Trasversale delle Serre: le differenti linee di pensiero tra il Comitato e Censore

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa da parte di Francesco Pungitore, giornalista,  che nella giornata di ieri ha incontrato a Satriano il candidato di collegio del PD alla Camera, in merito alla questione "Trasversale delle Serre". Tra il Comitato e Censore "punti di vista ancora lontani":

"Più differenze che punti di contatto. La seconda tappa del “tour elettorale” promosso dal ComitatoTrasversale delle Serre - 50 anni di sviluppo negato” ha evidenziato le distanze che, in questo momento, separano il sodalizio che lotta per vedere finalmente realizzata la superstrada Jonio-Tirreno dal candidato del Pd alla Camera dei Deputati, nel collegio uninominale Vibo-Soverato: il parlamentare uscente Bruno Censore. L'incontro si è tenuto a Satriano, presso la sede della Fondazione Buozzi, alla presenza, tra gli altri, del presidente provinciale del Partito democratico, Michele Drosi.

In rappresentanza del Comitato è intervenuto il presidente, Francesco Pungitore. Il parlamentare renziano ha esordito elencando gli sforzi compiuti, nell'ultima legislatura e non solo, per portare a termine la Trasversale delle Serre, “storica” incompiuta calabrese. Censore ha anche richiamato i risultati ottenuti, i passi in avanti, i finanziamenti stanziati del Cipe, l'impegno del governo regionale ed ha elogiato l'attuale management dell'Anas “per l'attenzione e la concretezza” con cui sta trattando il tema della Trasversale.

Una narrazione dei fatti che Pungitore non ha condiviso, contestando alla politica, in particolare, “cinquant'anni di promesse mai realizzate”. Altrettanto duro il giudizio nei confronti dell'Anas definita “responsabile di un evidente fallimento gestionale e progettuale che sta causato danni incalcolabili al territorio”. In tal senso, Francesco Pungitore ha ribadito la posizione molto esplicita del Comitato: “Il compartimento calabrese dell'Anas va commissariato, al fine di accertare definitivamente tutte le cause che hanno prodotto questa scandalosa incompiuta”.

“Lo stato attuale dei cantieri è desolante - ha affermato il presidente - e il cronoprogramma futuro ci proietta verso altri cinquant'anni di inutile attesa”. Censore ha controreplicato e i due punti di vista sono apparsi, fino alla fine, molto lontani. Pungitore ha concluso invitando Censore a sostenere un pubblico confronto, sui temi delle infrastrutture e dello sviluppo delle aree interne, aperto alle domande dei cittadini. L'esponente del Pd ha dichiarato la propria disponibilità, così come aveva già fatto, nei giorni scorsi, il candidato di Forza Italia, Giuseppe Mangialavori."

Serra San Bruno, sabato Comitati in piazza per il No

Sabato 19 novembre il Comitato Pro Serre sarà in piazza a Serra San Bruno assieme al Comitato per il No del Basso Jonio Catanzarese e delle Preserre. Gli attivisti che sostengono il No al referendum del prossimo 4 dicembre sulla riforma costituzionale del governo Renzi allestiranno, nel pomeriggio di sabato, un banchetto informativo su corso Umberto per poi spostarsi, intorno alle 18, nella sede dell’associazione Il Brigante, per un’assemblea pubblica durante la quale interverranno, tra gli altri, anche Mario Vallone del Comitato nazionale Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e Eugenio Occhini, della Rete per il No Sociale. 

“Dietro ai presunti benefici sbandierati da Renzi in termini di snellimento delle istituzioni – viene spiegato - si cela, in realtà, l’obiettivo di dare un colpo decisivo alla già malmessa democrazia del nostro Paese, eliminando quei pochi diritti e garanzie rappresentati dalla Costituzione, per assicurarsi più potere decisionale e rendere innocua la volontà del popolo e delle comunità locali che oggi rappresentano un ‘intralcio’ all’operato delle classi dominanti. 

Il combinato tra controriforma costituzionale e provvedimenti come il Jobs Act, la Buona Scuola, lo Sblocca Italia, i tagli alla sanità, la legge Madia, le missioni di guerra spacciate per missioni di pace, la riforma Lupi sulla casa, nasce proprio con l’idea di restringere gli spazi di partecipazione e conflitto per affermare le scelte di carattere neoliberista e classista che contraddistinguono l’attuale governo.

Un governo che propina un mondo favoloso fatto in realtà di precariato permanente, spoliazione delle comunità locali, mercificazione dei beni comuni, privatizzazione dei servizi pubblici, attacchi ai diritti dei lavoratori.

In un territorio come quello calabrese, dove i segni devastanti delle politiche renziane sono tangibili e le forme di ribellione e di lotta sociale iniziano ad essere sempre più forti – conclude il Comitato Pro Serre - tutti siamo chiamati a mobilitarci sul territorio per ribadire un No politico e sociale ad un progetto scellerato dettato dai disegni neoliberisti del governo nazionale e dalle lobby politico-finanziarie che lo sostengono”.

