Beccato con 3 mila foto e video pedopornografici, arrestato commerciante

Un commerciante quarantacinquenne di Reggio Calabria, che deteneva oltre 3 mila immagini e filmati di contenuto pedopornografico.

Questo il profilo che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere adottata nei suoi confronti dal gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla polizia postale reggina che, qualche tempo addietro, aveva eseguito una perquisizione presso l’abitazione e la sede lavorativa dell’indagato, nell’ambito di un altro procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze sullo stesso fenomeno.

L’indagine fiorentina, scaturita da un’attività sotto copertura su sistemi di filesharing, denominata Sweep Web, ha permesso d'identificare e sottoporre a perquisizione oltre 30 utenti.

 

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Pedopornografia, 63enne arrestato in Calabria

Dietro l’apparenza innocua di un normale impiegato e padre di famiglia, si celava la personalità di un appassionato collezionista di immagini e video pornografici, realizzati mediante l’utilizzo di minori di diciotto anni.

È questo il profilo di un impiegato 63enne residente a Reggio Calabria, che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere adottata nei suoi confronti dal Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla polizia postale di Reggio Calabria che, qualche tempo addietro, aveva eseguito una perquisizione presso l’abitazione e la sede lavorativa dell’indagato nell’ambito di un altro procedimento penale aperto, sullo stesso fenomeno, dalla Procura della Repubblica di Venezia.

L’accurata analisi svolta dagli specialisti della polizia postale, avrebbe consentito di rinvenire quasi 2 mila files di immagini e video conservati nelle memorie digitali degli strumenti sequestrati, dal contenuto esplicitamente pedo-pornografico del quale, secondo l’accusa, l’uomo era perfettamente consapevole, tanto che gli viene contestata l’aggravante dell’utilizzo di mezzi atti ad impedire la propria identificazione. 

Gli accertamenti avrebbero, inoltre, permesso di provare anche la divulgazione del materiale e la presenza di video che documentano abusi sessuali su vittime preadolescenti, nonché la creazione di apposite “cartelle” destinate a classificare le diverse tipologie di immagini e video. 

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Tentata estorsione e detenzione di materiale pedopornografico, in manette due giovani

Gli agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Polistena, a conclusione di serrate indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e coordinate dal Procuratore Federico Cafiero de Raho e dall'Aggiunto Gerardo Dominijanni, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del 20enne M. F. e del 27enne P. G..

I due, residenti a San Giorgio Morgeto (RC), sono ritenuti gravemente indiziati dei reati di tentata estorsione e di detenzione di materiale pedo-pornografico.

L'indagine è stata avviata dopo che un uomo ha denunciato di essere stato contattato, tramite chat, da un utente di Facebook che lo aveva minacciato di divulgare on-line alcune fotografie ritraenti la figlia minorenne in pose intime se non avesse consegnato la somma di 2 mila euro.

I poliziotti, di concerto con l'Autorità giudiziaria, hanno avviato un servizio d'appostamento ed osservazione al fine di individuare l'autore dell'estorsione nel momento esatto del ritiro della somma pattuita.

L'operazione di polizia non ha prodotto alcun risultato poichè, all'appuntamento tra vittima ed estorsori non si è presentato nessuno.

Successivamente, grazie ad ulteriori attività info-investigative ed alla collaborazione del personale del Compartimento della Polizia Postale di Reggio Calabria, è stato possibile ottenere ulteriori spunti per avviare un'indagine, durata diversi mesi, grazie alla quale il gip presso il tribunale di Reggio Calabria ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di M.F., già detenuto per altra causa, mentre P.G., dopo le formalità di rito, è stato collocato presso la propria abitazione, in regime di arresti domiciliari, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

 

 

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Pedopornografia, 30enne arrestato in Calabria

La Polizia di Stato ha arrestato un 30enne di Corigliano Calabro trovato in possesso di un ingente quantità di materiale pedopornografico.

Nel corso di una perquisizione, disposta dalla Procura della Repubblica di Roma, presso l'abitazione dell'uomo, gli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cosenza e Catanzaro hanno rinvenuto oltre 270  files di video e foto di natura pornografica. Realizzato con l’utilizzo di minori, il materiale era contenuto nella memoria dell’hard disk di un personal computer che è stato posto sotto sequestro.

Nella circostanza, i poliziotti hanno proceduto ad analizzare vari supporti digitali di memoria rinvenuti presso il domicilio dell’indagato, che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi.

