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Gli errori della politica ed i silenzi della cultura

 Vibo e il suo territorio un tempo godevano di buona fama quanto ad economia: la città, pur piccola, fungeva da centro servizi con seria cultura e uffici e scuole e una vivace rete commerciale; era solido il Nucleo industriale; la costa da Pizzo a Nicotera si distingueva, per strutture turistiche, dal solito approssimativo calabrese. Poi chiusero le industrie e, alla calabrese maniera, pensarono di sostituirla con la più comoda provincia: uscieri e bidelli invece di operai. Era un’illusione funesta, e tutto quello che accade fu che qualche passacarte vibonese invece che a Catanzaro si sedette più vicino casa; nuove assunzioni, quasi nulla; effetto economico, zero.  Commerci e servizi paiono non ammodernati; la pessima, e meritata, opinione sull’ospedale di Vibo è sufficiente esempio del degrado generale. Il turismo è rimasto quello degli anni 1980: una rendita, non un’impresa. Da tale degrado, gli effetti che vediamo, e i dipendenti non pagati, l’ente provincia in dissesto, i comuni sulla strada della crisi. Non chiedetemi soluzioni, perché occorrerebbe uno studio scientifico del territorio, per scoprire se e quali risorse abbia, e come fare per creare lavoro e produttività reale. Quello che è certo è che bisogna sparisca ogni assistenzialismo da “posto”. Intanto, chiudere la provincia e la gran parte dei microscopici comuni. Poi ripensare il turismo, integrandolo con cultura, storia, archeologia; e soggiorni di salute destagionalizzati. Servizi moderni, trasporti, internet…

 Ma cosa si può fare con l’attuale classe culturale e politica? Dai fatti, niente. E niente avviene.

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Caos Provincia, è il giorno della verità?

“Default”. È una parola cupa quella che ricorre nei discorsi dei dipendenti della Provincia di Vibo Valentia. Triste come i loro pensieri, zeppa di incertezze come il loro futuro. Adesso ci vuole coraggio, servono spalle larghe. E soprattutto c’è bisogno di una strategia per cercare di andare avanti. Il presidente Andrea Niglia sa che c’è bisogno di sostegno e pure di franchezza. Per questo, si accinge a presentare, alla presenza del governatore Mario Oliverio, un documento per illustrare la drammatica situazione finanziaria e anche sociale. Si tratta di ‘una fotografia’ della massa debitoria scattata dal comitato tecnico degli amministratori provinciali e comunali composto da Franco Barbalace, Tiziana De Nardo, Pasquale Fera, Raffaele Scaturchio, Domenico Villì, Sergio Rizzo, Vitaliano Papillo e Anna Grillo, coadiuvati dal segretario generale Cesare Pelaia. Le azioni  messe in campo sono dunque molteplici e vanno dall’illustrazione di questo atto, che avverrà oggi pomeriggio, al corteo degli amministratori vibonesi che domani partirà da piazza Municipio per giungere alla prefettura. Le richieste al governo centrale sono chiare: svincolo del Patto di stabilità e adozione di misure straordinarie e urgenti per ottenere liquidità. Che tradotto significa che se non vengono messi subito a disposizione i fondi occorrenti, il malessere sociale diventerà incontrollabile. Difficile se non impossibile, infatti, trattenere l’ira di chi non solo non riceve lo stipendio da mesi, ma non ha neppure la prospettiva di segnali positivi. Lo sanno bene gli amministratori che, consumati i necessari passaggi con il prefetto Giovanni Bruno, sono pronti a partire alla volta di Roma, destinazione ministero degli Interni. Con un aut aut preciso: una soluzione rapida e concreta oppure la riconsegna delle fasce tricolore e delle tessere elettorali. Quindi dimissioni immediate. Nessun bluff, giurano. Vedremo. La drammaticità dello stato di cose può essere affrontata solo con scelte drastiche. E’ indispensabile far sentire la voce del Vibonese, far capire che lo Stato non può essere benevolo con realtà territoriali dalle dimensioni consistenti e poi diventare sordo e cieco al cospetto della sofferenza delle aree considerate “minori”. Padre amorevole con alcuni e patrigno sdegnato con altri. Si chiede, in sostanza, parità di trattamento. Anche se a queste latitudini il piatto forte non è mica quello di garantire a tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità.

