Siria: morto in un raid russo Zahran Alloush, uno dei capi della ribellione

La guerra in Siria non si e` fermata neppure nel giorno di Natale. Nella giornata di ieri, infatti, l'aviazione russa ha condotto una serie di sortite contro le posizioni tenute dai ribelli. In una di queste e` stato ucciso Zahran Alloush, uno dei capi della rivolta anti Assad. L'uomo, che in passato aveva lodato Bin Laden, ha trovato la morte nel corso di un raid nel quale e` stato colpito un edificio dove era in corso una riunione di due fazioni che si oppongono al governo di Damasco. Con Alloush esce di scena uno dei capi più potenti della ribellione. Il suo gruppo, Jaysh al Islam e` stato finanziato dall'Arabia Saudita e controlla Ghouta, un quartiere nord orientale della capitale Siriana. 

Siria: i britannici dovrebbero fare la guerra all'Isis, ma bombardano i siriani

E' una guerra strana quella che si sta combattendo in Siria. Lo è per tante ragioni. In teoria, tutti si definiscono nemici dello Stato Islamico, ma in pratica gli unici a combatterlo realmente sono i russi, i siriani pro Assad, i curdi, gli iraniani ed i miliziani di hezbollah. Gli altri, quando non sono fiancheggiatori più o meno occulti (vedi Turchia, Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi) non si comprende bene con chi stiano. Ad alimentare, l'interrogativo due episodi accaduti negli ultimi giorni. Ieri, aerei americani hanno colpito con un bombardamento aereo l'esercito siriano impegnato a respingere i terroristi del Califfato nella zona di Deir Ez Zor. Un attacco che ha causato 4 morti e 12 feriti. Il secondo episodio, invece, si è verificato oggi, quando bombardieri britannici hanno bersagliato la cittadina di Al Hasakah tenuta dalle forze lealiste. L'attacco, da quanto riportato dal Fronte europeo per la Siria, avrebbe provocato 20 morti tra i civili. Viene, quindi, da chiedersi ma se la coalizione a guida Usa combatte l'Isis, perché ne bombarda i nemici?

 

Siria, truppe russe partecipano all'offensiva di terra

Si sta svolgendo in queste ore l'offensiva siriana nella zona orientale della provincia di Homs. Le operazioni militari, condotte dall'esercito e dai miliziani di Hezbollah, hanno l'obiettivo di riconquistare la stategica citta` di Palmira. Sul campo, e` stata segnalata anche la presenza di un contingente di 60 uomini appartenenti a un'unità speciale della Fanteria di Marina russa. Intanto, nella giornata di ieri, le forze della 67a Brigata della 18a Divisione corazzata siriana hanno ripreso il controllo della cittadina di Al Bayarat. 

Siria, la Russia invia altri 50 bombardieri ed una brigata di forze speciali

La Russia sarebbe in procinto d'inviare in Siria altri 50 aerei da combattimento ed una brigata composta da un migliaio di uomini appartenenti alle forze speciali ed ai servizi segreti. A darne notizia, il giornale kuwaitiano "AlraiMedia" che cita fonti militari secondo le quali sarebbe già stata individuata la base aerea dove, a breve, dovrebbe avvenire il dispiegamento delle forze. Gli uomini del genio militare russo e siriano sarebbero all'opera per rendere operativa l'installazione militare di Al-Sha' yarat, situata nella provincia di Homs. La nuova base, dotata di due piste da 3 km e da 45 hangar fortificati, sarebbe stata scelta per sostenere l'offensiva che l'esercito siriano, affiancato dai miliziani di Hezbollah e dai soldati siriani, ha sferrato nella Siria centrale e ad Homs orientale in direzione della città di Palmira. La base dovrebbe diventare operativa non appena sarà stato assicurato il controllo  sulla strategica città di Al Qaryateyn. Una volta entrata in linea, la nuova unità aerea, che andrà ad affinacare quella attualmente operativa a Latakia, aumenterà notevolmente il raggio d'azione dei bombardieri russi. Intanto, in attesa dell'arrivo dei nuovi rinforzi, i russi hanno già schierato in Siria altri 24 lanciarazzi termobarici TOS 1 "Buratino" e nuovi carri armati T-90, già operativi sul fronte di Aleppo.

