"Fiumi di denaro pubblico sprecati, i problemi del sistema depurativo persistono"

"Nonostante il fiume di denaro pubblico destinato al miglioramento del sistema  depurativo calabrese – dichiarano Laura Ferrara, Deputata del M5S al Parlamento europeo e Paolo Parentela, Deputato del M5S al Parlamento nazionale - continua ad essere allarmante il quadro emerso a seguito dell’incontro con l’assessore all’Ambiente e i tecnici regionali. Persistono ancora rilevanti criticità derivanti dal mancato collegamento dei sistemi fognari ai depuratori, dal mancato smaltimento dei fanghi di depurazione, dalle difficoltà  nella speditezza e regolarità delle gare di appalto ed in genere da una gestione inefficiente dell’intero sistema. I problemi vengono da lontano e testimoniano l’incapacità  politica ed amministrativa di un fragile contesto istituzionale, riguardante Comuni e Regione, di rimediare ai propri errori e perseguire il bene comune. Un decennio di commissariamento del settore ha avuto come risultato provvedimenti emergenziali, enormi sprechi e due procedure di infrazione europea:  la prima ha riguardato  18 agglomerati calabresi, ed è stata emessa la prima sentenza di condanna. La seconda è in corso e riguarda altri 128 centri.  Un grave pregiudizio per l'ambiente e per la salute si sta consumando a danno di un territorio, del suo mare e della sua comunità, a cui si aggiungono  sanzioni milionarie che l'Italia potrebbe essere costretta a pagare all' Europa per non aver risolto i problemi delle acque reflue. Nel peggiore dei casi si potrebbe giungere alla sospensione dei finanziamenti Ue. Centinaia di milioni di euro, utilizzate dal 2000 a oggi, per l’adozione di misure dirette a sanare il deficit del sistema depurativo, hanno prodotto i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Le ultime somme stanziate dalla Regione Calabria nel giugno 2015 - continuano i Parlamentari  del M5S - riguardano il programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione dei comuni costieri calabresi. Nonostante il termine previsto di 3 mesi per il completamento dei lavori, a distanza di oltre un anno dall'inizio di tale programma , non è accettabile che solo poco più di una decina di Comuni su 82 abbiano realizzato gli interventi previsti. Forti perplessità sono state palesate in relazione alla procedura di project financing scelta per far fronte alla prima condanna della Corte di Giustizia dell’UE:  tale sistema, infatti, potrebbe pregiudicare il pieno controllo pubblico sul servizio idrico integrato. Abbiamo sollecitato la Regione – concludono Laura Ferrara e Paolo Parentela - a garantire un attento monitoraggio sugli impianti di depurazione esistenti e sul loro corretto funzionamento nonchè un maggiore controllo e trasparenza nell'uso dei fondi stanziati. Bisogna continuare a dare sostegno ai Comuni che ad oggi non hanno ancora una mappatura delle reti fognarie al fine di individuare la presenza di condotte non segnalate o volutamente occultate, verificare le loro singole necessità ed avere un quadro completo di collettamento dei sistemi depurativi. Abbiamo infine richiesto di far rientrare i singoli interventi in un quadro organico e trasversale che abbracci i diversi comuni costieri e montani, in modo che le criticità del sistema depurativo del singolo comune non ricadano sui comuni limitrofi più virtuosi. Un punto fermo rimane la gestione assolutamente pubblica  delle piattaforme depurative (compreso lo smaltimento dei fanghi, la manutenzione ordinaria e straordinaria etc.) che dovrà avvenire secondo criteri di efficacia ed efficienza".

