Dall’associazione Valentia 400 mascherine all’ospedale di Vibo

L’associazione Valentia, in collaborazione con Calabriafood e Welcome to Favelas Vibo, grazie alla raccolta fondi per contrastare l’emergenza coronavirus che ha visto la partecipazione di decine di imprese del territorio e centinaia di donatori, oggi, ha consegnato presso la farmacia dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo 400 mascherine FFP2.


“In questo particolare momento di emergenza – si legge in una nota dell'associazione Valentia- continuano le nostre donazioni quasi a cadenza quotidiana, consegnando questa volta mascherine FFP2 per il nosocomio, innanzitutto per assicurarci che gli operatori coinvolti avessero i giusti strumenti per proteggere la propria salute e quella dei loro pazienti, ma anche come ringraziamento per l’enorme lavoro che svolgono per fronteggiare il Coronavirus. Le nostre consegne proseguiranno nei prossimi giorni”.

Coronavirus, Calabria: Tallini ringrazia papa Francesco

 “La solidarietà manifestata alla Calabria da Papa Francesco, donando - attraverso l’Elemosiniere card. Konrad Krajewski ed il vescovo di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva - all’ospedale di Locri 4mila mascherine e 400 tute dotate di occhiali di protezione, mi induce a porgergli i ringraziamenti più sinceri a nome mio personale e del Consiglio regionale che mi onoro di rappresentare. L’attenzione preziosissima che Papa Francesco ha riservato alla Calabria - afferma il presidente dell’Assemblea legislativa regionale Domenico Tallini -, spinge tutti noi che rivestiamo cariche pubbliche a prenderci cura della nostra comunità e dei nostri concittadini con ulteriore  impegno, dando maggiore impulso al  dovere della solidarietà individuale e collettiva verso le fasce sociali più svantaggiate. E insieme a  fare di più e meglio, nell’azione pubblica finalizzata a dare una mano significativa alle famiglie in difficoltà in questo periodo di acuta crisi economica e di paura per il futuro. In secondo luogo - aggiunge il presidente Tallini - questa donazione riservata ad un Ospedale che insiste in una delle aree più in difficoltà della Calabria e del Mezzogiorno italiano, ci consente di fare una riflessione sull’urgenza che lo Stato italiano raccordi, all’insegna della coesione territoriale Nord-Sud e per un ‘welfare di giustizia’ e di opportunità per tutti (come ha auspicato il vescovo di Cassano alla Jonio mons. Francesco Savino), più coerentemente le politiche pubbliche con i bisogni delle aree storicamente svantaggiate del Paese. Mi permetto - conclude Tallini -  di sperare che Papa Francesco, compatibilmente con i suoi programmi e una volta cessata la pandemia, possa tornare nella nostra regione, perché i calabresi, disponibili ad andare oltre le legittime rimostranze verso le criticità e a diventare protagonisti del cambiamento, possano, ancora di più, beneficiare dei suoi insegnamenti e della sua parola”.

Dall’associazione Anas mascherine per gli anziani

Riceviamo e pubblichiamo

“E’ il momento per tutti di sentirci vicini nonostante le distanze da mantenere e ognuno, a modo proprio, cerca di far arrivare la propria vicinanza a chi vive questa emergenza con una paura maggiore.

Tenere occhi e cuore aperti alla solidarietà verso i più fragili è un dovere per chi si dedica costantemente al benessere dell'altro e la nostra associazione, che da molti anni ormai è sul campo al fianco dei più fragili, ci tiene particolarmente che in questa situazione emergenziale chi vive il coronavirus con maggiore preoccupazione, possa per un attimo sentirsi sicuro e protetto. 

Per questo abbiamo deciso di dedicare il nostro "tempo" a disposizione per creare personalmente delle mascherine in cotone lavabili e riutilizzabile, da donare a tutti coloro che hanno una situazione di salute già precaria, agli anziani e ai nostri bambini. L'emergenza non è ancora rientrata e noi vogliamo che anche quando ci si potrà allontanare da casa per un po' più di tempo tutti abbiano le giuste misure precauzionali per sentirsi sicuri. 

Inizieremo al più presto a distribuire personalmente le mascherine realizzate, partendo dalle fasce più fragili, compresi i nostri bambini, per poi accogliere ogni richiesta ci venga fatta dalla cittadinanza per qualunque altra esigenza.

Nel pieno delle complessità del periodo, solo la solidarietà accende scintille

di empatia ed unione capaci di illuminare il nostro quotidiano.

