Si nascondeva in Calabria l'ex politico messicano vicino ai narcos

Gli agenti della Squadra mobile di Cosenza, con il coordinamento del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato ed il supporto della Squadra mobile di Firenze, ha tratto in arresto Tomas Jesus Yarrington Ruvalcaba, cittadino messicano, ricercato in ambito internazionale perché destinatario di un ordine di cattura emesso dall'Autorità giudiziaria statunitense.

Condannato per associazione per delinquere, traffico di stupefacenti, riciclaggio, frode bancaria e reati connessi, Yarrington Ruvalcaba, fino al 1995, è stato sindaco di Matamoros, cittadina che confina con stato del Texas, mentre  dal 1999 al 2005 è stato governatore dello Stato di Tamaulipas.

Secondo l’accusa, approfittando delle cariche istituzionali ricoperte, avrebbe ricevuto elevatissime tangenti da parte di pericolosi narcos messicani riconducibili al noto “Cartello del Golfo”. In cambio, l’uomo politico avrebbe favorito l’esportazione di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana verso gli Stati Uniti. Yarrington Ruvalcaba avrebbe, quindi, investito milioni di dollari, profitto di tangenti, nell'acquisto di diversi beni immobili negli Usa ed in Messico.

Latitante dal 2012, è considerato, dalla rivista americana “forbes” come una tra le dieci persone più corrotte del Messico. Su di lui pende una taglia di 15 milioni di pesos messicani.

In seguito alla segnalazione della polizia Statunitense, la Squadra mobile di Cosenza ed il Servizio centrale operativo hanno avviato un'attività d'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Paola consistente, prevalentemente in servizi d'osservazione, intercettazioni e pedinamento. Sebbene, ci fosse la possibilità che Yarrington Ruvalcaba, potesse essersi sottoposto ad intervento di chirurgia plastica al viso, gli investigatori lo hanno individuato a Paola, dove si era stabilito da qualche mese. Nella cittadina calabrese l’uomo usava il nome Perez Morales. Grazie ai documenti falsi di cui disponeva era riuscito, nei mesi scorsi, a ad eludere due controlli effettuati dalle  forze dell’ordine.

Dopo giorni di appostamenti, i poliziotti sono entrati in azione stringendo le manette ai polsi del cittadino messicano.  L’arresto è stato effettuato a Firenze al termine di un lungo pedinamento iniziato in Calabria.

Al momento del fermo, avvenuto a pochi passi dal centro storico fiorentino, l'uomo ha continuato a negare la sua identità. Solo dopo essere stato sottoposto ai rilievi fotodattiloscopici si è avuta la certezza della sua vera identità attraverso la comparazione delle impronte digitali.

All’operazione hanno preso parte anche funzionari dell’Interpol, nonché funzionari del Department of homeland security americano.

Gli investigatori stanno ora cercando di capire se, durante la latitanza in Italia, Yarrington Ruvalcaba abbia beneficiato di una rete di fiancheggiatori.

Lite per questioni di vicinato,90enne ridotto in fin di vita

Un allevatore M. M. di 34 anni è stato arrestato, a Paola, dagli agenti della Polizia di Stato con l’accusa di lesioni.

 L’uomo avrebbe provocato gravi lesioni a un novantenne. Il motivo dell’aggressione sarebbe da ricercare in atavici contrasti scaturiti da problematiche inerenti rapporti di “vicinato”  e dalle continue “invasioni” di capi di bestiame al pascolo nelle terre di proprietà della vittima.

Al culmine dell’ennesima discussione, il 34enne avrebbe aggredito fisicamente l’anziano riducendolo in fin di vita.

Ricoverato presso il locale ospedale, al malcapitato sono stati riscontrati: un trauma cranico commotivo, un trauma facciale con ecchimosi al volto, un trauma toracico e la frattura di una costola.

I poliziotti del Commissariato di Paola hanno, quindi, rintracciato ed arrestato il presunto aggressore.

Al termine delle formalità di rito, l’allevatore, già noto alle forze dell’ordine, è stato posto ai domiciliari in attesa del giudizio per direttissima.

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Ventenne tenta suicidio, salvato dalla Polizia

Ieri personale della Polizia di Stato del Commissariato di Paola ha salvato la vita ad un giovane di vent’anni di nazionalità lettone, residente fuori regione ma domiciliato a Cetraro, che aveva tentato di suicidarsi gettandosi  in mare. In particolare, nella tarda serata di ieri perveniva alla sala Operativa del citato Commissariato la segnalazione circa la presenza, sulla spiaggia di Cetraro, di una persona in mare che manifestava intenzioni suicide.