Progetto Miapi, il Comitato Pro Serre si rivolge al Ministero dell'Ambiente

Riceviamo e pubblichiamo una lettera inoltrata dal Comitato Civico Pro Serre al Ministero dell'Ambiente e, per conoscenza, alla Regione Calabria, all'Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, al Comando Carabinieri Tutela Ambientale - Nucleo Operativo Ecologico, alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, ai Comuni di: Serra San Bruno, Mongiana, Fabrizia.

In riferimento al progetto per il Monitoraggio ed Individuazione delle Aree Potenzialmente Inquinate (MIAPI) nelle Regioni Obiettivo Convergenza, grazie al quale sono state avviate attività di indagine sui siti potenzialmente inquinati e tra questi anche nelle Serre Calabresi, in quanto possibile zona di crimini ambientali, si espone quanto segue:

-La zona delle Serre, come tanti territori della Calabria, è una zona ad alto rischio sia per quanto riguarda la sicurezza sociale, che per quella ambientale;

-Per dare voce al territorio e per lottare contro i soprusi perpetrati ai danni della popolazione è stato costituito il Comitato Civico Pro Serre, che da anni porta avanti battaglie per i diritti più elementari quali il diritto alla salute e all’acqua potabile, contribuendo anche a dar vigore e sprono agli organi giudiziari. L’indagine denominata dalla Procura di Vibo Valentia “Acqua sporca”, che ha portato nel maggio 2012 al sequestro preventivo dell’invaso dell’Alaco (ricadente nell’area della Lacina, tra il territorio dei Comuni di Brognaturo e San Sostene) nasce proprio dalle battaglie del Comitato e dalle tante segnalazioni che, assieme a tutte le forze sane del territorio, sono state lanciate per denunciare un presunto business sull’acqua a scapito dei cittadini, e che vede vertici e tecnici di So.ri.cal. (Società risorse idriche calabresi) e amministratori pubblici accusati a vario titolo di diversi reati, tra i quali quello di avvelenamento colposo di acque destinate al consumo umano. Dalle stesse analisi dell’Arpacal sul suddetto bacino è inoltre emersa la presenza, in alte concentrazioni, di sostanze cancerogene nell’acqua destinata al consumo umano;

-Con la desecretazione parlamentare del “Dossier 588/3” del Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (Sisde) è emersa una nuova situazione allarmante per i comuni di Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno. Dai documenti del Sisde emergono infatti fondati sospetti relativi a un traffico internazionale illegale, gestito dalla ‘ndrangheta, di rifiuti tossico-radioattivi provenienti dall’Est Europa, che sarebbero stati interrati nelle montagne delle Serre e «lungo gli scavi effettuati per la realizzazione del metanodotto»;

-Dopo anni di segreti di Stato, una luce sembra intravedersi con il sorvolo sul territorio, in due periodi diversi, di un elicottero dotato di sensori per il rilevamento della radioattività o di corpi inquinanti. È il progetto MIAPI, che rappresenta la speranza di avere una risposta alle tante domande sull’eventuale inquinamento del territorio e sull’eventuale collegamento con la preoccupante mortalità riscontrata da anni nella zona, soprattutto per tumori, e che ha portato il Comitato ad inoltrare formale richiesta di indagine epidemiologica al Centro di Epidemiologia Regionale Ambientale dell’Arpacal per la quale si è ancora in attesa dei dati;

-Il sospetto di elevata mortalità viene nel frattempo confermato dall’Istituto Superiore di Sanità che, nel Rapporto Istisan 16/09 pubblicato nel maggio 2016, con lo “Studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria: obiettivi, metodologia, fattibilità” dedica un capitolo al “Caso studio delle Serre Calabresi”, analizzandone il territorio e la mortalità, affrontando anche il “caso Alaco” e il presunto interramento di rifiuti tossico-radioattivi nei comuni citati negli atti desecretati e concentrando, pertanto, l’analisi della mortalità proprio su Serra San Bruno, Mongiana e Fabrizia dal 1980 al  2012. Pur premettendo che «la definizione dell’area delle Serre potenzialmente contaminata è resa difficoltosa dalla natura stessa della contaminazione (smaltimento illegale di rifiuti pericolosi) che non consente di definire con precisione gli ambiti territoriali interessati e le tipologie di contaminanti», lo studio registra «un eccesso significativo, rispetto alla popolazione della Regione Calabria, per tutte le cause di morte e per tutti i tumori» e conclude che «nell’area in esame appare ben documentata una sovra mortalità, rispetto alla Regione Calabria alla quale concorrono in modo particolare i tumori totali (e specialmente quelli gastrici), le cardiopatie, il diabete e alcune patologie neurodegenerative, respiratorie e digerenti».Alla luce di tutte le motivazioni esposte in premessa e data l’alta rilevanza degli interessi collettivi in questione, chiediamo, con urgenza, di sapere se dalle indagini effettuate nell’area delle Serre, nell’ambito del progetto MIAPI, siano emerse anomalie geofisiche o di altro genere, la natura delle eventuali anomalie riscontrate, la localizzazione e la perimetrazione delle relative aree. La richiesta in oggetto viene avanzata nella consapevolezza dell’attuale secretazione di questi atti, ma nella speranza che possa in questo caso prevalere il diritto all’informazione e quindi alla vita della popolazione costretta ad abitare in territori definiti ad elevata mortalità, e che si possa almeno mettere in atto ogni utile accorgimento o precauzione per la sopravvivenza delle popolazioni interessate.

