Serre: ritrovato un cadavere nei boschi della Lacina

 Il corpo senza vita di una persona è stato rinvenuto nel tardo pomeriggio di oggi nei boschi delle Serre. Il cadavere, di un uomo di età compresa tra i 30 ed i 50 anni , è stato trovato in una zona impervia della Lacina.

Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco ed i carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, guidata dal capitano Mattia Ivano Losciale.

Trovato nella sterpaglia, in una faggeta di località "Scaglione" alla confluenza dei territori di Brognaturo e Cardinale, il cadavere sarebbe in avanzato stato di decomposizione.

Secondo le prime indiscrezione, allo stato, non sarebbe possibile procedere all'identificazione.

Poco prima delle 20 è giunto sul luogo, anche, il medico legale Katiuscia Bisogni.

Pare siano stati allertati anche i carabinieri del Ris di Messina, i cui rilievi potrebbero rivelarsi decisivi per riuscire a risalire all'identità della vittima.

Tuttavia, è plausibile che possa trattarsi del corpo di Bruno Lacaria, il commercialista 52enne sparito da Spadola l’8 febbraio scorso.

Seguono aggiornamenti.

 

Bruno Lacaria e il mistero della sua scomparsa

Terra di misteri, di uomini inghiottiti nel nulla. Terra di speranze e di vane attese: quelle delle famiglie degli scomparsi. Di appelli lanciati nel vuoto con la speranza di ricevere un indizio a cui appendere le ragioni del cuore, perché se la speranza non è l’ultima a morire, a morire e l’ultima speranza. Terra di voci serrate, di bisbigli, di dicerie e di aneddoti fantasiosi. C’è tutto questo dietro ogni caso di scomparsa, una litania recitata in uno dei luoghi più misteriosi di sempre, il comprensorio delle Serre, dove l’enigma è di casa e la matassa è sempre difficile da dipanare. E se da un lato c’è il generoso impegno delle forze dell’ordine, carabinieri, polizia e Vigili del fuoco, dall’altro c’è una famiglia che attende il ritorno a casa del proprio congiunto, vivo o morto. Perché dopo un lungo periodo di scomparsa le speranze di ritrovare viva una persona si affievoliscono e va già bene se il caso restituisce le spoglie su cui poter piangere e seppellire il ricordo della persona cara.

Sono trascorsi ormai 18 giorni da quel mercoledì 8 febbraio quando Bruno Lacaria, uomo che abita in un piccolo mondo, tutto lavoro e famiglia, è scomparso senza lasciare alcuna traccia. Il 52enne ha uno studio commerciale a Chiaravalle ed ogni mattina esce alle 7,30 da casa per recarvisi dopo aver percorso alcuni chilometri con la propria macchina. Ma quel maledetto 8 febbraio le cose non sono andate cosi. Dopo una insolita sosta in un bar, un giro in macchina con un suo amico, il 46enne Giuseppe Zangari, che il giorno successivo sarebbe stato vittima di un tentato omicidio (qualcuno sotto la minaccia delle armi lo avrebbe costretto ad ingerire un potente pesticida), poi non si sa più nulla. Sceso dall’auto dell’amico, di Lacaria si perdono le tracce. Non arriva a lavoro, non rientra per pranzo nè va al funerale di un conoscente a cui aveva preventivato di partecipare. Scomparso nel nulla.

A denunciarne la scomparsa è stata la moglie che non vedendolo rientrare, verso le 15, ha lanciato l’allarme. Al momento dell’ultimo avvistamento indossava un giubbotto beige, un maglioncino grigio, una camicia azzurra e un pantalone. Poi subito l’avvio delle ricerche ad opera dei carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, guidati dal Capitano Mattia Ivano Losciale e supportate da Vigili del fuoco, parenti e amici dello scomparso. Ricerche precise, effettuate anche "a pettine" ovvero con gli uomini in linea, distanti uno dall'altro 8 metri, che procedevano simultaneamente. Utilizzate anche le moderne tecnologie del gps per circoscrivere e dettagliare con precisione le zone di intervento. L'esito è stato però ancora una volta negativo. Ricerche effettuate anche presso il lago Alaco nel Comune di Brognaturo per mezzo dei sommozzatori del nucleo operativo dei Vigili del fuoco di Reggio Calabria.

