Maltrattava la moglie e il figlio disabile, allontanato da casa

Gli agenti della polizia di Stato di GioiaTauro hanno eseguito un'ordinanza di applicazione della misura cautelare, con la quale il gip di Reggio Calabria ha disposto, a carico di un 69enne, l'allontanamento da casa e la prescrizione a non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie.

L'uomo avrebbe, ripetutamente, usato violenza, maltrattato e minacciato di morte la propria consorte.

Vittima delle angherie del 69enne, anche, il figlio minore affetto da epilessia e da ritardo mentale.

I continui maltrattamenti sarebbero stati confermati, anche, dalla figlia della coppia che, con le sue dichiarazioni, avrebbe contribuito alla ricostruzione dei fatti.

Distrutta piantagione di marijuana del valore di mezzo milione di euro

Una piantagione composta da oltre 400 piante di marijuana è stata scoperta, dai carabinieti, in un terreno abbandonato nelle vicinanze del termovalorizzatore di Gioia Tauro.

Una volta arrivati in contrada Cicerna, i militari della locale Compagnia hanno scoperto circa 400 piante di canapa indiana del tipo olandese nana, di altezza media di circa mezzo metro e in pieno stato vegetativo.

Nascosta tra la fitta vegetazione, la coltivazione è stata ritrovata dopo una vasta attività di rastrellamento condotta dai militari della locale stazione, insieme ai colleghi dello Squadrone Cacciatori e con il supporto aereo dell’Elinucleo di Vibo Valentia.

Lo stupefacente, per un peso complessivo di circa 350 chilogrammi, una volta immesso sul mercato avrebbe fruttato più di mezzo milione di euro.

Le piante sono state distrutte sul posto, mentre alcuni campioni sono stati sequestrati per essere mandati, come di consueto, al Reparto investigazioni scientifiche di Messina per le analisi tossicologiche previste in questi casi.

 

 

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Cocaina nascosta tra le banane, sequestrato carico da 34 chili a Gioia Tauro

Cocaina nascosta tra le banane. È quanto hanno scoperto, nel porto di Gioia Tauro, i finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con i funzionari dell'Agenzia delle dogane e con il coordinamento della Procura della Repubblica.

Lo stupefacente era stato occultato all'interno di un container di banane, proveniente da Puerto Bolivar (Ecuador) e destinato in Georgia.

La cocaina, suddivisa in 30 panetti da un chilo ciascuno, una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato circa sette milioni di euro.

La scoperta è stata possibile grazie ad una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche con apparecchiature scanner in dotazione all'Agenzia delle dogane ed unità cinofile della guardia di finanza.

Dall'inizio dell' anno, nel porto di Gioia Tauro sono stati sequestrati oltre 870 chili di cocaina.

Zona economica speciale di Gioia Tauro, la soddisfazione di Battaglia (Pd)

“Dopo i ‘Patti per il Sud’ sottoscritti dal Governo Renzi con le Regioni e le Città Metropolitane del Mezzogiorno, anche il Decreto Sud varato dal Governo Gentiloni, è pienamente operativo grazie all’approvazione in via definitiva  del Parlamento. Via libera, dunque, all’istituzione della ZES (zona economica speciale) per l’area del Porto di Gioia Tauro ed  all’investimento di ulteriori 750 milioni di euro per la viabilità interna in Calabria, due grandi traguardi - afferma il consigliere regionale e presidente della Conferenza interregionale permanente per l’Area dello Stretto Domenico Battaglia - forieri di significative opportunità di crescita e di progresso economico e sociale della nostra terra”.

“Con la nascita della Zes, in particolare, - sottolinea Domenico Battaglia - giunge a compimento quel percorso virtuoso e sinergico portato avanti in questi anni dal presidente Mario Oliverio e dalla Giunta regionale con i Governi Renzi e Gentiloni”.

“Non solo. Tante altre - spiega Battaglia - le novità contenute nel provvedimento legislativo che stabilisce condizioni più vantaggiose per investimenti in favore dello sviluppo e del lavoro per i giovani con lo stanziamento per il Sud di complessivi ulteriori 3,5 miliardi di euro. Segno che il Sud è al centro dell’agenda del Governo nazionale con interventi programmatici a sostegno del welfare, per la crescita del Mezzogiorno e per il superamento dello storico gap che separa le regioni più avanzate come ad esempio, per citarne alcune, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia da quelle più indietro”.

