Vibo Valentia: grande successo per la sesta edizione del Festival Leggere&Scrivere

Voglia di crescere. È più che un intento, è un obiettivo da perseguire mettendosi subito al lavoro. Si respira entusiasmo tra le sale di palazzo Gagliardi, in conclusione della sesta edizione del Festival Leggere&Scrivere.

Innanzitutto, la parola ai numeri. Sei giorni, oltre 200 dibattiti per un totale di 250 ospiti. Un programma che ha spaziato tra musica, letteratura, scienza, attualità e che ha visto la partecipazione di 30.000 persone. Molti eventi hanno registrato il tutto esaurito: dall’incontro con il presidente del Senato Pietro Grasso alla serata con Morgan. Successo anche per le lectio magistralis di Carlo Freccero e del filosofo Gianni Vattimo. Stesso discorso per Lirio Abbate, Luciano Violante,Leo Gullotta, Franco Arminio, Don Backy, Marina Ripa di Meana, a testimonianza di un festival che ogni anno dimostra di essere poliedrico e di venire incontro a gusti diversificati.

Da menzionare l’incontro con un manager delle cultura del calibro di Francesco Micheli, creatore di Fastweb: una presenza, attraverso la quale il Festival ha sottolineato l’attenzione sui temi della promozione delle cultura e, con essa, del marketing del territorio. Nella stessa ottica vanno letti la presenza di Paolo Verri, presidente dellaFondazione Matera 2019 e il confronto di Leggere&Scrivere con PordenoneLegge, il Libro Possibile di Polignano a Mare, Giffoni Film Festival.

Al festival il pubblico vuole conoscere gli autori, parlare con loro, ma, soprattutto, leggere i loro libri. Successo di vendite, dunque, si è registrato anche al bookshop di palazzo Gagliardi. Tra i libri più venduti si segnalano: Storie di sangue, amici e fantasmi (Feltrinelli) di Pietro Grasso, Cedi la strada agli alberi (Chiarelettere) di Franco Arminio,La lista. Il ricatto della Repubblica di Massimo Carminati (Rizzoli) di Lirio Abbate.  Buon esito anche per La jihad delle donne (Salerno editore) di Luciana Capretti e Cattivi maestri. La sfida educativa alla pedagogia mafiosa (Edb) di don Giacomo Panizza.

Il Festival Leggere&Scrivere è stato, naturalmente, libri, ma anche sapori, arte e musica.

Il cibo è cultura: lo ha dimostrato l’alta partecipazione alle degustazioni di sapori locali, a cura dell’Accademia Italiana della Cucina di Vibo Valentia e della Confindustria cittadina.

«Per la sesta edizione abbiamo cercato di rappresentare sia delle personali – afferma soddisfatto Antonio La Gamba, curatore delle mostre d’arte presentate al Festival nonché autore del manifesto di questa edizione – come quella di Pino Pontoriero con la Cannistrà che l’orafo Pietro Topia e gli artisti della Bottega Limen, inoltre la videoinstallazione Filicudi e la partecipazione di 70 artisti internazionali nell’opera Inferno e Paradiso, coordinati dall’argentina Maya Lopez Muro». «Personalmente – spiega La Gamba – ho presentato in anteprima la Stele dell’identità e dell’amicizia che verrà donata al Comune di Norcia. La grande affluenza dei visitatori che ha ammirato le opere ci fa ben sperare per le prossime edizioni».

Dall’arte alla musica classica. Chiesa di San Michele gremita per le tre serate di concerti in ricordo della violinista vibonese Greta Medini: tre appuntamenti di grande pathos ed emozioni, attraverso i quali si è affermata la volontà di far uscire il Festival dalla tradizionale sede di palazzo Gagliardi per coinvolgere altri luoghi della città.