Intanto domenica scorsa per cercare di trovare il bandolo di una matassa piuttosto ingarbugliata, i carabinieri del Ris di Messina hanno svolto un'intensa attività investigativa nei locali che ospitano la rivendita di prodotti agricoli gestita da Zangari. Gli esperti della scientifica hanno repertato una serie di oggetti che verranno sottoposti ad analisi di laboratorio. Le indiscrezioni fatte trapelare dalle forze dell'ordine, mettono in relazione i sopralluoghi con quanto accaduto a Zangari. Gli specialisti della Benemerità starebbero, quindi, cercando elementi utili a fare luce sul tentato omicidio la cui dinamica presenta diversi punti oscuri. In teoria, quindi, le verifiche effettuate dal Ris non dovrebbero essere direttamente collegate con la scomparsa di Lacaria, tanto più che, allo stato, Zangari risulta essere persona offesa. I carabinieri, tuttavia, hanno sentito l'uomo in tre occasioni, senza che nulla sia trapelato, anche perchè i verbali sono stati secretati. In ogni caso, l'ipotesi più accreditata è che la soluzione di un mistero possa, contestualmente, fare luce anche sull'altro.

Le indagini non escludono alcuna pista e vengono condotte nel più stretto riserbo ma il tempo passa e lo spettro della lupara bianca aleggia su questo nuovo caso di scomparsa nel comprensorio delle Serre.

I misteri di Spadola: il Ris dei carabinieri al lavoro nel negozio di Zangari

Procedono a ritmo febrile le attività degli investigatori per cercare di fare luce sul duplice mistero spadolese. La scomparsa del commercialista 52enne Bruno Lacaria, sembra essere legata a doppio filo alla vicenda che ha avuto per protagonista Giuseppe Zangari. Il 46enne, che sarebbe l'ultima persona ad aver visto Lacaria prima della scomparsa, è ritornato a casa dopo essere stato ricoverato all'ospedale di Locri in seguito ad un aggressione, nel corso della quale, due uomini incappucciati avrebbero cercato di avvelenarlo facendogli bere del pesticida sotto la minaccia delle armi.

Per cercare di trovare il bandolo di una matassa piuttosto ingarbugliata, nella mattinata di oggi, i carabinieri del Ris di Messina hanno svolto un'intensa attività investigativa nei locali che ospitano la rivendita di prodotti agricoli gestita da Zangari.

Nella serata di ieri, pare, che i militari dell'Arma abbiano compiuto un'analoga attività sia nell'abitazione che nel capannone in cui è stato compiuto il tentato omicidio.

Gli esperti della scientifica hanno repertato una serie di oggetti che verranno sottoposti ad analisi di laboratorio.

Le indiscrezioni fatte trapelare dalle forze dell'ordine, mettono in relazione i sopralluoghi di questi giorni, con quanto accaduto a Zangari.

Gli specialisti della Benemerità starebbero, quindi, cercando elementi utili a fare luce sul tentato omicidio la cui dinamica presenta diversi punti oscuri.

In teoria, quindi, le verifiche effettuate dal Ris non dovrebbero essere direttamente collegate con la scomparsa di Lacaria, tanto più che, allo stato, Zangari risulta essere persona offesa.

I carabinieri hanno sentito l'uomo in tre occasioni, senza che nulla sia trapelato, anche perchè i verbali sono stati secretati.

In ogni caso, l'ipotesi più accreditata è che la soluzione di un mistero possa, contestualmente, fare luce anche sull'altro.

Sanità, per i sindaci delle Serre i vertici Asp devono rispettare gli impegni assunti

“Con cadenza pressoché quotidiana, i sindaci dell'entroterra vibonese devono loro malgrado fare i conti con i reclami e le proteste dei cittadini, i quali registrano continui disservizi in materia sanitaria al punto che si sta sviluppando una netta sfiducia rispetto al fatto che i servizi possono e devono migliorare”. E’ quanto scrivono in un comunicato i sindaci di: Serra San Bruno, Luigi Tassone, Mongiana, Bruno Iorfida, Simbario, Ovidio Romano, Spadola, Giuseppe Barbara, Brognaturo, Giuseppe Iennarella e Vallelonga, Egidio Servello.

