La "Virgo Fidelis" dell'artista serrese Nazzareno Vellone donata ai Carbinieri di Vibo

Si è svolta questamattina nella sede del Comando provinciale Carabinieri di Vibo Valentia la donazione – da parte del presidente dell’Associazione nazionale carabinieri del capoluogo, Giuseppe Scerbo - della splendida effige raffigurante la "Virgo Fidelis", realizzata dall'artista serrese Nazzareno Vellone. Il quadro è stato benedetto il 22 novembre scorso dal sacerdote Maurizio Macrì in occasione della ricorrenza celebrata al Duomo di San Leoluca.
 
Il gentile omaggio rappresenta simbolicamente il passaggio di consegne tra i Carabinieri in congedo e quelli in servizio. Un vincolo autentico di solidarietà e di amicizia che fonda il patto generazionale tra servitori dello Stato, accomunati dall’esperienza del quotidiano impegno per il bene comune dei cittadini.
 
Gli uomini dell’Anc vibonese, con passione e abnegazione, continuano infatti a portare il loro contributo - con gli alamari cuciti nel cuore - ai Carabinieri e alla popolazione della provincia. Sempre presenti a tutte le ricorrenze, partecipano a manifestazioni ed eventi di ogni natura, come la recente “giornata dell’albero” tenutasi nello storico Istituto Don Bosco: momento particolarmente significativo che ha trascinato i piccoli allievi della scuola primaria verso i principi fondamentali di legalità e rispetto della natura, in ricordo di Giovanni Falcone. Un avvenimento emozionante condiviso con il procuratore Camillo Falvo, il prefetto Roberto Roberta Lulli e i Carabinieri Forestali e Territoriali: tutti uniti dal valore imprescindibile della coesione per il successo e la crescita della comunità vibonese.  
 
Il sostegno dell’Anc non è rivolto solo ai colleghi, ma anche alla gente comune,  specialmente in un'epoca di inquietudine causata dall’emergenza sanitaria che purtroppo sì sta continuando a vivere. Durante le fasi più acute della pandemia, hanno continuato ad essere testimoni eccellenti dei valori tradizionali dell’Arma e protagonisti della realtà sociale con encomiabili iniziative come quelle intraprese nei vari uffici provinciali del Ministero delle Finanze (catasto e agenzia delle entrate) con servizi di filtraggio, anti assembramento e misurazione della temperatura.

 

Vibo, l'Arma celebra la "Virgo Fidelis"

Si è svolta nella chiesa del Duomo di Santa Maria Maggiore e San Leoluca, la Santa Messa officiata per celebrare la Virgo Fidelis, la patrona dell’Arma. Una partecipazione estremamente ridotta, limitata ad una rappresentanza di una parte delle articolazioni territoriali e speciali dell’Arma presenti nella provincia di Vibo Valentia, con la presenza delle autorità di governo della città di Vibo Valentia: il Prefetto Roberta Lulli, il Procuratore Camillo Falvo e il Questore Raffaele Gargiulo. In tempo di emergenza Covid, con i contagi in aumento, non si poteva fare altrimenti. Si è comunque trattato di un momento intenso vissuto con l’auspicio di tornare presto a rivivere momenti di autentica condivisione. Come accaduto due anni fa quando l’evento, organizzato nella splendida cornice di questa piazza, registrò la calorosa partecipazione di tutte le autorità della provincia di Vibo e di numerosi alunni giunti dalle scuole primarie di Vibo. Un segnale di vicinanza all’Arma dei Carabinieri che, anche in piena emergenza, resta in prima linea al fianco della popolazione in questo frangente storico, il quale, si spera, sia messaggero dell’ultima ondata.
 
