Vibo. Cittadino rapinato mentre fa jogging, Fratelli d’Italia alza la voce

“Esprimo, a nome mio e di tutto il coordinamento provinciale di Fratelli d'Italia, la massima solidarietà al cittadino che mentre faceva  jogging si è  imbattuto in due immigrati i quali lo hanno immobilizzato e derubato di una collana d'oro, uno smartphone e 20 euro, per poi dileguarsi. Tutto questo lungo la strada provinciale che porta dal quartiere Moderata Durant di Vibo Valentia  a San Gregorio”. Lo dichiara il coordinatore di Fratelli d’Italia di Vibo Valentia Anthony Lo Bianco, secondo il quale “la totale assenza di sicurezza nel nostro territorio oramai senza controllo mostra sempre di più la necessità di un intervento rigido e definitivo da parte dello Stato che, in questi giorni a partire dai fatti avvenuti a San Ferdinando senza tralasciare quelli di Vibo Valentia e l'intera situazione regionale e nazionale, sembra essere più interessato a passeggiare, tagliare nastri e fare passerelle elettorali al fianco dei candidati alle elezioni anziché rimanere al fianco dei propri cittadini. L'intera popolazione – aggiunge - si vergogna dell’assenza delle Istituzioni e dell’inappropriata presenza di una indiscussa malapolitica abituata più al malaffare che alla difesa della legalità e dei diritti della propria gente. Oggi, in Italia uno dei temi fondamentali è quello sui profughi ed il business legato a questi ultimi. Il mio pensiero, visti i fatti che si susseguono ormai giornalmente, non può che rimanere invariato, sempre al fianco dei cittadini italiani vittime di questa cattiva politica europea. Con la speranza – conclude Lo Bianco - che questo sia l'epilogo di una cattiva gestione riguardante l'immigrazione e non l'inizio di una serie di fenomeni criminali che mirano alla distruzione della nostra tranquillità”.

 

Sanguinosa rapina ai danni di un gioielliere: la dettagliata ricostruzione dei fatti

