Violentarono per anni una ragazza in paese: confermate le condanne

I giudici della Corte di Cassazione hanno respinto le istanze avanzate dagli imputati riconosciuti colpevoli delle violenze sessuali perpetrate ai danni di una ragazza. Atti turpi che cominciarono quando la giovane aveva appena 13 anni. I magistrati hanno, dunque, reso definitiva, la pena a 7 anni e 8 mesi anni di carcere inflitta a Fabio Piccolo; a 7 anni quelle irrogate a carico  di Antonino Cianci, Antonino Cutrupi e  Maurizio Hanaman. Teatro degli abusi la frazione San Martino di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria. A squarciare il velo che avvolgeva la vicenda fu la medesima ragazza, A.S., che raccontò di essere stata costretta per anni a subire gli stupri commessi dal branco. 

 

La parabola di Rosy Canale: da "paladina antimafia" alla condanna a 4 anni

E' stata condannata a quattro anni di carcere Rosy Canale, già presidente del "Movimento donne di San Luca" che fu arrestata nell'ambito dell'inchiesta denominata "Inganno".  Ad infliggere la pena è stato il Collegio Giudicante del Tribunale di Locri. Il suo coinvolgimento destò scalpore perché all'epoca era considerata una della tante paladine antimafia che gravitano attorno al variegato modo della presunta lotta alla criminalità organizzata. L'accusa nei suoi confronti fu quella di aver speso per fini personali denaro erogato all'associazione dalla Fondazione "Enel nel cuore", dal Ministero della Gioventù, dalla Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria, dalla Prefettura di Reggio Calabria. Soldi che servirono, sostennero gli inquirenti avanzando una tesi sposata dai giudici, per comprare automobili, capi d'abbigliamento, mobili, viaggi. Al "Movimento donne di San Luca", peraltro, era stato affidato un edificio confiscato ad una cosca e che avrebbe dovuto essere adibito a ludoteca, ma le attività non furono mai avviate. Il pubblico ministero, al termine della sua requisitoria in aula, aveva formulato la richiesta che Rosy Canale fosse irrogata una pena a sette anni di reclusione. I reati contestati all'imputata erano truffa e malversazione. Gli altri cinque soggetti finiti nelle maglie della medesima indagine sugli interessi criminali dei clan Nirta e Strangio avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato. Tra loro figura pure Sebastiano Giorgi, in passato sindaco del paese alle pendici dell'Aspromonte.

Non versò i contributi Inps dei dipendenti: arrestato amministratore di ditta edile

Un operaio di 60 anni è stato arrestato dai Carabinieri sulla base di un mandato di carcerazione disposto dal Tribunale. Amministratore di un'azienda attiva nel comparto dell'edilizia, dovrà scontare una condanna a quattro mesi di reclusione inflittagli in quanto giudicato responsabile del mancato versamento dei contributi INPS degli addetti in servizio presso la propria ditta nell'arco temporale compreso tra il settembre ed il dicembre di otto anni fa. L'importo complessivo dell'omissione ammontava a 2.049 euro. I militari dell'Arma di Rose, in provincia di Cosenza, hanno ristretto N.L. ai domiciliari. Già in passato il sessantenne era finito nelle maglie della giustizia. 

Studentessa violentata nell'androne di un palazzo: condannato un 22enne

E' stato condannato a tre anni e quattro mesi di carcere il giovane di 22 anni considerato dai giudici della Corte d'Appello colpevole di aver stuprato una ragazza di 25 anni che frequenta l'Università della Calabria. Sulla scorta di quanto accertato dagli inquirenti, i due avevano passato insieme la serata in un pub dove si erano appena conosciuti. Al termine delle ore trascorse nel locale notturno, lui, di Cosenza, la riaccompagnò a casa con un amico. Giunti nell'atrio dell'edificio che ospita l'appartamento in cui risiede la venticinquenne di Catanzaro, si sarebbe scagliato addosso a lei e, sbattutala per terra, avrebbe compiuto la violenza sessuale, sfruttando, hanno ipotizzato gli investigatori, la debolezza della studentessa  che aveva consumato alcol. L'inchiesta che condusse al suo arresto, avvenuto nove mesi fa, fu rapida perché favorita dalla circostanza che il ventiduenne venne individuato da un Carabiniere che sfruttò al meglio le immagini catturate dall'impianto di sorveglianza video installato nel palazzo. Scoperte le generalità del ragazzo, verificò che era un assiduo frequentatore del luogo in cui aveva fatto conoscenza della vittima. Oggi il Collegio Giudicante della Corte d'Appello ha confermato a suo carico la pena inflittagli in primo grado.

Irregolarità nei versamenti previdenziali: condannato imprenditore edile

Il Tribunale di Sorveglianza ha disposto che un imprenditore edile di 45 anni sconti ai domiciliari una condanna a sei mesi. A notificare la decisione dei giudici di Firenze hanno provveduto i Carabinieri della Stazione di Cirò Marina, luogo di residenza dell'uomo. La pena gli è stata inflitta perché avrebbe prodotto certificazioni non veritiere in merito al versamento dei contributi di natura previdenziale dei lavoratori che quattro anni fa prestavano servizio presso la sua azienda. La richiesta di essere affidato in prova ai servizi sociali, bocciata dai Carabinieri, non è stata accolta. 

 

 

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