Lascia i domiciliari per andare al mare, arrestato

A Palmi, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno arrestato in flagranza un 34enne accusato di evasione dai domiciliari.

Nello specifico, nel corso di un servizio di perlustrazione, i militari hanno notato presso la località “Tonnara” un veicolo sospetto in prossimità di un noto stabilimento balneare. A seguito di un controllo più specifico, esteso nell’intera località circostante, hanno individuato il soggetto già sottoposto agli arresti domiciliari per reati in materia di stupefacenti, mentre era intento a prendere il sole sotto un ombrellone, godendosi una bibita e una giornata di mare come ogni altro libero cittadino.

Dai successivi accertamenti è emerso che l’uomo non beneficiava di alcuna autorizzazione da parte dell’autorità giudiziaria ad allontanarsi dal proprio domicilio, se non per “indispensabili esigenze”, non rientranti di certo nelle circostanze di tempo e di luogo in cui è stato trovato.

Una volta arrestato, il 34enne è stato ricondotto dai militari presso il proprio domicilio in attesa dell’udienza per direttissima, in seguito alla quale l’arresto è stato convalidato dall’autorità giudiziaria.

Scoperta evasione fiscale milionaria di un agente di scommesse online

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna hanno concluso un controllo fiscale nei confronti di un soggetto di origini siciliane fiscalmente domiciliato nel capoluogo felsineo, oggi collaboratore di giustizia, che ha svolto attività di procacciatore d’affari per conto di una nota società di scommesse on line omettendo di dichiarare i propri redditi in Italia.

Gli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna hanno fatto emergere l’omessa dichiarazione di redditi per oltre 23 milioni di euro e Iva per oltre 5 milioni. Le somme, in particolare, corrispondono alle commissioni percepite, negli anni dal 2016 al 2018, da un agente di un noto bookmaker maltese che ha operato in Sicilia, Calabria, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Marche.

L’attività ha preso le mosse dalle indagini di polizia giudiziaria condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria che, anche grazie al supporto fornito dal Nucleo Speciale Entrate del Corpo, avevano portato all’individuazione sul territorio nazionale della stabile organizzazione occulta del bookmaker estero, attivo nel settore della raccolta illegale di scommesse operate attraverso siti web gestiti da soggetti riconducibili a diverse organizzazioni mafiose.

All’esito delle investigazioni, condotte con il prezioso ausilio tecnico degli esperti informatici del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche di Roma, è emerso che il bookmaker estero, per la raccolta del gioco e delle scommesse non autorizzate, si era avvalso in Italia di una rete capillare di persone, coordinate da 28 agenti tra cui il soggetto controllato. In altri termini, si tratta di veri e propri intermediari che hanno operato, nelle rispettive aree di competenza, al fine di promuovere i siti di gioco della piattaforma maltese, ricevendo una remunerazione proporzionale alla raccolta illegale di scommesse.

 

Frode fiscale, sequestrati oltre 100 mila euro

Nei giorni scorsi, i finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, in esecuzione di un decreto emesso dal gip del locale Tribunale, hanno sequestrato oltre 100 mila euro, pari all’imposta evasa, nei confronti di un’associazione attiva nel campo dell'assistenza residenziale per anziani e disabili, il cui legale rappresentante è indagato per frode fiscale.

Il provvedimento cautelare giunge all’esito di una verifica condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catanzaro, che ha permesso di individuare presunte condotte illecite attuate mediante l’emissione e l’utilizzo di numerose fatture per operazioni inesistenti, finalizzate ad evadere l’Imposta sul reddito delle società nei periodi d’imposta dal 2014 al 2017.

I presunti costi fittizi sarebbero stati documentati con fatture per consulenze fiscali ed amministrative ritenute inesistenti, emesse da due società strettamente riconducibili all’associazione ispezionata, per un importo di oltre 385 mila euro, con conseguente abbattimento del reddito soggetto a imposizione.

Pertanto, sono stati denunciati il legale rappresentante dell’associazione per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e i legali rappresentanti delle società che avrebbero emesso le false fatture, per il reato di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.

Evasione fiscale, sequestrati beni per un valore di 900 mila euro

I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di somme di denaro, beni mobili e immobili per un valore di circa 900 mila euro.

Il provvedimento, emesso dalla Procura della Repubblica di Palmi, giunge in seguito a un'indagine che ha permesso di portare alla luce una presunta evasione fiscale ad opera di un’attività di autotrasporto.

La presunta evasione farebbe riferimento all'Irpef relativa agli anni compresi tra il 2016 e il 2018.

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Scoperta evasione fiscale, sequestro per oltre un milione di euro

I finanzieri della Compagnia di Palmi (Rc) hanno eseguito un provvedimento di sequestro di beni, del valore di oltre un milione e centomila euro, emesso dal gip del locale Tribunale, nei confronti di un’impresa edile e del suo rappresentante legale. 

Il provvedimento giunge in seguito ad un’attività di controllo durante la quale sarebbe emersa una consistente evasione fiscale.

Inoltre,  per  le fiamme gialle, nel corso del controllo il rappresentante legale della società avrebbe sottratto e occultato documenti e scritture contabili al fine d’impedire la ricostruzione dei redditi e l’effettiva capacità contributiva della ditta.

Pertanto, per ricostruire il giro d’affari, i militari hanno attivato numerosi controlli incrociati nei confronti di operatori che hanno intrattenuto rapporti economici con l’impresa controllata.

Dai riscontri eseguiti, sia tramite le banche dati in uso ai finanzieri, che attraverso l’esecuzione di indagini bancarie, sarebbe emersa un’evasione fiscale di oltre un milione e centomila euro.