La nota arriva dopo le “rassicurazioni” ricevute dai “primi cittadini” ad ottobre del 2016, quando, nel corso di una visita presso l’ospedale di Serra San Bruno, il dg dell'Asp, Angela Caligiuri, accompagnata dal direttore sanitario, Michelangelo Miceli, aveva assunto “una serie di impegni nei confronti del territorio”

“Ebbene – scrivono i sindaci - sono passati più di quattro mesi e a distanza di tempo fino ad ora registriamo un solo risultato concreto: tutti gli impegni sono stati purtroppo disattesi. L'Azienda sanitaria provinciale dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Purtroppo non possiamo che esprimere forte preoccupazione in merito al ritardo sui lavori che avrebbero dovuto interessare l'ospedale e alcuni servizi riguardanti il consultorio familiare e la sede del distretto, che sarebbero dovuti iniziare con il nuovo anno. In particolare – prosegue la nota - giusto per citarne qualcuno, ricordiamo ancora oggi che la Caligiuri, per quel che riguarda il reparto di Medicina e Lungodegenza aveva detto che i 30 posti attuali sarebbero dovuti diventare in tutto 40, divisi tra 20 e 20; la riabilitazione doveva essere trasferita nell'ex reparto di ostetricia e ginecologia. Dove c'era la sala operatoria di Ginecologia doveva sorgere una palestra; si sarebbe dovuto procedere al trasferimento del reparto dialisi in un'ala ex chirurgia. Queste sono soltanto alcune delle promesse disattese. Così come ce ne sono anche altre che riguardano la riorganizzazione del distretto sanitario e del consultorio, i quali dovrebbero essere più efficaci in termini di servizi offerti all'utenza e, quindi, più funzionali ai bisogni della comunità. Evidentemente non sono bastati i continui solleciti fatti ai manager dell'Asp. C'è bisogno di un intervento immediato. Il territorio – concludono i sindaci - è stanco di aspettare. Per questo motivo, ci rivolgiamo ai manager dell'Asp affinché si avvii un confronto serio e, soprattutto, concreto con tutti i primi cittadini della zona. Di fronte alla salute delle persone non si può aspettare. Bisogna muoversi ed è necessario farlo subito”.

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Scomparsa di Bruno Lacaria, nessuna traccia nel lago Alaco

Erano giunti a Spadola, su richiesta della Procura delle Repubblica di Vibo Valentia e della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno. Ai sommozzatori del nucleo operativo dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria, era stato assegnato il compito di cercare il corpo del commercialista scomparso, Bruno Lacaria di 52 anni della cui sorte non si conosce più nulla da mercoledì scorso. La ricerca è stata concentrata nelle acque del lago Alaco, ma dello scomparso nessuna traccia. Le ricerche dei sommozzatori sono terminate senza alcun esito e non rimane che battere altre piste che gli investigatori non hanno mai smesso di seguire.

Bruno Lacaria è un uomo tutto lavoro e famiglia, ha un avviato studio commerciale a Chiaravalle ed ogni mattina esce alle 7,30 da casa per recarvisi dopo aver percorso alcuni chilometri con la propria macchina. Ma, mercoledì scorso, le cose non sono andate cosi. Dopo una insolita sosta in un bar, un giro in macchina con un suo amico, il 46enne Giuseppe Zangari, che il giorno successivo sarebbe stato vittima di un tentato omicidio, non si è saputo più nulla. Sceso dall’auto dello Zangari, di Lacaria si perdono le tracce. Non arriva a lavoro, non rientra per pranzo nè va al funerale di un conoscente a cui aveva preventivato di partecipare.

Le condizioni di Zangari, ricoverato presso l'ospedale di Locri, che potrebbe con le sue dichiarazioni fare luce sugli ultimi momenti prima della scomparsa di Lacaria, starebbero migliorando e presto sarà interrogato dal Sostituto Procuratore della Repubblica Filomena Aliberti.

 

Bruno Lacaria, si cerca nell’Alaco. Al vaglio la versione di Zangari

 Sono giunti a Spadola, su richiesta della Procura delle Repubblica di Vibo Valentia e della Compagnia dei carabinieri di Serra San Bruno, i sommozzatori del nucleo operativo di Reggio Calabria, il compito sarà quello di cercare il corpo del commercialista scomparso, Bruno Lacaria di 52 anni della cui sorte non si conosce più nulla da mercoledì scorso. La ricerca, molto probabilmente, sarà concentrata nelle acque del lago Alaco.

Non si cerca più dunque un uomo vivo ma, da quanto si apprende, una persona deceduta.

Morta per cause del tutto ignote e completamente avvolte nel mistero.

