Operazione “Diacono” Igor Vincenzo Licata lascia i domiciliari

Torna libero Igor Vincenzo Licata. E' quanto ha disposto il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Francesco Del Vecchio che, in accoglimento dell’istanza proposta dagli avvocati Raffaele Masciari e Giovanni Marafioti del foro di Vibo Valentia, ha revocato gli arresti domiciliari precedentemente concessi, sostituendoli con l’obbligo di dimora. 

Igor Vincenzo Licata, per la cronaca, era stato tratto in arresto unitamente ad altri indagati, nell’ambito dell’operazione “Diacono”.  L'attività aveva preso il via  il 22 febbraio scorso, in seguito all’ordinanza di custodia cautelare emessa, dal gip presso il Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di Igor Vincenzo Licata e di altre 10 persone (8 in carcere e 2 ai domiciliari), indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere, corruzione, falso in atti destinati all’autorità giudiziaria, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio.

L’operazione, oltre al Vibonese, ha interessato le province di Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli.

  • Published in Cronaca

Operazione “Diacono” nel Vibonese: l’indagine si estende, sequestri e centinaia di interrogatori

Vibo Valentia - I Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno eseguito il sequestro della documentazione presente in un ufficio scolastico ubicato sul corso principale del capoluogo di provincia ed operato ulteriori perquisizioni alla ricerca di materiale utile alle indagini. Il provvedimento è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, nell’ambito dell’inchiesta denominata “Diacono”, che ha recentemente portato alla luce un presunto sistema illecito di emissione di titoli e di diplomi falsi e consentito l’arresto di 10 persone (8 in carcere e 2 ai domiciliari), il coinvolgimento quali indagate di altre 13 ed il sequestro di ben 19 società, operanti nel sistema dell’istruzione paritaria, per un valore stimato di oltre 7 milioni di euro.

Nel corso del blitz, avvenuto lo scorso 1° marzo, i militari dell’Arma hanno rinvenuto e sequestrato oltre 700 mila euro, tra titoli e denaro contante, parte del quale occultato nelle imbottiture di una sedia.  

In questi giorni, sarebbero numerose le persone che si starebbero presentando al Comando provinciale Carabinieri ed agli uffici della Procura per rendere dichiarazioni spontanee e chiarire la loro posizione.

L’indagine, infatti, punta a fare piena luce sul presunto sistema di corruzione scoperto nella pubblica istruzione e sono già iniziate le convocazioni delle persone informate sui fatti, i cui interrogatori sono in corso anche in altre caserme dell’Arma presenti sul territorio vibonese.

Operazione “Diacono”, falso e corruzione: arresti e sequestri

E’ stata denominata “Diacono”, l’operazione con la quale a partire dall’alba di oggi, nelle province di Vibo Valentia, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli, i militari del Nucleo investigativo del provinciale di Vibo Valentia, con l’ausilio dei colleghi territorialmente competenti ed il supporto aereo dell’8° Nucleo elicotteri Carabinieri, hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 10 persone (8 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), operanti nel settore dell’Istruzione, circuito Afam e istituti paritari, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, falso in atti destinati all’Ag, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio.

L’indagine è stata avviata in seguito al ritrovamento, avvenuto il 2 luglio scorso, di un arsenale e di un’ingente somma di denaro presso l’abitazione di Davide Pietro Licata, contigua all’istituto “Accademia Fidia”, gestito dalla famiglia Licata.

 Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che avrebbe illecitamente prodotto, in cambio di denaro e/o altre utilità, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e Ata. Tali presunte illecite condotte sarebbero state agevolate e rese possibili grazie alla corruzione di un alto funzionario del Miur, il quale è incaricato, fra l’altro delle attività ispettive e di controllo degli istituti privati accreditati..

Grazie all’attività, gli investigatori hanno fare luce anche su un altro presunto episodio di corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di un importante incarico istituzionale nell’ambito del Ministero dell’Istruzione, a beneficio di una dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria.

Nel corso dell’attività di esecuzione delle misure cautelari sono state poste sotto 19 società, operanti nel settore dell’istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro.

Subscribe to this RSS feed