Inquinamento ambientale, Pasqua: "Condivido l’ordinanza emessa dal prefetto di Vibo Valentia"

“Condivido lo spirito e la sostanza dell’ordinanza emessa dal prefetto di Vibo Valentia, dottor. Guido Longo, con cui si dettano regole chiare in relazione alla prevenzione dell’inquinamento ambientale, in particolare di quello marino”.

E’ quanto afferma in una dichiarazione il consigliere regionale Vincenzo Pasqua, membro della quarta Commissione consiliare ‘Ambiente’.

“La determinazione del Prefetto Longo di contribuire con il proprio atto, e in maniera efficace, ad impedire lo scarico selvaggio di liquami fognari ad opera di auto spurgo imponendo il rispetto rigoroso di orari compresi tra la prima serata e le sei del mattino – prosegue Pasqua – rappresenta un tassello di riferimento anche per le amministrazioni locali e la politica che devono innalzare i loro sistemi di prevenzione e di controllo, altrimenti, anche per la prossima stagione estiva, continueremo a riempire pagine di cronaca con assoluto senso di impotenza  e per pura polemica fine a se stessa. Lo sversamento di liquami fognari nei greti dei torrenti o nelle condotte riservate alla raccolta delle acque meteoriche – dice ancora Vincenzo Pasqua -  con il limitato funzionamento degli impianti di depurazione, è una tra le più intollerabili emergenze che hanno segnato lo sviluppo turistico della fascia costiera tirrenica, senza soluzione di continuità. Da parte mia, avevo suggerito durante una delle sedute della Commissione ‘Ambiente’ – continua Pasqua – una forte iniziativa politico-istituzionale per affiancare l’attività di controllo e repressione  esercitata dagli apparati dello Stato. L’ordinanza del prefetto, dottor Guido Longo, che decorre dal 10 maggio al 30 settembre, non può essere lasciato come unico strumento di iniziativa pubblica e come unica misura di prevenzione, seppure utilissimo, ma diventare elemento di stimolo per la politica e le istituzioni locali per affrontare ‘di petto’ un tema che certamente, qualora non risolto, continuerà a pesare sull’immagine della nostra regione inficiando negativamente le prospettive turistiche e l’attività delle imprese del settore che proprio nei periodo estivo trovano ossigenazione e energia per andare avanti. Problemi certamente antichi – afferma Pasqua – che non possono essere risolti in poche settimane, ma siamo ormai giunti al punto di non ritorno, se è vero come è vero, che l’Europa ci condannerà molto presto a pagare salatissime multe poiché nel mare Mediterraneo i Paesi comunitari come il nostro continuano a sversare liquami fognari marcando ritardi decennali nel controllo del ciclo delle acque e della loro depurazione. Non vorrei – continua Vincenzo Pasqua – che da qui a qualche settimana dovessimo riprendere nuovamente la conta delle ‘macchie galleggianti’ a ridosso delle nostre battigie che inquietano residenti e turisti, collocando la nostra regione tra le più problematiche dal punto di vista della salvaguardia della salute e della natura. Auspico pertanto – termina Vincenzo Pasqua – che anche gli altri Prefetti della regione, ove non fossero già state assunte simili iniziative, possano assumere provvedimenti mirati a tutela dell’ambiente per come deciso dal prefetto di Vibo Valentia”.

Pizzo, tutto pronto per passaggio il Giro d'Italia

Sale l’attesa a Pizzo per il passaggio del Giro d’Italia, in programma domani, giovedì 11 maggio, nell’ambito della sesta tappa della competizione ciclistica nazionale. La carovana del Giro, che attraverserà il territorio vibonese percorrendo l’intera Statale 18, giungerà nella città napitina intorno alle 14, proveniente da Vibo Valentia, per sfilare lungo via Nazionale in direzione di Lamezia.

Così come chiesto dall’Ufficio scolastico regionale della Calabria e dalla Questura, il sindaco Gianluca Callipo ha emesso un’ordinanza di chiusura anticipata alle ore 11 delle scuole di ogni ordine e grado, per limitare i disagi all’uscita degli studenti. Inoltre, non si terrà il consueto mercato settimanale in contrada San’Antonio, al fine di tenere libera per motivi di sicurezza la strada che solitamente lo ospita.

