Sede INPS Serra, la petizione popolare viaggia verso Roma

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa della Cisal

La sfida è alla metà dell’opera. Sindaci, amministratori comunali, associazioni, cittadini senza colore di partito dei 18 comuni dell’hinterland serrese hanno risposto più che positivamente alla petizione popolare promossa ed organizzata dal patronato Encal Cisal contro il provvedimento emanato dal Presidente dell’Inps, Tito Boero, che ha registrato, a partire dal 2 gennaio scorso, la trasformazione in Punto Inps dell’Agenzia di Serra San Bruno.  

Oltre due mila le firme raccolte nel cuore del territorio serrese con i giovani in testa alla protesta e fermamente intenzionati ad andare oltre, e con iniziative più consistenti, se il Presidente dell’Inps non revocherà il provvedimento.

Particolarmente animato e condotto con civile e straordinaria passione sociale l’impegno sociale dei giovani di Serra San Bruno che interpretando intelligentemente l’effetto penalizzante su quella popolazione della decisione dell’Inps di Roma si sono prodigati fino all’inverosimile per tutelare i legittimi interessi di tutti i cittadini e soprattutto degli anziani, da gennaio costretti ad un vero tour de force per raggiungere le sedi Inps di Vibo Valentia e di Tropea per  assolvere alle tante pratiche personali in materia di assistenza e previdenza sociale.

Confezionata nella garanzia della procedura, la petizione verrà inoltrata, ufficialmente oltre che al Presidente Nazionale dell’Inps Tito Boero, al responsabile regionale e al responsabile provinciale.

C’è in tutti noi legittima attesa per un positivo ripensamento da parte di Tito Boero che nei prossimi giorni avrà sul suo tavolo le giuste motivazioni di 2000 cittadini che rivendicano una sicura tutela dei propri legittimi interessi sociali.

Come si ricorderà per superare la probabile inefficienza logistica e la spesa di fitto il Commissario di Serra San Bruno con apposito provvedimento aveva concesso l’utilizzo di adeguati locali proprio per scongiurare il trasferimento della sede ed il suo conseguente declassamento.

Iniziativa che non ha trovato l’immediato riscontro dell’Istituto, vuoi, soprattutto, per la ferma volontà del dirigente Calabria dell’Inps Giuseppe Greco e della  dirigente d’area di Vibo Valentia Maria Rosaria Scopelliti che si sono sempre opposti ad un qualsivoglia confronto permettendo al provvedimento del Presidente Tito Boero di essere messo in pratica in maniera indisturbata senza capire gli straordinari ed avvilenti danni che esso ha inevitabilmente e conseguentemente provocato.

Oggi la Scopelliti è stata sostituita con la neo incaricata dott.ssa Raffaella Contartese cui rivolgiamo il più fervido augurio di buon lavoro.

In ogni caso nella più complessiva valutazione del problema, evidentemente, non è stata presa in considerazione la attenta riflessione e l’energica risposta dei cittadini interessati che hanno inteso reagire nella forma democratica più concreta, ricorrendo alla petizione popolare.

Attendiamo, pertanto, giustizia dal Presidente Tito Boero ed una più attenta organizzazione della macchina burocratica dell’Inps che non può non tenere conto nella sua missione quotidiana che esistono realtà, come quella serrese, che ha tutto il diritto di contare su un servizio d’istituto più aderente alle necessità anche fisiche della popolazione, in particolare dei pensionati e dei lavoratori a volte portatori di disagio.

 

Crediamo, infine, che anche questo tipo di democratica e giusta riposta alle angherie della politica possa contribuire a far riflettere quanti si dichiarano in piazza portatori delle legittime dei lavoratori mentre in realtà avallano scelte che condannano i cittadini a sacrifici talvolta avvilenti e immeritati.

Agguato nella notte in Calabria: un morto e un ferito

Gli inquirenti non hanno dubbi: si tratta di un'azione criminale che porta la firma della 'ndrangheta quella compiuta durante nelle prime ore di oggi in Calabria. A cadere sotto le fucilate esplose dal sicario è stato Domenico Polimeni, 48 anni, in passato coinvolto in vicende giudiziarie. I killer gli hanno teso l'agguato mortale in località Sotira, a Calanna, in provincia di Reggio Calabria. I proiettili hanno raggiunto pure Giuseppe Greco, collaboratore di giustizia di 46 anni, che ha riportato ferite gravi ed è stato trasportato agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Ad indagare sul grave fatto di sangue sono i poliziotti della Squadra Mobile di Reggio Calabria, sotto il diretto coordinamento dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Sulla scorta delle prime ricostruzioni compiute dagli inquirenti, le vittime sono state centrate dai colpi di fucile mentre si trovavano su un balcone. A sparare sarebbe stato un uomo giunto sul luogo designato a bordo di un'autovettura. E' ipotizzabile che il bersaglio fosse Giuseppe Greco. Polimeni si sarebbe trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

 

 

'Ndrangheta, scomparso dalla località protetta il pentito Giuseppe Greco

Come si legge nell'edizione odierna de "Il Garantista", risulta irreperibile Giuseppe Greco, collaboratore di giustizia ristretto ai domiciliari e già condannato in Appello a quattro anni di reclusione all'epilogo del processo originato dall'operazione "Meta" con cui è sono stati scardinati i vertici della 'ndrangheta di Reggio Calabria. Gli inquirenti, dopo aver appurato nella giornata di giovedì che il pentito era irrintracciabile da parte del personale addetto alla sua tutela, stanno lavorando per comprendere i motivi alla base della sparizione dal luogo segreto in cui viveva. Avrebbe dovuto rendere testimonianza in occasione di un'udienza di un dibattimento processuale presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria che vede sul banco degli imputati, oltre allo stesso Greco, anche Domenico Calabrese e Natale Musolino. Verificata la sua assenza, gli agenti hanno stilato un rapporto che hanno trasmesso al Collegio di giudici di cui è presidente il magistrato Massimo Gullino. L'attività collaborativa di Greco, 55 anni, con la giustizia è iniziata esattamente due anni fa, a raccogliere i suoi dettagliati resoconti sull'organizzazione della 'ndrangheta è stato Giuseppe Lombardo, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Padre del pentito è Ciccio Greco, considerato boss della "locale" di Calanna, organico ai clan Araniti e Rugolino. Era stato Fulvio Rizzo, sostituto procuratore generale di Reggio Calabria, a richiedere che il collaboratore testimoniasse in aula. Sulla scorta di quanto si legge in un'informativa relativa all'indagine denominata "Meta", Greco risulta essere "pluripregiudicato per guida senza patente, omicidio volontario in pregiudizio di un vigile urbano, truffa, furto, associazione per delinquere di tipo mafioso, lesioni personali, porto abusivo di coltello di genere vietato, rimpatrio con foglio di via obbligatorio".

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