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Mangialavori presenta una mozione per i dipendenti della Provincia di Vibo

Presenterà nella prossima seduta del consiglio regionale la mozione avente ad oggetto: “Riordino delle funzioni già esercitate dalla Provincia e l’impulso al ruolo dell’Osservatorio Nazionale alla legge Del Rio 56/2014”. Preoccupato  dal fatto che “da circa 5 anni i dipendenti provinciali di Vibo non percepiscono più lo stipendio con regolarità e da circa 5 mesi si è registrato il blocco degli stipendi” e quindi da “una situazione francamente insostenibile” Giuseppe Mangialavori ritiene che “il primo passo da effettuare per superare tale impasse sia il trasferimento delle funzioni già di pertinenza della Provincia alla Regione. Ciò – spiega - agevolerebbe l’avvio del trasferimento di personale alla Regione e la salvaguardia del patrimonio professionale costruito nel tempo. Tale riforma, inoltre, impedirebbe il sorgere di altre controversie politiche destinate, altrimenti, ad estendersi anche alle altre Province della Regione”. Ad avviso dell’esponente azzurro “per delineare priorità, linee programmatiche e definire nel dettaglio tale ipotesi politica e di riforma legislativa regionale occorre stimolare l’attività d’impulso all’Osservatorio Nazionale istituito per verificare e coordinare l’attuazione della cosiddetta Legge Del Rio. È fondamentale, inoltre, attivare presso il Governo, un tavolo tecnico-istituzionale per la vicenda collegata alla condizione della Provincia di Vibo Valentia e a quella dei suoi dipendenti in particolare. Ed è necessario anche riproporre la proposta già avanzata dall’Upi al Governo finalizzata alla sospensione delle rate di mutuo a carico delle province in dissesto fino alla conclusione del processo di riordino di cui alla legge Del Rio”. Infine, per il consigliere regionale “urge sostenere e accelerare un organico processo di mobilità Intercompartimentale del personale provinciale. Le soluzioni contenute nella mozione rispondono a un interesse generale. Di portata provinciale prima di tutto e regionale in secondo luogo”. Mangialavori rivolge poi “un appello per la sua condivisione anche ai consiglieri Mirabello, Pasqua e Salerno” e ribadisce che “le lotte per la difesa dei lavoratori si vincono solo su una comune base e volontà d’intenti”.

Vibo: I dipendenti della Provincia bloccano la strada

VIBO VALENTIA - Aumenta ulteriormente la tensione alla Provincia di Vibo Valentia, dove, i dipendenti hanno bloccato una delle strade d'accesso alla sede dell'Ente. La protesta di stamattina è solo l'ultima di una lunga serie di manifestazioni inscente dai 380 dipendenti, da giorni sul piede di guerra per protestare contro la mancata corresponsione delle mensilità relative ai mesi di dicembre - gennaio e della tredicesima. A mettere fine al blocco, che ha causato, non pochi, disagi alla circolazione, il tempestivo intervento del dirigente della Digos Giovanni Gigliotti che ha persuaso i manifestanti a sospendere la protesta.

PD Vibo: "Situazione dipendenti Provincia una polveriera sociale"

"Lo scorso venerdì 20 febbraio, presso la Federazione di Vibo Valentia, si è riunita la Segreteria Provinciale del Partito Democratico per discutere della drammatica situazione che stanno vivendo  da mesi i dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, e di come tutta la situazione influisca in modo pesante e negativo su tutto l’assetto economico e sociale provinciale. Dalla riunione è emersa la totale solidarietà e vicinanza ai dipendenti,  i quali non percepiscono lo stipendio da mesi e vivono ormai in uno stato di perenne agitazione". Questa la premessa di un comunicato stampa nel quale il PD Vibonese, nell'esprimere  solidarieta' ai lavoratori, avanza alcune proposte con le quali cercare di fronteggiare l'emergenza. In particolare, si legge nella nota" Il consigliere provinciale e membro della Segreteria Vitaliano Papillo, ha illustrato la situazione e sottolineato come “ dopo alcuni incontri avuti in queste settimane si sono prospettate delle possibili soluzioni. Una di queste è quella di ricorrere ai due dodicesimi maturati dei fondi, 29 milioni di euro, spettanti agli enti intermedi per il personale da parte della regione (Legge regionale 34 del 12/8/2002). Questo acconsentirebbe di tamponare la questione, permettendo di reperire le risorse necessarie a coprire tutte e quattro le mensilità arretrate dovute ai dipendenti”. E’ stata sottolineata però, da parte i tutti i componenti della Segreteria, la necessità di trovare  una soluzione a lungo termine per evitare che tra qualche mese la situazione si riproponga. “Il mancato pagamento delle mensilità – ha sottolineato Giuseppe Pellegrino-  non riguarda solo i dipendenti ma anche tutte le aziende, ditte,  privati che in questi anni hanno lavorato per l’ente e questo significa che la situazione è ormai una vera e propria polveriera sociale pronta a scoppiare”.Dalla riunione è emersa quindi l’urgenza di  farsi carico, come Partito Democratico, di questa emergenza  e di interessare inoltre, e nel più breve tempo possibile, tutta la delegazione parlamentare Calabrese affinché porti la questione Provincia di Vibo Valentia al tavolo del Governo in quanto una situazione straordinaria richiede, ad avviso dei membri della segreteria, una via e una soluzione straordinaria". 

