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Rimborsopoli, De Gaetano si avvale della facoltà di non rispondere

Nino De Gaetano, assessore regionale dimissionario ai Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasporti, arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Erga omnes" sulla presunta gestione illecita dei fondi pubblici destinati ai Gruppi consiliari di Palazzo Campanella, ha scelto la strada di avvalersi della facoltà di non rispondere in occasione dell'interrogatorio cui è stato sottoposto in giornata.  De Gaetano attualmente si trova ristretto ai domiciliari. 

Rimborsopoli, #Mariodimettiti: mercoledì manifestazione Movimento 5 Stelle davanti Palazzo Campanella

Il Movimento 5 Stelle alza il tiro contro Mario Oliverio e, in seguito allo scandalo legato alla gestione dei fondi destinati ai gruppi consiliari della Regione ed emerso con l'inchiesta "Erga omnes", si prepara ad una manifestazione pubblica che mette nel mirino il presidente e le forze politiche che lo sostengono. Lo farà dalle 9 alle 18 di mercoledì 1 luglio davanti a Palazzo Campanella. Forti del successo ottenuto dall'hashtag #MarioDimettiti, che negli ultimi giorni ha impazzato sui social network, i grillini calabresi sono decisi a "protestare contro questo governo regionale delle larghe intese, attaccato alla poltrona in stile Guccione". "Loro possono barricarsi dentro il palazzo, noi ci accamperemo fuori, per ricordargli che nella vita serve onestà per ricevere il rispetto". "Purtroppo – è scritto in un comunicato ci troviamo di fronte a una classe politica che non prova vergogna neanche davanti a uno scandalo come quello di “Rimborsopoli”. Capeggiata dell’attuale governatore della Calabria, Mario Oliverio, che già pensa a lavarsene le mani e progetta la nuova giunta senza assumersi le responsabilità politiche delle sue scelte personalissime. "Aveva promesso discontinuità con il passato, Mario Oliverio, e si è trovato con una giunta azzerata - rimarca il Meetup Calabria - proprio dalle spese pazze del passato oltreché con diversi compagni e sostenitori di partito mandati al confino per gli stessi identici motivi. Aveva promesso una marcia nuova per la nostra regione ma ad oggi ci ritroviamo a navigare a vista in pieno regime emergenziale. I cittadini calabresi meritano qualcosa di diverso vogliono un governo regionale nuovo, chiedono un passo indietro a tutti i politici che fino ad ora hanno tradito il mandato degli elettori. I cittadini calabresi si sentono presi in giro, defraudati dei loro diritti di giustizia, soverchiati dal potere, schiaffeggiati dalla violenza, anche verbale, delle ultime pezze giustificative che ancora Oliverio ha il coraggio di proferire. Si deve ripartire da zero, da nuovi concetti e nuovi programmi. Per questo - è la conclusione cui arrivano i pentastellati - il governatore Oliverio si deve dimettere e lo deve fare subito". 