Il Festival ama i giovanissimi; un amore ricambiato: oltre 1000 tra bambini e ragazzi, dalla scuola materna alla media, sono stati coinvolti nelle iniziative ludiche a palazzo Gagliardi e presso la roulotte “Libertina”, ideata da Giovanni Lauritano. «Pensare ai più piccoli è stata anche quest’anno una priorità: lettura ad alta voce, laboratori creativi, merende e tante altre iniziative hanno rappresentato una straordinaria occasione per dare libero sfogo alla creatività, alla voglia di giocare e divertirsi» sottolineano le responsabili dello Spazio Bimbi Katia Rosi eAntonella Furci.

Tempo, dunque, di bilanci. «Il bilancio è più che positivo – afferma Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese e anima del Festival Leggere&Scrivere. «Il pubblico ha premiato anche in questa edizione una formula che offre un ventaglio di appuntamenti per ogni fascia di età, l’obiettivo è fare un festival sempre più ricco di proposte».

«Come ogni anno nei giorni del festival Vibo Valentia si trasforma in una piccola capitale delle cultura» puntualizza Gilberto Floriani insieme a Maria Teresa Marzano. «Siamo pronti a metterci al lavoro per crescere ancora di più: ci spinge l’attenzione con cui ci ha seguito il pubblico». Floriani ribadisce: «Il festival è un patrimonio di Vibo, dei vibonesi, di tutto il territorio: l’auspicio che, anche grazie a una sempre maggiore attenzione dei media locali in futuro, si sviluppi questa consapevolezza di un bene comune, che ognuno, a seconda del proprio ruolo, deve contribuire a far crescere». Floriani conclude: «L’edizione 2017 ha visto crescere anche l’attenzione dei media nazionali; un segnale che ci spinge a continuare su una direzione ben precisa: mantenere l’identità vibonese e calabrese, ma nello stesso tempo allargare gli orizzonti e diventare una realtà ben posizionata anche nel panorama culturale italiano. Noi siamo pronti per questa sfida e da domani ci metteremo al lavoro».

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 Vibo Valentia, Leggere&Scrivere: lectio magistralis di Gianni Vattimo

«Non è una letio ma un’esortazione a salvare l’anima attraverso la scrittura e la lettura». È un Gianni Vattimo a tutto campo quello che ieri ha coinvolto il pubblico del Festival Leggere&Scrivere 2017 con la sua lectio magistralis dal titolo “Leggerescrivereanima”.

La lectio del filosofo torinese si è sviluppata partendo dal racconto delle prime esperienze di insegnante in una scuola di formazione professionale cattolica alle docenze umanistiche nella scuola media “Rosmini”, passando per l’impegno politico e le approfondite ricerche eseguite durante la sua brillante carriera.

Con un’attenzione particolare alla filosofia tedesca – l’esistenzialismo di Martin Heidegger il superuomo di Friedrich Nietzsche, lo storicismo marxista – Vattimo si è soffermato sulla vita interiore, l’interpretazione della scrittura e tanto altro. Sul palco del festival si sente a suo agio: recita versi e poesie, brioso. Mite. Cita Bertolt Brecht e Georges Brassens.

«Il Nietzsche che più mi persuade – ha spiegato Vattimo – è il Nietzsche politico, più precisamente il filosofo dell'Uomo Moderato. Il nichilismo culmina per Nietzsche con la caduta dei veli che mostrano la pura struttura di dominio. I deboli falliscono. Ma chi sopravvive? Per Nietzsche vincerà l'uomo più moderato, l'uomo che ha sufficiente ironia e distacco da non lasciarsi coinvolgere dai rapporti di dominio...».

 

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Vibo Valentia, Leggere&Scrivere: presentato "Il pericolo viene dal mare" di Caligiuri e Sberze

a partire dall’11 settembre 2001 il concetto di terrorismo è entrato a far parte della nostra quotidianità, dal 7 gennaio 2015 – anniversario della strage nella sede del giornale Charlie Hebdo a Parigi – non c’è giorno in cui non venga scritta sui quotidiani o detta nei notiziari la parola “intelligence”, che è un metodo di trattamento delle informazioni per selezionare quelle realmente rilevanti, consentendo di comprendere e analizzare la realtà poiché “è un termometro culturale di questo tempo”.