Apre a Mongiana il nuovo Punto Servizi dell'ASP

L’ASP di Vibo Valentia, Distretto Sanitario di Serra San Bruno, ha accolto la richiesta del Sindaco di Mongiana per l’apertura di un “punto servizi” per disbrigo pratiche ASP, al fine di agevolare l’accesso ai servizi del distretto sanitario di Serra San Bruno ai cittadini del Comune di Mongiana che trovano difficoltà a raggiungere  la sede distrettuale. Il punto Servizi sarà attivo a partire dal 02 marzo 2015, e per ogni lunedì, dalle ore 15.00 alle ore 18.00, presso gli Uffici comunali, in apposita stanza. I servizi offerti saranno diversi e diversificati, riguarderanno soprattutto la sfera dell’assistenza domiciliare per i disabili e gli allettati e le richieste di esenzione ticket.

Tale servizio fornito in collaborazione con l’ASP di Vibo Valentia, rientra nelle attività di miglioramento e di crescita che l’amministrazione vuole fornire ai suoi cittadini, cercando di limitare e annullare i disagi negli spostamenti.

“Sono molto orgoglioso - ha commentato il primo cittadino di Mongiana Bruno Iorfida - e al tempo stesso felice di poter avere un “punto servizi” per disbrigo pratiche ASP nel mio comune, frutto di una collaborazione proficua che vede il Comune sempre al centro di innovazioni e servizi crescenti per gli abitanti di Mongiana. Vorrei ringraziare il Direttore del Distretto Sanitario di Serra San Bruno, il Dott. Giuseppe Grillo, per la sensibilità dimostrata e per il profondo senso istituzionale, a venire incontro alle esigenze della popolazione di una piccola comunità. Spero che questo inizio di collaborazione sia proficuo per attivare altre iniziative e, almeno in questi casi, parlare di servizi offerti per una buona sanità, venendo incontro alla gente.”    