Dopo aver accertato la flagranza del reato e ritenuta sussistente l’aggravante dell’ingente quantità, i poliziotti hanno proceduto all’arresto dell’indagato, che è stato tradotto in carcere a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari.

L’operazione è frutto dell’incessante attività di prevenzione e repressione svolta quotidianamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, anche attraverso il costante monitoraggio della rete web, per contrastare il turpe fenomeno dell’utilizzo di minori nella realizzazione di video ed immagini pornografiche.

Vasta operazione dei carabinieri contro pedopornografia e reati sessuali

Dalle prime ore di questa mattina è in corso un’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria.  Su ordine della Procura della Repubblica e della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni della città dello Stretto, i militari stanno dando esecuzione a nove misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, emesse dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria ed una da quello presso il Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria. Le persone colpite dai provvedimenti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate e di favoreggiamento personale.

 

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Pedopornografia online. Arrestato un 43enne: è accusato di atti sessuali con un minore

La Polizia Postale e delle Comunicazioni, che avviato le indagini unitamente alla Squadra Mobile, ha arrestato un 43enne accusato di aver divulgato, distribuito e diffuso un notevole quantitativo di materiale pedopornografico e di aver abusato in passato di un minore di 14 anni. L’uomo è originario di Como e residente a Milano. Dopo mirate indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, coordinate dal Procuratore Federico Cafiero de Raho e dal suo Aggiunto Gerardo Dominijanni, il Giudice delle indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere  che aveva avviato le indagini unitamente alla Squadra Mobile reggina. Per non essere individuato, ed impedire l’identificazione dei dati di accesso alle reti telematiche, utilizzava le postazioni di alcuni Internet Point. Uno stratagemma che, comunque, non gli ha consentito di sfuggire agli investigatori della Polizia Postale che, accortisi di questo intenso traffico sul web, hanno iniziato immediatamente ad intercettare i flussi telematici, attività che ha consentito di individuare le utenze da cui partivano le connessioni internet di accesso alle caselle di posta elettronica e i link di accesso ai cloud da cui venivano scaricate le immagini e i video a carattere pornografico coinvolgenti minori, oltre che informazioni sulla possibilità di dare appuntamento alle giovani  vittime. Gli elementi raccolti hanno condotto quindi la Polizia calabrese ad alcuni Internet Point della città di Bergamo dove ulteriori, mirate attività investigative svolte congiuntamente al Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano e alla dipendente Sezione Bergamo, con il supporto della Questura di Bergamo, hanno consentito di individuare l’ignoto utilizzatore delle postazioni internet in quella località, dove adesso è stato eseguito il provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria. Dagli accertamenti è inoltre emerso che il 43enne si sarebbe reso responsabile anche di abusi sessuali commessi in danno di un minore che, all’epoca dei fatti, aveva meno di quattordici anni. L’arrestato, con qualche precedente penale a carico, secondo quanto finora accertato, vive da solo e ha lavorato di recente in maniera precaria come autista di ambulanze e come vigilante sui treni della rete ferroviaria lombarda, dedicando buona parte del suo tempo libero alla navigazione in internet, per condividere con altri utenti del web questa vergognosa passione. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cyberterrorismo e pedopornografia: questi i risultati ottenuti dalla Polizia Postale

