Padre e figlio scomparsi in Calabria

Dal giorno di Pasqua non si hanno più notizie di due imprenditori agricoli di Petilia Policastro (Kr).

I due, padre e figlio, rispettivamente di 69 e 34 anni, sono spariti nel nulla dopo essersi allontanati da casa a bordo della loro auto. 

A lanciare l’allarme sono stati i familiari, non vedendoli rientrare a casa.

Allo stato, nonostante le ricerche effettuate anche con l'ausilio di un elicottero, non è stata rinvenuta neppure l'auto degli scomparsi.

I riti della Settimana Santa nel Vibonese

Riceviamo e pubblichiamo un contributo sulle manifestazioni paraliturgiche della Settimana Santa, redatto dal Centro studi Theotokos Religiosità Popolare.

"La Settimana Santa in Calabria è caratterizzata da riti religiosi paraliturgici di origine spagnola che si perpetuano da secoli.

Il barocco spagnolo esalta quella che possiamo definire come la spettacolarizzazione del supplizio di Cristo nella commemorazione della sua Passione e Risurrezione.

Luigi Maria Lombardi Satriani sottolinea in proposito il proverbiale “spagnolismo” che delinea i tratti significativi della “Settimana Maggiore” in Calabria.

In tutta la Calabria si registrano riti liturgici e paraliturgici con l’allestimento di macchine processionali da parte delle confraternite all’insegna della tradizione locale.

Da Serra San Bruno, dove Venerdì Santo, viene commemorata la deposizione del corpo di Cristo dalla croce (Schiovazziuni) ad opera dell’Arciconfraternita di Maria dei Sette Dolori, a Pizzo Calabro, Vibo Valentia, Sant’Onofrio, Dasà, Soriano Calabro e ovviamente in tutti i piccoli centri della Calabria: suggestiva è la cosiddetta “Chiamata da Madonna” a cui viene consegnato il Cristo morto mentre le donne intonano i canti di Passione che accompagneranno anche la processione per le vie di ogni paese.

Riti che raggiungono l’apogeo domenica di Pasqua, quando viene rappresentato l’incontro tra la Vergine Santissima e il Figlio risorto. Ogni comunità chiama questa particolare manifestazione a modo proprio. La si sente chiamare Cumprunta, Ncrinata, Affruntata, Svelata e così via. Nello svolgersi di questo suggestivo incontro, secondo il Centro Theotokos, si trova simboleggiata la liberazione delle donne: perché cadendo il mantello nero, cade la morte di Cristo che è anche la morte della violenza e del dominio dell’uomo sull’altro uomo. In tutta la Calabria la sacra drammatizzazione di questo evento popolare è una prerogativa quasi esclusiva della domenica di Pasqua.

A tal proposito, è bene ricordare che i domenicani fin dal loro arrivo a Soriano Calabro (1510), tramite Padre Vincenzo da Catanzaro, svolsero la loro opera di evangelizzazione tra le valli del Mesima e del Poro, alimentando l’humus su cui sono nate le Confraternite del SS.mo Rosario. All’alba del 15 settembre del 1530, vent’anni dopo la fondazione del convento domenicano, l’eco del nome di Soriano risuonò in Italia, in Europa e persino in America Latina, grazie all’evento relativo alla traslazione della Celeste Icona di San Domenico di Guzmán. Tale evento conferì autorità al santuario sorianese, che stabilì rapporti privilegiati con gli ambienti religiosi spagnoli devoti della Santa Immagine, dispensatrice di miracoli e grazie. Proprio l’opera di catechizzazione avviata dai frati Predicatori e dalla Confraternita del Rosario da loro fondata, diede inizio a in loco a questa specie di ‹‹teatro paraliturgico›› rivolto al volgo bisognoso di lumi, già in difficoltà nel cercare di seguire le celebrazioni liturgiche in latino. Basti pensare ai cosiddetti “concetti predicabili” di cui scrive Benedetto Croce: Padre Antonino Barilaro O.P. riporta che tali considerazioni furono stampate proprio a Soriano per volere dei domenicani. In base a questi documenti, Soriano dimostra di avere una storia antecedente rispetto a tanti altri paesi della Calabria, riguardo le sacre rappresentazioni della domenica di Pasqua. Probabilmente, i domenicani e la Confraternita di Gesù e Maria del SS.mo Rosario cominciarono ad allestire questa rappresentazione intorno al 1645; centro di questi eventi religiosi era un lungo viottolo, su cui dopo il sisma del 1659 è stato tracciato il profilo della piazza di fronte al Santuario, sull’attuale corso di via Roma. L’incontro tra Gesù risorto e la Madonna, detto dai sorianesi Cumprunta, sanciva una specie di unificazione tra i due borghi di Soriano distanti tra loro.