Il personale della Polizia di Stato in servizio sulle Volanti, tempestivamente interveniva  sul posto e, dopo un accurato controllo del tratto di spiaggia segnalato,  individuava in mare, immerso fino alle spalle, un giovane che notando gli agenti inveiva contro di loro e si immergeva sempre di più in acqua. Dopo vani tentativi di farlo desistere dal compiere l’insano gesto suicida, senza alcuna esitazione, gli operatori con slancio si calavano in mare e, coadiuvati da personale della Capitaneria di Porto di Cetraro, afferravano il giovane che cercava di divincolarsi e, se pure con difficoltà, riuscivano a tirarlo fuori dall’acqua ponendolo in salvo  sulla battigia.

La Sala Operativa del Commissariato nel frattempo aveva disposto l’invio di operatori del 118 che, al termine dell’intervento della Polizia di Stato accompagnavano il ragazzo presso il locale ospedale.

 

Sono in corso accertamenti da parte del Commissariato di P.S. di Paola allo scopo di stabilire le ragioni del gesto.

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Sequestrate 12 società, misure cautelari per 14 persone

La Guardia di finanza di Paola ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal gip Rosamaria Mesiti, su richiesta del Procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano e del Sostituto Teresa Valeria Grieco, nei confronti 14 persone ritenute responsabili di aver attribuito fittiziamente la titolarità di beni e aziende al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniali.

 All’ effettivo titolare dei beni e delle attività, soggetto pluripregiudicato, è stata applicata la misura della custodia in carcere. Per le 13 persone considerate “prestanomi” sono stati, invece, disposti gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla P.G. Il reato, previsto dall’art. 12 quinquies della Legge n. 356/1992, intende perseguire la fittizia attribuzione ad altri della titolarità di beni che potrebbero essere oggetto di sequestro e confisca.

 Il soggetto effettivo titolare, al fine di evitare il sequestro dei beni illecitamente acquisiti, "scherma" l’investimento patrimoniale e ne attribuisce fittiziamente la titolarità formale dello stesso ad un terzo soggetto, c.d. “prestanome”. Nelle attività imprenditoriali spesso ciò avviene con l'assunzione della qualità di socio occulto di società e la presenza di soci e imprenditori “fittizi” o “prestanome”, il tutto al fine di agevolare una successiva circolazione dei beni nel tessuto finanziario, economico e produttivo ed evitare che l’emergere della illecita ricchezza consenta l’applicazione di misure patrimoniali e quindi il sequestro e la confisca dei beni. Per tali motivi sono state sottoposte a sequestro:

 

  • le quote sociali di 12 società
  • complessi aziendali, beni mobili, autovetture ed immobili e disponibilità finanziarie riferiti alle suddette persone giuridiche;
  • disponibilità finanziarie riconducibili alle persone indagate,per un valore complessivo pari ad oltre 2 milioni di euro.

 In particolare, le indagini effettuate dalle Fiamme gialle,sotto la direzione della Procura della Repubblica di Paola, hanno consentito di ricostruire la storia societaria e finanziaria di 12 imprese attive nei seguenti settori: supermercati, abbigliamento e pubblicità, tutte riconducibili al “dominus”, di fatto di proprietario e gestore, attraverso compiacenti prestanome legati da vincoli di parentela, di amicizia e pregressi rapporti di lavoro.

 Le attività commerciali venivano avviate ed operavano di fatto per uno o due anni, durante i quali però contraevano ingenti debiti nei confronti di fornitori e, soprattutto, dell’erario, per poi essere abbandonate, poste in liquidazione o dichiarate fallite. I complessi aziendali, quindi, venivano ceduti ad altri soggetti economici di nuova costituzione, sempre riconducibili all‘effettivo titolare, attraverso i prestanome. Il notevole flusso di denaro, soprattutto contante, generato serviva a finanziare la “catena delle diverse attività”, producendo ulteriore ricchezza “illecita”.

 

 

L'ex moglie lo respinge, lui la percuote con un bastone

Un 55enne di Diamante è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri della Compagnia di Scalea, con l'accusa di atti persecutori e lesioni personali. 

L'arresto è stato eseguito in ottemperanza ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Paola, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

L'uomo è accusato di aver aggredito l'ex moglie.

Secondo quanto riferito dalla vittima, il 55enne avrebbe tentato di convincerla in più occasioni a riallacciare il loro rapporto. Di fronte all'ennesimo rifiuto, in preda all'ira, avrebbe, quindi, aggredito la donna con un bastone. 