In uno scenario nel quale la continua evoluzione tecnoloqica influenza praticamente ogni azione del nostro vivere quotidiano, lo sforzo della Polizia Postale e delle Comunicazioni nel 2015 è stato costantemente indirizzato alla prevenzione e al contrasto della criminalità informatica in generale, ma particolare attenzione è stata dedicata anche al fenomeno emergente del cyberterrorismo, che ha enormemente influenzato la percezione di insicurezza e le abitudini di tutti i cittadini a seguito dei recenti attentati avvenutì nella vicina Francia. Il contrasto alla pedopornografia online si è esteso a tutte le piattaforme della rete dove è presente materiale pedopornografico, concentrandosi in particolare su quelle maggiormente a rischio per le vittime, quali i social network, dove emergono nuove ed insospettate modalità di adescamento di minori, nonché nelle reti "darknet", aree profonde e nascoste del web dove l'utilizzo di tecnologie sofisticate rende inefficaci i tradizionali mezzi di accertamento delle identità online. A tale proposito, sono stati operati 67 arresti e 485 denunce per adescamento di minori online, produzione, diffusione e commercializzazione online di materiale pedopornografico. Per il crescente fenomeno dell'adescamento online di minori, si segnala che nel corso dell'anno 2015 sono state 221 le denunce ricevute dagli uffici della specialità. Dalle complesse operazioni di prevenzione è scaturita una assidua attività di monitoraggio della rete che ha visto coinvolti ben 17.283 siti internet, di cui 1.819 inseriti in black list. Sul fronte più generale degli attacchi informatici, si rileva che l'attuale criminalità trova nel mondo del web una generosa fonte per poter delinquere, trafficare e riciclare, garantendosi oltretutto un sostanziale anonimato grazie alla sempre più ampia disponibilità di sistemi di "anonimizzazione" , facilmente disponibili nel cosiddetto dark web. Nel 2015 il C.N.A.I.P.I.C. - Centro Nazionale Anticrimine per la Protezione delle Infrastrutture Critiche, nell'ambito delle attività di prevenzione e contrasto, ha gestito complessivamente 13.500 monitoraggi della rete che hanno riguardato infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale (pubbliche e private). In particolare la Sala Operativa del Centro ha gestito: 633 attacchi informatici nei confronti di servizi internet relativi a siti istituzionali e infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale; 987 alert diramati per vulnerabilità riscontrate su sistemi informatici/telematici o per minacce nei confronti degli stessi; 85 richieste di cooperazione nell'ambito del circuito "high tech crime emergency". Tra le attività investigative condotte dal Centro si segnalano 55 indagini avviate nel periodo in esame per un totale di 24 persone denunciate e l'arresto di altre 2. Passando al financial cybercrime, negli ultimi anni la società ha assistito ad un grosso incremento del mercato digitale. Ciò ha rappresentato delle grosse opportunità per gli operatori economici, ma ha anche attirato fortemente gli interessi criminali di singoli e gruppi organizzati. Crimini di nuova accezione, quali il phishing o la clonazione logica di carte di credito/debito, realizzati tramite furti massivi di identità digitali, non sono che la manifestazione più apparente di gravi e ricorrenti aggressioni su larga scala. Al fine di contrastare efficacemente tali reati, la la Polizia Postale e delle Comunicazioni può contare, in un contesto di partnership pubblico-privato, sulla piattaforma OF2CEN per l'analisi e il contrasto avanzato delle frodi del settore. Nell'anno 2015, proprio grazie alla piattaforma in questione, la Specialità ha potuto bloccare alla fonte una elevata quantità di somme illecitamente sottratte 65.870825,63 euro e recuperare 2.734.269,31 euro della residuale parte relativa ai bonifici già disposti. Nel settore del cyberterrorismo gli investigatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno concorso con altri organi di Polizia e di intelligence nella prevenzione ed il contrasto ai fenomeni di eversione e terrorismo, sia a livello nazionale che internazionale, posti in essere attraverso l'utilizzo di strumenti informatici e di comunicazione telematica. Nell'ultimo anno, la strategia mediatica messa in campo dalle organizzazioni terroristiche di matrice religiosa islamista ha indotto la Specialità ad introdurre un costante monitoraggio della Rete per individuare forme di proselitismo e segnali precoci di radicalizzazione in rete, ma anche iniziative di natura razzista, xenofoba, sessuofobica, o comunque ispirate a reati di odio. Parallelamente all'incremento del mezzo telematico, sono cresciute le aspettative di sicurezza da parte del cittadino. Per tale motivo, in una moderna ottica di prevenzione generale, il portale del Commissariato di Polizia di Stato online è divenuto il punto di riferimento specializzato per chi cerca informazioni, consigli, suggerimenti di carattere generale, o vuole scaricare modulistica e presentare denunce. Uno strumento agevole che consente al cittadino, da casa, dal posto di lavoro o da qualsiasi luogo si desideri, di entrare nel portale ed usufruire dei medesimi servizi di segnalazione, informazione e collaborazione che la Polizia Postale e delle Comunicazioni quotidianamente ed ininterrottamente offre agli utenti del web. Ad integrare tale opportunità, è disponibile un'applicazione dedicata scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone o su tablet, sia per la piattaforma Apple che Android. Un fenomeno così vasto e complesso come il cybercrime, poi, non può certamente sconfiggersi solamente attraverso un approccio repressivo. La Polizia Postale e delle Comunicazioni è impegnata, ormai da diversi anni, in campagne di sensibilizzazione e prevenzione sui rischi e pericoli connessi all'utilizzo della rete internet, rivolte soprattutto alle giovani generazioni. I recenti gravissimi episodi di cronaca, culminati con il suicidio di alcuni adolescenti, il dilagante fenomeno del cyberbullismo e tutte quelle forme di uso distorto della rete in generale e dei social network in particolare, hanno indotto la Specialità a riproporre la più importante iniziativa di prevenzione sulla rete internet, con "Una vita da social". Un progetto dinamico, innovativo e decisamente al passo con i tempi, che si avvicina alle nuove generazioni evidenziando sia le opportunità del web che i rischi di cadere nelle tante trappole dei predatori della rete, confezionando un vero e proprio "manuale d'uso". A disposizione degli utenti non poteva poi mancare la pagina facebook di "Una vita da social", gestita direttamente dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, dove vengono pubblicati gli appuntamenti, le attività, i contributi eccellenti di tutte le tappe del tour e dove i giovani internauti possono "postare" direttamente le loro impressioni ad ogni appuntamento. Nel corso dell'anno sono stati realizzati numerosi incontri educativi su tutto il territorio nazionale raggiungendo oltre 400 mila studenti e più di 1500 Istituti scolastici. 

