Porto di Gioia Tauro: scoperti 72 kg di cocaina in container di gas e fagioli

Gli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a funzionari dell’Agenzia delle dogane – Ufficio antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia – hanno individuato e sottoposto a sequestrato altri due ingenti carichi di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro.

Complessivamente lo stupefacente intercettato ammonta a 72 chilogrammi.

In particolare, un primo quantitativo di droga di circa 57 chilogrammi di cocaina, è stato rinvenuto occultato in un container, che trasportava gas refrigerante, proveniente da gli Stati Uniti e destinato in Kuwait.

Nello stesso giorno, un altro carico è stato rinvenuto in un altro container, che trasportava sacchi di fagioli, proveniente dall’Argentina e diretto in Romania, al cui interno erano occultati 15 chilogrammi di cocaina.

Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle dogane ed unità cinofile della Guardia di Finanza.

La cocaina sequestrata, per un ammontare complessivo di 72 chilogrammi, una volta immessa sul mercato avrebbe fruttato oltre 14 milioni di euro.

L’attività svolta dalle Fiamme gialle in sinergia con l’Agenzia delle dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, solo nell’anno 2016, al sequestro di oltre 1.600 chilogrammi di cocaina purissima.

 

'Ndrangheta, operazione Lex: 42 misure cautelari per le cosche Chindamo, Ferrentino e Lamari

Nelle prime ore del mattino di oggi, nelle provincie e di Reggio Calabria, Milano, Pavia e Cremona e presso le Case Circondariali di Vibo Valentia, Nuoro, Spoleto, Tolmezzo, Cagliari, Melfi e Frosinone, i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Gioia Tauro, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia reggina, nei confronti di 42 indagati (di cui 33 in carcere, 7 agli arresti domiciliari, 2 al divieto di dimora nel Comune di Laureana di Borrello), ritenuti appartenenti al sodalizio ‘ndranghetista nella sua articolazione territoriale denominata Locale di Laureana di Borrello - formata dalle famiglie “Ferrentino-Chindamo” e “Lamari”.

LE ACCUSE

L’Ufficio G.I.P., accogliendo le risultanze investigative raccolte dalla Procura della Repubblica – DDA di Reggio Calabria, ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari espresse in sede di richiesta per i delitti di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, estorsione, danneggiamenti, lesioni personali gravi, frode sportiva, intestazione fittizia di beni, incendio, con l’aggravante, per taluni, di aver agito con metodo mafioso.

L'OPERAZIONE "LEX"

Gli arresti di oggi giungono all’esito di una complessa attività istruttoria sviluppata all’indomani dei provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nell’ambito dell’ operazione “Lex” del 3 novembre scorso, con la quale si era giunti alla cattura di ben 40 persone (una ancora irreperibile perché all’estero) ritenute organiche, o comunque vicine, alle cosche di ‘ndrangheta attive nel territorio di Laureana di Borrello ed altre città italiane, ossia quelle dei “LAMARI” e “CHINDAMO-FERRENTINO”. L’indagine, svolta interamente dai militari della Compagnia di Gioia Tauro sotto il costante coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia aveva consentito di far luce su una serie di episodi criminosi, registrati nei territori della municipalità di Laureana di Borrello (RC) e zone limitrofe a partire dal mese di giugno del 2014, dai quali erano emersi chiari elementi indizianti circa l’operatività e l’efferatezza dell’azione criminale di un sodalizio attivo in quell’area ed in grado di esercitare un controllo di tipo mafioso sull’intera comunità. I fermi, emessi in via d’urgenza anche per l’esistenza del concreto pericolo di fuga di alcuni indagati, avevano quindi consentito, nell’immediatezza, di assicurare alla giustizia soggetti ritenuti avere ruoli di vertice in seno alle cosche “FERRENTINO-CHINDAMO” e “LAMARI”, quali articolazioni autonome dell’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico nota come “Locale di Laureana di Borrello” del Mandamento Tirrenico, con ramificazioni in tutta la provincia ed in altre province del Nord Italia e segnatamente Milano, Varese, Pavia e Como.

