Fondazione Pisani, l'ex sindaco di Serra rinuncia alla prescrizione

L’ex sindaco di Serra San Bruno, Raffaele Lo Iacono ha chiesto di essere giudicato.

Con riferimento al procedimento inerente le vicende della fondazione “Monsignor Biagio Pisani”, l’ex primo cittadino (difeso dall’avvocato Maurizio Albanese), ha rinunciato alla prescrizione.

Oltre a Lo Iacono ed all’ex vice segretario Salvatore Amato, nel procedimento, per il reato di abuso d’ufficio, erano coinvolti gli ex consiglieri comunali: Vincenzo Damiani, Luigi Calabretta, Leonardo Calabretta, Biagio Vavalà, Giuseppe Raffele, Antonio Procopio, Maria Abronzino e Francesco Bonazza.

In particolare, nel maggio del 2010 i consiglieri comunali avevano deliberato il passaggio di alcuni beni di proprietà del Comune alla Fondazione presieduta dall' allora sindaco Raffaele Lo Iacono.

L’udienza proseguirà il 10 aprile.

Ernesta Zadra risponde a Scopacasa

Riceviamo e pubblichiamo una lettera della Signora Ernesta Zadra

Sento il dovere di rispondere Al Prof. Scopacasa nella sua qualità di ex Consigliere e Direttore Didattico nel c.d.a. dell'Asilo Chimirri di Serra San Bruno, in seguito ad una sua intervista al Vizzarro, in cui spiega le motivazioni delle sue dimissioni. Cercherò di rispondere punto per punto alle sue dichiarazioni che si sono incentrate in particolare sull'Amministrazione dell'Asilo a suo dire, poco chiara e dalla trasparenza assente e di un Registro protocollo carente; ed altro che andrò man mano analizzando.

Nell'Archivio della Scuola è conservato tra gli altri documenti amministrativi, il Protocollo che è stato forse il solo atto che il professore sembra abbia consultato ed in cui, tra l'altro sono registrate le richieste di assunzione delle maestre del territorio. A quanto pare, i soli fatti che interessavano il Professore. Almeno due fra queste sono state registrate prima di quella della maestra che è stata poi assunta. Mi meraviglio che il professore non le abbia notate.

Ha detto il vero che l'Archivio storico dell'Asilo , vecchio di cento anni e che narra la storia di questa gloriosa realtà scolastica di Serra san Bruno ed anche l'Archivio corrente, sono stati da me conservati, nella mia qualità di Responsabile Legale della Fondazione allorché l'edificio che accoglie l'Asilo si era trasformato in un cantiere. Ho l'orgoglio di averli salvati da una sicura dispersione. Il professore ha potuto riscontrarne la avvenuta restituzione quando , in uno dei primi Consigli d amministrazione che si sono tenuti nell'Asilo, è stato aperto il mobile che li contiene, affinchè potesse consultarli quando e come voleva. Così è scritto nel Verbale stilato nell'occasione. Ho anche aggiunto che parte dei documenti erano a disposizione nello studio del commercialista Salerno che tiene la nostra contabilità ed altri che si riferivano alla contablità dei lavori di ristrutturazione dell'edificio ed i rapporti con la Regione, erano stati curati da Gerardo Rachiele che era l'ex Consigliere tesoriere, uomo di grande rettitudine ed anche di esperienza perchè ex direttore della Carime, e che era pronto a fornirgli ogni spiegazione in merito. A quanto mi risulta, il professore ha consultato gli atti con la Regione, ma non altri incartamenti e mi meraviglio ancora una volta che egli abbia, senza gli opportuni approfondimenti, parlato poi di scarsa trasparenza amministrativa .Posso dire| a chi giova?

Il Professore Scopacasa si è dimesso dall'incarico di Direttore didattico, nomina ricevuta dal Consiglio di Amministrazione della Scuola, per le motivazioni di cui sopra ed ha consigliato, per la trasparenza di affiggere un bando in bacheca per reperire un candidato sul territorio. Mi corre a questo punto l`obbligo di chiedergli come mai non abbia sentito di seguire la stessa prassi in occasione della nomina della maestra, poi assunta per chiamata diretta?