“Il lodevole impegno fin qui profuso - sottolinea l’esponente politico - si distingue anche per la misura ‘Resto al Sud’, sostegno all’autoimprenditorialità seria e credibile con incentivi economici ed azioni di accompagnamento da parte di enti pubblici, università ed associazioni del terzo settore. Attraverso la misura ‘Resto al Sud’ si sostiene, infatti, la nuova imprenditorialità, prevedendo, per i giovani meridionali che non dispongano di mezzi propri per avviare un’attività - nell’ambito della produzione di beni nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato e dell’industria ovvero relativa alla fornitura di servizi - una dotazione di 50.000 euro (estensibile fino a 200 mila euro nel caso di un progetto presentato da 5 giovani imprenditori), di cui il 35% a fondo perduto ed il restante 65% con un prestito a tasso zero. Interessante inoltre - perché coniuga la domanda di occupazione con il recupero di beni immobili e di terre abbandonate ed incolte - la norma che prevede la possibilità di dare in concessione tali beni sulla base di un progetto di valorizzazione specifico presentato da giovani tra 18 e 40 anni”.

“Si tratta - conclude il consigliere Domenico Battaglia - di misure ed interventi reali e tangibili che innescheranno ulteriori processi di crescita e non - come qualcuno vuol fare erroneamente credere - di annunci dal sapore elettorale e totalmente privi di fondamento. L’evidenza è nei fatti e nelle risorse finanziarie messe a disposizione che daranno nuova linfa ad un’economia italiana già in ripresa, come attestano tutti gli organismi internazionali circa le previsioni di crescita del Pil 2017”.      

Furto di energia elettrica, tre persone in manette

I carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, nell’ambito dei servizi disposti dal Comando provinciale di Reggio Calabria, hanno svolto numerosi controlli e  perquisizioni personali e domiciliari in diverse aree della Piana di Gioia Tauro.

Nell’ambito di tali servizi, i militari hanno arrestato, in flagranza di reato, tre persone accusate di furto aggravato di energia elettrica.

 Si tratta di G. P e G. P., rispettivamente di 76 e 27 anni, entrambi di Rizziconi, i quali, durante un controllo, sono stati sorpresi mentre alimentavano le rispettive abitazioni avvalendosi di un contatore appositamente manomesso ed in grado di alterare i consumi.

 A Rosarno, invece, è stato arrestato un cittadino bulgaro, Angel Todorov di 39 anni, al quale è stato contestato il reato di furto aggravato, poiché in occasione di un controllo nella sua abitazione, i carabinieri hanno trovato un contatore manomesso con il quale veniva falsato il consumo di energia elettrica.

Al termine degli adempimenti di rito, i tre arrestati sono stati posti ai domiciliari, in attesa del rito direttissimo.

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Scoperta maxi piantagione con una tonnellata di canapa indiana

Una maxi coltivazione, composta da circa duemila piantine di canapa indiana del tipo olandese nana, è stata rinvenuta dai carabinieri di Gioia Tauro, insieme ai colleghi dello Squadrone Cacciatori di Calabria, in contrada Pescara, a Laureana di Borrello.

Le piante erano disposte su due terrazzamenti ognuno dei quali grande mediamente poco più di una sessantina di metri quadrati.

La piantagione era stata impiantata in un terreno demaniale, difficilmente accessibile via terra, tanto che si è reso necessario l’intervento dello Squadrone Eliportato per riuscire ad arrivare sul posto.

Lo stupefacente, il cui peso complessivo è stato stimato in circa una tonnellata, avrebbe potuto fruttare sul mercato della droga profitti superiori ai 500 mila euro.

La droga è stata distrutta sul posto, mentre i campioni sequestrati saranno trasmessi al Ris di Messina per essere sottoposi ad analisi tossicologiche.

 

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L'Italia terminale della nuova Via della Seta

"La Via della Seta marittima è il progetto strategico e infrastrutturale più importante del pianeta".

È quanto ha affermato Antonio Selvatici, docente di intelligence economica all'Università Tor Vergata di Roma e all'Università degli studi di Firenze intervenendo al convegno conclusivo dei laboratori del Master in intelligence dell'Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.

"I cinesi - ha spiegato Selvatici - hanno pianificato lo sviluppo, il finanziamento, la costruzione e la gestione di un corridoio marittimo che raccoglie le merci prodotte in Cina con destinazione l'Europa. Il terminale della via della Seta sarà Venezia o Trieste dove approderanno le merci made in China".

Secondo il docente "il porto di Gioia Tauro è stato escluso dal progetto della Via della Seta sia dai pianificatori cinesi che dai decisori italiani. Probabilmente le grandi navi raggiungeranno direttamente il porto scelto nell'alto Adriatico escludendo Gioia Tauro".

Selvatici ha quindi sostenuto che "i cinesi sono determinati: hanno già previsto d'investire nella prima fase della costruzione dellaVia della Seta 100 miliardi di dollari".