In viaggio sulla strada che non c'é

BROGNATURO -  L’Italia è un Paese bizzarro, la Calabria lo è, ancor, di più. Quante siano le nostre stranezze nessuno lo sa, perché nessuno potrebbe contarle. Ve ne sono alcune, però, che, più di altre, ci contraddistinguono, ci rendono unici, fanno si che gli altri ci guardino con ammirazione, talvolta; con disprezzo, sovente; con invidia, mai. Le stravaganze più incredibili, poi, quelle che sono diventate indigeste, anche, a noi stessi, sono quelle compiute dalla classe politica. Un mondo, quello della politica, che sembra essere popolato da una razza a sé stante. Un ceppo antropologico peculiare, dotato di caratteristiche sconosciute ai comuni mortali. Un ceppo formato, per la gran parte, d’arraffoni ed arruffoni protagonisti di scelte approssimative, prive del benché minimo principio di programmazione. Scelte di cui scontiamo le conseguenze, compiendo gesti, altrove, banali. Basta, ad esempio, uscire di casa, salire in macchina, accendere il motore e mettersi in movimento. Il calvario, inizierà, quasi subito. Un calvario fatto di buche, di strade dissestate, di carreggiate senza asfalto. Uno scenario, che soprattutto, nella zona delle Serre è così normale da essere diventato, addirittura, indifferente. Quasi non ci si fa più caso. Un po’ è la rassegnazione, un po’ lo sconforto, un po’ l’idea che sia normale così. Se qualcuno, poi, osa obiettare, la replica arriva immantinente: “non ci sono i soldi!”. Al cospetto di una tale risposta, vengono in mente le parole di Ezra Pound, per il quale «dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro, è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di chilometri». Una contraddizione in termini, che diventa ancor più stridente quando, nel percorrere una strada impraticabile, si assiste alla realizzazione di una strada interpoderale. Una di quelle stradine, il più delle volte, costruite, a luglio e diventate impraticabile con le prime piogge d’ottobre, con l’unico scopo di rendere accessibile il fondo di un assessore o di un cliente politico. Certo, la realizzazione delle strade di campagna viene motivata con il nobile intento di voler favorire lo sviluppo agricolo. Se non fosse che ti guardi intorno e vedi distese di terreni incolti sui quali non viene prodotta neppure una patata. Si, è vero ci sono i braccianti, ma, da noi, mica praticano l’agricoltura! E poi, se, anche, i terreni fossero ubertosi e feraci, viene da chiedersi come i prodotti della terra potrebbero raggiungere i mercati. A tal riguardo, l’obiezione non potrebbe che essere: “a questo servono le strade di campagna”. Potrebbe essere vero, se non fosse che, nel curare il particolare, i nostri politici, si sono dimenticati del generale. Così, nell’impiegare risorse pubbliche per realizzare strade, stradine e mulattiere che nessuno percorre, hanno tralasciato le vie di comunicazione primaria. Capita, quindi, d’imbattersi in strade principali diventate completamente impercorribili. Un esempio, su tutti, è quello rappresentato dalla provinciale 43 - S.S.110 - Brognaturo – “Acqua del sorcio”, che, attraversando i monti della “Lacina”, dovrebbe portare sulla costa jonica. Dovrebbe, perché la strada, praticamente non esiste più, è solo un ricordo. Su quel che rimane dell’asfalto le buche non si contano. In verità, però, il lemma rischia di rappresentare un eufemismo. Più che di buche, si tratta di veri e propri crateri nei quali il veicolo sprofonda per poi risalire, quasi fosse un battello alle prese con il mare in burrasca. E come il nocchiero, anche, l’automobilista ha il suo bel daffare per evitare l’abisso. Tra una buca e l’altra, il pensiero, almeno quello, corre, va alla ricerca di una spiegazione, di un perché. Poi ricorda: “non ci sono i soldi”. Ma qualcosa affiora dalla memoria, qualcosa come, ad esempio, i cinque milioni di euro di bollette telefoniche mai pagate dalla provincia di Vibo Valentia, negli anni in cui, prima del commissariamento, l’Ente era stato, si fa per dire, gestito dalla politica. Un episodio che dovrebbe indignare ma che, forse, ha una spiegazione. Come non pensarci prima! Chi usa il telefono non ha bisogno di strade. E poi, come amava ripetere Chatwin: «La vita stessa è un viaggio, da fare a piedi». Le strade, quindi, non servono!

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Inchiesta Gruppi Provincia: Pino Raffele a rischio processo, archiviazione per Bruno Rosi

Indagini chiuse relativamente all’inchiesta concernente la concessione di un totale di circa 100 mila euro ai gruppi consiliari della Provincia di Vibo Valentia. Lo riporta il quotidianoweb.it.

Nel mirino della magistratura erano originariamente finiti in 33 con accuse che andavano dal falso al peculato. L’emissione del provvedimento da parte del pm Michele Sirgiovanni lascia ora intravedere la richiesta di rinvio a giudizio per 8 soggetti. Sotto la lente d’ingrandimento restano le posizioni dell’ex presidente della giunta Francesco De Nisi, dell’ex presidente del consiglio provinciale Giuseppe Barilaro, degli ex consiglieri Pino Raffele, Francesco Filippis, Giuseppe Condello, Carlo Brosio e dei funzionari Antonio Vinci ed Armanda De Sossi. Archiviazione, invece, per gli altri 25 esponenti politici: Martino Porcelli, Paolo Barbieri, Pasquale Fera, Giuseppe Barbuto e Rosa Olimpia Valenzisi, Domenico Antonio Crupi, Bruno Rosi, Barbara Citton, Renato Savio Arone, Aurelio Maccarone, Gianluca Callipo, Carmine Mangiardi, Nicola Altieri, Sergio Francesco Rizzo, Stefano Soriano, Salvatore Di Sì, Giuseppe Grillone, Domenico Fraone,  Francesco Pititto, Giovanni Macrì, Rocco Pistininzi, Giuseppe Rodolico, Francesco Antonio Bilotta, Francesco Miceli e Nicola Crupi. Nell’inchiesta non è mai entrato l’altro ex consigliere serrese Gerardo Bertucci.

Appositamente interpellato dal nostro giornale, Pino Raffele ha specificato che “ancora non mi è stato notificato nulla”, mentre il sindaco della cittadina della Certosa Bruno Rosi mostra tutta la sua soddisfazione per la richiesta di archiviazione chiarendo che “ho sempre detto di essere estraneo rispetto alle accuse ipotizzate e non ho mai avuto alcun dubbio sul fatto che la vicenda si sarebbe conclusa positivamente”.

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