“Non mi sarei mai lasciata coinvolgere nell’ultima trovata pubblicitaria dei colleghi della destra reggina, affiancati in questa impresa niente meno che dai vertici nazionali di Pace. Ma a quanto pare mi tocca, essendo stato superato ogni limite sostenibile”. Nancy Iachino è ancora al centro di polemiche, per fatti che non la vedono direttamente protagonista ma che la spingono – perchè sente il dovere morale o perché, come in questo caso, è espressamente chiamata in causa – ad intervenire. “Una polemica montata da una minoranza che nessun contributo riesce a dare a questa Città – afferma il consigliere comunale della città dello Stretto in relazione agli sviluppi della vicenda relativa alla pronuncia di espressioni blasfeme a Palazzo San Giorgio - una minoranza evidentemente incapace di mettere sul tavolo alternative concrete a quello che fu il Modello che tutti ancora e per molto pagheremo caro! Una minoranza che non fa proposte, ma che non vede l’ora che sia commesso un errore o qualsiasi cosa somigli o sia propinabile come tale, per convocare una conferenza stampa e godersi il suo breve momento di gloria. Ma la meschinità – aggiunge - in questo caso è andata di molto oltre, giungendo a chiamare in causa un familiare, giungendo ad utilizzare la fede cattolica quale strumento per fomentare odio nei confronti delle istituzioni e, peggio, nei confronti della stessa religione cattolica!”. “La situazione – commenta l’esponente del Pd - è decisamente sfuggita di mano agli stimati colleghi sedicenti cattolici, che per difendere a spada tratta la loro fede, sono finiti per spianare la strada a chi non aspetta altro che gettare fango su di essa, nel maldestro tentativo di fare proseliti per la propria. Non riesco a dare altra interpretazione ai riferimenti tanto dettagliati a chi con certi episodi non c’entra proprio nulla! E su questo vi invito a riflettere. E’ questa la vergogna di fronte la quale scandalizzarsi, anzi, inorridire!”. Quindi una doverosa puntualizzazione: “il gesto gravissimo del collega Martino è senza dubbio offensivo del mio senso religioso, della mia fede, del mio stile di vita e di comportamento. A lui, senza necessità di convocare una conferenza stampa, ho espresso la più grande disapprovazione, e da lui, immediatamente, ho ricevuto scuse inequivocabilmente sentite. Se i colleghi di minoranza – asserisce Iachino - non si fossero lanciati fuori dall’aula (ammetteranno in sincerità che in quel momento non aspettavano altro) avrebbero inteso pochi istanti dopo l’accaduto il profondo pentimento del presidente, per una espressione che egli stesso mai avrebbe pensato di usare, ricevendo immediate e sincere scuse, come di fatto è accaduto con i presenti”. Poi la precisazione prosegue anche con riferimenti evangelici, quasi a rendere più coerenti e calzanti i richiami: “certi profili a me ricordano piuttosto i farisei di Matteo, ipocriti e somiglianti a sepolcri imbiancati, belli, giusti all’esterno, davanti agli uomini, ma dentro pieni di ipocrisia e iniquità! Dovrebbero sapere, coloro che amano professarsi cattolici ma che senza pudore piegano a loro piacere i sacri valori dell’insegnamento di Cristo, che questi invita ad un esame di coscienza sincero prima di scagliarsi contro il peccatore! Ed insegna il perdono! Dovrebbero sapere, e non limitarsi a predicarlo, ma mettere in pratica proprio nel momento di maggiore difficoltà, nel momento in cui tale prova diviene più dura, che i Vangeli insegnano ad accogliere colui che commette un errore, a non lasciarlo solo perché comprenda e non ricada più. Non tocca all’uomo giudicare! Non tocca all’uomo condannare! Tocca all’uomo perdonare essendo questa la quintessenza del messaggio di Cristo. Si lascino ad altri certe ipocrisie e certe bassezze – ammonisce la rappresentante della maggioranza - l’essere Uomini e testimoni di Cristo richiede un impegno ben più concreto, sacrificante e nobile della semplice dichiarazione resa, in base alla circostanza, davanti ai giornalisti! Invito pertanto gli stimatissimi colleghi di minoranza – è la conclusione - a promuovere e coinvolgermi in confronti che abbiano ad oggetto temi utili alla Città, a lasciare fuori la mia famiglia da questioni che non la riguardano e a non ricadere più in certe trappole, affidandosi con troppa leggerezza a chi, con modi discutibili, coglierebbe qualsiasi occasione di fare proseliti”.