Caporalato in Calabria: portavoce M5S denunciano lo sfruttamento dei migranti

A pochi giorni dalla visita dell'eurodeputata Laura Ferrara nella Piana di Gioia Tauro, con i deputati Bernini e Parentela ancora una notizia sconcertante sullo sfruttamento di braccianti agricoli impiegati nella raccolta degli agrumi e pagati un euro all'ora nella provincia di Cosenza. "L'operazione della Guardia di Finanza non fa che portare alla luce, ancora una volta, come sia radicato e capillare il fenomeno del caporalato in Calabria ed al Sud in generale – commenta Laura Ferrara -. Attraverso la visita degli scorsi giorni nella Piana di Gioia Tauro abbiamo voluto verificare le condizioni di vita e di lavoro delle persone impiegate nel settore agrumicolo. Abbiamo ascoltato e registrato anche le problematiche lamentate dai produttori locali, da un lato additati come sfruttatori e dall'altro vittime di un succedersi di Governi che hanno abbandonato ogni forma di tutela verso un settore che sarebbe dovuto essere risorsa primaria per l'economia di alcune Regioni, fra queste la Calabria". Tante le segnalazioni oggetto di una lettera che i tre esponenti del Movimento 5 Stelle hanno scritto ai Ministri di Interno, Politiche Agricole e Lavoro. I Portavoce ritengono quanto mai necessaria ed urgente una etichettatura etica delle arance e di tutti gli altri prodotti ortofrutticoli italiani e una riforma efficace della distribuzione dei prodotti agricoli che oggi arrivano al consumatore dopo ben 14 passaggi di intermediari. "Passaggi poco trasparenti – continua l'eurodeputata – che vedono coinvolti braccianti agricoli, piccoli e grandi produttori, criminalità organizzata, grande distribuzione, multinazionali. Una filiera malata che scarica ai livelli inferiori (piccoli produttori e braccianti) costi e disagi". In quelle zone, come evidenziato nella missiva ad Alfano, Poletti e Martina, è emerso che i piccoli produttori soccombono nei rapporti di forza con le Organizzazioni di Produttori, costituite da aziende agricole della Piana. Nell’area di Rosarno sarebbero pochissimi i soggetti che dominano il mercato delle arance e vendono a multinazionali e supermercati. Nella zona industriale di San Ferdinando insiste una tendopoli-baraccopoli (le tende recano la dicitura “Ministero dell’Interno”) e stabilimenti industriali abbandonati ed occupati da centinaia di lavoratori immigrati di origine africana, costretti a vivere ai margini della società civile, in veri e propri ghetti e situazioni abitative che costituiscono un’offesa alla dignità umana. Fra le richieste ai rappresentanti del Governo Renzi anche un piano di interventi volto a garantire misure per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori, al fine di migliorare le condizioni di svolgimento dell'attività lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli.

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Olio d'oliva calabrese, Parentela e Ferrara (M5S): "Danni incalcolabili se l'UE non cambia parametri"

Le normative Ue rischiano di mettere fuori mercato un terzo dell'extravergine prodotto in Calabria. Il riferimento è all'allegato I relativo alle caratteristiche dell'olio di oliva del regolamento Ue 2015/1830. In esso vengono indicati i limiti alla composizione degli acidi grassi, al fine di impedire le sofisticazioni dell’olio extra vergine con altri oli vegetali. Questi limiti penalizzano in maniera decisiva una varietà olivicola molto diffusa in Calabria, la Carolea, il cui olio, per la modifica del metodo di calcolo degli acidi grassi, supera facilmente i valori indicati nell'allegato in questione. Del tema se ne sta ampiamente occupando il Movimento 5 Stelle, in particolare il portavoce alla Camera Paolo Parentela, che in Commissione agricoltura ha depositato una risoluzione, e Laura Ferrara che nel suo ruolo di eurodeputata ha interrogato la Commissione europea, rea del varo della normativa. "Capita che l’olio ottenuto dalle olive prodotte dalle aziende agricole nazionali, una volta analizzato, presenti valori non conformi al regolamento e, pertanto, non è consentita la vendita come ‘olio di oliva’ oppure come 'olio extravergine', a meno di essere miscelato con altri oli perdendo così tutto il valore aggiunto che gli conferiscono le informazioni relative alla propria storia, origine ed identità"- lamentano Parentela e Ferrara, e continuano - "la qualità Carolea, cultivar ad ampia diffusione in Calabria, per esempio, supera i limiti consentiti di acido eptadecenoico (0,30 punti percentuali) senza che tuttavia tale superamento costituisca un tentativo di sofisticazione. Stessa problematica si vive in Puglia con la Coratina. Olii di altissima qualità, in pratica, diventano fuorilegge". Va sottolineato che il superamento di questo limite stringente non va ad incidere sulla genuinità del prodotto. Al contrario, il danno non sarebbe quantificabile per la filiera calabrese e non solo, se si continuasse a mantenere la normativa così come è stata modificata lo scorso ottobre.  I Portavoce del Movimento 5 Stelle hanno chiesto, rispettivamente, al Governo nazionale ed a quello europeo, di intervenire secondo i loro ambiti d'azione. "Continuare a mantenere questi limiti può essere interpretato unicamente come un chiaro endorsement alle multinazionali, le quali non garantiscono la qualità e la tracciabilità del prodotto, riscontrabile nelle aziende agricole nazionali –. Concludono Paolo Parentela e Laura Ferrara – continueremo a chiedere la revisione dei parametri esistenti, i quali non fanno altro che mettere in ginocchio la già precaria economia che ruota intorno al made in Italy".