Se n’è parlato al Festival Leggere&Scrivere 2017 in occasione della presentazione, in anteprima nazionale, del libro di Mario Caligiuri eAndrea Sberze Il pericolo viene dal mare. Intelligence e portualità, appena edito da Rubbettino con la prefazione di Lucio Caracciolo.

Come hanno ribadito durante l’incontro i due autori, il ruolo centrale dell’intelligence si intreccia con la questione della sicurezza via mare. Infatti, a partire dai tempi della fine della guerra fredda, i confini tra criminalità e terrorismo non sono più così netti. Hanno affermato Caligiuri eSberze: «Circa l’80% dei flussi commerciali globali si svolge via mare con procedure molto complesse. La movimentazione della merce su una scala così larga può essere sfruttata dalla criminalità e dal terrorismo, rendendo vulnerabili le infrastrutture portuali e agevolando l’economia e i traffici illeciti».

Ne consegue che, se l’intelligence rappresentava in passato un argomento di nicchia, oggi la sua percezione sociale è enormemente cambiata. Hanno sottolineato Caligiuri e Sberze: «Essa rappresenta uno strumento che consente a tutti, cittadini, imprese e Stati, di comprendere la realtà e ricomporre il sapere».

Hanno, quindi, concluso: «Il fatto che un tema come questo abbia risalto anche all’interno di un festival della letteratura è emblematico della trasformata percezione sociale e della necessità di questo strumento, che rappresenta un autentico investimento culturale, poiché potrebbe essere presto studiato nelle scuole e nelle università italiane, così come già avviene da tempo in tanti altri Paesi del mondo».

 

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Vibo, Leggere&Scrivere: il giornalista Yavuz Baydar parla dell' Europa cieca e sorda di fronte al dramma della Turchia

La Turchia è di scena a Leggere&Scrivere, con il giornalista Yavuz Baydar. Conversando con Marta Ottaviani, corrispondente de La Stampa, e l’antropologo Vito Teti, Baydar ha parlato di un Paese colpito dalla deriva autoritaria del presidente Recep Tayyip Erdoğan.

Già collaboratore del El Pais, il giornalista turco l’anno scorso, dopo il fallito golpe, è scappato dalla Turchia e ora vive in Italia a causa delle limitazioni per la libertà di stampa.

«Siamo in una fase in cui le fondamenta dello Stato laico sono messe seriamente in discussione» ha spiegato Baydar, che di recente ha ricevuto il Premio Speciale per l'eccellenza giornalistica all'European Press Prize.

Per Baydar: «L’obiettivo è avvicinarsi ai Paesi dell’Asia centrale, con un uomo solo al comando, una sorta di fascismo. Erdogan ha eliminato giornalisti e docenti e diminuito il potere del Parlamento. È supportato dalle grandi masse, ma ha costruito un muro tra la popolazione e la realtà delle cose». Ha, quindi, fornito al pubblico alcuni dati sulla censura di Erdogan: 178 giornalisti in prigione, 8mila reporter hanno perso il lavoro dal 2014, 250 media chiusi, oltre 50 cronisti esuli.

Per raccontare la Turchia si è partiti studiando l’analisi di Corrado Alvaro nel libro Viaggio in Turchia, libro del 1932 quando lo scrittore era corrispondente dal Paese per il quotidiano La Stampa. Marta Ottaviani, autrice di Il Reis. Come Erdoğan ha cambiato la Turchia (Textus, 2016), ha affermato: «I reportage di Alvaro sono stupendi. Raccontano un periodo centrale per il Paese, quando si incominciavano a vedere i frutti della politica di Ataturk e dello Stato laico. A distanza di ottant’anni, con il referendum dell’aprile di quest’anno è cambiata radicalmente la Costituzione con un’impostazione al presidenzialismo forte, ma secondo i media di regime il Paese è migliorato in tutto».

