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Furto ai danni di un'anziana donna, denunciati 2 giovani parenti della vittima

I Carabinieri della Stazione di Stilo hanno denunciato un 21enne e un 22enne, entrambi domiciliati a Guardavalle, per furto in abitazione e utilizzo indebito di carte bancomat.

Le indagini, scaturite a seguito di una querela sporta da un’anziana signora di Stilo, hanno consentito di individuare i due soggetti quali presunti responsabili del furto di una “carta libretto” avvenuto nel mese di marzo scorso presso l’abitazione della vittima.

In particolare, i due giovani, dopo essersi introdotti all’interno dell’abitazione, si sarebbero impossessati della citata “carta libretto” e del relativo pin, sfruttando i loro rapporti di parentela con la querelante. Successivamente avrebbero messo a segno una serie di prelievi non autorizzati in diversi “Postemat” degli uffici postali ubicati nel comune di Guardavalle, per un importo complessivo di diverse migliaia di euro.

Grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza degli uffici postali e alla scrupolosa attività d’indagine posta in essere dai militari di Stilo, si è riusciti a risalire all’identità dei soggetti che sono stati successivamente denunciati alla Procura della Repubblica di Locri per furto e utilizzo indebito di carte bancomat.

“Calabria erotica”, sensibilità su tela. L’arte di Rossana Gambino conquista il pubblico calabrese

“Bellissime, sensuali, erotiche. Sanamente e gioiosamente”, questa la definizione dell’antropologo Vito Teti riferita alle dieci tele che compongono la personale di pittura dell’artista Rossana Gambino, ispirata dall’opera del padre Sharo, “Calabria erotica”, promossa dall’associazione “Sole Nero”, in esposizione al museo “Limen art” e realizzata con il patrocinio dell’ufficio di presidenza del Consiglio Regionale e con la compartecipazione della Camera di Commercio di Vibo Valentia.

Sabato scorso l’inaugurazione della mostra, visitabile fino al prossimo 29 maggio. Artisti, estimatori d’arte, rappresentanti delle istituzioni non hanno voluto mancare a questo appuntamento che segna il ritorno alla pittura dell'artista serrese. Vito Teti, a cui è stato affidato il compito di presentare la mostra, non ha mancato di sottolineare il talento artistico di Rossana, indirizzata alla pittura dal padre. L’antropologo ha svolto una lucida analisi sull’opera di Sharo Gambino, evidenziando la similitudine tra lo scritto e la riproposizione su tela dell’opera stessa.

Ad aprire le danze un magistrale reading di poesie di Sergio Gambino, che ha particolarmente appassionato il pubblico presente in sala. Poi una breve presentazione delle tele, ad opera di Salvatore Berlingieri, che ha definito la mostra “un racconto nel racconto; un’arte nell’arte, capace di provocare un sussulto emotivo”. Dieci tele, dunque, 180x130, attraverso le quali “Rossana Gambino racconta, con eleganti pennellate, un capolavoro della letteratura calabrese”.

Doveroso, da parte degli organizzatori, il ringraziamento a tutte quelle persone che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione dell’evento, in particolare al presidente della Camera di commercio, Michele Lico, che ha messo a disposizione gli spazi del museo Limen. Segno questo, hanno evidenziato gli organizzatori, di “un’attenzione particolare per il territorio e per l’arte, che stimola la crescita degli artisti calabresi”, un ringraziamento esteso “a tutto il personale dell’ente camerale”.

“Calabria erotica”, dunque, è la mostra nella quale la Gambino esalta la bellezza dell’eros con quella sensibilità che le è propria. Il pubblico in sala, attento ed assorto, non è stato per nulla avaro di applausi. Il punto emotivamente più alto lo si è raggiunto con l’intervento dell’artista, che ha inteso dedicare la serata alla madre Melina Ceraso. Rossana Gambino ha poi reso partecipe i presenti sulla motivazione che l’ha spinta a chiedere al professore Teti di presentare la mostra, spinta “dalla certezza che nessuno meglio di lui avrebbe potuto farlo, vista la fraterna amicizia che lo legava a mio padre”. Poi ha ricordato la telefonata tra lei e l’antropologo, in particolare una frase, “ha lasciato il segno ed ha fatto eco nella mia mente: quella di tuo padre è una presenza quotidiana per me”.

Anche per Rossana Gambino quella del padre è una “presenza quotidiana” e “nonostante la sua assenza fisica faccia ancora così male, allo stesso tempo sento e vedo la sua presenza. La sento e la vedo in mia madre, alla quale voglio dedicare questa serata, la sento e la vedo nell’immensa ricchezza che mi ha lasciato: le mie sorelle e mio fratello e l’ho sentita mentre guidava la mia mano nella realizzazione di queste opere. Si perché forse non tutti sanno che Sharo Gambino oltre ad essere un grande uomo di cultura era anche nella pittura che esprimeva la sua sensibilità e la sua nobiltà d’animo. Più volte mio padre, il mio maestro d’arte e di vita, ha espresso il desiderio che fossi io a completare questo suo percorso artistico che per vari motivi, seppur a malincuore, aveva abbandonato. Quasi come se fosse un passaggio del testimone, un’altra bellissima eredità.  Anche per questo motivo, sperando di non peccare di presunzione, ho deciso rubargli le prime lettere del nome che, insieme alle mie, lo ricompletano, riportando quindi su ogni tela il suo nome fuso al mio, con un lavoro realizzato insieme, come a voler indicare quella presenza quotidiana di cui parlavo prima”.

