Serra, il centro Arsac impegnato nel controllo del Cinipede del castagno

Nei giorni scorsi, il personale del Centro Arsac di Serra San Bruno è stato impegnato in una serie di sopralluoghi in vari siti castanicoli del comprensorio, allo scopo di verificare il grado di contenimento raggiunto nei confronti del dannoso parassita, comunemente conosciuto come “Cinipide galligeno” (nome scientif. Dryocosmus kuriphilus).

Questo minuscolo insetto che, nella forma adulta, si presenta come una piccola vespa, allo stato larvale determina la comparsa di vistose galle sui germogli e sulle foglie, provocando uno sviluppo stentato della vegetazione ed un calo, spesso considerevole, della produzione di castagne.

Attualmente, l'unica forma di “lotta” valida nei confronti del Cinipide è rappresentata dall’ immissione nei castaneti di un altro piccolissimo insetto che si nutre delle larve del Cinipide stesso, il Torymus sinensis.

In particolare, nel comprensorio delle Serre i primi “lanci” dell’antagonista sono stati effettuati nella tarda primavera del 2012.

Negli ultimi anni, le immissioni dell’insetto utile al controllo del “Cinipide” sono state realizzate in collaborazione con il Parco regionale delle Serre, nell’ambito di una “convenzione” tra le due istituzioni, che prevede vari tipi di interventi nei comparti agro-forestale ed ambientale.

In tale contesto, oltre a siti castanicoli di proprietà “privata”, sono stati, poi, monitorati diversi siti di proprietà “pubblica” ed, in particolare, sotto la gestione dell’Ente Parco.

Durante i recenti rilievi, il controllo delle galle presenti sulla nuova vegetazione ha evidenziato che la popolazione del Cinipide è in fase di regressione, in ragione del marcato livello di parassitizzazione operato dal Torymus.

Nei siti castanicoli controllati, è stato rilevato che, in questo periodo, il parassitoide utile è presente allo stadio di larva all’interno delle galle, a dimostrazione del fatto che, a distanza di 7 anni dai primi “lanci”, anche in questo comprensorio, il Torymus sta svolgendo un'efficace azione di contenimento del Dryocosmus kuriphilus.

Ad oggi, non sembrerebbe più necessario ricorrere a nuove immissioni dell’insetto utile, in considerazione dei livelli di parassitizzazione riscontrati sui campioni esaminati.

È opportuno, però, che le” galle” (con le quali, ormai, è necessario convivere) non vengano asportate, in quanto rappresentano una componente fondamentale per il mantenimento e la diffusione del parassitoide nel castaneto.

È bene ricordare che questa forma di “controllo biologico” non può determinare la completa eliminazione del “Cinipide”, in quanto biologicamente impossibile per le “leggi” che regolano il rapporto tra preda e predatore obbligato (cioè che vive, si nutre, esclusivamente di quel tipo di preda).

Pertanto, nei prossimi anni, sarà possibile osservare delle “fluttuazioni” nelle popolazioni del fitofago e del suo parassitoide, da attribuire al normale divenire dei “sistemi biologici”, che prevedono tale tipo di andamenti.

Oltre a ciò, va evidenziato il fatto che, dopo un decennio di continue infestazioni, i castaneti, nel loro complesso, sono generalmente in una condizione di stress che li rende, comunque, più suscettibili nei confronti di altre categorie di “patogeni”.

Quindi, risulta necessario ripensare ad una corretta e costante gestione colturale di questi importanti “presidi” che, oltre alla funzione produttiva, svolgono un ruolo fondamentale nel contesto sociale ed ecologico del nostro territorio.

 

 

 

Il Parco delle Serre in campo per contrastare il cinipide, l’insetto che colpisce i castagni

Il Parco naturale regionale delle Serre, con l’assistenza tecnica del personale del Centro-Arsac (Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese) di Serra San Bruno, ha effettuato il “lancio” dell’antagonista naturale del “cinipide galligeno” del castagno.

 Il programma, per il secondo anno consecutivo, si propone di combattere il parassita che sta mettendo in serio pericolo le coltivazioni calabresi di castagneti, sia da frutto, che da legno.

Gli interventi, programmati in sinergia con i sindaci dei comuni interessati (Badolato, Brognaturo, Cardinale, Satriano, San Sostene, Serra San Bruno, Spadola, Guardavalle, Stilo, Bivongi, Mongiana, Fabrizia, Nardodipace, Pizzoni, Gerocarne), hanno interessato anche i castagneti presenti nelle foreste regionali in gestione al Parco.

Particolare soddisfazione è stata espressa dal commissario del Parco, Domenico Sodaro, che ha ringraziato tra gli altri, i sindaci dei comuni interessati, Domenico Pisano, che ha coordinato il progetto per conto del Parco ed il personale tecnico dell’Arsac, ovvero Franco Penna, Antonio Clasadontre ed Mimmo Pascali,

Il cinipede, che nella forma adulta assomiglia ad una piccola vespa, provoca la comparsa di vistose galle sui germogli e sulle foglie, con conseguente sviluppo stentato della vegetazione e calo, spesso evidente, della produzione di castagne.