Dopo il sisma del 1783 questo evento diventa un rito di rifondazione territoriale. Il profilo barocco della piazza trapezoidale, offre spunti di osservazione sensazionali come ben rileva l’architetto sorianese Nazzareno Davolos. Le Magnifiche rovine sono le quinte della sacra drammatizzazione e testimoniano l’apogeo e il declino del Santuario che nonostante le avversità delle calamità naturali, seguite da quelle degli uomini, rimane ancora oggi centro di spiritualità e di preghiera".

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Migliaia di uova pasquali pericolose sequestrate in Calabria

Durante un controllo in diversi negozi di Cosenza, i finanzieri del locale Comando provinciale hanno sequestrato oltre centomila uova pasquali decorative, risultate carenti dei contenuti informativi e pericolose per i consumatori. I primi esercizi commerciali sottoposti a controllo sono stati quelli che nel periodo festivo avevano registrato, più di altri, un anomalo incremento di clienti pronti ad effettuare acquisti di articoli a tema da destinare alla decorazione degli ambienti domestici. Gli accertamenti hanno permesso di scoprire prodotti non a norma, prevalentemente importati dalla Repubblica Popolare Cinese, quali uova decorative, giocattoli e gadget richiamanti i simboli della Pasqua, posti in vendita in violazione delle prescrizioni indicate dal Codice del consumo. Parte dei prodotti pasquali si trovava esposta per la vendita con altra merce regolarmente detenuta, mentre la maggior parte era occultata in magazzini o locali ricavati negli stessi negozi, ed era pronta per far fronte alle ulteriori richieste dei clienti. Gli articoli sequestrati erano privi delle indicazioni riguardanti il paese d’origine, delle istruzioni ed avvertenze per l’uso e recavano etichette non contenti le informazioni obbligatorie. Particolarmente pericolosi per la salute degli acquirenti, soprattutto per quelli più giovani, i giocattoli pasquali privi delle necessarie informazione sulla fabbricazione e realizzati con materiali non conformi agli standard qualitativi previsti dalla normativa nazionale e comunitaria. Dopo aver sottoposto a sequestro il materiale, i militari hanno segnalato all'autorità giudiziaria i titolari di due punti vendita.

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Associazione anti n'drangheta truffava Regione e Provincia, sequestrati oltre 200 mila euro

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo del valore di oltre 217 mila euro, disposto dalla Sezione penale del locale tribunale nei confronti dell’ex presidente di un'associazione culturale anti-n'drangheta.

 La misura giunge al termine di un’articolata indagine, in materia di contrasto alle frodi in materia di spesa pubblica, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, volta a verificare la corretta erogazione di fondi regionali e provinciali a favore dell'associazione culturale "Antigone – Osservatorio sulla n'drangheta”.

L’attività investigativa, basata sull’esame della documentazione esibita durante le indagini e del carteggio ufficiale acquisito presso gli enti erogatori, nonché sull’esecuzione di mirati controlli incrociati nei confronti dei fornitori, di accertamenti bancari e di attività tecniche di intercettazione telefonica e telematica delle utenze e dei dispositivi in uso al presidente pro tempore, Claudio Antonio La Camera, avrebbe consentito di rilevare un illecito profitto, derivante dalla percezione di contribuzioni pubbliche, quantificato, a conclusione delle indagini preliminari, in circa 400 mila euro su un totale complessivamente erogato di oltre 800 mila euro.

Il presunto sistema di frode, finalizzato alla distrazione di fondi pubblici, sarebbe stato perpetrato tra il 2007 e il 2014 dall’allora presidente dell’associazione, mediante artifici e raggiri consistiti principalmente nella presentazione di documentazione mendace per ottenere la liquidazione dei contributi.

In particolare, la truffa sarebbe stata consumata, prevalentemente, tramite la rendicontazione di fatture recanti un contrassegno di quietanza non veritiero, in relazione al quale sarebbe emerso che, a fronte delle spese rendicontate agli enti pubblici, il relativo importo non sarebbe stato effettivamente corrisposto al fornitore.

I regolamenti che disciplinano la concessione di tali contributi prevedevano, inoltre, la liquidazione delle spese già sostenute, certificate e quantificate da apposite attestazioni che, invece, il presidente pro tempore avrebbe preventivamente incassato, destinandone successivamente solo una parte alla realizzazione di manifestazioni ed eventi di pubblico interesse.