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Detenzione abusiva di armi, denunciato un 49enne

Nel pomeriggio di oggi, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Paola hanno denunciato in stato di libertà P.O. di 49 anni.

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è accusato del reato di detenzione abusiva di armi.

In particolare, nel corso di una perquisizione,  personale del Commissariato di Paola e del Reparto prevenzione crimine “Calabria Settentrionale” ha rinvenuto e sottoposto a sequestro le seguenti armi:

1) un Revolver presumibilmente marca bulldog cal. 7,65 di provenienza Belga o Britannica, costruita dal 1870 al 1890 (classificata come arma antica). L’arma era priva di matricola, grilletto e della molla di connessione ;

2) un pugnale di 33 centimetri di lunghezza, comprensivo di guaina in ferro auto affilante all’estrazione ;

3) un machete di 44 centimetri di lunghezza, con custodia in similpelle.

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Calabria, scossa di terremoto nella notte

Un terremoto di magnitudo ML 2.5 è stato localizzato in Calabria dalla sala sismica dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. L'evento tellurico ha avuto origine  nelle acque del mar Tirreno meridionale, al largo della costa cosentina.

La scossa si è sviluppata, all'1,52 della notte appena trascorsa, ad una profondità di 228 chilometri. Il tratto di mare interessato dal sisma è quello compreso tea Amantea e Paola.

Un terremoto di magnitudo analoga era stato rilevato, nella notte a cavallo tra giovedì e venerdì, poco più a nord, davanti alla spiaggia di Cetraro

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Droga nel Cosentino: i nomi delle 25 persone fermate ed il ruolo delle donne

Sono venticinque le persone interessate dal provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Paola nell'ambito dell'operazione antidroga  condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegale di armi. L'operazione, condotta con il supporto di velivoli dell'ottavo nucleo elicotteri carabinieri e unità cinofile del Gruppo operativo Calabria di Vibo Valentia, è l'epilogo di indagini coordinate dal pm Anna Chiara Fasano e condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea, che hanno portato alla luce un articolato contesto di spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle più note località turistiche dell'alto tirreno cosentino in particolare nei comuni di Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino e Sangineto.

Nel corso dell'operazione "Murales", effettuata questa mattina sono state fermate anche sei donne.

I NOMI

Questi i nomi delle persone coinvolte: Salvatore Addino, 25 anni, Salvatore Amoroso, 26 anni,Ciriaco Casella, 27 anni, Mario Cianni, 51 anni, Adamo Di Falco, 47 anni, Annalisa Esposito, 23 anni, Francesco Fittipaldi, 22 anni, Stefania Gazzaneo, 43 anni,Gabriella Greco, 38 anni, Stefano Greco, 37 anni, Luca Grosso Ciponte, 35 anni,Fabrizio Iannelli, 39 anni, Ciro Impieri, 25 anni, Rossella Lombardi, 34 anni, Giuseppe Mandaliti, 34 anni, Pierluigi Oliverio, 36 anni, Salvatore Orto, 26 anni, Lorenzo Pastorelli, 38 anni, Ramona Piemontese, 29 anni, Alessio Presta, 21 anni, Carlo Ricca, 37 anni, Stefania Ricca, 35 anni, Andrea Valente, 38 anni, Ivan Vilardi, 31 anni,Rosario Alessandro Impieri.

IL RUOLO DELLE DONNE

"Le donne avevano ruoli attivi e di spicco, sia nell'attività di cessione che di occultamento dello stupefacente sulla propria persona, consapevoli della difficoltà di effettuare perquisizioni". È quanto ha sostenuto il sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Anna Chiara Fasano, durante la conferenza stampa convocata per illustrare l'indagine. "In particolare - ha aggiunto il magistrato - utilizzavano una minorenne sia per il trasporto della singola dose che per forniture più consistenti. La ragazza veniva fatta salire in auto e poi le chiedevano di nascondere la droga nel reggiseno o nelle parti intime, in cambio otteneva soldi o dosi, in quanto essa stessa assuntrice di sostanze stupefacenti. Un'attività durata quattro mesi, scaturita da un primo arresto, che tra l'altro ha permesso di scoprire l'organizzazione di un furto in un supermercato dove uno degli indagati è dipendente". "Siamo soddisfatti - ha commentato il col. Fabio Ottaviani comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza - di questa attività svolta in tempi rapidi, perché il nostro obiettivo è togliere la droga dalle strade. I fatti accadevano fino a ieri e oggi abbiamo dato una risposta immediata".

 

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