Iniziativa M5S: venerdì infoday sui fondi europei per agricoltura e turismo

Un modo per accorciare le distanze con l’Europa e dare un’opportunità concreta al nostro territorio. Questo l’obiettivo dell’iniziativa "InfoDay sui Fondi europei". Dopo il focus sulle Pmi, venerdì 6 novembre dalle ore 16.30 alle 19 a Camigliatello Silano sarà dato ampio spazio a due tematiche cardine per la crescita della Calabria: agricoltura e turismo. All'iniziativa, targata Movimento 5 Stelle Europa, prenderanno parte anche le eurodeputate Rosa D'Amato e Laura Ferrara, il deputato Paolo Parentela e l'europrogettista Andrea Boffi. Sede dell'incontro sarà la Proloco cittadina. "L'obiettivo - commentano i portavoce M5S – è quello di permettere a tutti, cittadini, imprenditori e associazioni, di acquisire le nozioni base sui fondi diretti, nella speranza di creare delle nuove opportunità per la Calabria". Troppo spesso progetti importanti vengono abbandonati a causa degli ostacoli burocratici che l'iter di accesso ai fondi indiretti presenta. L'Europa offre però strumenti alternativi, per finanziare idee che potrebbero risultare il giusto volano per la crescita di settori decisivi per il territorio calabrese, senza passare necessariamente dalla farraginosa e ritardataria programmazione regionale. La vocazione naturale della Calabria favorisce le iniziative che puntano, appunto, al settore turistico e a quello legato all'agricoltura. Attraverso una analisi delle opportunità dei finanziamenti comunitari, si porteranno a conoscenza le modalità di accesso ai fondi diretti, quelli erogati cioè dall'Unione europea.

Gioia Tauro, il M5s chiede la decadenza del sindaco Giuseppe Pedà

“Per legge Giuseppe Pedà non può ricoprire la carica di sindaco di Gioia Tauro, perché il suocero, Luigi Bagalà, è amministratore unico di Eurocome, che lì gestisce il servizio di raccolta e trasporto rifiuti, peraltro con una proroga illegittima disposta durante il recente commissariamento del municipio, a ridosso delle ultime comunali”. Lo dichiarano i parlamentari del M5s Dalila Nesci, Riccardo Nuti, Francesco D’Uva, Paolo Parentela e Federica Dieni che hanno interrogato il ministro dell’Interno per sollecitare il prefetto di Reggio Calabria a proporre l’azione di decadenza del primo cittadino. “La vicenda – affermano - lascia interdetti, essendo evidente una fattispecie di grave incompatibilità, che Pedà non ha mai sanato dall’elezione dello scorso giugno. Oltretutto, è bene che il ministero dell’Interno approfondisca i vari passaggi della proroga a Eurocome, dal momento che fu disposta al di fuori della normativa, senza che la convenzione originaria la prevedesse e perfino aggiungendo la raccolta dei rifiuti indifferenziati. Non sfugga – aggiungo gli esponenti pentastellati - che proprio sulla gestione del servizio dei rifiuti cadde, perduta la maggioranza, la precedente amministrazione comunale di Gioia Tauro, che con personale interno al municipio aveva attuato il sistema per la raccolta differenziata, evitando aumenti dei costi ed eventuale perdita di controllo nel delicato settore dello smaltimento dei rifiuti urbani. Si tratta – è la conclusione - di ripristinare nei fatti la legalità, che con tanta leggerezza viene ignorata in Calabria, spesso a favore di misure clientelari che bloccano l’emancipazione dalla cultura del prevaricare, propria della mafia”.