Vito Teti, commentando gli scritti di Alvaro, ha osservato: «Aveva una capacità originale e innovativa di leggere il mondo mediterraneo e la Turchia che vedeva molto simile alla Calabria». Ha proseguito Teti: «La speranza kemalista, che in quegli anni rappresentava un riscatto, si è rovesciata. Una beffa della storia, ora tutti i passi verso la modernità vengono cancellati».

La discussione si è poi spostata sul ruolo dell’Ue. «C’è un’indifferenza europea – ha sostenuto Baydar – se siamo arrivati a questo punto. Nel 2001, data di creazione del suo partito, l’AKP, Erdogan si era caratterizzato per un programma di riforme ma da quando Sarkozy e Merkel non hanno considerato il mio Paese parte d’Europa la gente turca si è allontanata e Erdogan, infatti, ha colto questa frattura per canalizzare il suo potere. Ora è nell’orbita russa e Putin ha tutto l’interesse nel rompere il patto della Turchia con la Nato». 

 

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Vibo, Leggere&Scrivere: Lirio Abbate ha presentato il libro-inchiesta “La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati”

Vedi su internet chi c…. sono io”. A parlare è Massimo Carminati, principale indiziato nel processo Mafia Capitale, ex terrorista dei Nar, intercettato mentre si rivolge ad un operatore telefonico. E la sua storia, oggi, a palazzo Gagliardi, l’ha raccontata al pubblico di Leggere&Scrivere il caporedattore dell’Espresso Lirio Abbate.

Abbate, autore di un’inchiesta giornalistica, di un libro e di un docufilm su Carminati, ora sotto scorta dopo le minacce ricevute da Er Cecato, è partito dal furto al caveau della banca del Tribunale di Roma per spiegare “retroscena rimasti celati per anni. Una storia di tanti gialli, storie non dette. E un ricatto alla Repubblica”.

Giunto a Vibo, ospite del Leggere&Scrivere 2017, per presentare il suo ultimo libro “La lista. Il ricatto alla Repubblica di Massimo Carminati” (Rizzoli, 2017), il giornalista dell’Espresso, intervistato dal direttore de La C news24, Pietro Melia, ha raccontato con foto, video e intercettazioni il furto di alcune cassette di sicurezza nel 1999 all’interno del Palazzo di Giustizia commesso da una banda specializzata.

“Nel posto più protetto d’Italia, senza forzare serrature, Carminati – coinvolto in alcune tra le inchieste più scottanti del Paese (omicidio Pecorelli, strage di Bologna, assassinio Fausto e Iaio, banda della Magliana) – aprirà solo alcune di queste cassette dove ci potrebbero essere documenti segreti. A Roma se hanno un problema – continua Abbate – vanno da lui, uno dei re di Roma. Io, con documenti e fatti, racconto vicende di rilevanza sociale e politica. La mafia non è più lupara o dialetto meridionale”. E proprio il lavoro svolto dal giornalista d’inchiesta “ha fatto impazzire Carminati. Dal suo ‘ufficio’ – continua – una stazione di servizio su corso Francia a Roma, dà ordini e intimidisce commercianti e professionisti. Ma questa non è mafia secondo i giudici”.

 

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Chiaravalle Centrale, Vito Teti e il valore della “restanza”

Straordinario evento di riflessione culturale, a Chiaravalle Centrale, per la tappa “in trasferta” del festival “Leggere & Scrivere”. Ospite d'eccezione, di fronte alla gremita sala convegni di Palazzo Staglianò, il prof. Vito Teti che ha presentato il suo libro “Quel che resta”. L'occasione è servita per avviare una discussione molto ampia e partecipata sui temi dello spopolamento delle aree interne e sui nuovi modelli di sviluppo da adottare per frenare e invertire questo drammatico fenomeno di desertificazione dei territori collinari e montani, calabresi e non solo.