Alle 12 circa, infatti, il traffico su Via Nazionale verrà prima vietato in direzione Sud e poi, alle 13, anche in direzione Nord, con il blocco totale della circolazione di mezzi pubblici e privati. Dalle 13 sarà quindi accessibile al pubblico la Carovana del Giro, il villaggio itinerante che verrà allestito dagli sponsor della manifestazione sportiva nella viletta di via Nazionale, un’iniziativa che ha lo scopo di coinvolgere maggiormente le popolazioni dei territori che ospitano il passaggio della corsa, con distribuzione di gadget e momenti di festa.

"Durante le ore dedicate al Giro - spiega l’assessore comunale Giacinto Maglia – saranno circa 100 gli operatori impegnati sul territorio di Pizzo per garantire la sicurezza, tra forze dell’ordine, vigili urbani, personale sanitario e addetti dell’organizzazione".

 

Calabria, le bandiere blu e il turismo all'anno zero

La Calabria ha 750 chilometri di coste. Se pigliamo come unità di misura le bandiere blu del corrente 2017, ne ha una ogni 104 chilometri, quindi tutto il resto, per un totale di almeno 720, è sotto il minimo per ottenere tale riconoscimento. Cioè tutto il resto delle coste è sporco, è male organizzato e roba del genere.

 E i depuratori, che mi dite dei depuratori? Funzionano? Secondo gli assegnanti bandiere, no, non funzionano.

 E il turismo è bene attrezzato, con rispetto dell’ambiente eccetera? No.

 E la raccolta rifiuti è fatta a modo? No.

 Insomma, qui non siamo al bicchiere mezzo pieno, qui siamo si fronte a una botte tutta vuota con un filo di vino in fondo, magari buono, ma quantitativamente insignificante.

 E quelli della bandiera blu s’impicciano solo di spiagge e di mare. Se invece vanno a vedere il turismo nelle sue varie componenti, altro che bandiere! Scarsissime le forme alternative ai bagni, tipo: montano, di salute, agriturismo (vero!), termale, religioso… Siamo quasi a zero.

 Turismo culturale? Mai sentito nominare.

Del resto, la Regione s’interessa alla cultura meno di quanto mi interessi io dell’allevamento dei lama sulle Ande; solo che io so che i lama sulle Alpi esistono, e la Regione non sa manco cosa sia, la cultura.

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Aldo Moro e l'intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere

"Aldo Moro e l'intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere".

Questo il tema della giornata di studi organizzata a Rende sabato 13 maggio 2017 dalle 9 alle 18 presso l'aula "Umberto Caldora" dell'Università della Calabria.

L'evento, promosso dal Centro di documentazione scientifica sull'intelligence dell'ateneo calabrese, si svolge nella settimana in cui ricorre il trentanovesimo anniversario dell'omicidio dello statista democristiano.

Per Mario Caligiuri, direttore del master in Intelligence e promotore dell'evento: "Aldo Moro è stato un protagonista della storia d'Italia e in quanto uomo di Stato conosceva bene il funzionamento e l'importanza dei servizi di Intelligence. Tutti sanno dell'interesse di Francesco Cossiga verso questo settore fondamentale dello Stato. Si conosce di meno che il maestro di Cossiga nell'intelligence era stato proprio Aldo Moro". 

Inoltre, ha ricordato che si tratta solo di un primo approccio per cominciare ad affrontare un tema di grande rilevanza non solo per approfondire cruciali vicende politiche  della Repubblica ma anche per contribuire a sviluppare in Italia gli intelligence studies dal punto di vista storico.

Dopo i saluti istituzionali del Rettore Gino Mirocle Crisci, del direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell'Educazione Roberto Guarasci e dei componenti del Comitato scientifico del Master sull'Intelligence Alberto Ventura e Luciano Romito, è prevista l'introduzione di Mario Caligiuri, coordinatore del Centro studi sull'intelligence dell'ateneo di Arcavacata.

I lavori saranno articolati in due sessioni.

La prima verrà aperta dalla relazione di Ciriaco De Mita, Segretario nazionale della DC 1982-87 e presidente del Consiglio dal 1988 al 1989, che  parlerà di Aldo Moro uomo di Stato e di intelligence.