Attualmente, l'unica forma di “lotta” valida nei confronti del parassita è rappresentata  da quella  “biologica”. Pertanto, da un decennio, in Italia è iniziata l'introduzione nei boschi di castagno di un parassitoide specifico, il torymus sinensis, piccolissimo insetto che si nutre delle larve del cinipide.

In particolare, nel comprensorio delle Serre i primi “lanci” dell’antagonista sono stati effettuati nella tarda primavera del 2012, ad opera del personale tecnico dell’Arsac.

Dallo scorso anno,  allo scopo di favorire ulteriormente l’insediamento di questo utile insetto, il Parco naturale regionale delle Serre ha acquistato molte “dosi”, da distribuire  in diverse aree.

 Per facilitare la diffusione del torymus, è necessario che anche i castanicoltori e gli operatori forestali facciano la loro parte. A partire dalle zone vicine alle “aree di lancio”, occorre, infatti, adottare alcune pratiche colturali, tenendo presenti che il cinipide galligeno sverna nelle gemme dove ha deposto le uova, mentre il torymus sinensis sverna nelle galle dove ha deposto le uova  e sfarfalla a fine aprile - inizio maggio.

Le galle, una volta disseccate, in parte rimangono sulla pianta ed in parte cadono a terra in autunno. Quindi, è buona pratica non distruggere o asportare il fogliame e gli scarti della potatura almeno per tutta la primavera, in modo da favorire la diffusione del Torymus. Considerato che, alcune popolazioni di questo utile insetto possono sfarfallare nel secondo anno, la soluzione ottimale è quella di eliminare i residui colturali dopo 16-18 mesi dal taglio, a fine estate o inizio autunno. Poiché, in questo  periodo, il torymus  sarà  già fuoriuscito dalle vecchie galle ed avrà già “parassitizzato” quelle formatesi nell'anno corrente.

Nelle zone dove la presenza del cinipide è ancora agli inizi, allo scopo di rallentarne la diffusione, si può praticare utilmente la potatura verde, ovvero nel periodo precedente lo sfarfallamento delle femmine (entro il mese di giugno), si procede al taglio dei rametti dove sono presenti le galle e alla loro distruzione.

Dopo la fine di giugno, è importante non asportare più le galle, in quanto il cinipide è già fuoriuscito, ma potrebbero ancora esserci all’interno altri insetti utili, nemici del parassita.

Questa pratica risulta tanto più efficace quanto più giovani sono le piante, essendo ovviamente più facile individuare ed asportare le galle.

Dopo il mese di luglio, si può procedere all'eliminazione dei polloni di ceppaia, sempre allo scopo di rallentare la diffusione del cinipide che attacca, inizialmente, le parti basse della pianta.

Le pratiche della potatura verde e dello spollonamento delle ceppaie non hanno effetti apprezzabili, dove il cinipide è già ampiamente insediato.

Infine, occorre evidenziare come nessun prodotto antiparassitario risulta realmente efficace contro il parassita.

Il Parco naturale delle Serre impegnato nella lotta biologica al cinipide del castagno

Il commissario del Parco Naturale Regionale delle Serre, Domenico Sodaro coglie l’occasione per informare che nei giorni 18 e 19 maggio u.s, il Parco naturale regionale delle Serre ha provveduto al “lancio” dell’antagonista naturale del “cinipide galligeno” del Castagno, nell’ambito del programma di controllo biologico di questo pericoloso parassita. Questa minuscolo insetto determina la comparsa di vistose galle sui germogli e sulle foglie, provocando uno sviluppo stentato della vegetazione e un calo, spesso evidente, della produzione di castagne. Il cinipide galligeno, nella forma adulta , si presenta come una piccola vespa di colore nero, lunga circa 3 mm. Come tale è innocua per l’uomo e per gli animali, ma nella forma larvale risulta molto dannosa per il castagno, tanto da richiedere trattamenti obbligatori.

Attualmente, l'unica forma di “lotta” valida nei confronti del Cinipide galligeno è rappresentata da quella “biologica” e, pertanto, da quasi un decennio in Italia, è iniziata l'introduzione nei boschi di castagno di un parassitoide specifico, il Torymus sinensis, piccolissimo insetto che si nutre delle larve del Cinipide stesso .

In particolare, nel comprensorio delle Serre i primi “lanci” dell’antagonista sono stati effettuati nella tarda primavera del 2012, ad opera del personale tecnico dell’Arasac (Azienda Regionale per lo sviluppo dell’Agricoltura Calabrese) .