Dopo il saluto del sindaco, Domenico Donato, hanno introdotto i lavori, dialogando con l'autore, l'assessore comunale alla Cultura, Pina Rizzo, e i giornalisti Francesco Pungitore e Maria Patrizia Sanzo. Paola Sangiuliano e Caterina Menichini hanno letto, in elegante forma recitata, tre brani del libro, tra gli applausi convinti di apprezzamento del numeroso pubblico presente. Gli studenti degli istituti superiori di Chiaravalle, accompagnati dai docenti e dalla dirigente scolastica Elisabetta Zaccone, con le loro domande hanno stimolato un vivace dibattito che è servito per approfondire meglio sia gli aspetti terminologici che di prospettiva toccati da Teti nei suoi interventi.

“Quel che resta” è quel che ci resta della nostra Calabria, terra nella quale siamo nati e cresciuti, che oggi necessita di misure urgenti da porre in atto, “prima di tutto sul piano politico”, per affermare, con un atto di volontà, quel principio che il prof. Vito Teti identifica con un termine nuovo e ben preciso: è la parola “restanza”. La restanza è la presa d’atto che nuove comunità sono possibili e auspicabili là dove esistevano gli antichi paesi. Comunità che devono essere, però, riorganizzate e reinventate tenendo conto di schegge, vuoti e ombre, ovvero di quel terremoto migratorio che ha prodotto nelle nostre aree interne assenza, vuoto e abbandono. Su quali basi si può ripartire? Vito Teti lo dice con estrema lucidità e misura, senza cedere mai il passo alla retorica. Si riparte certamente dal passato, che va interpretato e inteso come “un mondo di potenzialità ancora inespresse e di future realizzazioni”. Ma attenzione, non il passato neoromantico e nostalgico “del buon tempo antico”. La memoria deve diventare “geografia del presente, per il nostro presente”. E' questa la sfida alla quale siamo tutti chiamati: chi è rimasto e chi è partito. 

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Vibo, Luciano Violante ospite di Leggere&Scrivere: la democrazia mette in discussione se stessa

L’antico convento Valentianum, sede della Camera di Commercio di Vibo Valentia e del museo Limen, ha ospitato ieri pomeriggio, all’interno della seconda giornata del Festival Leggere&Scrivere, la presentazione dell’ultimo libro di Luciano Violante Democrazia senza memoria (Einaudi, 2017).

Alla presenza dei sindaci di Vibo e Pizzo, Elio Costa e Gianluca Callipo, hanno partecipato all’incontro la segretaria generale della Camera di Commercio di Vibo, Donatella Romeo, il giornalista Pasquale Motta e Romano Carratelli.

L’ex presidente della Camera ha tenuto una lezione sulla democrazia e sulla verità, concentrando la sua attenzione sulla fragilità di questo modello di governo. “Il 40% del mondo – ha detto Violante – vive in democrazia ma sono situazioni molto fragili ed esposte a più critiche”.

Una storia sulla democrazia, quella tenuta da Violante al Valentianum, che ha interessato il lungo percorso della società moderna per conquistare le principali libertà (di religione, di stampa, di opinione) e la forma di governo più rappresentativa. Tende a mantenere le promesse, mette in discussione se stessa: questa è la grandezza della democrazia secondo Violante. La discussione si è soffermata anche sui temi delle migrazioni e dei nazionalismi, ora al centro della geopolitica internazionale. Le grandi migrazioni, ha spiegato, coinvolgono tutti i continenti, il centro America e l’Australia ma ancora i cittadini dei Paesi arabi e africani diretti verso il nostro continente.

“Catalogna, Lombardia, Kosovo, sentimenti neoborbonici nel Mezzogiorno. La rottura dell’unità di un Paese – ha detto l’ex presidente della Camera – indebolisce tutti. Le piccole patrie non sono in grado di risolvere enormi questioni, l’Europa infatti non considera come interlocutori i rappresentanti del Governo catalano. Al contrario, bisogna garantire – ha aggiunto – l’equilibrio tra i poteri e il pluralismo. La democrazia è frutto di sforzi e fatiche”.