Vorrei anche che il Professore, Preside emerito, mi spiegasse il senso della sua affermazione quando ha parlato di missione che intendeva svolgere nell'Asilo Chimirrri, perchè egli non è entrato con gentilezza e umiltà nelle aule di questo vetusto edificio, bensì, come si suol dire, a gamba tesa e con velleità egemoniche. Ha subito accusato la precedente Amministrazione di assenza di ,trasparenza amministrativa minacciando Consiglieri e maestre riunuti, di far venire un ispezione dell'Ufficio scolastico ( che si è poi concretizzata), di far togliere la parità all'Asilo e di far chiudere la scuola. Ignorando che ciò avrebbe comportato il licenziamento del personale e delle maestre e la fine del glorioso Asilo Chimirri che tanti benefici aveva apportato in tanti anni di attività alla popolazione. Con le sue intemperanze e minacce continue, il Professore è riuscito a sconvolgere il tessuto psicologico dell'ambiente umano che operava nell'Asilo e che non aveva mai dovuto affrontare una situazione così devastante per la sua sopravvivenza. Mi domando infatti quanto questa fragilità abbia influito nella votazione all'unanimità per  l'assunzione della maestra sostenuta dal Professore Scopacasa. Almeno per quanto riguarda il mio voto.

Il professore Scopacasa è giunto persino ad aggredirmi verbalmente, con tale violenza da indignare i consiglieri , nonché i genitori presenti nell'Asilo. Ciò ha comportato che gli stessi genitori si recassero il giorno dopo dal Sindaco per denunziare l'acccaduto e chiedere la rimozione del professore dall'Asilo; esempio seguito anche dalle maestre , che hanno raccontato dei soprusi subiti. Il giorno seguente l`accaduto, anche io mi sono recata presso la locale stazione dei carabinieri per denunciare l'aggressione verbale a cui ero stata sottoposta, ma ho scoperto che il reato di calunnia è stato depennato dal Codice penale. Il prof. Scopacasa ha lamentato che il pagamento degli stipendi al personale dell'Asilo erano in ritardo( aggiungo di un mese e mezzo), ma come era possibile lavorare in queste condizioni?

 

A questo punto ci auguriamo che il Sindaco, che sappiamo ha nominato il Consiglio, con elementi che riteneva all'altezza del compito, non rinnovi il Professore Scopacasa nel Consiglio dell'Asilo Chimirri, poiché egli è ormai persona non gradita. Un grazie ai Consiglieri per quanto hanno potuto operare in tante difficoltà. Rimane alla fine l'amarezza di quello che si poteva fare e non è stato fatto e la constatazione che l'arroganza poteva essere sostituita con un poco di umana solidarietà

Serra. Fondazione “Pisani”, la prescrizione si avvicina: rinvio al 6 ottobre

È stata rinviata al 6 ottobre 2017 l’udienza relativa al processo riguardante le vicende della fondazione “Monsignor Biagio Pisani”. Coinvolti nel processo sono l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono, presidente della Fondazione, Luigi Calabretta, Leonardo Calabretta, Biagio Vavalà, Giuseppe Raffele, Antonio Procopio, Maria Abronzino, Francesco Bonazza e Vincenzo Damiani. Questo amministratori o consiglieri votarono il 4 maggio 2010  il passaggio alla Fondazione di alcuni beni comunali. In giudizio vi è poi l’ex vicesegretario generale del Comune di Serra San Bruno Salvatore Amato.

All’ “appuntamento”odierno erano presenti fra gli impuntati Lo Iacono, Raffele e Amato, mentre fra i testimoni vi erano Nazzareno Salerno, Gerardo Bertucci e il maresciallo Giuseppe Domenico Grillo.

Nelle ipotesi degli inquirenti (formulate sulla base di un esposto presentato dall’allora minoranza), attraverso alcune delibere, alla fondazione “Monsignor Biagio Pisani” sarebbero stati dati in comodato d’uso gratuito i beni di un vivaio forestale e la gestione dell’area attrezzata del Santuario regionale di Santa Maria Bosco. Nello specifico, il voto di chi, nel civico consesso, aveva espresso parere favorevole all’atto deliberativo avrebbe, sempre secondo l’accusa, procurato un ingiusto vantaggio a Lo Iacono, mentre il “visto” della giunta alla concessione di un contributo economico alla Fondazione, sarebbe stato privo del parere contabile. 

A Lo Iacono viene inoltre contestato di essere stato determinante, con la sua presenza, per il raggiungimento del numero legale ai fini della votazione. Per il funzionario comunale i grattacapi derivano invece dall’aver predisposto la delibera per il trasferimento di 5 mila euro alla fondazione.

