San Vito sullo Ionio, consegnata a padre Giuseppe Sinopoli la cittadinanza benemerita

Da ieri padre Giuseppe Sinopoli è cittadino benemerito di San Vito sullo Ionio.

Il frate francescano, già cittadino onorario di Reggio Calabria, ha ricevuto il riconoscimento nel corso di una partecipata manifestazione pubblica presso la sala consiliare comunale. Un gradito ritorno nel paese natìo per il prolifico scrittore che proprio a San Vito ha dedicato numerosi volumi di ricerca storica e sociale.

La manifestazione è stata introdotta dal consigliere comunale con delega alla Cultura, Claudio Cosentino, che ha proposto la visione di un filmato  dedicato alla vita e alle opere di padre Giuseppe. Sono seguiti i saluti del sindaco, Alessandro Doria, del parroco, don Roberto Ghamo, e del vicario provinciale dell'Ordine dei frati minori cappuccini, padre Giovanni Loria. Le relazioni centrali sono state affidate al giornalista Francesco Pungitore e allo storico Ulderico Nisticò, contestualizzate nella presentazione del libro di padre Giuseppe Sinopoli “San Vito sullo Ionio e i quattro fattori culturali”.

Un volume costruito, come sempre, con uno stile fruibile, divulgativo, ma basato su una rigorosa metodologia scientifica di acquisizione di fonti e documenti. Quattro le finestre aperte dall'autore: Anthropos, Ethnos, Oikos e Chronos, in un riuscito tentativo di volere andare oltre la semplice descrizione storica. Quattro angolature che rappresentano le basi entro cui si innestano leggende, ricordi, ruderi, icone che svelano l’identità di un territorio, ma anche l’identità culturale e sociale delle persone.

Nell’Anthropos, ad esempio, vengono descritti i tratti caratteristici dei sanvitesi: uomini e donne che incarnano un'etica e dei valori nella conduzione della loro quotidianità. Nell’Ethnos emergono le famiglie e i personaggi che hanno fatto e fanno la storia. Nella sezione dell’Oikos ecco il linguaggio dei luoghi e degli spazi che rievocano e fanno rivivere il passato. I cosiddetti simboli identitari. La sezione del Chronos ci illumina e ci fa comprendere che il tempo che scorre non è solo fredda cronaca, ma esistenza, persone, relazioni e ci coinvolge. E’, dal punto di vista di chi scrive, il tempo visitato da Dio. Dopo la consegna della pergamena, l'intervento conclusivo di padre Giuseppe, visibilmente emozionato per la festosa accoglienza, è stato accompagnato dalla visione di tre filmati con poesie inedite molto applaudite dal pubblico presente. 

San Vito sullo Ionio, ricostruita in un libro la storia dell'antico Convento

“Il Convento dei Carmelitani. Una memoria storica da custodire”. Questo il titolo del volume presentato a San Vito sullo Ionio, nel corso di una partecipata manifestazione culturale.

Al tavolo dei relatori l'autore del libro, Padre Giuseppe Sinopoli, introdotto dal saluto del sindaco, Alessandro Doria, e dal parroco, don Roberto Ghamo. Le relazioni centrali sono state, invece, tenute dal giornalista Francesco Pungitore e dal vicario provinciale dell'Ordine cappuccino, Padre Giovanni Lorìa. Ha moderato il consigliere comunale delegato alla Cultura, Claudio Cosentino.

Nel corso della serata, padre Giuseppe è stato premiato con la consegna di una targa che ne celebra le doti di “figlio illustre di San Vito”. Il libro in questione è frutto di una lunga e meticolosa ricerca che ha portato alla luce fonti e documenti di enorme rilevanza storica per ricostruire le vicende del Convento di San Vito, di cui, purtroppo, oggi restano in piedi solo pochi ruderi. Il sito religioso, verosimilmente, nel 1600 era già il cuore pulsante, l'epicentro di un vasto territorio, non soltanto per i devoti e i fedeli che attirava a sé, ma anche in quanto fulcro ed emblema protettivo di una intera comunità rurale.

Racconta Padre Giuseppe nel suo volume: “Nel corso degli anni, il Convento piano piano si è imposto come ricercato punto di riferimento culturale e spirituale oltre che di formazione professionale, al punto che i Superiori Maggiori, nei primi decenni del settecento, lo hanno eletto come sede di Studio per i loro giovani aspiranti al sacerdozio”. L'opera inquadra la struttura conventuale di San Vito in un contesto di riferimento più ampio, riallacciandosi alle origini dell'Ordine dei Carmelitani, che qui lo eressero intorno alla metà del 1.500, tra il 1.541 e il 1.550, portando il loro carisma di preghiera e contemplazione. Nel libro troviamo, peraltro, una dettagliata ricostruzione architettonica del sito, dell'edificio, dei muri perimetrali, dell'intera superficie, insieme alle attività artigianali, agricole e produttive che insistevano nell'area in questione. Un volume di enorme valore storico, sociologico e antropologico, dunque, che completa il quadro delle ricerche fin qui dedicate da Padre Giuseppe Sinopoli al suo paese natio.

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