Scoperta maxi frode fiscale, sequestrati beni per 1,6 milioni di euro

I finanzieri del Gruppo di Sibari, in esecuzione di un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca anche per equivalente, emesso dal gip presso il tribunale di Castrovillari, hanno sottoposto a vincolo cautelare beni e disponibilità finanziarie, nei confronti di una società, operante nel settore dei trasporti, del suo legale rappresentante (B.C. di 30 anni) e del consulente fiscale e depositario delle scritture contabili (F.D. di 67 anni).

Il sequestro, operato presso le due sedi aziendali di Cassano allo Ionio (CS) e San Stino di Livenza (VE), rappresenta la conseguenza di una complessa e articolata attività di polizia economico – finanziaria, nel corso della quale le fiamme gialle hanno scoperto una consistente frode fiscale caratterizzata, in particolare, dall’utilizzo di crediti Iva fittizi o inesistenti, precostituiti e utilizzati in compensazione di imposte e contributi Inps dovuti.

Gli accertamenti, condotti dai finanzieri di Sibari hanno consentito, infatti, di rilevare come la frode sia stata attuata all’indomani dell’avvio dell’attività imprenditoriale, avvenuta nel mese di dicembre 2012, e portata avanti nel corso delle successive annualità d’imposta, grazie ad una serie di annotazioni contabili inesistenti, realizzate anche attraverso l’utilizzo di false fatturazioni

Al termine dell’attività, il legale rappresentante della società è stato denunciato a piede libero per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione di crediti Iva inesistenti.

Denuncia a piede libero, anche, per il consulente fiscale, accusato di dichiarazione infedele e indebita compensazione.

Il giudice per le indagini preliminari, accogliendo le richieste del pubblico ministero, ha emesso il decreto di sequestro, finalizzato alla “confisca diretta”, nei confronti della società, nonché “per equivalente”, nei confronti degli indagati, di beni mobili, immobili, denaro ed altre utilità nella loro disponibilità, per un ammontare complessivo di oltre 1,6 milioni di euro.

Le attività di sequestro, che hanno interessato le province di Cosenza, Salerno, Venezia e Treviso, hanno coinvolto 28 automezzi (autovetture, motrici e semirimorchi), 2 unità immobiliari (una villetta ed un terreno), quote societarie e conti correnti.

Gli indagati rischiano ora una condanna fino a sei anni di reclusione.

Frode fiscale, sequestrati beni per 3 milioni di euro

Beni immobili, saldi attivi e quote sociali per quasi tre milioni di euro sono stati sequestrati dalla Compagnia della guardia di finanza di Cosenza, a quattro società ritenute responsabili di una frode fiscale attraverso l'emissione e l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica.

Il sequestro fa seguito ad una verifica fiscale operata dalle fiamme gialle nei confronti di un’azienda cosentina attiva nel settore immobiliare, nel corso della quale sono state individuate operazioni commerciali "anomale" intercorse con altre sei società, operanti nello stesso settore, di cui tre con sede a Cosenza e tre con sede "dichiarata" a Roma.

Gli accertamenti nelle sedi romane hanno consentito di accertare che le sedi effettive erano ubicate in provincia di Cosenza.

Nel corso delle indagini è emerso l'inserimento in contabilità di fatture ed altri documenti falsi per diversi milioni di euro allo scopo di "gonfiare" i costi e ridurre gli utili dell'impresa.

Falsi acquisti di edifici in costruzione, compravendite fittizie di immobili già costruiti, adibiti ad uso abitativo o commerciale, e finte realizzazioni di impianti o altre opere murarie su diversi fabbricati, attestavano false operazioni e costi in realtà mai sostenuti.

Inoltre è stata rilevata la presenza di un contratto di appalto, stipulato tra due società coinvolte nelle indagini, con cui la prima demandava alla seconda la realizzazione di un importante complesso immobiliare, seppur quest'ultima era sprovvista della necessaria capacità operativa, poiché nel corso degli anni aveva assunto solo personale con mansioni amministrative.

Tutte le società sono risultate gravate da una rilevante esposizione debitoria prevalentemente nei confronti dell'erario e di istituti previdenziali.

La Procura ha, quindi, avanzato istanza di fallimento per tre delle società interessate, ottenendo dal Tribunale fallimentare la dichiarazione di fallimento per una e la riserva di decisione per le altre due.

"L'indagine riguarda un contesto di criminalità economica, per la realizzazione di un centro commerciale a Rende - ha detto il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo - e con mezzi sofisticati, tramite indebite percezioni di rimborsi Iva, sono stati conseguiti ingenti utili, e abbiamo avanzato domanda di fallimento, ottenendone già una, per diverse società". "Le indagini - ha aggiunto il capitano Angelo Giammarini - si incrociano con quelle che hanno riguardato nelle scorse settimane una società operante nel settore alberghiero". La società in questione è la Nord Hotel collegata a Domenico Barile, ex consigliere regionale. 

