'Ndrangheta. Operazione "Kalanè": arresti e perquisizioni della Polizia

E’ in corso dalle prime ore di questa mattina una importante operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di alcuni fermi di indiziato di delitto, disposti dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di un omicidio e due tentati omicidi premeditati, nonché di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e ricettazione, aggravati dalla circostanza di aver commesso i fatti per agevolare le attività della ‘ndrangheta ed in particolare della sua articolazione territoriale operante a Calanna, in provincia di Reggio Calabria. Eseguite anche numerose perquisizioni. Su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, la Polizia di Stato ha fermato nella notte Giuseppe Greco, 56 anni, già collaboratore di giustizia, figlio dello storico boss di Calanna don Ciccio Greco e un suo presunto sodale Domenico Provenzano. Sono stati fermati anche i fratelli Giuseppe e Antonio Falcone, di 49 e 45 anni, ritenuti fedelissimi di Antonino Princi.L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, colpisce presunti mandanti e sospetti esecutori materiali di tre gravissimi fatti di sangue - un omicidio e due tentati omicidi - verificatisi a Reggio Calabria e nel vicino Comune di Calanna  nei mesi di febbraio e aprile scorsi nel contesto di un conflitto scaturito in seno alla famiglia Greco per l’affermazione della leadership ed il dominio criminale nel piccolo Comune dell’entroterra reggino. Impiegati 80 uomini della Polizia di Stato. "Kalanè" sarebbe il nome dell’operazione che gli investigatori della Squadra Mobile stanno eseguendo in queste ore. L’indagine della D.D.A. di Reggio Calabria svela i contorni delle cruente azioni di sangue che i sicari di due schieramenti in lotta hanno posto in essere con premeditazione, individuando accuratamente le abitudini delle vittime i tempi e i luoghi in cui colpirle con l’uso di fucili e pistole. La faida era esplosa per il controllo del territorio. Alla base del conflitto tra due fazioni - un tempo appartenenti alla medesima componente della 'ndrangheta - vi sarebbe la pretesa di esercitare  - in esclusiva - il controllo criminale sul territorio di Calanna. Alla base dell’inchiesta numerose intercettazioni. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile si sono basate essenzialmente sui risultati delle intercettazioni telefoniche, ambientali e delle video riprese disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Gli elementi acquisiti nel corso delle attività tecniche, hanno consentito di ricostruire puntualmente le dinamiche criminali dei più gravi fatti di sangue verificatisi a Reggio Calabria negli ultimi mesi e le causali che li hanno determinati.  Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno consentito di ricostruire le dinamiche di un omicidio e due tentati omicidi, nonché i ruoli dei mandanti e degli esecutori materiali. Giuseppe Greco, secondo la ricostruzione degli inquirenti,  aveva progettato di uccidere Antonino Princi all’uscita dell’impianto di trattamento dei rifiuti a Sambatello, dove lavorava come operaio. Per attuare il progetto criminoso, il 9 febbraio scorso, previo accurato studio delle abitudini della vittima, accompagnato da uno dei sodali, con una spettacolare azione di fuoco, avrebbe attentato alla vita dei Princi, esplodendo numerosi colpi di arma da fuoco (fucile e pistola) contro l’autovettura sulla quale viaggiava quest’ultimo, il quale riuscì miracolosamente a salvarsi, con una serie di manovre repentine che lo portarono prima a sfondare il cancello carraio dell’impianto di smaltimento della spazzatura e poi a trovare riparo all’interno di esso, in luoghi poco conosciuti agli assalitori. Il tentato omicidio di Princi innescò, a parere degli investigatori, la vendetta. La reazione di Princi, sotengono i titolari dell'indagine, non si fece attendere a lungo. La sera del 3 aprile, due suoi fidatissimi sodali si sarebbero appostati nei pressi di una piccola abitazione di Calanna dove Giuseppe Greco aveva trovato rifugio e con una fulminea azione di fuoco sono riusciti a ferirlo gravemente mentre era affacciato al balcone. Nel corso della sparatoria, investito dai pallettoni, è stato ucciso Domenico Polimenti che aveva dato ospitalità a Greco e assieme a lui stava sul balcone.

 

Agguato nella notte in Calabria: un morto e un ferito

Gli inquirenti non hanno dubbi: si tratta di un'azione criminale che porta la firma della 'ndrangheta quella compiuta durante nelle prime ore di oggi in Calabria. A cadere sotto le fucilate esplose dal sicario è stato Domenico Polimeni, 48 anni, in passato coinvolto in vicende giudiziarie. I killer gli hanno teso l'agguato mortale in località Sotira, a Calanna, in provincia di Reggio Calabria. I proiettili hanno raggiunto pure Giuseppe Greco, collaboratore di giustizia di 46 anni, che ha riportato ferite gravi ed è stato trasportato agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Ad indagare sul grave fatto di sangue sono i poliziotti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, sotto il diretto coordinamento dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Sulla scorta delle prime ricostruzioni compiute dagli inquirenti, le vittime sono state centrate dai colpi di fucile mentre si trovavano su un balcone. A sparare sarebbe stato un uomo giunto sul luogo designato a bordo di un'autovettura. E' ipotizzabile che il bersaglio fosse Giuseppe Greco. Polimeni si sarebbe trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

 

 

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