Parco Aspromonte, i parlamentari del M5S: “Indecorosa la spartizione dell’Ente in barba alle incompatibilità”

"Non permetteremo che il Parco nazionale di Aspromonte si trasformi in un poltronificio, una sorta di bottino da spartire tra i soliti noti.” Questa la dichiarazione dei parlamentari del Movimento 5 Stelle Federica Dieni, Dalila Nesci e Paolo Parentela, a fronte dell’atto di denuncia da essi sottoscritto e depositato a Montecitorio sul “cumulo di cariche” ricadenti in capo a Francesco Cannizzaro, capogruppo della Casa delle Libertà in Regione Calabria. “Come troppo spesso accade in Calabria, anche l’Ente Parco d’Aspromonte, come altri enti pubblici è divenuto una specie di bottino da spartire per la classe politica locale, attraverso cui distribuire incarichi, in barba ad ogni giudizio di incompatibilità o opportunità, oltreché incanalare ingenti fondi pubblici. Abbiamo già portato avanti, alla Camera il caso di Francesco Malara, che è contemporaneamente revisore dei conti del Consiglio regionale, sindaco di Santo Stefano d’Aspromonte e componente del consiglio direttivo del Parco d’Aspromonte. Ora abbiamo segnalato con un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente il caso di Francesco Cannizzaro, consigliere regionale, provinciale e anch’egli membro del Consiglio direttivo dello stesso Parco. Partito Democratico e centrodestra, solidalmente, si spartiscono i posti nel consiglio direttivo che di un ente può disporre di una dotazione finanziaria di circa 9 milioni di euro e che probabilmente ritengono essere il giardinetto di casa loro”. Continuano Dieni, Nesci e Parentela: “a questo sistema clientelare che ignora le regole e che opera senza il minimo pudore va messo un punto. Noi siamo determinati a smantellarlo, se ce ne sarà bisogno un pezzo per volta. E il sistema consociativo che regge la Calabria non dubiti: i cittadini stanno aprendo gli occhi. Il vento sta cambiando”.

 

M5s: "I docenti calabresi abbandonati da Oliverio"

"A differenza dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha impugnato la legge sulla finta buona scuola, il governatore della Calabria è rimasto immobile, obbedendo agli ordini del ducetto di Rignano, Matteo Renzi, volato a nostre spese per la finale degli Us Open". E' quanto affermano i parlamentari M5s Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni, per i quali "non impugnando la riforma renziana che affossa la scuola, il governatore Mario Oliverio ha confermato di agire per gli interessi di Renzi e del Pd nazionale, alla faccia dei calabresi. In grande silenzio, Oliverio aveva già rinunciato a impugnare il decreto commissariale sulla nuova rete ospedaliera, piegando il capo e la schiena agli ordini del solito Renzi, che riforma il Paese perché le banche ingrassino col lavoro e col sudore del popolo". A parere dei deputati grillini "Oliverio sta perdendo terreno ogni giorno, impantanato nella sua dipendenza totale da Roma, che non gli permetterà di agire per il bene comune. È gravissimo il suo abbandono dei docenti calabresi, ora scaricati definitivamente, nonostante in tanti lo abbiamo sostenuto alle primarie e poi alle ultime regionali".  Infine, i parlamentari M5s evidenziano le tante criticita' che stanno condizionando l'operato del Presidente della giunta regionale, a partire nella "vicenda delle nomine illegittime nella sanità, con un'inibizione netta e una storia di governo fatta di errori e irrisolti clamorosi; dal riordino degli ospedali alla gestione dei rifiuti, dal futuro del porto di Gioia Tauro ai fondi europei, dalla pulizia nell'amministrazione alle questioni del lavoro. In questo contesto, avrà pesanti conseguenze dalla nullità dei contratti dei dirigenti illegittimi. La sua poltrona scricchiola, ma soltanto lui non se n'è accorto".