L'IPOTESI DI CONDIZIONAMENTO MAFIOSO AL COMUNE DI LAUREANA DI BORRELLO

In quella circostanza, inoltre, era stata avvalorata dalla Procura Antimafia l’ipotesi investigativa secondo la quale il Comune di Laureana di Borrello fosse stato, negli ultimi anni, un ente per certi aspetti soggetto ai condizionamenti da parte delle cosche di ‘ndrangheta locali che, grazie alle compiacenze di alcuni politici, erano riuscite ad ottenere l’aggiudicazione di alcuni appalti comunali, facendo leva anche sui rapporti, stretti e continuativi, riscontrati tra gli affiliati alle cosche ed alcuni esponenti della politica locale di Laureana di Borrello. Ipotesi, questa, successivamente avvalorata dalle motivazioni espresse dal G.I.P. in sede di convalida dei fermi e dei sequestri preventivi che hanno interessato aziende ritenute riconducibili alle due cosche.

 L'ARRESTO DELL'ASSESSORE

Indicativo, a tal proposito, era stato l’arresto di Vincenzo Lainà, già assessore del Comune di Laureana di Borrello con delega al “verde pubblico, agricoltura, manutenzione, tradizione, servizio idrico, servizi demografici, viabilità, fiera ed artigianato”, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, oggi inserito nell’elenco dei soggetti per i quali il GIP ha inteso emettere la misura cautelare della custodia in carcere, confermando a suo carico gravi indizi di colpevolezza poiché considerato, a pieno titolo, il referente politico del sodalizio criminale, cui lo stesso forniva di fatto un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo.  

 IL PRESUNTO REFERENTE MILANESE

Tra gli arrestati di oggi compaiono nuovi indagati per i quali la Procura Distrettuale ha inteso richiedere l’emissione, da parte del Tribunale di Reggio Calabria – Ufficio GIP, di idonea misura cautelare personale, ritenendo sussistenti gravi indizi a loro carico per i reati di concorso in intestazione fittizia di beni. Tra questi compare anche l’Avvocato Domenico Chindamo del Foro di Milano, ma di origini calabresi, nei confronti del quale, sulla scorta delle evidenze probatorie raccolte a seguito di un decreto di perquisizione eseguito in occasione dei fermi del 3 novembre scorso, sono emersi gravi elementi indizianti, essendosi lo stesso prestato, in qualità di professionista, ad assecondare le istanze criminali della cosca Ferrentino. In particolare, le ulteriori analisi investigative sviluppate negli ultimi giorni hanno consentito di avvalorare il ruolo svolto dal legale a favore delle cosche perché, pur non essendo un soggetto affiliato alla cosca scrictu sensu, avrebbe agevolato l’attività criminale della ‘ndrina  FERRENTINO attraverso la creazione della Ditta di import-export “United Seed’s Keepers”, con sede a Milano e Roma, già sottoposta a sequestro preventivo d’urgenza in quanto fittiziamente intestata a prestanomi, quale strumento commerciale attraverso cui poter gestire e canalizzare autonomamente il traffico di sostanze stupefacenti dalla Colombia e l’India verso il mercato nazionale.

RINNOVATE LE POSIZIONI CAUTELARI

Sono state poi rinnovate le posizioni cautelari di altri indagati per i quali inizialmente non erano stati accolti gli elementi indizianti raccolti dalla Distrettuale Antimafia poiché ritenuti inidonei a qualificarsi quali gravi indizi di colpevolezza, indizi che invece hanno trovato piena condivisione nell’Ordinanza di Misura Cautelare personale di oggi con cui, peraltro, sono state aggravate le posizioni di due soggetti già destinatari di fermo di indiziato di delitto, Mario Bevilacqua e  Diego Freitas de Siqueira, per i quali il GIP ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere. Accordate infine le richieste espresse dalla Procura sul conto di due ulteriori indagati, Celeste Cordiani e  Gianfranco Bruzzese, ritenuti rispettivamente responsabili dei reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze ed intestazione fittizia di beni.