L’associazione avrebbe, inoltre, portato a rimborso fatture di importo sovrastimato per l’acquisto, in particolare dell’impianto di videosorveglianza del “Museo della n'drangheta”.

Infine, per le fiamme gialle, alcune fatture sarebbero state presentate più volte per la liquidazione, mentre le spese rendicontate sarebbero risultate palesemente non attinenti alle finalità dei progetti finanziati.

Le indagini eseguite hanno, quindi, portato alla segnalazione di Claudio Antonio La Camera, in qualità di presidente dell'associazione, alla Procura della Repubblica reggina, per i reati aggravati di falso ideologico, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e malversazione ai danno dello Stato.

Il tribunale di Reggio Calabria ha quindi disposto il sequestro preventivo di 217.704 euro.

Vibo, il presidente Solano scrive al Consiglio dei Ministri per chiedere un incontro

Riceviamo e publichiamo la lettera che il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano ha indirizzato al Consiglio dei Ministri che si riunirà domani in Calabria.

"Illustre Presidente del Consiglio dei Ministri, Onorevoli tutti,

l’attenzione dimostrata dal Governo, nello scegliere la Calabria come sede del Consiglio dei Ministri, ha suscitato in me, e credo nell’animo di ogni calabrese, sentimenti di speranza.

Chi vi scrive è Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Ente che in gran parte delle graduatorie nazionali viene collocato all’ultimo posto.

Proprio partendo da questa consapevolezza ho deciso - sobbarcandomi ogni difficoltà - di candidarmi a Presidente, perché, come tutti i calabresi cocciuti, non potevo rassegnarmi a questo stato di cose.

L’ho fatto perché credo nelle potenzialità della mia terra. L’ho fatto perché credo che, al di là della mala politica e del malaffare, ci sia una nuova generazione che ha diritto di sognare una Calabria nuova.

Una generazione che non ha più voglia di piangersi addosso, ma è pronta a costruire un futuro diverso. Affinché ciò si realizzi è necessario, però, che questa attenzione nei confronti della Calabria da parte del Governo si trasformi in atti concreti, soprattutto nei riguardi della Provincia di Vibo Valentia.

La situazione di questa Amministrazione provinciale è assai delicata: allo stato di dissesto si aggiunge l’assenza di un bilancio stabilmente riequilibrato. Tutte problematiche che la mia amministrazione purtroppo ha ereditato. Oltre a tale rilevazione però, è bene segnalare che ad oggi la Provincia di Vibo Valentia segna un passo diverso rispetto al recente passato, al punto di trovarsi in una sorta di virtuosismo amministrativo, dove le entrate superano le uscite.

 In effetti, il disavanzo di amministrazione è passato dai 15 milioni di euro al 31/12/2014 ai 10,5 milioni di euro attuali. Ma questo purtroppo non basta per approvare un bilancio stabilmente riequilibrato, senza un intervento da parte di codesto autorevole Governo.

Le diverse interlocuzioni con i rappresentati di autorevoli dicasteri, ad oggi, purtroppo non hanno sortito alcuna soluzione. Non è nel mio costume citare precedenti dove il Governo nazionale è intervenuto per evitare il default di alcune amministrazioni comunali e provinciali, ma non posso nemmeno far finta che questo non sia avvenuto. 

Alla luce di tali elementi e della sensibilità dimostrata nel programmare la prossima riunione del Consiglio dei Ministri, in Calabria, per il varo di un “Decreto per la Calabria”, chiedo alle S.S.LL. di sostenere l’azione per il rilancio del territorio Vibonese  avviata da questa Amministrazione Provinciale.

In occasione della programmata riunione del CdM a Gioia Tauro, mi permetto, pertanto, di rappresentare l’utilità di voler accordare allo scrivente un incontro unitamente al rappresentante locale del Governo, S.E. il Prefetto, al fine di condividere soluzioni percorribili a salvaguardia dell’Ente e del territorio provinciale.

Sicuro che non vorrete negare un futuro a questa terra, che è uno scrigno nel quale sono nascosti i tesori di una millenaria cultura, nonché bellezze paesaggistiche e naturali tra le più belle al mondo, colgo l’occasione per porgere i miei più

Cordiali Saluti".

Il Presidente della Provincia di Vibo Valentia Salvatore Solano

"L'arte e il paesaggio", il volume di Giorgio Ceraudo sarà presentato a Catanzaro

Venerdì 26 aprile 2019, alle ore 17.00, a Catanzaro, presso il Salone del Palazzo della Provincia, sarà presentato il volume di Giorgio Ceraudo dal titolo "L’Arte e il paesaggio - Le belle contrade" (Rubbettino Editore).

