività investigativa dei militari dell'Arma della Compagnia di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, è iniziata dopo che due donne hanno denunciato di essere state ripetutamente vittime dei tormenti perpetrati loro dagli indagati, S.C. e G.G.. Situazioni che le avevano obbligare a modificare anche le rispettive abitudini quotidiane. Le indagini, corroborate anche da documenti e testimonianze, sono sfociate nei provvedimenti restrittivi emessi dall'Autorità Giudiziaria. Le illecite condotte, condite da intimidazioni e vere e proprie aggressioni, peraltro, sono state messe in atto nonostante ai due uomini fosse stato vietato di avvicinarsi alle donne.  

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Perseguita ex convivente (più giovane di 31 anni): arrestato pluripregiudicato a Pizzo

Nelle prime ore della mattinata odierna personale della Polizia di Stato ha tratto in arresto Filadelfo Amarindo, 64 enne residente a Lentini, pluripregiudicato, responsabile di atti persecutori in danno della sua ex convivente, una 33enne anch’essa originaria di Lentini, da qualche tempo domiciliata a Pizzo Calabro. L’attività è scaturita da una costante collaborazione tra Commissariato P.S. di Lentini e gli agenti di questa Squadra Mobile e delle Volanti,  che  con un indagine lampo hanno stroncato il criminale intento con cui l’ex convivente, secondo gli inquirenti, voleva vendicarsi della sua compagna procurando alla povera malcapitata delle lesioni o, addirittura, di attentare alla sua vita. La signora, evidentemente preoccupata dall’atteggiamento aggressivo del soggetto, si era infatti rifugiata  a Pizzo Calabro, dove un amico le aveva dato ospitalità. La stessa, poi, ragguagliata dagli agenti di questa  Squadra Mobile circa l’imminente pericolo cui versava e che il suo ex convivente aveva individuato il suo nuovo domicilio, ha confermato agli inquirenti il triste scenario di violenze e soprusi subiti durante gli anni trascorsi con quell’uomo. Pertanto la stessa è stata accompagnata presso questa Questura, dove è stata accolta da personale dell’U.P.G.S.P. per i successivi adempimenti. L’epilogo della vicenda si è consumato nella mattinata odierna in quanto gli agenti della Squadra Mobile e della locale Sezione Volanti, in stretto contatto con il Commissariato  di Lentini, hanno monitorato gli spostamenti di Amarindo, bloccandolo nel corso di un posto di controllo appositamente istituito, con altri tre uomini, tutti con numerosi precedenti penali e di polizia e tutti originari di Lentini. I quattro non sono riusciti a fornire spiegazioni plausibili sulla loro insolita presenza in questa provincia a quell’orario. Accompagnati presso gli Uffici della Questura, si è provveduto a trarre in arresto Amari do per il reato di atti persecutori; nei confronti degli altri tre soggetti è stato emesso foglio di via obbligatorio ex art. 2  L. 1423/56, con divieto di fare ritorno nel comune di Vibo Valentia per 3 anni, provvedimento che è stato adottato anche nei confronti dello stesso Amarindo nonostante fosse stato tratto in arresto. Dopo gli adempimenti di rito, Amarindo è stato associato presso la locale Casa Circondariale per ivi rimanere ristretto a disposizione dell’Autorità giudiziariamandante.

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Atti persecutori: un arresto

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 48 anni per il reato di atti persecutori in concorso, in esecuzione all’ordine di espiazione pena detentiva in regime domiciliare, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. C.G.F., di Reggio Calabria è stato condannato alla pena di 4 mesi 4 e 12 giorni di reclusione, per il reato commesso a Montebello  Jonico nell’ aprile del 2011. 