Un ringraziamento particolare lo vogliamo porgere a chi con spirito di amore e solidarietà ci ha donato le stoffe per la realizzazione delle mascherine e altro materiale utile per ottenere il risultato finale.

È proprio vero, che solo uniti ce la faremo”.

“Daniela Andrianò - Associazione di promozione sociale Anas- Ardore”

Mascherine non idonee all'uso sanitario distribuite dalla Prociv, interrogazione di Wanda Ferro (FdI)

Centinaia di migliaia di mascherine con la dicitura “Ffp2 equivalenti” destinate dalla Protezione civile agli operatori sanitari non sono adatte all'uso sanitario e per questo sono state ritirate. Sulla vicenda, riportata dagli organi di stampa, ha chiesto chiarimenti al governo, il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, che ha rivolto una interrogazione al presidente del Consiglio Conte e al ministro della Salute Speranza.

Wanda Ferro ha citato il contenuto di una circolare che il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli, ha inviato agli Ordini dei medici dei capoluoghi di Regione invitando a "sospendere immediatamente la distribuzione e l'utilizzo di quanto ricevuto, informando eventuali medici o strutture che ne fossero già in possesso".

In particolare, si legge nella circolare, “Il commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri mi ha appena informato che le mascherine contenute in involucri che riportavano la dizione maschere Ffp2 equivalenti, inviati dalla Protezione civile in data odierna agli Ordini dei medici dei capoluoghi di Regione, non sono dispositivi autorizzati per l'uso sanitario dalla Protezione civile”. 

Le rappresentanze di medici e personale ospedaliero stanno chiedendo chiarimenti sulla possibilità che altri lotti della stessa fornitura siano stati consegnati al personale al lavoro negli ospedali. 

Come confermato dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, l’Italia non ha una produzione nazionale di mascherine e dpi perché in passato è stata considerata a basso margine per gli operatori economici e ora ne paghiamo le conseguenze. È compito del commissario Arcuri razionalizzare le strutture che possono essere riconvertite per la produzione.

Nonostante molte aziende abbiano convertito la loro normale produzione in fornitura di Dpi, le amministrazioni pubbliche, come ospedali, forze armate e forze dell'ordine, che si approvvigionano attraverso il mercato elettronico, potranno continuare ad acquistare tali dispositivi soltanto se certificati, con conseguente aggravio burocratico, certamente inconciliabile con la corsa contro il tempo per sconfiggere questo male invisibile, ma letale.

L'on. Wanda Ferro ha chiesto quindi ai rappresentanti del governo «come sia stato possibile l’invio di mascherine non autorizzate per l’uso sanitario e quale sia la modalità di approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e, in particolare, delle mascherine» e se anche le amministrazioni pubbliche potranno avvalersi delle deroghe previste dal decreto legge 18 del 17 marzo al fine di snellire le procedure burocratiche per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale. 

 

Coronavirus, Calabria: mascherine comprate a 2 euro e vendute a 15, tre denunce

Mascherine di protezione vendute con rincari variabili dal 500 al 3 mila per cento.

A fare la scoperta sono stati i finanzieri del Gruppo di Cosenza.

In particolare, in un caso, le fiamme gialle hanno sorpreso un commerciante, specializzato nella vendita di ricambi per auto, che aveva posto sulla porta d’ingresso del punto vendita di Cosenza, un cartello con su scritto: “Sono arrivate le mascherine”.

Entrati nel negozio, i baschi verdi hanno trovato diverse mascherine di stoffa messe in vendita a prezzi dai 10 ai 15 euro.

E’ scatta quindi una perquisizione, nel corso della quale, nel negozio, è stato individuato un laboratorio con una macchina da cucire professionale, mascherine in tessuto, palesemente non idonee alla protezione individuale e diversi rotoli di stoffa destinati a realizzare circa 350 prodotti.

In occasione di un altro controllo, invece, i militari si sono imbattuti in una farmacia cosentina dove le mascherine modello Ffp2 “senza valvola”, venivano vendute con un ricarico del 500 per cento rispetto al prezzo d’acquisto.

Dall’analisi della documentazione esaminata, i finanzieri hanno rilevato che il titolare della farmacia vendeva a 15 euro le mascherine che aveva acquistato al prezzo di circa 2 euro l’una.

Nell’ambito dello stesso intervento, sempre nella città dei Bruzi, i finanzieri hanno scoperto una ferramenta che aveva venduto alla farmacia altre tipologie di mascherine, praticando, a seconda del prodotto, ricarichi di prezzo compresi tra il 300 ed il 600 per cento.

I tre titolari degli esercizi commerciali sono stati denunciati per i reati di manovre speculative su merci.

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