Per anni picchia la moglie: la Polizia lo ha allontanato da casa

La Polizia ha disposto l'allontanamento da casa per un 52enne al quale vien contestato il reato di maltrattamenti in famiglia. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbe picchiato per lungo tempo la moglie. Teatro della vicenda è Lamezia Terme, F.G.N. il protagonista. Aggressioni e minacce che si sarebbero ripetute negli anni, pure sotto gli occhi dei figli, non ancora maggiorenni. La vittima, in diverse circostanze, è stata malmenata con tale violenza da dover ricevere cure mediche. La Procura della Repubblica ha ordinato, peraltro, che l'uomo non si avvicini ai luoghi che sono frequentati dal resto del nucleo familiare. 

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'Ndranghetisti imponevano false assunzioni ad imprenditori agricoli

Nei giorni scorsi le "Fiamme Gialle", coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro, hanno notificato quattro informazioni di garanzia, con contestuale avviso della chiusura delle indagini preliminari, nei confronti, fra gli altri, di due presunti esponenti di elevata valenza criminale dei clan di 'ndrangheta lametini, per estorsione. In particolare, i provvedimenti sono scaturiti a seguito di indagini di Polizia Giudiziaria, svolte dalle "Fiamme Gialle" del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, nel corso delle quali è stato accertato, fra l’altro, che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, un sospetto membro della cosiddetta "commissione" di una cosca egemone della città, avvalendosi del potere intimidatorio derivante dal suo ipotizzato status delinquenziale, avrebbe imposto a diversi imprenditori locali la sua fittizia assunzione, quella della di lui moglie e quella della cognata. Di conseguenza, a parere degli investigatori, gli indagati, non avendo mai di fatto prestato attività lavorative, si sarebbero precostituiti - fraudolentemente - una falsa posizione contributiva ai fini pensionistici, ottenendo nel corso del tempo, indebito profitto derivante dai contributi previdenziali estorti ai loro apparenti datori di lavoro e da indennità di malattia e di disoccupazione erogate indebitamente nel frattempo dall’Inps. Tale comportamento sarebbe peraltro risultato "trasversale" e consueto nelle cosche lametine, poiché le "Fiamme Gialle" ritengono che anche un altro esponente di rilievo, peraltro di una cosca contrapposta alla prima, attraverso analogo modus operandi, avrebbe imposto la sua assunzione e quella di una sua congiunta ad un imprenditore agricolo, beneficiando anch’egli in tal modo di indebiti profitti (pensione e indennità previdenziali varie). All’esito delle indagini, il Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme ha denunciato alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro i presunti responsabili dei reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso e truffa aggravata a danno dell’Inps. L’Autorità Giudiziaria ha adottato i provvedimenti di informazione di garanzia e contestuale avviso di conclusione delle indagini in quanto alcuni degli indagati sono già sottoposti a varie misure coercitive personali per gravi reati di sangue. Nel contempo, la Guardia di Finanza ha tempestivamente inviato le comunicazioni di rito all’inps, che procederà al recupero delle somme che sarebbero state indebitamente percepite nel tempo dagli indagati, quantificate in un totale complessivo di oltre 100.000 euro. 

Operazione "Killer Smoke": 4 persone arrestate per combustione illecita di rifiuti

Quattro arresti sono stati eseguiti dai Carabinieri che hanno scoperto una banda dedita alla combustione illecita di rifiuti. Il blitz è scattato all'alba a Lamezia Terme dove sono in corso anche in questi minuti svariate perquisizioni nell'ambito dell'operazione denominata "Killer Smoke". I componenti della presunta organizzazione criminale sono tutti di etnia roma.

Colpi di arma da fuoco nella notte contro la sede di un'azienda

La Polizia ha iniziato ad indagare su un'intimidazione compiuta durante la notte. Nel mirino dei criminali è finita ancora una volta un'azienda di poste private con sede a Lamezia Terme. Diversi i colpi di arma da fuoco che hanno centrato la serranda all'ingresso. Il gesto, secondo gli investigatori, è da ricondurre al racket del "pizzo". In queste ore i poliziotti stanno esaminando le registrazioni video dell'impianto di sorveglianza. Nel giro di qualche giorno è l'ennesimo caso patito dal proprietario della ditta che, dopo aver ricevuto un foglio contenente frasi minacciose e proiettili di fucile, ha dovuto subire anche due incendi. 