Interverranno all’iniziativa, moderata dallo Silvio Rubens Vivone, Ivan Cardamone, vicesindaco e assessore comunale alla cultura; Teresa Gualtieri, presidente nazionale federazione Club per l’Unesco; Francesco Cuteri, archeologo; Rosanna Caputo, storico d’arte e l’autore del volume.

Giorgio Ceraudo, architetto, già  Soprintendente per i Beni culturali della Calabria, ha presentato il suo lavoro, a Palazzo Arnone di Cosenza, evidenziando le tante attività espletate durante la sua gestione riscuotendo attenzione e interesse.

Nell’incontro catanzarese si farà il punto sull’impegno profuso da Ceraudo per dare centralità al Complesso monumentale del San Giovanni, al Palazzo Fazzari, al Palazzo Alemanni, al restauro e alla valorizzazione del Parco archeologico e museale della Roccelletta di Borgia e agli altri gioielli architettonici che contraddistinguono la città di Catanzaro e la sua provincia.

Non mancheranno, ancora, analisi e approfondimenti sui tanti tesori d’arte del catanzarese presentati in mostre di straordinaria valenza culturale: “Andrea Cefaly e la scuola di Cortale”;  la mostra internazionale “Mattia Preti il Cavaliere Calabrese”, etc..

L’iniziativa metterà in primo piano le potenzialità che detiene la Calabria in un settore strategico, la cultura appunto, per uno sviluppo e una crescita economica e sociale non più rinviabili.

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La crisi degli agrumi calabresi e l'assenza della politica

È di pochi giorni fa la denuncia fatta durante la riunione della Direzione generale agricoltura della Commissione europea, da parte dell’Ava Asaja, associazione valenziana degli Agricoltori, inerente gli accordi firmati tra Ue e Paesi terzi, che ha prodotto un effetto devastante sul settore agrumicolo in Europa.
 
I numeri parlano chiaro: + 40% l’aumento delle importazioni in 6 anni.
 
Nello specifico, i dati del Ministero dell’Agricoltura iberico rilevano un incremento degli acquisti: dall'Egitto +88,8%, dal Marocco +112,8% e dal Sud Africa del 26%.
 
Gli accordi commerciali sono stati firmati in evidente svantaggio competitivo per le produzioni europee ed senza i criteri minimi di reciprocità richiesti.
 
La pressione commerciale esercitata da mandarini ed arance, sta avendo effetti devastanti che, in assenza d'interventi, si consolideranno nei prossimi anni.
 
Anche perché in Sud Africa sono stati piantati 10 mila nuovi ettari di mandarini che produrranno 600 mila tonnellate nei prossimi anni ed avranno come destinazione principale l’Europa, sovrapponendosi alle nostre produzioni, ma con prezzi stracciati e avendo la possibilità di adoperare ben 19 materiali attivi per i trattamenti fitosanitari da noi vietati!
 
Appare evidente che la Spagna e le sue associazioni di categoria stiano con fermezza difendendo le loro produzioni.
 
E in Italia cosa si sta facendo?
 
Cosa stanno facendo i nostri Europarlamentari Calabresi? Cosa fanno per difendere le nostre produzioni di qualità? Non hanno contezza delle difficoltà che sta vivendo il comparto e tutto ciò che questo comporta?
 
Perdita di quote di mercato, significa inevitabilmente chiusura delle attività, calo dell’occupazione, incremento dell’emigrazione giovanile e in alcuni casi, come spesso riportato dalle cronache, attuazione di pratiche illegali che possano abbassare i costi del prodotto per competere con quelli importati, quale ad esempio lo sfruttamento del più debole spesso immigrato irregolare e sottopagato.
 
Ed allora, quale futuro per le imprese agricole calabresi e le loro produzioni?
 
Forse l’obiettivo dei nostri Europarlamentari è trasformare le nostre terre, da realtà produttive, in giardini con panchine contemplative?
 
Mentre altri Paese per fronteggiare la crisi avviano “Maxi-Piani agrumicoli” che garantiscono un supporto per la trasformazione, l’impianto di nuove varietà, programmi operativi e tant’altro, noi qui in Calabria attendiamo che qualcuno si accorga che almeno esistiamo, che esistono numerose imprese agrumicole, che non solo non ricevono gli aiuti, ma neanche i risarcimenti per gli eventi calamitosi subiti, quali ad esempio le recenti alluvioni.
 
Facile è brindare al Vinitaly con in mano un Cirò Rosso, difficile è risolvere i problemi reali!
 