Il racconto si è poi spostato sul ruolo dei mezzi d’informazione, secondo Violante, spesso complici della diffusione di menzogne. “L’importante è che si comunica, quello che non si comunica non è. C’è una crescente indifferenza alla verità, alimentata anche dai social network e da alcuni media. La menzogna piace, la verità è difficile. Peggio ci troviamo difronte alla dissimulazione della verità, con tendenze alla spettacolarizzazione. Le fake news da Gutenberg alla radio, fino alla tv e alla rete, sono sempre esistite e credo che – ha continuato – questo sia un problema temporaneo. L’importante è saper utilizzare i mezzi della conoscenza”.

Non poteva mancare, da parte dell’ex presidente della Camera, un’incursione dell’attualità politica. A conclusione della presentazione del saggio Violante ha risposto ad alcune domande, dal federalismo europeo alla legge elettorale e sul Rosatellum – oggi è stata posta la fiducia nel voto in Parlamento – ha detto “non è incostituzionale. Il punto politicamente molto delicato, a mio avviso, è la indicazione del capo della forza politica, nel programma che viene depositato prima delle elezioni. Il capo della forza politica è un’espressione sbagliata dal punto di vista costituzionale ed equivoca perché sembra far intendere che i cittadini con il voto eleggono non solo i parlamentari ma anche il capo dell’esecutivo. Cosa che è contro i principi del nostro ordinamento parlamentare”. 

 

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Tutto pronto per il Festival Leggere & Scrivere 2017

Il Festival Leggere & Scrivere è pronto a vivere la sua sesta edizione: dal 9 al 14 ottobre saranno sei giorni intensi, ricchi di emozioni per un pubblico variegato per età e interessi. In totale 160 incontri e oltre 200 ospiti.

Aprirà all’Auditorium dello Spirito Santo, alle 11, il presidente del Senato Pietro Grasso, ospite del FL&S in qualità di scrittore: presenterà il suo ultimo libro Storia di sangue, amici e fantasmi (Feltrinelli). Si tratta di un viaggio a ritroso agli anni in cui lo videro protagonista nella lotta a Cosa Nostra: anni contrassegnati da successi e da ferite dolorose come la perdita degli amici Falcone e Borsellino.

Il Festival proseguirà per sei giorni in cui la letteratura si incontrerà con altre discipline in un caleidoscopio di voci, parole, suoni, colori, sapori. «Il Festival Leggere & Scrivere anche quest’anno rispetta il suo format di successo – spieganoGilberto Floriani e Maria Teresa Marzano – ritornano, infatti, le quattro sezioni: quattro chiavi di lettura per conoscere, comprendere ed esplorare uomini, fatti, luoghi, pensieri». Ecco, dunque, le sezioni: Una regione per leggere, dedicata soprattutto alle nuove generazioni di calabresi che devono essere conquistate dal piacere della lettura; Calabria Fabbrica di Cultura ossia il ritratto di una regione che respinge la marginalità e si apre al mondo; Nutri-Menti che illustra il rapporto tra cibo e cultura; Carta Canta che illustra le contaminazioni tra parola e musica.

Il Festival è dedicato alla bellezza del Leggere & Scrivere: libri e scrittori sono i protagonisti. La lista è quanto mai lunga, ricordiamo Lirio Abate, Raffaele Nigro, Alberto Garlini, il poeta, scrittore e regista Franco Arminio, lo storico della letteratura Giulio Ferroni, l’antropologo Vito Teti.