Intanto le condizioni di Giuseppe Zangari, il suo amico e compare d’anello, con cui si era accompagnato la mattina della scomparsa e che, dopo un giro in auto, lo avrebbe lasciato in prossimità della sua auto, sono in netto miglioramento.

L’uomo sarebbe stato vittima, il giorno successivo alla scomparsa del commercialista, di un tentato omicidio ad opera di due sconosciuti che sotto la minaccia di una pistola lo avrebbero costretto ad ingerire un potente pesticida.

E proprio le versioni di Zangari starebbero al vaglio della magistratura e presto sarà interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica Filomena Aliberti.

La scomparsa di Bruno Lacaria, i monti delle Serre e le infruttuose ricerche

E’ domenica mattina e il comprensorio delle Serre sembra galleggiare in una bottiglia d’orzata. Le chiese barocche del circondario rigurgitano salmi e preghiere, mentre tra il fiume Ancinale e la montagna della Lacina da alcune ore vi è una intensa attività.

Ci sono i Vigili del Fuoco che setacciano la zona palmo a palmo, si cerca una persona scomparsa o forse, quello che rimane dello scomparso.

Una scomparsa inspiegabile quella del commercialista 52enne di Spadola, Bruno Lacaria, una di quelle sparizioni che da queste parti inghiottisce giovani e restituisce “fantasmi”.

E la litania delle ricerche è sempre la stessa, gli inquirenti battono inizialmente diverse piste per poi concentrarsi su quelle che appaiono più verosimili.

Bruno Lacaria è un uomo tutto lavoro e famiglia, ha uno studio commerciale a Chiaravalle ed ogni mattina esce alle 7,30 da casa per recarvisi dopo aver percorso alcuni chilometri con la propria macchina. Ma qualche giorno fa le cose non sono andate cosi. Dopo una insolita sosta in un bar, un giro in macchina con un suo amico, il 46enne Giuseppe Zangari, che il giorno successivo sarebbe stato vittima di un tentato omicidio, e poi nulla più. Sceso dall’auto di Lacaria si perdono le tracce. Non arriva a lavoro, non rientra per pranzo nè va al funerale di un conoscente a cui aveva preventivato di partecipare.

Scomparso nel nulla.

A denunciarne la scomparsa è stata la moglie che non vedendolo rientrare verso le 15 ha lanciato l’allarme. Al momento della scomparsa indossava un giubbotto beige, un maglioncino grigio, una camicia azzurra e un pantalone.

Poi il rituale è lo stesso come in ogni caso di scomparsa: parenti e amici lanciano un appello a chiunque possa darne notizia di farsi vivo. Anche il sindaco Giuseppe Barbara è in prima persona impegnato nelle ricerche del professionista. Ricerche che durano da giorni ma che al momento non hanno prodotto alcun risultato. Più le ore passano e maggiore è l’angoscia.

L’inquietante ipotesi della lupara bianca si fa strada e gli investigatori hanno deciso di controllare l’ambiente e le montagne che circondano le Serre, quelle montagne più volte teatro di fatti di cronaca e dove gli animali del bosco, inconsapevolmente, fotografano gli ultimi istanti di vita di persone scomparse. 

Spadola, 40enne costretto a bere pesticida minacciato da uomo armato

Sarebbe stato costretto a bere una certa quantità di pesticida sotto la minaccia di un uomo armato di pistola.

Il fatto è accaduto a Spadola, dove ieri è scoparso un noto commercialista di 52 anni, Bruno Lacaria.

Questo pomeriggio vittima dell’inaudita violenza sarebbe un 46enne del luogo, Giuseppe Zanzari che, dopo aver ingerito la sostanza, si sarebbe sentito immediatamente male.

I soccorritori del 118 lo hanno trasportato presso l’ospedale di Locri dove sarebbe in gravi condizioni nel reparto di rianimazione. Un nuovo episodio che destabilizza nel giro di due giorni la proverbiale tranquillità del borgo della Minerva ed ora agli investigatori non resta che cercare di capire se entrambi gli episodi possano avere un punto in comune.

Infatti, pare, che Zangari possa essere stato una delle ultime persone ad avere contatti con Bruno Lacaria poco prima della sua scomparsa. La matassa, a questo punto, è ancora più difficile da dipanare e agli investigatori si offre un quadro tutt'altro che facile da decifrare.

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