La celebrazione
 
La Santa Messa è stata celebrata dal sacerdote Maurizio Macrì, il quale ha voluto ripercorrere integralmente le parole di Papa Francesco pronunciate il 6 giugno 2014, in piazza San Pietro, in occasione del bicentenario della fondazione. Il Santo Padre rivolse queste parole:
“Siete i carabinieri della gente. Le stazioni dei carabinieri sono punti di riferimento della collettività anche nei paesi e contrade più remoti delle periferie. È un impegno concreto e costante nella difesa dei diritti e dei doveri dei singoli e delle comunità.
“Non cessate di essere costruttori di pace. Di grande rilievo è il vostro impegno oltre i confini nazionali. Anche all’estero, infatti, vi sforzate di essere costruttori di pace, per garantire la sicurezza, il rispetto della dignità umana e la difesa dei diritti umani in Paesi travagliati da conflitti e tensioni di ogni tipo. Non cessate di rendere ovunque, in Patria e al di fuori di essa, una chiara e gioiosa testimonianza di umanità, specialmente nei confronti dei più bisognosi e sfortunati”.
“Forte il legame dell'Arma con il Paese. Tra i Carabinieri e la gente esiste un legame fatto di solidarietà, fiducia e dedizione al bene comune”. La vostra vocazione 
è il servizio che si esprime nella tutela degli individui e dell’ ambiente, nell’azione per la sicurezza, per il rispetto delle regole della convivenza civile e per il bene comune. La tutela dell’Ordine Pubblico e della sicurezza delle persone è un impegno sempre più attuale in una società dinamica, aperta e garantista, come quella italiana nella quale siete chiamati ad operare; e costituisce inoltre la condizione necessaria e
indispensabile perché ogni persona, sia come individuo sia nelle comunità di cui fa parte, possa liberamente esprimersi, maturare, e così rispondere alla vocazione particolare che Dio ha in serbo per ciascuno di noi”.
“Costante disponibilità, pazienza, spirito di sacrificio e senso del dovere. Cari Carabinieri, la vostra missione si esprime nel servizio al prossimo e vi impegna
ogni giorno a corrispondere alla fiducia e alla stima che la gente ripone in voi. Ciò richiede costante disponibilità, pazienza, spirito di sacrificio e senso del dover”.
Maurizio Macrì ha poi proseguito, in comunità con la missione dell’Arma, ad essere anche lui, come tutti i sacerdoti, preti di periferie, tra chi è lontano e chi non ha nulla.
 
La commemorazione della “Battaglia di Culqualber”
 
Il Colonnello Bruno Capece, Comandante Provinciale dei Carabinieri, al termine della Santa Messa, ha preso la parola per commemorare la “Battaglia di Culqualber” e la “Giornata dell’Orfano”, giunta quest’anno all’80° celebrazione.
Ha innanzitutto rivolto il Suo ringraziamento al sacerdote Maurizio Macrì per avere accolto questa celebrazione, cogliendo l’occasione per rinnovare l’augurio per i suoi 25 anni di sacerdozio appena raggiunti: “ieri hai potuto festeggiare insieme alla Tua comunità parrocchiale, e oggi, in segno di continuità, con la comunità dell’Arma dei Carabinieri”.
Ricordando il sacrificio della “Battaglia di Culqualber”, il Comandante Provinciale si è rivolto ai Carabinieri esortandoli al sacrificio non come una forma di punizione, ma come un’arma che impreziosisce l’obiettivo che perseguiamo: “…allora far capire anche ai giovani, che la vita è fatta di sacrifici che danno un senso a quelli che sono i risultati raggiunti”. Il Colonnello ha così rivolto, con particolare riguardo ai Suoi Comandanti di Stazione, il monito a perseguire gli obiettivi e i principi del Carabiniere, le cui fondamenta sono fatte di lealtà e sacrificio, invitandoli a trasmetterli alle proprie comunità: “solo così riusciremo a cambiare veramente questo territorio e completare la nostra missione”.
 
I saluti e i ringraziamenti del Colonnello Capece alle autorità
 
“Il signor Prefetto e il Procuratore, sono la stella polare della nostra attività istituzionale e simbolicamente rappresentano tutte le persone e la attività con le quali si incrocia il nostro servizio istituzionale”.
“Il Questore Raffaele Gargiulo è anche un amico, lo dico pubblicamente. Lo ringrazio perché lui rappresenta un po’ tutte le altre forze di polizia, tutte le altre forze dell’ordine con le quali ci lega un rapporto di amicizia e di collaborazione. Una collaborazione tra i vertici e per strada tra le pattuglie. Una collaborazione che si traduce in fatti, ed io ne sono molto orgoglioso. Approfitto per ringraziare Raffaele perché abbiamo affrontato insieme eventi particolari, ed è stato bello poterli risolvere con una semplice intesa, spesso addirittura è bastato un cenno di intesa – nemmeno una telefonata o una riunione. Grazie per essere qui Raffaele a rappresentare tutti gli altri colleghi che volevano essere presenti e con i quali mi sono scusato”.

 

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