Seguiranno poi le relazioni di Maria Luisa Lucia Sergio dell'Università di Roma Tre: Aldo Moro nella prima stagione repubblicana (1946-1958): concezione della democrazia e visione internazionale; di Vera Capperucci dell'Università LUISS "Guido Carli" di Roma: La segreteria Moro (1959-1964) e il caso Tambroni; e, in video conferenza, di Giacomo Pacini dell'Istituto storico grossetano della resistenza e dell'età contemporanea: L''Italia e la politica mediterranea: il lodo Moro.

Nel pomeriggio, alle 15 inizierà la seconda sessione che verrà aperta dalla relazione di Virgilio Ilari dell'Universita "Cattolica" di Milano: Moro e la Cia.

Seguiranno gli interventi dello storico Andrea Ambrogetti: "Aldo Moro e gli americani nella politica della solidarietà nazionale";  e di Francesco Maria Biscione dell'Archivio "Flamigni": Il Memoriale Moro.

L'ultima relazione sarà svolta dal senatore e presidente del gruppo parlamentare del Pd Luigi Zanda  Il rapporto tra Moro e Cossiga.

Le conclusioni verranno svolte da Mario Caligiuri.

Gli atti del convegno scientifico, arricchiti da altri contributi, verranno pubblicati nella collana del Centro di documentazione scientifica sull'intelligence dell'Università della Calabria editi da Rubbettino.

Il convegno è stato promosso con la collaborazione della Fondazione "Italia Domani", del Laboratorio di Fonetica e del Laboratorio sul mediterraneo islamico dell'Università della Calabria.

I lavori verranno seguiti da Radio Radicale e in diretta streaming dal sito www.intelligencelab.org.

 

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Wanda Ferro incontra il presidente del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, Grazioso Manno

Il consigliere regionale Wanda Ferro (Gruppo misto) ha incontrato ieri mattina, nel piazzale della Cittadella Regionale, il presidente del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese Grazioso Manno, che ha iniziato lo sciopero della fame annunciato dopo le infruttuose richieste di incontro con il governatore Oliverio su diverse questioni che riguardano il rapporto tra la Regione e gli enti consortili.

“Se il presidente Manno - ha detto Wanda Ferro -, noto per la sua moderatezza,  è stato costretto ad una iniziativa tanto clamorosa, è perché non ha trovato ascolto in una politica che vuole restare sorda ad ogni richiamo, che resta arroccata anche di fronte agli appelli costruttivi di chi conosce in maniera approfondita i problemi del territorio e ha le competenze per contribuire alle soluzioni. Una politica autoreferenziale, che risponde solo a se stessa e non si degna di ascoltare le istanze degli amministratori che conoscono le problematiche da vicino. In passato i Consorzi di bonifica, insieme alle Province e ai Comuni, hanno svolto un lavoro importante per la salvaguardia del territorio, ma oggi sono tenuti ai margini delle politiche regionali, con la mancata attuazione della legge 11/2003 che prevede specifici compiti per gli enti consortili, il mancato trasferimento delle competenze sui fiumi e il drastico taglio di risorse, tra cui l’azzeramento dei capitoli di bilancio destinati alle opere di bonifica e alla manutenzione degli impianti irrigui. Un’asfissia finanziaria, quella determinata dalla Regione, che ha costretto i consorzi a non rinnovare i contratti a decine di operai stagionali e ad avviare diverse procedure di licenziamento. Il presidente Oliverio, che da presidente della Provincia di Cosenza ha condiviso le battaglie che anche come Upi avevamo intrapreso contro i precedenti governatori rispetto al mancato trasferimento delle deleghe, oggi si comporta come i suoi predecessori, rendendo impossibile per i Consorzi svolgere la propria missione rivolta a salvaguardare il territorio dai fenomeni di dissesto e ad assicurare servizi di qualità alle imprese agricole calabresi".

Le biblioteche calabresi a rischio chiusura

 Che ogni comune debba avere eccellenti luoghi di ritrovo per coltivare e implementare cultura, socialità e sportività è certamente un obiettivo che cittadine e cittadini devono sempre avere nella mente e nel cuore, e - diciamolo pure - gli amministratori particolarmente nella distribuzione delle finanze.

Credo, però, che bisogna evitare ammucchiate, soprattutto per quanto attiene alle biblioteche, le quali non devono e non possono abdicare alla sostanza etimologica che le connota.