Serra. Fondazione Pisani, ecco i rinviati a giudizio

Tutti rinviati a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio e con il processo che inizierà il 10 novembre prossimo. Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Vibo Valentia nell’udienza preliminare che si è tenuta questa mattina con la quale il giudice, Anna Maria Concetta Loiacono, ha disposto il processo per gli ex amministratori del Comune di Serra San Bruno che erano rimasti coinvolti nell’indagine sulla “Fondazione Pisani”.  Ad essere rinviati a processo sono l’ex sindaco Raffaele Lo Iacono, presidente della Fondazione, Luigi Calabretta, Leonardo Calabretta, Biagio Vavalà, Giuseppe Raffele, Antonio Procopio, Maria Abronzino, Francesco Bonazza e Vincenzo Damiani. Tutti amministratori o consiglieri che votarono il passaggio alla Fondazione di alcuni beni comunali. Rinvio a giudizio inoltre anche per il vicesegretario generale del comune Salvatore Amato. Ad avviso degli inquirenti, per mezzo delle delibere incriminate, alla fondazione “Monsignor Biagio Pisani” sarebbero stati dati in comodato d’uso gratuito i beni di un vivaio forestale e la gestione dell’area attrezzata del Santuario regionale di Santa Maria Bosco. Il voto di chi, nel civico consesso, aveva espresso parere favorevole all’atto deliberativo avrebbe, sempre secondo l’accusa, procurato un ingiusto vantaggio a Lo Iacono, mentre il “visto” della giunta alla concessione di un contributo economico alla Fondazione, sarebbe stato privo del parere contabile. All’ex capo dell’amministrazione cittadina verrebbe contestato, inoltre, di essere stato determinante, con la sua presenza, per il raggiungimento del numero legale ai fini della votazione. Problemi anche per un funzionario comunale, che avrebbe predisposto la delibera per il trasferimento di 5 mila euro alla fondazione. All’epoca dei fatti, la minoranza in consiglio comunale aveva presentato un esposto alla Prefettura interessando la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti.

Chiesto il rinvio a giudizio per Lo Iacono e parte della sua amministrazione

Rischiano di costare cari gli atti amministrativi relativi alla fondazione “Monsignor Biagio Pisani” a molti componenti della maggioranza che fu capeggiata da Raffaele Lo Iacono. Secondo quanto riportato dal “Quotidiano del Sud”, il pm Michele Sirgiovanni, che conduce l’indagine relativa al passaggio di alcuni beni comunali alla  fondazione di cui era presidente lo stesso ex primo cittadino, avrebbe chiesto il rinvio a giudizio per Lo Iacono, Giuseppe Raffele, Antonio Procopio, Maria Abronzino, Luigi e Leonardo Calabretta, Franco Bonazza, Vincenzo Damiani e Biagio Vavalà. Nessuna indagine, invece, per Raffaele Masciari, Lucia Rachiele e Domenico Tassone, che abbandonarono l’aula al momento della votazione. L’accusa è di abuso d’ufficio. Ironia della sorte l’udienza preliminare davanti al Gup di Vibo sarebbe prevista per il 4 novembre, anniversario della “caduta” di quella amministrazione comunale. Ad avviso degli inquirenti, per mezzo delle delibere incriminate, alla fondazione “Monsignor Biagio Pisani” sarebbero stati dati in comodato d’uso gratuito i beni di un vivaio forestale e la gestione dell’area attrezzata del Santuario regionale di Santa Maria Bosco. Il voto di chi, nel civico consesso, aveva espresso parere favorevole all’atto deliberativo avrebbe, sempre secondo l’accusa, procurato un ingiusto vantaggio a Lo Iacono, mentre il “visto” della giunta alla concessione di un contributo economico alla Fondazione, sarebbe stato privo del parere contabile. All’ex capo dell’amministrazione cittadina verrebbe contestato, inoltre, di essere stato determinante, con la sua presenza, per il raggiungimento del numero legale ai fini della votazione. Problemi anche per un funzionario comunale, che avrebbe predisposto la delibera per il trasferimento di 5 mila euro alla fondazione. All’epoca dei fatti, la minoranza in consiglio comunale aveva presentato un esposto alla Prefettura interessando la Procura della Repubblica e la Corte dei Conti.

 

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