Quest’anno, nel comprensorio vibonese, l’immissione del Torymus ha già interessato quaranta siti castanicoli del Serrese ed, inoltre, alcune aree dell’Altopiano del Poro, ad opera del personale del Centro Arsac di Serra San Bruno. Ora, allo scopo di favorire ulteriormente l’insediamento di questo utile insetto, in particolare nelle aree di sua competenza, il Parco naturale regionale delle Serre ha provveduto all’acquisto delle “dosi” necessarie che sono state distribuite in altrettanti siti, nell’ambito dei comuni di Cardinale, Guardavelle, Badolato, San Sostene, Serra San Bruno, Gerocarne, Mongiana e Fabrizia, ricorrendo alla collaborazione del personale Arsac di Serra San Bruno.

"Tutto ciò - ha detto Sodaro - si è reso possibile grazie alla collaborazione dell’On.le Mauro D’Acri, Assessore all’Agricoltura, in particolare all’importante collaborazione offerta dal Direttore Generale del Dipartimento Agricoltuta Ing. Carmelo Salvino, al Dott. Cosimo Caridi dirigente di settore del fitosanitario, al personale dell’Arsac di Serra san Bruno, al Dott. Francesco Pititto e al Rag. Domenico Pisano che ha coordinato le attività".

Soddisfazione,in merito all’iniziativa, è stata espressa dai sindaci del territorio interessati ai lanci dell’insetto parassitoide Torymus sinensis.

 

Serre: l'Arsac riprende la lotta al Cinipede del castagno

Nei prossimi giorni, il Centro Arsac di Serra San Bruno sarà, nuovamente, impegnato, nel programma di controllo biologico del Cinipide galligeno del Castagno. Il temibile parassita che determina la comparsa di vistose galle sui germogli e sulle foglie, provoca uno sviluppo stentato della vegetazione e un calo, spesso evidente, della produzione di castagne.  Il cinipide galligeno, nella forma adulta  si presenta come una piccola vespa, di colore nero,  lunga circa 3 millimetri.  Innocuo per l’uomo e per gli animali, il parassita è , invece, estremamente dannoso per il castagno.

Attualmente, l'unica forma efficace di contrasto è rappresentata dal Torymus sinensis, un piccolissimo insetto che si nutre delle larve del Cinipide.

In particolare, nel comprensorio delle Serre i primi “lanci” dell’antagonista sono stati effettuati nella tarda primavera del 2012 .

Quest’anno, l’immissione del Torymus  interesserà  vari siti castanicoli del comprensorio serrese, nonché  alcune aree  dell’Altopiano del Poro. In particolare, è prevista la realizzazione di quaranta “lanci” in una ventina di Comuni del vibonese.

“Per favorire la diffusione del Torymus e limitare i danni prodotti dal Cinipede – si legge in una nota del centro Arsac di Serra San Bruno - è necessario che anche  i castanicoltori e gli operatori forestali facciano la loro parte. A partire dalle zone vicine alle 'aree di lancio', occorre adottare alcune pratiche colturali, tenendo presenti i seguenti aspetti: il Cinipide Galligeno sverna nelle gemme dove ha deposto le uova;  il Torymus sinensis sverna nelle galle dove ha deposto le uova (dalle quali  sono nate le larve che hanno distrutto quelle del Cinipide)  e sfarfalla a fine aprile - inizio maggio.

Le galle, una volta disseccate, in parte rimangono sulla pianta ed in parte cadono a terra in autunno. Quindi, è buona pratica  non distruggere o asportare il fogliame e gli scarti della potatura almeno per tutta la primavera, in modo da favorire la diffusione del Torymus. Considerato che, alcune popolazioni di questo utile insetto possono sfarfallare nel secondo anno, la  soluzione ottimale è quella di eliminare i residui colturali dopo 16-18 mesi dal taglio, a fine estate/inizio autunno. Poiché, in questo  periodo, il Torymus  sarà  già fuoriuscito dalle vecchie galle ed avrà già parassitizzato quelle formatesi nell'anno corrente.

Nelle zone dove la presenza del Cinipide è ancora agli inizi, allo scopo di rallentarne la diffusione, si può praticare utilmente la potatura verde, ovvero nel periodo precedente lo sfarfallamento delle femmine (entro il mese di giugno), si procede al taglio dei rametti dove sono presenti le galle e alla loro distruzione.

Dopo la fine di giugno, è importante non asportare più le galle, in quanto il Cinipide è già fuoriuscito, ma potrebbero ancora esserci all’interno altri insetti utili, nemici del Cinipide.

La pratica risulta tanto più efficace quanto più giovani sono le piante, essendo  ovviamente più facile individuare ed asportare le galle.

Dopo il mese di luglio, è possibile procedere all'eliminazione dei polloni di ceppaia dal momento che il Cinipide che attacca, inizialmente, le parti basse della pianta.

Le pratiche della potatura verde e dello spollonamento delle ceppaie non hanno effetti apprezzabili dove il Cinipide è già ampiamente insediato.

Infine, occorre evidenziare come nessun prodotto antiparassitario risulta realmente efficace contro il Cinipide galligeno del Castagno”.

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