Il docente ha concluso con una serie di interrogativi: "la Via della Seta è un'opportunità o una minaccia? L'Italia è in grado di gestire gli investimenti cinesi e la relativa invasione di merci? Siamo destinati a morire cinesi?". 

I Verdi intervengo sulla questione Ciambra di Gioia Tauro

Riceviamo e pubblichiamo

"I termini della 'questione Ciambra' rischiano di restare pesantemente schiacciati da una pressione mediatica superficiale, che rischia di far passare sottotraccia una visione complessiva, insieme scientifica e metodologica.

Ribadiamo come ogni scelta non ponderata, provochi immediate ripercussioni negative nella vita reale delle persone, se non viene bilanciata da azioni condivise e perequative.

Tali azioni, riteniamo come Verdi, debbano essere obbligatoriamente scevre da condizionamenti e sofismi di natura politica a futura memoria, per poter essere credibili e sostenibili.

Il caso della Ciambra, località periferica di Gioia Tauro, è l'archetipo di una trattazione consapevolmente distratta delle periferie dei centri urbani, con il loro carico concentrato e irrisolto di angosce e ansie di una urbanistica ignorante e niente affatto democratica e solidale.

Non si tratta certamente di un luogo della rigenerazione urbana, ma piuttosto di un’ottima palestra per rivendicare politiche di piccolo cabotaggio sullo sfondo della concessione di fondi pubblici da doversi spendere (possibilmente) a breve termine.

Fare un viaggio, anche fugace, nelle residenze degli 'zingari della Ciambr'”, così vengono etichettati altri italiani di origine rom, e sembra di entrare nel celeberrimo quartiere di Scampia a Napoli.

Anche in quel caso, le Vele di Scampia, avrebbero dovuto significare coesione sociale e integrazione di ceti differenti, in una sola parola, crescere insieme come comunità.

Invece quel sogno lasciò quasi subito spazio all’incubo del degrado totalizzante, dell’ambito ultimo nel quale chiunque vorrebbe vivere.

Dagli errori gravissimi di un'architettura piena di sè, è comunque iniziata anche una tendenza di cambiamento, di ripensamento culturale, prima ancora che sociale.

L’obiettivo del progetto 'Restart Scampia' è infatti quello di renderlo un luogo vitale, cercando di attenuare più che possibile la concentrazione dei nuclei familiari con reddito basso o nullo.

Per la 'Ciambra' di Gioia Tauro valgono le stesse regole non scritte e lo stesso ideale protocollo di comunicazione tra istituzioni, abitanti e società civile.

Riconvertire e riprogettare gli stessi edifici, riqualificandone il sito Aterp, è l’errore più grande e oscurantista che si possa commettere per le politiche solidali sul territorio.

Non risolve alcun problema, semmai nell'immediato futuro lo renderebbe drammatico, pesando ingiustamente ed in maniera fortemente speculativa, sul senso di un 'diffuso disagio sociale', nonchè sulle stesse casse pubbliche.

La tendenza democraticamente consolidata di una illuminata comunicazione urbana, passa in tutti i luoghi del mondo occidentale, per lo smantellamento culturale e fisico della politica dei “ghetti urbani”, e trova una sua logica inclusiva soltanto nella dislocazione dei suoi abitanti all’interno del tessuto urbano cittadino.

Non esistono altre vie realistiche e disponibili, se non accettando l’enorme responsabilità e rischio sociale, di vedere aumentare nello stesso luogo, oltre ogni limite di umana convivenza, la concentrazione di nuclei familiari a reddito pressochè zero, in un crescendo di soluzioni inefficaci, ulteriore degrado sociale, altri soldi pubblici spesi inutilmente e così via...

La stessa Regione Calabria, attraverso lo strumento del Por Calabria 2014-2020, pronunciandosi sulla base delle direttive dell’Unione europea, intende dare nuovo impulso e rafforzare la dimensione sociale, orientando le sue scelte nella direzione sottolineata, confermando come la tesi della dislocazione degli abitanti rom sul territorio, sia l’unica e la sola percorribile.

Ci permettiamo infine, di prendere a prestito la lezione di Don Patriciello, prete di casa a Scampia e dintorni, che queste considerazioni le vive h24: 'ammassare le povertà è l’errore più grande che si possa fare; raccogliendo tutte le disperazioni in un unico posto, si creano delle zone franche in cui il più forte detta legge…'

Vale anche alla Ciambra di Gioia Tauro".

 

Pino Romeo Responsabile Ambiente e Territorio Verdi Città metropolitana di Reggio Calabria

 

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