Il presidente Salvatore Albanese

 

“Il dossier dell'Iss e l’elevata mortalità nelle Serre”: il Comitato torna in piazza

“Pur essendo Serra San Bruno in piena campagna elettorale per le prossime Amministrative, riteniamo che sia doveroso da parte nostra informare i cittadini di quanto è riportato nel dossier ‘Studio epidemiologico dei siti contaminati della Calabria’ realizzato dall’Istituto superiore di sanità in collaborazione con l’Arpacal”. È quanto afferma in una nota il Comitato civico Pro Serre che aggiunge: “il rapporto dell’Iss esamina, per la prima volta, l’incidenza di determinate malattie in zone ritenute ad alto rischio ambientale e sanitario a causa della potenziale presenza di siti contaminati da rifiuti o sostanze inquinanti e pericolose. In una regione come la Calabria, e in una provincia come quella di Vibo, in cui, al di là dei soliti annunci, il registro tumori rimane un’utopia, i primi dati ufficiali relativi all’incidenza di tumori in determinate zone rappresentano una novità storica. Una novità che, purtroppo, come temevamo, non è per niente rassicurante, visto che gli allarmi che abbiamo ripetutamente lanciato in solitudine nel corso di questi anni sono stati confermati dai dati scientifici. Per queste ragioni – viene specificato - mentre politici e aspiranti tali sono impegnati in una guerra elettorale combattuta esclusivamente sulle spalle dei cittadini, sentiamo il bisogno di tornare in piazza, con un’assemblea popolare che si terrà venerdì 27 maggio alle 19 in piazza Monumento, per mettere in guardia i serresi sui pericoli che incombono sulla salute pubblica e sulle responsabilità del sistema di potere che negli ultimi 20 anni ha svenduto il nostro territorio”.

 

Comitato civico Pro Serre: “Rosi faccia chiarezza sui fondi ‘Case accessibili’ destinati ai disabili”

Di seguito la nota del Comitato civico Pro Serre:

Il sindaco Bruno Rosi faccia immediatamente chiarezza sulla questione dei fondi POR Calabria FESR 2007/2013 destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni di soggetti affetti da disabilità grave. Non faccia passare neanche un giorno, intervenga subito per chiarire la vicenda e sbloccare i finanziamenti del bando denominato “Case Accessibili”, varato dalla Regione Calabria nel giugno 2011, e che proprio la Regione già da diversi mesi ha provveduto a liquidare a molti altri Comuni beneficiari del bando. Per quel che siamo riusciti ad apprendere, infatti, la fase di stallo, che temiamo possa trasformarsi in una perdita definitiva dei fondi a danno dei soggetti risultati idonei, potrebbe essere imputabile a delle inadempienze ascrivibili all’attività dell’ente. I responsabili dell’Unità di Monitoraggio del procedimento, dagli Uffici del dipartimento 10 della Regione, hanno infatti chiarito come già da tempo sia stata deliberata la liquidazione dei fondi per la quasi totalità dei Comuni calabresi, eccetto per quelli che si sarebbero dimostrati «poco ligi nel portare avanti la procedura». I disabili, già in condizione di fragilità, che ogni giorno si devono districare tra ostacoli legislativi, burocratici, vincoli di ogni tipo e che soprattutto quotidianamente si misurano con le sofferenze e le restrizioni connesse alle patologie da cui sono affetti, meritano risposte concrete ed immediate. È impensabile che anche rispetto ad una questione del genere l’amministrazione possa continuare a dimostrarsi completamente latitante. Piuttosto che impiegare gli ultimi mesi ad occuparsi di soddisfare gli appetiti dei rispettivi assessori, interessati da sempre all’esclusiva riscossione delle indennità di carica, invece di passare il tempo a sfogliare la margherita delle poltrone e degli incarichi o a partorire insignificanti rimpasti di giunta, il primo cittadino Rosi – con l’ausilio dell’amministrazione tutta – dovrebbe impegnarsi nell’immediato ad accelerare l’iter utile a riconoscere quanto dovuto a questi cittadini, che da mesi si trovano stretti in una morsa tra le richieste pressanti delle ditte edili creditrici e la titubanza dei funzionari comunali incapaci di comunicare elementi certi in merito alla questione. Lo faccia adesso, anche se in forte ritardo, smettendo di giocare sulle sorti di persone già penalizzate da gravi disabilità fisiche.

 

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