Violentava la figlia 14enne della compagna: i Carabinieri di Lamezia lo arrestano

Maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata: sono questi i reato contestati ad un trentunenne che è stato sottoposto a fermo da parte dei Carabinieri della Stazione di Lamezia Terme. Vittima una ragazza di 14 anni, di origini romene ma trasferitasi a Sambiase. La giovanissima è stata sottoposta ad un intervento chirurgico complesso all'ospedale "Giovanni Paolo II", una circostanza che ha messo in allarme i militari dell'Arma. Le indagini da essi condotte, attraverso la raccolta di testimonianze ed il particolareggiato esame degli accertamenti medici, hanno permesso di scoprire che B.G.C., connazionale della quattordicenne, figlia della sua compagna, l'aveva ripetutamente violentata. Crimini che sarebbero iniziati un anno addietro. La stessa fidanzata del presunto aguzzino aveva ripetutamente subito le sue angherie denunciate alle forze dell'ordine. I Carabinieri gli hanno stretto le manette ai polsi nella stessa casa in cui abitava con la convivente e la figlia di lei. Espletate le formalità di rito, lo hanno condotto al carcere di Siano, a Catanzaro. 

 

 

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Intimidazioni in Calabria: incendiata l'auto di un imprenditore

Nella serata di venerdì è stata incendiata l'autovettura di un imprenditore che è responsabile della delegazione Aci di Lamezia Terme. La vettura era in sosta nei pressi della sua residenza, lungo Corso Giovanni Nicotera. Già in un'altra recente occasione era stato vittima di un'intimidazione. Qualche giorno addietro ignoti lasciarono dinanzi all'ingresso della sua attività commerciale un foglio, su cui era visibile la frase "Mettiti a posto", accompagnato da proiettili. Ad indagare sulla vicenda sono i Carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme.

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'Ndrangheta: confiscato il patrimonio di un imprenditore

E' stato confiscato in queste ore il patrimonio di un imprenditore edile che gli inquirenti considerano vicino alla 'ndrangheta. In particolare, il personale della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha messo nel mirino i beni appartenenti a Francesco Cianflone, di Lamezia Terme, sospettato di essere organico al clan Giampà. Tratto in arresto tre anni fa nel contesto dell'inchiesta denominata "Piana", perché accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, rientrò nel calderone di un'indagine focalizzata sui presunti legami fra diversi titolari di attività economiche e le cosche attive nella zona. Altri tre furono gli imprenditori catturati nell'ambito della medesima operazione. L'attività investigativa trasse spunto dai racconti forniti da vari collaboratori di giustizia, già affiliati al clan Giampà, e finiti in manette. Il valore dei beni oggetto del provvedimento ammonta a 7 milioni di euro.

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Sequestrati in Calabria oltre 8500 prodotti pericolosi

Il fenomeno illecito è quello della vendita di merce con falsa/mancante marcatura CE o, comunque, priva/carente dell’indicazione dei requisiti minimi di sicurezza previsti dalla normativa dell’Unione Europea e nazionale, a tutela della salute umana. Le Fiamme Gialle Crotonesi hanno intensificato le quotidiane attività di prevenzione e controllo economico del territorio acquisendo, anche grazie alle analisi delle banche dati a disposizione del Corpo, utili informazioni per interventi mirati in materia di sicurezza dei prodotti. Tali attività si sono concretizzate in perquisizioni, accessi, ispezioni e verifiche delle merci che hanno visto coinvolti più reparti della Regione. In particolare le attività poste in essere dai finanzieri crotonesi prima e poi quelle del Gruppo di Lamezia Terme, hanno consentito il sequestro complessivo di oltre 8.500 prodotti non rispettanti la specifica normativa sulla sicurezza dei prodotti o con marchio CE risultato contraffatto/assente. I sette soggetti economici tutti di etnia cinese, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per frode in commercio attraverso l’illecita commercializzazione di merce non sicura.

 

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