 

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Operazione "Ghost Building": scoperta frode fiscale nel settore edilizio per 30 milioni di euro

Continua il contrasto alle frodi fiscali nel settore immobiliare da parte della Guardia di Finanza con la scoperta di un presunto sodalizio criminale dedito all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti con evasione di imposte per 30 milioni di euro. A seguito di una accurata selezione di soggetti a rischio di evasione fiscale sono state individuate operazioni commerciali di sospetta irregolarità intercorse tra una società cosentina ed altre sei società, tre con sede a Cosenza e tre con sede dichiarata a Roma, anch’esse operanti nel settore immobiliare. Ad insospettire i finanzieri sono stati i frequenti ed inusuali rapporti commerciali tra le società che apparivano ingiustificati, meramente cartolari e privi di reale effettività economica. A seguito di accertamenti contabili svolti nei confronti delle società coinvolte è stato rilevato, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’inserimento in contabilità di fatture ed altri documenti falsi per oltre 60.000.000 di euro al fine di 'gonfiare' fittiziamente i costi e ridurre gli utili dell’impresa. Falsi acquisti di edifici in costruzione, compravendite fittizie di immobili già costruiti, adibiti ad uso abitativo o commerciale e finte realizzazioni di impianti o altre opere murarie su diversi fabbricati, attestavano false operazioni e costi mai realmente sostenuti. A conclusione dell’attività sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Cosenza cinque soggetti rappresenti legali delle società per l’emissione, l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e per dichiarazione infedele, violazioni sanzionate con la reclusione da uno a sei anni. Al fine di assicurare la restituzione delle imposte evase ed il pagamento delle relative sanzioni sono state attivate le procedure finalizzate al sequestro dei beni patrimoniali esistenti per valore equivalente a quello evaso.

 

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Contrasto all’illegalità, tutte le azioni della Guardia di Finanza

In analogia all’atto di indirizzo per la definizione delle priorità politiche emanato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il 2015, le linee d’azione della Guardia di Finanza sono state orientate al perseguimento di quattro obiettivi di cui tre definiti “strategici” corrispondenti alle citate linee di indirizzo emanate dall’Autorità di Governo ed uno c.d. “strutturale” che fa specifico riferimento alle funzioni di polizia giudiziaria del Corpo ed alla sua appartenenza al sistema della sicurezza.

 

1° OBIETTIVO STRATEGICO.

NEL CONTRASTO ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE ED ALLE FRODI FISCALI, sono state sviluppate investigazioni estese a tutti i reati fiscali, economici e finanziari, procedendo, inoltre, ad interessare l’Autorità Giudiziaria con proposte di sequestro in misura equivalente alle imposte evase (per 214 milioni di Euro), finalizzate alla successiva confisca dei beni nella disponibilità dei responsabili dei più gravi reati tributari, al fine di assicurare un effettivo recupero delle risorse indebitamente sottratte all’Erario. Qui l’azione della Guardia di Finanza è finalizzata non solo al recupero delle risorse sottratte ai bilanci pubblici ma anche ad arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico a tutela delle imprese e dei professionisti che rispettano la legge e le cui prospettive di sviluppo sul mercato sono seriamente compromesse dalla concorrenza sleale di chi opera nell’illegalità. In questo settore, aspetto particolare è quello del contrasto all’economia sommersa, nella duplice forma dell’evasione totale - posta in essere da chi, pur svolgendo, di fatto, attività d’impresa o di lavoro autonomo, non presenta le dichiarazioni dei redditi e dell’I.V.A., spesso omettendo di denunciare l’attività e restando quindi del tutto sconosciuto al Fisco - e dello sfruttamento della manodopera irregolare o “in nero” (232 i datori di lavoro individuati quali utilizzatori di manodopera in nero e irregolare). In entrambi i casi, gli interventi, orientati a contrastare i fenomeni evasivi più pericolosi, sono stati rivolti nei confronti di quei soggetti che presentano i più elevati profili di evasione, selezionati mediante l’analisi di rischio sviluppata attraverso le banche dati, l’attività di intelligence e l’azione di controllo economico del territorio. L’attività anti-contrabbando nel settore doganale e dei prodotti energetici, ha portato ad accertare un consumo in frode di circa 25 milioni di chilogrammi di prodotti soggetti ad accise. Nella lotta al gioco ed alle scommesse illegali, sono state riscontrate 166 violazioni, verbalizzando oltre 365 soggetti.

 

2° OBIETTIVO STRATEGICO.