 

 

Perseguita violentemente l'ex convivente invalida: i Carabinieri lo arrestano

Risponde del reato di atti persecutori ai danni della donna con la quale in passato conviveva un 33enne che è stato tratto in arresto dai Carabinieri della Stazione di Santa Maria del Cedro, in provincia di Cosenza. Non era la prima volta che la vittima, una donna italiana di 45 anni, denunciava di aver subito violenze da parte del compagno, di nazionalità rumena. I militari dell'Arma lo arrestarono ed il presunto aguzzino fu sottoposto a diversi provvedimenti di natura cautelare.  E' stata proprio la violazione di una delle prescrizioni impostegli a metterlo nei guai. Ubriaco, ha raggiunto la casa della donna, invalida, per rivolgerle pesanti minacce. A bloccarlo sono stati i Carabinieri. Nei suoi confronti è, dunque, scattata una denuncia che a nulla è valsa, tenuto conto che poche più tardi lo stesso ha raggiunto ancora l'appartamento della ex convivente. La donna è riuscita a fuggire trovando immediato conforto nell'azione dei militari dell'Arma che, autonomamente, avevano raggiunto l'alloggio della 45enne per verificare che tutto procedesse regolarmente dopo la tensione registratasi in giornata. Gli uomini in divisa l'hanno individuata sulle scale e salvata dai soprusi dell'uomo che è stato immediatamente condotto presso il carcere di Paola. 

 

 

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Picchia e minaccia la sorella per un anno: in manette un 47enne

Dev rispondere di atti persecutori e minacce ai danni della sorella un uomo di 47 anni che è stato tratto in arresto e ristretto ai domiciliari dai Carabinieri. Secondo quanto emerso nel corso delle indagini condotte dai militari dell'Arma di Cosenza, avrebbe seguito ed intimidito la vittima, utilizzando in diverse occasioni pure un coltello. In altre circostanze l'ha anche picchiata pretendendo che gli consegnasse 5000 euro. Angherie e soprusi che la donna ha subito per quasi un anno. Già in passato il 47enne A.Z. era stato denunciato e sottoposto al divieto di avvicinamento alla sorella. 

Picchia e minaccia l'ex convivente: in manette un 39enne

Un trentanovenne già noto alle forze dell'ordine è stato arrestato dai Carabinieri per il reato di atti persecutori. A.S, di Reggio Calabria, sarebbe stato sorpreso nella flagranza dei reati di ingiurie, minacce e lesioni personali compiuti in danno della ex convivente. L’evento si inquadra in un ampio contesto di numerose denunce-querele presentate dalla vittima, a partire dalla metà del novembre scorso, nei confronti dell'uomo per una serie di condotte persecutorie poste in essere a seguito del termine della relazione sentimentale. 

Denunciato un uomo che fotografava e riprendeva continuamente marito e moglie

I Carabinieri hanno denunciato in stato di libertà un uomo di 59 anni, già noto alle forze dell'ordine, per il reato di atti persecutori. R.C.N., di Bagnara Calabra, secondo quanto emerso a seguito degli accertamenti espletati dai militari operanti e scaturiti dalla denuncia esposta dai coniugi C., per futili motivi, utilizzando il suo smartphone, avrebbe effettuato innumerevoli foto e riprese video nei confronti dei denuncianti e continui passaggi nei pressi della loro abitazione, cagionando alla coppia n perdurante stato d’ansia. 

Per mesi perseguita l'ex fidanzata su Facebook: arrestato un 25enne

La Polizia ha arrestato e posto ai domiciliari un giovane di 25 anni sospettato di essere autore del reato di atti persecutori ai danni di una ragazza che in passato era stata sua fidanzata. Le indagini, sfociate nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, hanno avuto origine su preciso input dei docenti della scuola superiore frequentata dalla giovane. Gli insegnanti si sono rivolti al "Centro per l'ascolto e lo smistamento in rete di chi subisce abuso e violenza sessuale" della città dello Stretto. Gli addetti della struttura, appurati gli evidenti che stavano condizionando la vita della donna, hanno allertato i poliziotti della Sezione della Squadra Mobile che si occupa di contrastare i reati contro la persona, sessuali ed in pregiudizio di minori. L'attività degli investigatori ha così permesso di accertare, secondo la loro ricostruzione, che l'indagato da sei mesi molestava ed intimidiva pesantemente l'ex compagna. Azioni che compiva sfruttando Facebook. La vittima, impaurita per sé e la sua famiglia, era stata soggiogata dall'uomo al punto da ritenere, riferiscono gli inquirenti, che fossero da giustificare le condotte violente subite. 

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