A Catanzaro si parlerà di "Chiese e riti cristiani in Gerusalemme"

Gerusalemme, territorio che ultimamente è ritornata al centro di discussioni internazionali, centro irrinunciabile per le tre religioni monoteiste, è teatro esempio di convivenza disciplinata da una regola che sembra fuori del tempo agli occhi di molti: il rispetto dello status quo.

La delegazione di Catanzaro-Crotone dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro ha organizzato per Martedì 22 Maggio, alle ore 18.00, presso l’Aula Magna del Seminario Teologico “S.Pio X” di Catanzaro, un incontro sul tema “Chiese e riti cristiani in Gerusalemme”, proprio per consentire una disamina della situazione nella quale si trova a vivere la comunità locale e internazionale nei rapporti tra le chiese ed i riti cristiani.

L’Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme fondato più di mille anni fa dal duca Goffredo di Buglione per la difesa del Santo Sepolcro di Cristo. Ha come principale fonte contributiva istituzionale le oblazioni erogate dai Cavalieri e dalle Dame dell'Ordine e si priva di tutti i suoi beni per la costruzione di Ospedali, scuole e molto altro ad uso non soltanto dei cristiani ma di tutta la popolazione della Terra Santa. Il suo Gran Maestro nel passato era il santo Pontefice, ora è di subcollazione pontificia (ossia concesso per delega) con Cardinale nominato dal Papa

A dare un valido contributo sulla tematica della conferenza è stato invitato un autorevole relatore che alla competenza sul campo aggiunge una caratteristica significativa: la sua giovane età. Padre Sergio Galdi, infatti, francescano dell’Ordine dei Frati Minori, è stato ordinato sacerdote cinque anni fa, ma ha avuto modo di vivere nella Custodia di Terra Santa ed a Gerusalemme ha fatto la “professione solenne”.

Da giovane gli è stato affidato l’incarico di Segretario presso la Custodia di Terra Santa, all’epoca guidata da Padre Pierbattista Pizzaballa, nel frattempo divenuto Arcivescovo di Gerusalemme.

Alla conferenza interverranno inoltre il Cav. prof. Giuseppe Buscema , presidente della sezione di Catanzaro, il Gr. Uff. dott. Salvatore Terminelli della delegazione Catanzaro-Crotone, ed inoltre il Cav. Don Vincenzo Lopasso, il Cav. dott. Maurizio Perrone di Sellia e la Dama prof. Luisa Ester Felicetti

 

L'unilateralismo di Trump e l'inanità dell'Onu

Non so cosa succederà in Terra Santa, dopo la decisione di Trump circa Gerusalemme; quello che so per certo è che finora non è successo un bel niente per mano di Europa e Onu, e nemmeno di quella diplomazia vaticana che in tante altre occasioni è stata all’altezza del compito. Ma lì no, nessuno ha mai cavato un ragno dal buco, e tanto meno l’Onu.

 Ma cos’è, quest’Onu, da quando nacque, come Società delle Nazioni, quando, secondo il suo ideatore Wilson, doveva salvare il mondo? È stata ed è un immane e costosissimo apparato burocratico che ottiene molto di meno di quanto spende; e che non ha mai impedito o rinviato alcun conflitto; e che, con spregio del ridicolo, riserva dal 1945 il diritto di veto a Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna; e a una Cina che era tutt’altra; e a un’Unione Sovietica che non c’è più, e il veto lo ha la Russia.

 Nel caso in parola, l’Onu, e in buona compagnia l’Europa e lo stesso Vaticano, hanno totalizzato infiniti fallimenti dal 1947 a oggi, senza sapere né proporre saggiamente né imporre con autorevolezza e forza. Il motivo è che a comandare, oggi, è sempre il politicamente corretto, il che produce questa paradossale situazione: quasi tutti sono contro lo Stato d’Israele, ma tutti, proprio tutti, sono dalla parte degli Ebrei; e nessuno ha il benché minimo coraggio di chiarire che gli Ebrei sono un popolo sparso nel mondo e con molte e varie cittadinanze, e manco tutti di religione israelitica, o, più esattamente, giudaistica; e lo Stato d’Israele è uno Stato come la Danimarca e come la Nuova Zelanda e il Perù, e dovrebbe avere gli stessi doveri e diritti, e venire trattato come gli altri.

 E quando in chiesa ci fanno recitare o cantare qualcosa con la parola Israele, ciò non ha un bel niente a che vedere con lo Stato d’Israele, anzi con gli Ebrei, ed è una purissima omonimia con ben diversi significati.

 Ma l’Onu deve, nella stessa seduta, parlare bene di Israele e male dello Stato d’Israele; e volere bene ai Palestinesi, però senza toccare lo Stato d’Israele.

 Ed è solo un esempio di come quest’Onu non serva a niente. Se Trump riduce i soldi americani, sarà solo la riduzione di qualche sperpero di denaro.

 Ma se le sedicenti istituzioni sovranazionali non valgono, non è che al loro posto ci sia una qualche diplomazia che agisca meglio. E tutti giocano a rimpiattino: per prima l’Italia, che dalla mattina alla sera inneggia ad Europa e Onu, e poi – ed è un’ottima idea – manda per conto suo soldati nel Niger, come li ha mandati, sempre per conto suo, in Libano. Certo che ha chiesto il permesso all’Onu, e l’Onu paga; ma anche le guerre in Iraq e Serbia e Libia eccetera sono state decise altrove… con il permesso del “Palazzo di vetro”.

 Ma se per fare cose serie bisogna gabbare l’Onu, l’Onu, che ci sta a fare?

 E ripeto che, se non possiamo sapere che risultato otterrà, se l’otterrà, Trump, diciamo che finora Onu, Europa e gli stessi Stati Uniti ne hanno ottenuti zero.

  • Published in Diorama
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