Rimborsopoli, Lanzetta mette il dito nella piaga di Oliverio

E' il momento della rivincita per Maria Carmela Lanzetta. Non ancora dissoltasi l'eco della sua rinuncia all'incarico affidatole da Mario Oliverio nella Giunta regionale che il presidente aveva varato alla fine di gennaio, l'ex ministro agli Affari regionali torna oggi alla ribalta grazie ad un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. Quello stesso giornale che all'epoca aveva contribuito, con un'analoga conversazione, ad ingarbugliare ulteriormente la posizione, assai contraddittoria, della farmacista di Monasterace. Le riflessioni che ha destinato all'indirizzo di Oliverio, sommerso nella palude generata dall'inchiesta "Erga omnes", hanno il sapore amaro della vendetta. L'opportunità, d'altra parte, le è stata fornita su un piatto d'argento dallo stesso Governatore, il cui traccheggiare in questi mesi lo ha messo in una condizione di oggettiva debolezza. Il dietrofront della Lanzetta fu giustificato, a suo dire (ma con colpevole ritardo), dalla presenza in squadra di Nino De Gaetano, al centro di un'informativa di Polizia Giudiziaria per una brutta storia di voto di scambio politico-mafioso, e da venerdì agli arresti domiciliari con l'accusa di falso e peculato. Proprio l'insistenza con cui Oliverio difese a spada tratta il "suo" assessore ai Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasporti fu il pomo della discordia che mise in serio imbarazzo il Partito Democratico. "Ancora non si è capito perché Oliverio ha voluto nominare assessori già indagati, ben sapendo di rischiare la fine della sua Giunta", ha detto l'ex sindaco di Monasterace interloquendo con il cronista del Corriere. "Parlai - rivela  - prima con Renzi e poi con Delrio, il giorno dopo aver saputo della nomina di De Gaetano. Dissi che non sarei entrata nella Giunta e che avrei mantenuto la parola data di dimissioni da ministro. Non mi sono pentita. Ci furono anche critiche feroci e insulti. Non da parte di Oliverio, ma dai suoi compagni. Potrei rispondere con il detto di Gandhi: "Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci", ha aggiunto per dare sostanza a quelle che continua a definire, oggi come a gennaio, "considerazioni politiche". Sebbene utilizzi un linguaggio volutamente ambiguo, traspare dalle sue parole l'idea che Oliverio farebbe bene a dimettersi dall'incarico. "Ha vissuto e operato 'Aspettando Godot'. Più o meno per le stesse motivazioni - ricorda con una punta di veleno - la Polverini si è dimessa. Oliverio dice che sono fatti avvenuti anni prima: decida secondo coscienza. Certo, resta il dubbio che l'ex componente del Governo Renzi voglia adesso insinuarsi nelle crepe aperte dall'operazione della Guardia di Finanza ed approfittarne per un nuovo sbarco in grande stile sulle sponde della vita pubblica: "Se me lo chiedessero sì. A certe condizioni mi piacerebbe tornare in politica", Lanzetta dixit.

Rimborsopoli, Giovani Democratici chiedono ad Oliverio e PD "vero rinnovamento"

"Essere democratici vuol dire molte cose, ma soprattutto significa battersi per i valori di uguaglianza, libertà e giustizia sociale". E' quanto si legge in una nota diffusa dai Giovani Democratici della Calabria. "I fatti che in queste ore sono alla luce della ribalta della stampa nazionale e locale - riflettono i GD - destano molte preoccupazioni e interrogazioni riguardanti la conduzione di una seria analisi del nostro sistema regionale, a partire dai fonti destinati all’attività politica. La risposta non può essere solo burocratica e di sistema, ma deve essere soprattutto morale. L’inchiesta “Erga Omnes” descrive, ancora parzialmente, un panorama oscuro della scorsa legislatura regionale a guida Centrodestra che mortifica l’intera politica. Solo attraverso indagini idonee e approfondite sul caso e la conseguente chiusura del processo potranno stabilire realmente la verità e le responsabilità attribuite. È importante ribadire pieno sostegno all’opera della magistratura la quale, per propria funzione, dovrà accertare le reali responsabilità. Ognuno degli imputati avrà modo di far emergere, nel contradditorio delle parti, la legittimità delle proprie azioni. Da Giovani Democratici della Calabria ci sentiamo in dovere di chiedere direttamente al Presidente della Regione Mario Oliverio ed ai vertici del Partito Democratico calabrese un segnale forte di discontinuità con quel passato e, inoltre, si opti per un reale cambiamento basato sul "vero rinnovamento". È indispensabile, per questo processo, una vera unità del Partito Democratico, abbandonando il campo delle inutili divisioni. È opportuno che tutte le espressioni del Partito Democratico, sia nazionale che locale, siano unite e vicine realmente al Presidente Oliverio. Come organizzazione regionale siamo a fianco del Presidente Oliverio e crediamo nella sua opera politica". "È in gioco - avvertono i Giovani Democratici- la credibilità della politica e le sorti della Calabria".

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