Quante volte chi frequenta da diversi anni le biblioteche (specialmente universitarie) stenta a trovare un posto nelle vaste sale di consultazione perché molti studenti sono lì per studiare, navigare tranquillamente in internet, o incontrarsi per motivi diversi , danneggiando i veri fruitori del patrimonio librario, contrariamente a quanto accade p.es. alla Vaticana, all'Ambrosiana, alla Marziana, o alle biblioteche nazionali di Parigi, Londra e Berlino.

Il tempo corre e il mondo cambia e si evolve. Ciò impone, a chi istituisce oggi una Biblioteca, di chiedersi e domandare di quali e quanti fondi dotarla, quali autori classici, medioevali, moderni e contemporanei scegliere, in quali e quante lingue; che parte riservare alle opere connesse a una autentica conoscenza del territorio e degli scrittori calabresi per origine o "adozione". 

Ma senza un personale ben formato e stabile come si fa a offrire tale servizio? Vedi p.es. Biblioteca Capialbi di Vibo. E il personale va retribuito, ovviamente.

Sappiamo molto bene che ci sono in Calabria preziose biblioteche (basti pensare alla Civica di Cosenza) a rischio di chiusura: gli impiegati non vengono retribuiti e sono costretti a scioperare, e certamente non sono intenti a cambiar mestiere, o ad essere trasferiti - non dico  in ... ludici ambienti - e tantomeno alla poco nota biblioteca del Consiglio Regionale di Reggio Calabria, che dispone  però di un eccellente materiale librario  con molte copie di libri in giacenza, acquisito per sostenere le case editrici, e che potrebbero (anzi dovrebbero) essere distribuite alle biblioteche comunali richiedenti.

C'è da augurarsi che la nascitura biblioteca comunale di Chiaravalle sia tra queste e ben si aggreghi alla Biblioteca locale Francescana con precisi intenti, che non siano come spesso avviene solo  parole,  parole e parole, anche se belle, recitate dai soliti bravissimi attori.

 

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Scossa di terremoto in Calabria

Un terremoto di magnitudo ML 2.5 è stato registrato in Calabria dai sismografi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Il sisma, rilevato alle 4,24 della notte scorsa, ha interessato alcuni centri in provincia di Cosenza 

L'epicentro  è stato individuato ad una profondità di 14 km, a ridosso dei comuni di Acri, Rose, San Pietro in Guarano, Castiglione Cosentino e Celico.

 

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Sfruttavano i rifugiati, 14 persone in manette

Operazione di contrasto allo sfruttamento degli immigrati ospiti dei centri di accoglienza da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.

A partire dalle prime ore di oggi, i militari hanno eseguito 14 misure cautelari: 2 custodie cautelari in carcere, 4 arresti domiciliari, 8 obblighi di dimora.

Le 14 misure sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari di Cosenza, Salvatore Carpino, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di altrettante persone accusate, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d'ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Cosenza, sono partite a settembre del 2016 sotto la direzione del Procuratore aggiunto Marisa Manzini e del sostituto procuratore Giuseppe Cava, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica Mario Spagnuolo.

Gli elementi raccolti dai militari hanno permesso di accertare che gli immigrati, principalmente senegalesi, nigeriani e somali, venivano prelevati da due Centri di accoglienza straordinaria di Camigliatello Silano (Cosenza) e portati a lavorare come pastori o braccianti nei campi di patate e fragole dell'altopiano della Sila cosentina.

In particolare, il presidente e due responsabili della gestione di un centro di accoglienza risultano accusati, in concorso con i titolari di alcune aziende agricole, di aver illecitamente reclutato i rifugiati loro affidati.

I responsabili del centro di accoglienza dovranno rispondere anche della manipolazione dei fogli presenza degli ospiti della struttura, che venivano dati come presenti nel tentativo di ottenere i finanziamenti previsti dalla legge a sostegno della struttura di accoglienza.

Gli immigrati sfruttati sarebbero stati in tutto una trentina. Dalle indagini è emerso che ai lavoratori in nero veniva corrisposto un importo compreso tra i 15 e i 20 euro per giornata lavorativa.

Nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Cosenza viene contestato per la prima volta il nuovo reato di "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro".

 

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