In auto con marijuana e cocaina, due giovani segnalati nel Vibonese

Le rigide prescrizioni governative non scoraggiano l’uso di droga sul territorio Vibonese.

Così i carabinieri della Stazione di Filandari, impegnati in una serie di controlli finalizzati a verificare il rispetto delle norme in materia di Covid-19, hanno fermato due giovani C.C.V, 27 anni, e R.A., 21 anni, entrambi di Rombiolo, a bordo di una Lancia Musa, chiedendo le ragioni della loro presenza in quel luogo. Dinanzi a una risposta confusa e non convincente da parte del conducente, incapace di fornire adeguate motivazioni per sé e per il passeggero e dopo aver subodorato la presenza di droga, i militari hanno proceduto a perquisire i due giovani e la vettura sulla quale viaggiavano.

Proprio nell’auto hanno rinvenuto due involucri di carta stagnola contenenti, rispettivamente, 2,5 grammi e 5 grammi di marijuana e un terzo con 0.80 grammi di cocaina.

Il materiale ritrovato è stato posto sotto sequestro.

I due giovani sono stati segnalati alla Prefettura di Vibo e deferiti in stato di libertà perché, in assenza di comprovate ragioni dettate da stato di necessità, sanitarie o di lavoro, si muovevano liberamente in barba alle attuali disposizioni governative.

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Coronavirus, Calabria: mascherine comprate a 2 euro e vendute a 15, tre denunce

Mascherine di protezione vendute con rincari variabili dal 500 al 3 mila per cento.

A fare la scoperta sono stati i finanzieri del Gruppo di Cosenza.

In particolare, in un caso, le fiamme gialle hanno sorpreso un commerciante, specializzato nella vendita di ricambi per auto, che aveva posto sulla porta d’ingresso del punto vendita di Cosenza, un cartello con su scritto: “Sono arrivate le mascherine”.

Entrati nel negozio, i baschi verdi hanno trovato diverse mascherine di stoffa messe in vendita a prezzi dai 10 ai 15 euro.

E’ scatta quindi una perquisizione, nel corso della quale, nel negozio, è stato individuato un laboratorio con una macchina da cucire professionale, mascherine in tessuto, palesemente non idonee alla protezione individuale e diversi rotoli di stoffa destinati a realizzare circa 350 prodotti.

In occasione di un altro controllo, invece, i militari si sono imbattuti in una farmacia cosentina dove le mascherine modello Ffp2 “senza valvola”, venivano vendute con un ricarico del 500 per cento rispetto al prezzo d’acquisto.

Dall’analisi della documentazione esaminata, i finanzieri hanno rilevato che il titolare della farmacia vendeva a 15 euro le mascherine che aveva acquistato al prezzo di circa 2 euro l’una.

Nell’ambito dello stesso intervento, sempre nella città dei Bruzi, i finanzieri hanno scoperto una ferramenta che aveva venduto alla farmacia altre tipologie di mascherine, praticando, a seconda del prodotto, ricarichi di prezzo compresi tra il 300 ed il 600 per cento.

I tre titolari degli esercizi commerciali sono stati denunciati per i reati di manovre speculative su merci.

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Coronavirus, Calabria: esplode il contagio, i casi positivi sono 60

Preoccupante impennata dei contagi da coronavirus in Calabria.

Da quanto emerge dai dati diffusi dalla Regione Calabria, i calabresi colpiti dal Covid-19 sono 60, con un incremento di 22 casi in un solo giorno.

Come se non bastasse, nelle ultime ventiquatt’ore, in fondo allo Stivale è stata registrata anche la prima vittima. (Per approfondire leggi qui).

Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti:

- Catanzaro: 6 in reparto; 1 in rianimazione; 2 in isolamento domiciliare

- Cosenza: 9 in reparto; 2 in rianimazione; 4 in isolamento domiciliare

- Reggio Calabria: 5 in reparto; 1 in rianimazione; 11 in isolamento domiciliare; 1 guarito;

- Vibo Valentia: 3 in isolamento domiciliare

- Crotone: 2 in reparto; 13 in isolamento domiciliare

I soggetti in quarantena volontaria sono 4706, così distribuiti:

- Cosenza: 1999

- Crotone: 239

- Catanzaro: 464

- Vibo Valentia: 404

- Reggio Calabria: 1600

Le persone giunte in Calabria negli ultimi quattordici giorni che si sono registrate al sito della Regione Calabria sono 6302.

Coronavirus, tre turisti italiani positivi a Cuba

L’isola di Cuba, che fino a pochi giorni fa risultava indenne dalla pandemia di coronavirus, registra i primi casi da Covid-19.

Tre turisti italiani, di cui non è stata resa nota l’identità, sono stati ricoverati ieri in un ospedale dell’Avana dopo essere stati trovati positivi al coronavirus mentre soggiornavano con un quarto italiano in un ostello della città di Trinidad.

Ieri la tv cubana ha indicato che, in base a informazioni fornite dal ministero della Sanità, gli italiani sono arrivati a Cuba il 9 marzo scorso.

Ora sono ricoverati nell’Istituto di medicina tropicale ‘Pedro Kouri’ in condizioni che, per fortuna, al momento non destano preoccupazioni.

Nello specifico tutti sono sotto vigilanza clinica e epidemiologica per constatare se appaiono sintomi.

Nel caso in cui nei prossimi giorni si presentasse qualche sintomo clinico, si realizzerà il controllo naso-faringeo e se confermato, si trasferiranno all’Ospedale Militare di Villa Clara, com’è previsto nel Piano per la prevenzione e il controllo del Covid-19.

Coloro che sono stati in contatto con i tre turisti italiani che si trovavano in Trinidad e che nelle ultime ore sono stati confermati come i primi casi di  Covid-19 in Cuba, sono sottoposti alle azioni epidemiologiche corrispondenti.

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