I 5 Stelle eletti in Calabria hanno restituito 250 mila euro. Paolo Parentela il più “generoso"

Ci eravamo occupati, nei giorni scorsi, di quanto hanno guadagnato nel 2013 i parlamentari calabresi. Avevamo evidenziato che pur svolgendo la medesima funzione, non tutti sono uguali. Molti, infatti, allo stipendio da parlamentare, cumulano gl’introiti derivanti dall’attività professionale. Ma non tutti sono uguali, anche per un’altra ragione. Da una parte, infatti, c’è chi utilizza, legittimamente, come meglio crede lo stipendio percepito in qualità di parlamentare, dall’altra c’è invece chi, ogni mese, restituisce parte di ciò che riceve. A dire la verità, non sono tanti. Eccezion fatta per i deputati ed i senatori eletti nelle fila del Movimento 5 Stelle non si hanno altre notizie di gesti di prodigalità. Dove siano finiti i soldi restituiti dalla deputazione pentastellata è presto detto. I parlamentari grillini hanno devoluto, infatti, 10 milioni di euro al fondo per il “Microcredito alle imprese” istituito dal Ministero per lo sviluppo economico. Le risorse, che aiuteranno i giovani ad avviare una piccola attività, arriveranno, quindi, anche dalla restituzione di parte degli stipendi dei parlamentari 5 Stelle. Per sapere chi sono i “benefattori” ed a quanto hanno rinunciato è sufficiente seguire il link: https://www.beppegrillo.it/tirendiconto.it/trasparenza/. In particolare, per quanto riguarda la Calabria, hanno contribuito all’istituzione del fondo, 3 deputati ed un senatore. I rappresentanti pentastellati a Montecitorio che hanno mensilmente rimborsato con bonifico (causale “Versamento a favore della microimprenditorialità (art. 1 c. ter, Dl 69/13 Capitolo n. 3693 Capo 18 bilancio dello stato)) una parte del loro stipendio sono, Federica Dieni, Dalila Nesci e Paolo Parentela. Nicola Morra è invece, l’unico senatore eletto in Calabria che ha partecipato all’istituzione del fondo. Complessivamente, i 4 esponenti del M5S, nel periodo compreso tra marzo 2013 e novembre 2014, hanno restituito 249.386,56 euro. Ma andiamo a vedere in che misura ciascun parlamentare ha contribuito. A rimborsare la cifra più alta, è stato il catanzarese Paolo Parentela che, ha rinunciato a 83.009,51 euro. Il bonifico più pesante, pari ad 11.229,35, lo ha fatto ad aprile 2014, il meno esoso, 637,39 euro, a settembre 2014. Sul secondo gradino del podio della “generosità” c’è, invece, la deputata Dalila Nesci che ha rinunciato a 59.235,73. In questo caso, il bonifico più corposo, 7.749,58 euro, la parlamentare di Tropea, lo ha effettuato a gennaio 2014; quello meno consistente, 330,91 euro, ad ottobre 2014. Alle spalle dei due deputati, troviamo il senatore Nicola Morra che, al fondo per il Microcredito, ha contribuito con 57.022 euro. Molto più regolare l’entità dei suoi versamenti, dei quali, il più alto, 2.500 euro, risale a marzo-aprile 2013; quello più modesto, 1.537,03, a settembre 2014. Si fermano a 50.119,13 euro i rimborsi effettuati dalla deputata reggina Federica Dieni che, ad aprile 2014, ha versato in un’unica soluzione 6.140,74 euro. Il bonifico meno corposo, 1.739,55, lo ha fatto, invece, a novembre 2014. Le evidenti differenze di contribuzione, vanno ascritte all’ammontare delle spese sostenute dai singoli parlamentari. Il “Codice di comportamento eletti MoVimento 5 Stelle in Parlamento” prescrive, infatti, che “L’indennità parlamentare percepita dovrà essere di 5 mila euro lordi mensili, il residuo dovrà essere restituito allo Stato insieme all’assegno di solidarietà (detto anche di fine mandato). I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma, rimborso delle spese per l’esercizio del mandato, benefit per le spese di trasporto e di viaggio, somma forfettaria annua per spese telefoniche e trattamento pensionistico con sistema di calcolo contributivo”. In conclusione, al netto dei rimborsi effettuati, il reddito 2013 dei parlamentari 5 Stelle eletti in Calabria si aggira intorno ai 50 mila euro. A portare a casa l’assegno più consistente, è stata Federica Dieni, con oltre 57 mila euro. Poco sopra i 53 mila, invece, Nicola Morra e Paolo Parentela. Non va oltre i 45 mila Dalila Nesci.

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