IL CONTRASTO AGLI ILLECITI IN MATERIA DI SPESA PUBBLICA ED ALL’ILLEGALITA’ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. L’attività di controllo si è concretizzata nello sviluppo di indagini di polizia giudiziaria, nell’esecuzione di approfondimenti a richiesta della Corte dei Conti e nella realizzazione di campagne di controllo nei confronti di beneficiari di prestazioni socio-assistenziali con lo scopo comune di contrastare le forme più gravi di truffa, frode e sperpero di denaro pubblico, garantendo la corretta destinazione delle risorse rispetto agli obiettivi fissati dalla legge. In tale contesto, nell’ottica di perseguire gli obiettivi di riqualificazione della spesa pubblica, per favorire la crescita del tessuto economico legale della Calabria garantendo un adeguato sostegno alle fasce più deboli della società, i dipendenti Reparti hanno posto la massima attenzione operativa a tutte le più significative voci di spesa pubblica: dai contributi alle imprese di origine nazionale ed europea ai finanziamenti del servizio sanitario nazionale, dalle risorse utilizzate per gli appalti pubblici a quelle relative al sistema previdenziale. È di 105 milioni di Euro la somma complessiva dei contributi a carico del bilancio comunitario e nazionale indebitamente percepiti o richiesti, con 1.117 persone denunciate. 21 milioni di Euro, la frode accertata nella spesa nella spesa previdenziale con oltre 3.100 persone denunciate. Nei danni erariali, segnalate 1.500 persone per 437 milioni di Euro. Per le prestazioni sociali agevolate e ticket sanitari sono state verbalizzate 482 persone.

 

3° OBIETTIVO STRATEGICO

IL CONTRASTO ALLA CRIMINALITA’ ECONOMICO-FINANZIARIA. L’aggressione agli interessi economico ed imprenditoriali della criminalità si è concretizzata soprattutto attraverso le indagini e gli accertamenti sviluppati, in primo luogo, dalle Articolazioni specializzate nella lotta alla criminalità organizzata (quali i Gruppi Investigazione Criminalità Organizzata di Catanzaro e Reggio Calabria). L’obiettivo è colpire la delinquenza nel cuore dei propri interessi economici, patrimoniali ed imprenditoriali, sequestrando le disponibilità riconducibili a soggetti indagati o indiziati di reati di mafia ovvero responsabili di reiterati delitti di natura economico-finanziaria nonché ai loro prestanome e ciò, non solo per privare le organizzazioni criminali delle proprie fonti finanziaria, ma anche per recuperare alla collettività la ricchezza ottenuta con gravi delitti. Sono stati controllati 1.016 soggetti con proposte di sequestro per circa 800 milioni di Euro. Già 1,15 miliardi di Euro i valori sequestrati su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Complementare a tale ambito operativo è l’attività volta a ricercare e reprimere tutti i fenomeni illeciti (riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento dei valori, ecc.), in grado di inquinare i circuiti legali dell’economia e di alterare le normali condizioni di concorrenza: 58 le persone denunciate per riciclaggio, di cui 5 in stato di arresto. Di rilevante importanza è poi l’attività svolta nel settore dei reati fallimentari, societari e bancari, a tutela della trasparenza e della legalità del sistema economico ed imprenditoriale mentre, sul versante del contrasto all’usura, le investigazioni sono state indirizzate nei confronti di quei contesti associativi che trovano, in tale pratica, una delle fonti di guadagno arrivando, sovente, anche ottenere il controllo di attività economiche riconducibili alle vittime insolventi. 238 sono le persone denunciate per reati fallimentari, societari, bancari e finanziari; 67 quelle per usura di cui 10 in stato di arresto. A tale obiettivo strategico è poi riconducibile la tutela dei diritti di proprietà e dei consumatori ove i dipendenti Reparti hanno agito attraverso tre leve operative: il presidio degli spazi doganali, il controllo dei movimenti delle merci su strada e l’attività investigativa, quest’ultima finalizzata alla ricostruzione della “filiera del falso”. Nelle azioni di contrasto (trasversali ad altri settori di intervento) vengono approfonditi tutti i profili di illecito connessi alla contraffazione, quali l’evasione fiscale e contributiva, l’immigrazione clandestina, lo sfruttamento di manodopera, il riciclaggio ed il reimpiego di proventi illeciti, anche attraverso l’ausilio dei canali di cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria. Tale attività è supportata, altresì, dal Sistema Informativo Anti Contraffazione della Guardia di Finanza, previsto presso ogni Comando Provinciale del Corpo, che ha lo scopo di rendere ancora più sistematica ed organizzata l’aggressione operativa a questo genere di illegalità, in stretto raccordo con le altre componenti istituzionali interessate. È di oltre 9,5 milioni il numero dei prodotti sequestrati, denunciando 210 soggetti.

 

OBIETTIVO STRUTTURALE.

