Faida nelle Preserre vibonesi: ergastolo per Vincenzo Bartone e Bruno Emanuele

Carcere a vita per Vincenzo Bartone ed il 43enne Bruno Emanuele: è questo il verdetto emesso dai giudici della Corte d'assise di Catanzaro al termine del dibattimento processuale avviato in seguito all'inchiesta ribattezzata "Luce nei boschi". Un'indagine incentrata sulla guerra di 'ndrangheta che insanguina l'area delle Preserre della provincia di Vibo Valentia. Ai due imputati, di Gerocarne, è stata addebitata la responsabilità dell'agguato in cui furono trucidati i fratelli Giuseppe e Vincenzo Loielo, uccisi 14 anni fa a Gerocarne. Il Collegio Giudicante ha, invece, prosciolto il 40enne Gaetano Emanuele ed il 50enne  Franco Idà, rispettivamente fratello e cognato di Bruno Emanuele e Giovanni Loielo (cugino di Vincenzo e Giuseppe) e sul quale grava l'accusa di aver assassinato Raffaele Fatiga e Rocco Maiolo, ritenuto capo della clan di Acquaro che allora contendeva il controllo del territorio alla cosca Loielo.

'Ndrangheta: condanna definitiva all'ergastolo per Bruno Emanuele

La Corte di Cassazione ha reso definitiva la pena del carcere a vita inflitta a Bruno Emanuele e quella a 14 anni di reclusione per Antonio Forastefano, ritenuto in passato capo dell'omonimo clan con base a Cassano allo Ionio. Un verdetto, già emesso dalla Corte d'Appello che aveva giudicato in merito ai delitti in cui erano stati trucidati Nicola Abbruzzese ed Antonino Bevilacqua, assassinati tra il 2003 ed il 2004 nel contesto della faida scatenatasi tra le cosce attive nell'area di Sibari. Secondo quanto emerso anche nel corso della vicenda processuale, Forestefano ed Emanuele si erano accordati stringendo un patto di ferro nell'ambito del quale, come rivelato dallo stesso ex boss del Cosentino quando iniziò la collaborazione con la giustizia, Emanuele, padrino nel territorio delle Preserre del Vibonese, si incaricò di commettere gli omicidi. 

 

 

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