Con volo di bandiera, scortato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia - Divisione Interpol, è giunto presso lo scalo aereo di Fiumicino il cittadino romeno Antonie Alexandru Dragos, nato in Romania nel 1988, al quale la Polizia di Frontiera del medesimo aeroporto ha notificato il provvedimento restrittivo della libertà personale. Il soggetto era stato arrestato in Grecia in quanto destinatario di un mandato di arresto europeo, a seguito di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Catanzaro il 10.06.2013, poiché ritenuto responsabile del reato di rapina aggravata e tentato omicidio, in concorso, in danno del grossista di preziosi di Crotone Luciano Colosimo. I fatti contestati risalgono al 16 giugno 2012, allorquando due malviventi, identificati successivamente in Gheorghe Geanca e Mihai Ciovica, entrambi di nazionalità romena ed imputati nel medesimo procedimento penale, indossando divise da finanzieri, si sarebbero introdotti all’interno degli uffici della gioielleria e, mentre il secondo avrebbe minacciato tre presenti, il primo, dopo aver selvaggiamente aggredito e malmenato il titolare, riducendolo in fin di vita, sarebbe riuscito ad impossessarsi di circa 40 Kg di oro. I malviventi si sarebbero dati a precipitosa fuga con la refurtiva a bordo di un’auto,  guidata da altro complice che li avrebbe attesi in una via limitrofa all’attività commerciale. Dalle immediate indagini avviate, è stato possibile verificare che l’autovettura, di proprietà di una persona risultata estranea ai fatti, era in realtà utilizzata al momento da Antonio Musacchio, 38enne residente a Cotronei. A seguito di ininterrotte ricerche, quest’ultimo è stato rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Crotone alle successive ore 14, a Cotronei. Accompagnato in Questura, lo stesso ha indicato il luogo dove era stata nascosta l’autovettura, che è stata rinvenuta in un garage nella sua disponibilità, ubicato nel medesimo centro, e posta sotto sequestro. Sulla scorta degli elementi di reità raccolti e dai quali sarebbe emerso un grave quadro probatorio a suo carico, Musacchio è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto poiché gravemente indiziato di rapina in concorso aggravata in danno di Colosimo. Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Crotone a disposizione della competente Autorità giudiziaria. Dall’attenta analisi delle conversazioni ambientali registrate ed inerenti i colloqui intrattenuti in carcere da Musacchio, sarebbe emerso come questi, anche con l’aiuto di alcuni familiari, abbia cercato di recuperare, per meglio occultare, parte della refurtiva da lui sottratta all’insaputa dei suoi complici, oltre alla parte al medesimo spettante, quale provento dell’azione delittuosa. Sarà proprio questo insistente tentativo di “recupero dell’oro” da parte di Musacchio a rivelare e mettere in evidenza il ruolo di organizzatore e ideatore della rapina  del noto 44enne pregiudicato  Annibale Barilari, sospettato di tenere occultato il “ricco bottino”, al quale è stata notificata in data 11.06.2013, ordinanza applicativa della Custodia Cautelare in Carcere. Le attività tecniche ed info-investigative sono state riccamente integrate dalle risultanze delle analisi dei tabulati telefonici delle utenze utilizzate dai malviventi nei giorni antecedenti e successivi alla rapina. Quest’ultima attività ha consentito, infatti, di identificare i cittadini stranieri Ciovica  e Geanca, nonché di comprovare la presenza, all’atto, del crimine, a Crotone sia dei predetti che di Antonio Musacchio e Pasquale Maccarrone, quest’ultimo poi morto suicida in carcere, dove è stato ristretto in quanto anch’egli attinto da Ordinanza di Custodia Cautelare. Le incessanti indagini e ricerche esperite dagli uomini della Squadra Mobile hanno, inoltre, consentito di individuare in provincia di Taranto ed in particolare nel Comune di Massafra, importanti elementi di reità a carico degli indagati Ciovica  e Geanca, i quali sono stati riconosciuti ed identificati anche grazie alle testimonianze di vittime di altra rapina, commessa dagli stessi, in concorso con altri, in danno di un’altra gioielleria di San Giovanni in Fiore, in data 12.09.2012. Tale evento, per modalità di esecuzione nonché per la brutalità con il quale è stato eseguito, è sembrato subito riconducibile agli stessi rapinatori che avevano “operato” all’oreficeria Colosimo. Fra i partecipanti alla rapina perpetrata a San Giovanni in Fiore furono, infatti, riconosciuti anche il Ciovica  e Geanca; ancor più significativi sono stati i dati investigativi che hanno dimostrato come, anche gli organizzatori di quell’efferato crimine, siano stati gli stessi della omologa rapina di Crotone, atteso che l’autovettura Fiat Punto utilizzata nella rapina di San Giovanni in Fiore era anch’essa nella disponibilità ed in uso a Musacchio. A seguito di incessanti attività investigative, si è riuscito, altresì, a trarre in arresto, in esecuzione di due distinti mandati di arresto europeo, i cittadini rumeni Ciovica e Geanca, il primo rintracciato in Francia ed il secondo nel paese di origine. Ciovica peraltro, estradato in Italia, è stato processato per il reato a lui ascritto e condannato dal Tribunale di Crotone in data 21 aprile 2016, alla pena di 9 anni di reclusione; Geanca, invece, si trova ancora recluso in Romania per altri fatti, in attesa di essere consegnato alle autorità italiane. Quanto ad Antonie Alexandru Dragos, abitante a Crotone nel 2012 e conosciuto con il nome di Alex, è emerso come lo stesso, anche sulla scorta delle dichiarazioni di un noto collaboratore di giustizia, abbia rivestito il ruolo di “reclutatore” degli esecutori materiali della rapina di Colosimo. L’analisi dei tabulati telefonici di Dragos nel periodo dal 10 al 18 giugno 2012, arco temporale immediatamente antecedente e successivo alla rapina, dimostrerebbero, secondo gli inquirenti, l’esistenza di reiterati contatti con Geanca e Ciovica. Ultimate le incombenze di rito, Dragos è stato condotto presso la casa circondariale di Rebibbia.