IL CONCORSO ALLA SICUREZZA INTERNA ED ESTERNA DEL PAESE. Le primarie funzioni della Guardia di Finanza a tutela della finanza pubblica e dell’economia, oltre che di contrasto ai traffici illeciti e di concorso alla pubblica sicurezza, trovano un’importante manifestazione nel “CONTROLLO ECONOMICO DEL TERRITORIO”. La capillare presenza territoriale, la flessibilità propria dei moduli operativi adottati, la trasversalità delle azioni di servizio e la possibilità di avvalersi di una componente aeronavale ad alta valenza tecnologica, consentono alla Guardia di Finanza di assicurare un costante presidio rispetto ad una vasta gamma di illeciti economico-finanziari che possono manifestarsi nelle diverse aree del Paese, attraverso interventi rapidi ed integrati con il più ampio sistema statale deputato al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica. Il “controllo del territorio” è garantito dai Reparti del Corpo anche grazie alle richieste di intervento rivolte al numero di pubblica utilità “117”, servizio questo che trova le sue premesse nella necessità di corrispondere alle istanze manifestate con sempre maggiore diffusione dalla collettività. Rilevante è il concorso del Corpo alla SICUREZZA ED ALL’ORDINE PUBBLICO, principalmente con l’impiego dei militari specializzati “Anti Terrorismo e Pronto Impiego”, i cc.dd. “Baschi Verdi” dislocati - strategicamente - sul territorio calabrese e che, per il loro particolare addestramento e la conoscenza delle migliori tecniche di polizia, si caratterizzano per un peculiare dinamismo operativo, assicurando altresì il loro fondamentale apporto anche nel supporto alle più complesse operazioni di polizia giudiziaria. Il concorso alla sicurezza pubblica nelle aree montane vede inoltre impegnata la Guardia di Finanza con la propria struttura di Soccorso Alpino (SAGF), dislocata alla sede di Cosenza e con posto di servizio anche in S. Stefano in Aspromonte (RC). Vi operano Finanzieri ed unità cinofile, formati presso la Scuola Alpina di Predazzo (TN) con tecniche all’avanguardia, che, per le peculiari capacità, sono stati altresì dispiegati nelle aree geografiche calabresi interessate, nello scorso anno, da eventi climatici che, per dimensioni ed entità, hanno messo letteralmente in ginocchio interi territori per le ingenti devastazioni subite. Le loro capacità, coadiuvate dal supporto del comparto aereo a garanzia della tempestività degli interventi, hanno consentito di essere a disposizione delle collettività in difficoltà operando a salvaguardia della vita umana. Nel quadro della più ampia missione di concorso alla sicurezza interna ed esterna del Paese, il Corpo ha assicurato un’azione di contrasto ai TRAFFICI ILLECITI, non solo di merci di contrabbando e contraffatte, ma anche di stupefacenti, rifiuti, armi ed esseri umani. Le attività sono state sviluppate attraverso articolate indagini di polizia giudiziaria nonché con il pattugliamento del mare territoriale ed extraterritoriale da parte dei mezzi navali ed aerei. La continua sinergia-operativa tra il dispositivo aeronavale e le componenti territoriali, con il reciproco scambio di informazioni, ha consentito di pianificare ed eseguire interventi congiunti operando senza soluzione di continuità. Questa sinergia tra “terra e mare” ha consentito e permette inoltre di realizzare un immediato raccordo con le Autorità Giudiziarie che assumono la direzione delle indagini ovvero il coordinamento delle attività che investono le funzioni delle Direzioni Distrettuali Antimafia avvalendosi dei responsabili, sul territorio, dei servizi di polizia giudiziaria.

 

 

 

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Frode fiscale, sequestrati beni ad un imprenditore edile

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo "per equivalente" di beni per un valore di circa 250.000 euro nei confronti del legale rappresentante di una società lametina, operante nel campo dell’edilizia, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lamezia Terme. L’attività trae origine da un controllo fiscale svolto dalle Fiamme Gialle catanzaresi, a conclusione del quale è stato contestato l’omesso versamento dell’imposta sul valore aggiunto nelle casse dello Stato. In quel contesto, è stato segnalato alla locale Procura della Repubblica il legale rappresentante della società controllata, responsabile dei reati fiscali di omesso versamento di Iva e dichiarazione fraudolenta. L’attività rientra nel più ampio impegno profuso dalle Fiamme Gialle a contrasto delle frodi fiscali, ambito d’intervento operativo nel quale si esprime compiutamente la valenza dell’azione del corpo a tutela della sicurezza economico-finanziaria dello Stato e che ha permesso, recentemente sequestri disposti dall’autorità giudiziaria per reati fiscali nella provincia di Catanzaro per circa 1,5 milioni di euro.

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