Riscuoteva la pensione della mamma defunta: denunciata una donna nel Vibonese

Continuava a riscuotere la pensione di invalidità della madre defunta: lo hanno scoperto i finanzieri della Tenenza di Tropea nel corso di accertamenti in materia di benefici previdenziali ed assistenziali erogati dall’I.N.P.S., all’esito dei quali è stato accertato che una cittadina di nazionalità rumena ha indebitamente riscosso, per quasi un anno, il trattamento previdenziale riconosciuto alla propria madre, anche lei di nazionalità rumena, residente a Tropea, in provincia di Vibo Valentia, nel frattempo deceduta in Romania. Non essendo stato il decesso reso noto alle Autorità nazionali, Comune di residenza, I.N.P.S. ed Agenzia delle Entrate ne erano formalmente all’oscuro e l’I.N.P.S. ha continuato ad erogare il beneficio economico. L’avvenuto decesso è stato riscontrato solamente in esito ad accertamenti di Polizia Giudiziaria svolti dalla Tenenza di Tropea. A questo punto l’Ente preposto all’erogazione, tempestivamente informato, ha potuto provvedere sia a revocare la pensione che ad avviare le procedure per la richiesta delle somme indebitamente percepite dalla figlia della defunta. La figlia, che aveva omesso di rendere nota la scomparsa della madre, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Per 10 anni incassa la pensione della nonna defunta: sequestrati beni nel Vibonese

I Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia con il supporto dei colleghi della Compagnia di Tropea e di quelli di Modena stanno eseguendo un decreto di sequestro per equivalente per un valore complessivo di 131 mila euro. Il provvedimento, a firma del gip presso il tribunale di Vibo Valentia, è frutto di un’attività d’indagine condotta dai Carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia che hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza in capo ad una donna di 37 anni residente a Rombiolo, A.O., ritenuta responsabile del reato di indebita percezione di erogazioni in danno dello Stato. Gli uomini dell’Arma, infatti, ritengono di aver dimostrato che la donna, delegata dall’anziana nonna a riscuotere la pensione, alla morte della stessa non ha eseguito le dovute comunicazioni all’ente previdenziale statale che quindi ha continuato ad erogare puntualmente, ogni mese, gli emolumenti pensionistici. I Carabinieri hanno acquisito quindi tutta la documentazione utile alla ricostruzione della vicenda: da qui il provvedimento del giudice che ha ordinato il sequestro di tutti i beni intestati alla donna sino ad arrivare a coprire la somma di 131mila euro (a tanto ammontano infatti i canoni pensionistici percepiti fraudolentemente). I Carabinieri hanno posto in sequestro due autovetture, due conti correnti, un’impresa individuale e diversi buoni fruttiferi postali.

Percepì rimborsi non dovuti: condannato ex consigliere regionale Pasquale Tripodi

La sentenza assume i contorni della definitività: i giudici della Corte di Cassazione, non modificando il verdetto emesso dieci mesi fa dalla Corte d'Appello, hanno stabilito che a Pasquale Tripodi, già consigliere regionale, debba essere inflitta la condanna ad un anno di reclusione perché responsabile del reato di indebita percezione di erogazioni. La pena è stata sospesa. Nelle more della vicenda giudiziaria, il reato originariamente contestato è stato modificato. La Procura della Repubblica di Reggio Calabria, infatti, aveva formulato l'accusa di truffa nei confronti dell'esponente politico centrista. In Appello, il cambio in corsa. Secondo quanto emerso nel corso del procedimento, Tripodi, nell'arco temporale a cavallo fra il 2 luglio del 2007 ed il 3 dicembre dell'anno successivo, si è illegittimamente intascato denaro a titolo di rimborso. Pur abitando a Reggio, infatti, comunicò di risiedere a Messina, così da ottenere cifre più elevate nell'ambito delle restituzioni spettanti agli inquilini di Palazzo Campanella in funzione del chilometraggio che separa il luogo di residenza dalla sede del Consiglio Regionale. Somme che crescono in modo considerevole certificando di vivere in una regione diversa, come nel caso di specie. Tripodi dovrà ancora affrontare le forche caudine della giustizia in seguito al coinvolgimento nell'operazione "Erga omnes", che ha alzato il velo sulla presunta gestione illecita dei fondi destinati ai Gruppi consiliari.  L'ipotesi di reato contestatagli è peculato. All'epoca dei fatti era rappresentate in Consiglio dell'UDC prima, del Gruppo Misto poi. L'indagine lo ha indotto ad autosospendersi dall'incarico di segretario regionale del Centro Democratico, che ricopriva al momento della deflagrazione della cosiddetta "Rimborsopoli". 

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