Per Rossana Gambino, dunque, “il ripercorrere attraverso la pittura una sua opera letteraria è stato al tempo stesso completamento di questa simbiosi ed inizio di un nuovo percorso, oltre che un grande onore per me. Vissi d’arte, vissi d’amore era il pensiero che più di altri aveva fatto proprio ed è stato così... Ha vissuto d’arte e d’amore. Anche così voglio renderti onore Papà... Vivendo d’arte e d’amore come te e per te...”. L’interminabile applauso ha preceduto il tradizionale taglio del nastro rosso, per consentire al pubblico l’accesso alla “Galleria nera” per ammirare le opere esposte.

A conclusione dell’inaugurazione di un evento che ha lasciato il segno una deliziosa degustazione di prodotti vegani, sapientemente preparati da Annagioia Gaglianò, fondatrice dell’associazione “Vegando in Calabria”. Un buffet che ha fatto maturare nei presenti la convinzione che è possibile nutrirsi in maniera del tutto alternativa senza rinunciare ai sapori. La mostra potrà essere visitata fino al 29 maggio in orario di apertura della Camera di commercio.

'Ndrangheta: sequestrati beni per oltre 150 mila euro

La guardia di finanza del Gruppo di Gioia Tauro ha sottoposto a sequestro beni per un valore superiore a 150 mila euro. Destinatario del provvedimeno è un pregiudicato ritenuto vicino ai clan Piromalli/Molè, coinvolto a suo tempo nell'operazione "Asmara".  

La misura é stata disposta dal Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Palmi, Ottavio Sferlazza.

Il provvedimento giunge a seguito di indagini patrimoniali, svolte dai militari nei confronti del pregiudicato e del suo nucleo familiare, dalle quali sarebbe emersa la netta sproporzione tra il tenore di vita e le ricchezze accumulate.

In particolare, l’analisi delle movimentazioni bancarie e postali e delle proprietà, avrebbe evidenziato che l'uomo avrebbe dichiarato, negli anni, entrate reddituali non compatibili con le disponibilità economiche e finanziarie a lui riconducibili.

Per tale motivo è stato ipotizzato che tali ricchezze fossero frutto del reimpiego di risorse accumulate illecitamente, ipotesi accolta dal tribunale di Palmi con l’emissione del provvedimento ablativo.

 Al termine dell'operazione, le fiamme gialle hanno quindi posto sotto sequestro, ai fini della successiva confisca, beni il cui valore supera i 150 mila euro.

 

“Predicare con le mani”. Un nuovo libro di Tonino Ceravolo sulla Certosa di Serra

Un importante tassello, anche in virtù della sua prestigiosa sede di pubblicazione, si è aggiunto in questi giorni agli studi sulla storia della Certosa. Le edizioni “Analecta Cartusiana” dell’Istituto di Anglistica e Americanistica dell’Università di Salisburgo in Austria - dirette da James Hogg, Sylvain Excoffon, Alain Girard e Daniel Le Blévec - hanno, infatti, dato alle stampe il volume di Tonino Ceravolo Predicare con le mani. Monaci, libri e documenti d’archivio nella storia della Certosa di Serra San Bruno. Il volume raccoglie sei saggi, alcuni dei quali già presentati da Ceravolo in occasione di convegni scientifici, che vertono in modo particolare sulla biblioteca e sull’archivio della Certosa calabrese, di cui ricostruiscono, pure mediante il ricorso a fonti inedite, alcune delle principali vicende storiche.

Due contributi sono dedicati alle relazioni tra la Certosa di Serra e quella di Padula, di fondamentale importanza non solo per il continuo “scambio” di monaci tra i due monasteri, ma pure per il fatto che la Certosa di S. Stefano del Bosco, dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1866, ha ereditato una parte molto significativa dell’archivio padulese, comprese una pergamena che risale al XIV secolo e due platee del XVII e del XVIII secolo. Completano il libro un saggio introduttivo che traccia un “bilancio” delle vicende della Certosa da San Bruno al ripristino cinquecentesco e un’accurata bibliografia conclusiva, che costituisce la più completa ricognizione a oggi pubblicata tra i libri che vertono sulla storia del monastero serrese. Segnalate all’attenzione dei lettori e degli studiosi sono anche quattro importanti figure di monaci che hanno caratterizzato la storia della Certosa e, in primo luogo, quella di Dom Basilio M. Caminada (L’Aia, 1920 – Serra San Bruno, 1996), per trent’anni suo archivista e bibliotecario.

Accanto a Dom Caminada, il volume di Ceravolo ricorda altre importanti personalità monastiche legate alle vicende dell’armarium serrese: Dom Costanzo De Rigetis, il cui impegno nel recupero delle carte più antiche della Certosa, al momento del reintegro dei certosini a Serra nel XVI secolo, appare evidente nelle pagine della sua Genealogia circa primordia gentis Carthusiae; Dom Benedetto Tromby, che nell’archivio e nella biblioteca trovò, prima del terribile sisma settecentesco, la perenne linfa vitale per condurre a termine la sterminata impresa editoriale della sua Storia critico-cronologica su San Bruno e sulla Certosa; Dom Vittore F. Nabantino, il quale, nel XIX secolo, nei frangenti della “seconda restaurazione”, si adoperò indefessamente per la ricostituzione di quella biblioteca monastica dispersa dopo il terremoto del 1783.

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