Alla luce di tali risultanze, il legale rappresentante dell’impresa è stato denunciato per omessa dichiarazione ed occultamento o distruzione di documenti contabili.

Infine, l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo dei beni riconducibili alla società ed al suo amministratore, fino a concorrenza delle imposte evase.

 Tra i beni sottoposti a sequestro figurano disponibilità finanziarie e beni mobili.

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Maxi evasione per 10 milioni di euro, due denunce

Al termine di una complessa attività di verifica fiscale condotta nei confronti di due società operanti nel settore della preparazione e concia del cuoio, i finanzieri del Gruppo Locri hanno denunciato presso la locale Procura della Repubblica, i due legali rappresentanti per frode fiscale, contestando una base imponibile sottratta a tassazione per oltre 10 milioni di euro, oltre alla corrispondente indebita sottrazione dell’Iva per quasi 1,5 milioni di euro.

 Durante le indagini è emerso che due società (di cui una in apparente liquidazione), dopo aver realizzato un cospicuo giro d'affari in una provincia campana, allo scopo di eludere il fisco, avrebbero trasferito – ma solo fittiziamente – le rispettive sedi legali nel territorio della Locride da circa un paio di anni.

Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno permesso alle fiamme gialle di scoprire, inoltre, che nell’imminenza del fittizio trasferimento delle sedi nella provincia reggina le quote sociali sarebbero state interamente cedute a dei nullatenenti –risultati poi irreperibili – cui sarebbe stato affidato anche l’incarico di amministratore unico.

Al termine degli accertamenti, i militari avrebbero riscontrato la sottrazione al fisco di ricavi non dichiarati e costi non in linea con i requisiti previsti dalla normativa fiscale vigente. 

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Azienda sottrae al fisco 7,5 milioni di euro, denunciate tre persone

Durante una verifica effettuata a carico di una società di Rossano (Cs) attiva nel settore edile, i finanzieri della locale Compagnia hanno contestato la sottrazione al fisco di circa 7,5 milioni di euro di tasse.

Per le fiamme gialle, gli amministratori della società succedutisi nel tempo, sarebbero stati dei meri prestanome, in quanto completamente all’oscuro della reale gestione dell'azienda, che in realtà avrebbe fatto capo ad un gruppo familiare che controlla altre ditte operanti nel settore edile e nella produzione e commercializzazione di calcestruzzo.

Attraverso l’analisi della documentazione contabile e bancaria acquisita nel corso dell’attività ispettiva, i militari avrebbero scoperto un collaudato sistema di frode messo in atto dagli amministratori di fatto.

I finanzieri hanno, pertanto, contestato l'emissione di fatture per operazioni inesistenti e la compensazione di debiti con l’amministrazione finanziaria con crediti ritenuti fittizi.

In particolare, tutte le operazioni commerciali, sarebbero state eseguite con ingegnosi artifizi contabili, finalizzati ad impedire l’effettiva tracciabilità dei pagamenti.

Complessivamente, tra il 2010 ed il 2018, sarebbe stata riscontrata l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, per 7 milioni di euro, Ires ed Iva evase per oltre 4 milioni di euro e crediti fittizi indebitamente compensati per circa 700 mila euro.

Il controllo è culminato, quindi, con la denuncia degli amministratori sia di fatto che di diritto.

Scoperta maxi evasione fiscale, eseguite due misure cautelari. Sequestrati beni per oltre 3,5 milioni di euro

I finanzieri della Compagnia di Paola (Cs) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare personale e un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore pari a 3,7 milioni di euro, emesso dal gip presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 2 persone residenti nella Provincia di Cosenza, per occultamento o distruzione di documenti contabili ed evasione fiscale.

Il sequestro ha interessato: rapporti finanziari, quote societarie, beni immobili e mobili.

Durante l'attività, le fiamme gialle hanno eseguito, anche, diverse perquisizioni.

Per l'amministratore “di fatto” di una società che avrebbe “nascosto al fisco, dal 2011 ad oggi, ricavi per ben 11 milioni di euro”, sono scattati gli arresti domiciliari, mentre per un “prestanome”, è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, con divieto di esercizio di qualsiasi attività di impresa e di assunzione di cariche all’interno di persone giuridiche per la durata di un anno.

Le indagini penali sono scaturite da due verifiche fiscali, avviate dai finanzieri grazie all‘individuazione dei soggetti economici attraverso l’attività di controllo del territorio e l’utilizzo delle banche dati.

Le investigazioni – proseguite sotto la direzione della Procura di Cosenza e rese particolarmente complesse ed articolate anche a causa della mancata esibizione e consegna della documentazione contabile, occultata al fine di ostacolare la ricostruzione degli affari e del reddito, hanno avuto ad oggetto non solo la gestione delle due società interessate dal controllo, attive nel settore della “commercializzazione di macchine e attrezzi agricoli”, sia in Calabria che in altre regioni italiane, ma anche numerose altre imprese, tutte operanti nel medesimo settore e facenti parte di uno stesso “gruppo societario”, riconducibili ad un’unica famiglia ed in particolare ad un “dominus”, individuato nell’indagato finito agli arresti.

Le fiamme gialle, attraverso una serie di verifiche e riscontri, sono riuscite a ricostruire la reale posizione fiscale della società “fantasma” ed il “ruolo dell’amministratore di fatto”.

Attraverso l’occultamento di migliaia di fatture e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, sarebbero stati sottratti al fisco oltre 3 milioni e 700 mila euro.

Al temine delle indagini, sono state denunciate 4 persone (2 delle quali destinatarie dei provvedimenti cautelari), per i reati di: occultamento o distruzione di documenti contabili; omessa dichiarazione; emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti; dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti..

L'operazione è culminata nel sequestro di beni per oltre 3,7 milioni di euro.

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