Non permetteremo che i nostri agrumeti diventino dei giardini contemplativi, ci batteremo sempre per il nostro lavoro, per i posti di lavoro creati, per le imprese calabresi!
 
* Presidente Consorzi Agricoop Italia e Blu Calabria
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I "Canti di donne nella Settimana Santa in Calabria" nel libro di Rotundo e Battaglia

"Canti di donne nella Settimana Santa in Calabria: teologia e antropologia" (Luigi Pellegrini Editore) è un libro (a quattro mani) di insolita compattezza. Ne sono autori due studiosi calabresi (Anna Rotundo e Michele Martino Battaglia) che hanno già dato prova del loro acume e della serietà dei loro studi antropologici: non rimasticano (inutilmente) il già detto ma, come i ricercatori di razza, danno interpretazioni originali (documentate e convincenti) dei materiali esistenti, aggiungendo tasselli di verità nei campi sterminati del sapere.

Giustamente, José Luis Alonso Ponga, «antropologo museale di fama internazionale», rileva, nella sua limpida prefazione al libro, che il «punto di vista» dei due ricercatori «si completa».

D’altra parte, secondo le più recenti acquisizioni dell’ermeneutica applicata ai testi letterari (si pensi a Jauss), il lettore che dialoga con il testo («lettore attivo») e ne individua qualcuno dei sensi riposti va considerato addirittura coautore effettivo del testo stesso, dacché contribuisce efficacemente alla semiosi, cioè al «processo di significazione».

Ebbene, Anna Rotundo è una lettrice attiva, attivissima, se è vero che, nel Capitolo I del libro (Donne di Calabria e canti di Passione), rilegge alcuni dei più famosi canti di donne, rievocanti la passione di Cristo durante la Settimana Santa in Calabria, secondo un’inedita ottica femminile, e ridà vita, di fatto, a testi che apparivano consunti, come tutti quelli consegnati alla serialità delle feste popolari. La studiosa si muove chiaramente sulla scia della teologia femminile (e femminista) che ha in Adriana Zarri una delle sue punte di eccellenza, rivelando, in maniera molto diretta e senza forzature, la componente femminile, appunto, di tali canti, che era stata obliterata sotto il velo opaco del maschilismo cattolico (e non solo). Epperò, nella Sira di li treniri (Sera dei tremori), la Madonna si rivela «profeta per una presa di coscienza collettiva di liberazione»; nel Rosario per le Quarant’ore, le donne appaiono, sulla scorta di Edith Stein, «più capaci di empatia»; in E piangiti sorelli c’amurti Gesuna (Piangete sorelle ch’è morto Gesù), traspare il tema della sorellanza, «caro ai movimenti delle donne»; in U Tummulieri, si evidenzia la capacità femminile di «creare linguaggio» magari trasformando arbitrariamente l’originale – oramai incomprensibile – teste latino (Tu in mulieribus). E così via … cantando.

L’auspicio, sotteso alla ricognizione puntuale di Anna Rotundo, che si fa apprezzare anche per la limpidezza della scrittura, è l’avvento, sul terreno religioso, «di un linguaggio inclusivo che sappia accogliere in sé tanto la ricchezza del maschile, quanto »quella del femminile».

Martino Battaglia, nel Capitolo II del libro, Dalla lauda al canto popolare nel sud Italia, comprova, da par suo, con impeccabile contrappunto di citazioni scientifiche e di riferimenti testuali, la tesi di una netta correlazione tra le laudi drammatiche medievali e i canti popolari della Settimana Santa in Calabria e in altre regioni dell’Italia attraverso il comune tramite della spettacolarizzazione barocca, convalidando peraltro, sul terreno antropologico, una notazione esposta dal sottoscritto in un articolo letterario su La Passione di Cristo da Iacopone a Pasolini e Turoldo. La passione euristica di Battaglia si riversa sulla pagina, sottoponendo la struttura del discorso a torsioni improvvise, a fulminei sbalzi, a clamorose deviazioni perfino: non ci sono spazi vuoti che non vengano prontamente saturati dall’incessante, febbrile impegno documentario dell’autore, anche a scapito della linearità dell’espressione. Ma dal contributo di Martino Battaglia traspare anche l’apprezzamento profondo della cultura popolare come espressione di sentimenti (religiosi, in questo caso), autentici, complementari, per dirla con Ponga, a quelli della cultura ufficiale: contro ogni tesi «sociologico-riduttivistica» e sulla scia, per converso, di maestri – basti il nome di Luigi Lombardi Satriani – che hanno fondato la moderna antropologia, liberandola da attardati preconcetti ideologici.

*Giuseppe Rando - Ordinario di Letteratura italiana e critico letterario

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