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Rapina a mano armata in centro scommesse: indagano i Carabinieri

I Carabinieri stanno indagando su un rapina commessa da tre banditi che, pistola in pugno e col viso nascosto, hanno fatto irruzione all'interno di un centro scommesse. Nel mirino dei malviventi il centro Snai che si trova in via Dante Alighieri, a Vibo Valentia. Sulla base di quanto ricostruito dai militari dell'Arma, avrebbero costretto il titolare a dare loro i soldi incassati e, una volta impossessatisi della refurtiva, si sono dileguati. Il bottino tuttora in corso di quantificazione.  

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Rapina in una banca del Vibonese: bottino 150 mila euro

Ammonta a 150 mila euro il bottino di una rapina messa a segno stamane da due malviventi che, pistole in pugno ed incappucciati, hanno messo a segno il "colpo" all'interno dell'agenzia della Banca di Credito Cooperativo che si trova a Santa Domenica di Ricadi, in provincia di Vibo Valentia. I delinquenti si trovavano all'esterno quando sono arrivati i dipendenti che hanno obbligato a permettere loro l'ingresso all'interno della filiale. Una volta dentro li hanno costretti ad aprire la cassaforte all'interno della quale c'era il denaro di cui si sono appropriati. Usciti dalla banca, hanno raggiunto un'autovettura per poi dileguarsi rapidamente. L'indagine sull'episodio è condotta dai Carabinieri della Compagnia di Tropea. 

    

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Anziano malmenato e rapinato nella sua abitazione

Un uomo di 78 anni è stato picchiato e rapinato durante la notte. I malviventi, introdottisi all'interno del suo appartamento, dopo averlo aggredito, gli hanno sottratto la somma di 800 euro in contanti e quattro orologi. Per l'anziano, residente in un alloggio diroccato che si trova nel cuore di Cosenza, è stato necessario ricorrere ai soccorsi prestati dal personale sanitario del 118 intervenuto sul posto. Le indagini sull'episodio sono affidate agli genti della Squadra Mobile.

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Paura a Dinami: due anziani picchiati e rapinati in casa

Intorno alle 21:10 di ieri sera, in località Umbro, a Dinami, nel Vibonese,  i militari dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Serra San Bruno, unitamente al personale della locale Stazione Carabinieri di Dinami, sono intervenuti presso l’abitazione di due pensionati, C.P., 92 anni,  e M. G., 82 anni. Alle 20:50 circa due individui, travisati da passamontagna, approfittando della visita del loro nipote, C.D., 25 anni, con violenza, si sono introdotti all’interno della loro abitazione dove, dopo averli legati e picchiati, si sono fatti consegnare la somma di 3.000 euro, dileguandosi poi a bordo di un’autovettura di marca, modello e colore sconosciuti. Gli anziani, che hanno dovuto dare ricorso a cure mediche, hanno  riportato contusioni ed escoriazioni multiple su braccia e gambe e sono stati giudicati guaribili in 7 giorni.

Rapina e porto di arma clandestina: un arresto

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 33 anni per i reati di concorso in tentata rapina a mano armata, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma clandestina in luogo pubblico, in attuazione del provvedimento di esecuzione pena, emesso dal Tribunale. Antonino Marra, di Reggio Calabria, dovrà scontare la pena definitiva di 4 anni, 7 mesi e 7 giorni per fatti commessi nella città dello Stretto nel giugno 2012. 

 

 

Eseguito un arresto per rapina

I Carabinieri hanno arrestato un giovane di 26 anni per il reato di rapina in concorso, in esecuzione  all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni. Romeo Malin Balog, 26enne di nazionalità rumena, di fatto domiciliato a Rosarno, dovrà scontare la pena residua di 2 anni 2, un mese e 29 giorni di reclusione e 600 euro di multa, per fatti commessi nel 2000 stessa città in provincia di Reggio Calabria. 

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