I PRESUNTI BOSS

L’ordinanza cautelare notificata con l’operazione condotta dai carabinieri ha, infine, riattualizzato il grado verticistico di esponenti storici della cosca dei LAMARI e dei FERRENTINO, tra cui compaiono Rocco Lamari e  Alessandro Ferrentino, già detenuti perché ritenuti colpevoli, col ruolo di “capi” delle rispettive ‘ndrine, di reati associativi di tipo mafioso. Infatti è stata conclamata ancora una volta la capacità dei vertici della locale di Laureana di Borrello di emanare ordini e direttive nei confronti dei reggenti delle cosche sul territorio, pur essendo detenuti in regime di 41 bis.

Per leggere i nomi dei destinatari del provvedimento clicca qui.

Cittanova: grande partecipazione alla manifestazione della Federazione degli Studenti

Riceviamo e pubblichiamo

In occasione della giornata internazionale dello studente, si è svolta a Cittanova la manifestazione provinciale degli studenti, promossa dalla Federazione degli Studenti e dai rappresentanti degli studenti delle scuole reggine.

In piazza, ieri mattina (17 novembre - Ndr), numerosi gli studenti ed i giovani accorsi da tutta la provincia con diversi pullman, che hanno attraversato i luoghi simbolo della città con striscioni, bandiere, per poi concludere a piazza San Rocco con un’assemblea pubblica studentesca e con un concerto delle varie band.

 Ormai, come da tradizione, ad organizzare l’evento sono i rappresentanti degli studenti dell'istituto V. Gerace con la partecipazione dei rappresentanti delle scuole della provincia e della Federazione degli Studenti.

Si ritengono più che soddisfatti, il rappresentante degli studenti Leopoldo Prestileo,  Alex Tripodi coordinatore regionale della Federazione degli Studenti e rappresentante della commissione delle Politiche Giovanili al comune di Reggio Calabria che insieme al presidente della consulta provinciale degli studenti Francesco Nicolò , per quella che ritengono “una straordinaria partecipazione” , visto la mobilitazione di oltre 2000 gli studenti reggini che si sono recati nel cuore della piana di Gioia Tauro per dire la loro.

Ad animare l’assemblea pubblica degli studenti sono stati diversi interventi, tra cui quello del coordinatore della rete degli studenti Antonino Vazzana che in pubblica piazza ha dichiarato : “in un mondo sempre più in crisi dal punto di vista sociale, economico e morale sarà fondamentale immaginare un nuovo modello di diritto allo studio per garantire a tutti gli studenti uguali diritti ed opportunità. Definirei la “Buona Scuola” un buon provvedimento - prosegue Vazzana - ma insufficiente. Servirà da subito - dichiara Francesco Nicolò - emanare una legge nazionale per il Diritto allo studio, che dia pari dignità e diritti a tutti gli studenti da Nord a Sud". 

Poi le considerazioni del coordinatore della piana dei Giovani Democratici, Giuseppe De Caria che afferma “questa mobilitazione studentesca è il segnale che la piana di Gioia Tauro se supportata da investimenti veri in conoscenza e ricerca può divenire la culla culturale del mediterraneo e la locomotiva del mezzogiorno, bisogna crederci.

Infine conclude Alex Tripodi “servirà attivare da subito un interlocuzione vera con i vari livelli istituzionali per confrontarsi su temi importanti e fondamentali come il diritto allo studio, l’edilizia scolastica e le opportunità di formazione e occupazionali per le giovani generazioni. Chiederò al più presto agli altri membri della commissione politiche giovanili al comune di Reggio Calabria e al delegato regionale sul tema di costruire un appuntamento di riflessione, confronto e approfondimento”.

Federazione degli studenti

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