La multidisciplinarietà è da sempre un punto di forza del FL&S: spazio, dunque, alla filosofia e alla saggistica con Gianni Vattimo e Michela Marzano, alla sociologia con Giap Parini, all’architettura con Paolo Portoghesi, alla fotografia conLezia Battaglia, al cinema con il regista Franco Maresco e l’attore Leo Gullotta. Sul palco del Festival, inoltre, due personaggi che non mancheranno di scaldare il pubblico con la loro verve: Fulvio Abate e Marina Ripa di Meana.

L’ex presidente della Camera Luciano Violante si confronterà con il pubblico su politica e istituzioni. L’obiettivo puntato sull’Italia, sui suoi chiaroscuri e sul suo futuro sarà puntato da giornalisti come Gian Antonio Stella, Flavia Perina, Marina Valensise, Pino Aprile.

In un Paese di cervelli in fuga, il FL&S racconterà la storia di chi ha deciso di tornare con successo: è quella dell’astrofisica calabrese Sandra Savaglio che, dopo una brillante carriera alla John Hopkins University e al Max Planck Institute, è tornata a insegnare astronomia e astrofisica all’Università della Calabria di Cosenza.

Raccontare il Sud in tutte le sue sfaccettature sarà affidata a diverse voci: gli scrittori Mimmo Gangemi, Carmine Abate,Gioacchino Criaco, il giornalista Mimmo Nunnari, il “medico per mangiare e musicista per vivere” Cataldo Perri.

Il Festival Leggere & Scrivere: sul palco, a raccontare se stessi tra aneddoti e curiosità, Morgan, Don Backy, Sergio Caputo. Presenti anche il critico Stefano Zenni e il paroliere Gianfranco Reverberi che ha scritto canzoni senza tempo come La prima cosa bella. A dirigere l’orchestra non poteva che essere il maestro Beppe Vessicchio, autore del libro La musica fa crescere i pomodori (Rizzoli).

Non mancano gli eventi collaterali come le mostre d’arte curate da Antonio La Gamba e i tre concerti di musica classica, di altissimo livello, dedicati alla memoria della talentuosa violinista vibonese Greta Medini. Da ricordare, inoltre, le letture ad alta voce, la presentazione di libri per bambini e ragazzi, i laboratori per bambini, le attività formative per gli insegnati all’interno della sezione Leggere&Scrivere Junior e i momenti di degustazione di prodotti locali.

Da segnalare i dibattiti sulla cultura sviluppo con ospiti d’eccezione come Giuliano Volpe, presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali o Francesco Micheli, presidente della prestigiosa Accademia pianistica di Imola. Quest’anno, infine, il Festival Leggere & Scrivere confronterà la sua esperienza con PordenoneLegge, Giffoni Film Festival e con Libro Possibile di Polignano a Mare. Altri importanti ospiti saranno Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera 2020, eMassimo Coen Cagli, direttore della Scuola di Fund Raising di Roma, che parlerà del mecenatismo a favore delle biblioteche.

Grande attenzione alle opere delle case editrici calabresi Rubbettino, Pellegrini, Città del Sole, Ferrari.

C’è un punto a cui tiene particolarmente il direttore artistico del TFL&S Gilberto Floriani che sottolinea: «Giunto alla sesta edizione, il nostro Festival è ormai adulto, pronto ad allargare i propri orizzonti». Continua la Marzano: «Siamo cresciuti anno dopo anno, riuscendo ad ottenere sempre maggiore attenzione dai professionisti del settore e dai media nazionali. Ci aspetta un ulteriore salto di qualità che possiamo compiere creando una rete di sinergie con esperienze simili in Italia». 

Concludono Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano: «Aver vinto il bando triennale ci riempie di soddisfazione, ma fa aumentare il senso di responsabilità. Il Festival Leggere & Scrivere sia un brand con la forza di promuovere la Calabria e le sue eccellenze in Italia e all’estero, attraverso la cultura. Noi siamo pronti per un gioco di squadra e rivolgiamo l’invito a istituzioni, imprese e tutti coloro che credono nel marketing del territorio e in quel prodotto unico ed esclusivo che si chiama Calabria».

 

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