 

 

 

 

 

 

Rapporto sessuale con un ragazzino: sacerdote calabrese arrestato per prostituzione minorile

Questa mattina la Polizia ha arrestato per prostituzione minorile un sacerdote di 44 anni della Piana di Gioia Tauro. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito al termine di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Gli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno notificato al religioso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della locale Procura della Repubblica.  L’indagine trae origine da un controllo effettuato, nello scorso mese di marzo, da un equipaggio della Polizia di Stato che ha sorpreso l’indagato in compagnia di un minore, a bordo della sua autovettura, in un luogo appartato e poco frequentato. Nel corso del controllo, il minore avrebbe riferito di aver conosciuto quel soggetto - che si era presentato sotto nome falso - su una chat per omosessuali. Al magistrato della Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha precisato successivamente di averlo conosciuto pochi mesi prima, attraverso un’applicazione per smartphone, denominata Grinder, che consente interazioni virtuali fra diversi utenti, attraverso scambi di immagini e messaggi di testo. Ha aggiunto che l’uomo con il quale era stato controllato e con il quale si era sentito in precedenza diverse volte, gli aveva riferito che era un ricercatore scientifico di un paese della Piana di Gioia Tauro, di 35 o 38 anni. Ha dichiarato di aver concordato con l’uomo un incontro su whatsapp e di aver ricevuto da lui un compenso di 20 euro per un rapporto sessuale orale consumato in macchina poco prima che i poliziotti li controllassero.  I primi accertamenti effettuati dalla Squadra Mobile hanno consentito di riscontrare che il soggetto che aveva consumato a pagamento l’atto sessuale con il minore era un sacerdote di una parrocchia della Piana di Gioia Tauro. Gli approfondimenti della sezione specializzata nel contrasto ai delitti in pregiudizio di minori e reati sessuali, svolti con l’ausilio di numerose attività di intercettazione, hanno riscontrato pienamente, secondo gli inquirenti, le dichiarazioni rese agli inquirenti dalla giovane presunta vittima. Nel corso di un’accurata perquisizione disposta dall’Autorità Giudiziaria, gli investigatori della Polizia di Stato hanno sequestrato all’indagato numerosi files relativi ad immagini e video a sfondo omosessuale, anche autoprodotti, e numerose chat con richieste di incontri sessuali, con soggetti minori o con adulti, a pagamento e non, alcuni dei quali consumati. Il religioso è indagato anche per sostituzione di persona, detenzione di materiale pedopornografico ed adescamento di minorenni. In sostanza, si attribuiva falsi nomi e diceva di svolgere professioni diverse da quella effettiva e deteneva materiale pedopornografico che aveva acquisito chattando e che aveva memorizzato nei suoi smartphone di ultima generazione. La minuziosa ricostruzione dei fatti operata dagli specialisti della Squadra Mobile, anche attraverso numerose testimonianze, ha consentito di formulare a carico dell’uomo, circostanziate ipotesi d’accusa, pienamente condivise ed accolte dall’Autorità Giudiziaria.  Il religioso è stato rintracciato presso la canonica della parrocchia dove esercitava il suo ministero ed al termine degli adempimenti di rito è stato condotto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. 

 

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