Siria: le truppe di Assad avanzato ad est di Homs

 Continua a conquistare terreno l'esercito siriano che, in coordinamento con le Forze di Difesa Nazionale di Sadad, con Liwaa Suqour Al Sahra (brigata Falchi del deserto), con i miliziani della Forza di protezione Gozarto (Sootooro), ha riconquistato la città di Maheen. Nel corso dei combattimenti i soldati lealisti hanno eliminato le ultime postazioni tenute, nella zona, dai terroristi dell'Isis. I miliziani del Partito Sociale Nazionalista siriano (SSNP) hanno, invece, assicurato la difesa della città cristiana di Sadad. Prossimo obiettivo è la liberazione della grande città cristiana di Quraytayn, catturata ad agosto dall'Isis. Grazie agli ultimi progressi compiuti, i soldati fedeli al presidente Assad stanno ripulendo i centri situati ad est della città di Homs.

Siria, l'esercito di Assad avanza in direzione di Aleppo

Continua l'avanzata delle forze armate siriane che, stando a quanto annunciato dal Fronte europeo per la Siria, avrebbero posto sotto il proprio controllo "un'altra importante porzione di territorio ad est di Aleppo". Protagonisti della battaglia che avrebbe scacciato i terroristi dell'Isis dalle posizioni occupate, gli uomini delle forze speciali "Tigre" ed i soldati della "2a divisione dell'Esercito siriano". Si tratterebbe di un ulteriore successo della massiccia offensiva che dopo la liberazione, avvenuta nei giorni scorsi, della base di Kuweires, ha portato alla conquista di altre località situate nella parte settentrionale del Paese. I miliziani del Califfato avrebbero, inoltre, abbandonato le posizioni sul lago di Jabboul, mentre le forze armate siriane sarebbero a soli 8 km da Deir Hafer, la roccaforte dell'Isis nella zona.

Siria: le Tigri di Assad liberano la base aerea di Kuweires

Grazie alla copertura aerea dell’aviazione russa ed al sostegno dei combattenti iraniani e di Hezbollah, l’avanzata dell’esercito governativo siriano continua a fare progressi. Nel pomeriggio di oggi, dopo tre anni di duri combattimenti, è stato spezzato l’assedio alla base aerea di Kuweires  nella zona di Aleppo. Le forze speciali della “Ghepard” sono riuscite ad entrare nel perimetro della base ed a liberare i 350 soldati che hanno resistito per trentasei mesi ai continui attacchi condotti dai terroristi dell’Isis. Gli uomini della Ghepard fanno parte dell’unità scelta Tigre comandata dal colonnello Suail Al Hassan. Secondo una fonte militare dall'esercito siriano, nel corso dei combattimenti le forze fedeli al presidente Assad avrebbero perso 57 uomini, 200 i feriti. Non si conosce, ancora, l’entità delle perdite subite dai terroristi, tuttavia, pare che i morti siano alcune centinaia.

Siria, l'esercito di Assad entra a Palmira

Secondo fonti vicine al Governo di Damasco, l'esercito siriano sarebbe impegnato, alle porte di Palmira, in durissimi combattimenti con i terroristi dell'Isis. I soldati lealisti starebbero contrastando i ribelli anche nel distretto cittadino di Dora. Le stesse fonti dichiarano che nonostante si siano "ritirati precipitosamente", i "terroristi" avrebbero subito pesantissime perdite. La conquista di Palmira per gli uomini di Assad, ha un grande valore sia sotto il profilo simbolico, per via dei siti archeologici che custodisce, sia sotto il profilo strategico. La città rappresenta, infatti, un importante crocevia lungo la direttrice che collega Homs a Deir Ezzour. Le truppe del presidente Assad sarebbero riuscite a neutralizzare anche due grandi convogli di rifornimento destinate ai "terroristi" e composti da uomini e materiali. In particolare, il primo convoglio sarebbe stato distrutto lungo la strada che da Palmira conduce a Al Bayarat, il secondo, invece, sarebbe stato annientato sulla Ein Hassein road.

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