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Cancelliere colto da infarto, muore per presunti ritardi nel trasferimento: assolti due cardiologi

Il Gup del Tribunale di Castrovillari, in totale accoglimento della richiesta avanzata dall’avvocato Francesco Nicoletti, ha emesso una sentenza di assoluzione, con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, nei confronti di due dottori, entrambi in servizio presso l’Unità Operativa di Cardiologia dell’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano.

I FATTI I due medici erano accusati di omicidio colposo in seguito alla morte di un 41enne coriglianese (all’epoca dei fatti cancelliere presso la sezione penale dibattimentale dell’ex Tribunale di Rossano), deceduto il 15 ottobre 2010 per complicanze sopraggiunte ad un infarto miocardico esteso. L’uomo, sul quale era stata praticata la terapia di stabilizzazione, era stato ricoverato d’urgenza presso l’ospedale di Rossano per infarto acuto del miocardio con conseguente edema polmonare. Ai due medici si contestava, in concorso e cooperazione colposa, di aver disposto con ritardo il trasferimento del paziente presso l’ospedale di Catanzaro “Sant’Anna” (nosocomio più attrezzato per simili evenienze), facendo partire l’ambulanza alle ore 4 ovvero dopo oltre due ore dal suo ingresso in ospedale, benché consapevoli sia della assoluta gravità delle condizioni cliniche del paziente, al quale era stata diagnosticata una Stemi (infarto acuto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST), sia della inidoneità della struttura ospedaliera rossanese. Durante il trasferimento in ambulanza si decise poi di deviare il percorso verso l’ospedale di Cosenza, in considerazione del grave e drammatico peggioramento delle condizioni del paziente dopo mezz’ora dalla partenza, dove il quarantunenne giunse purtroppo già senza vita.

LE INDAGINI L’attività di indagine prendeva il via dalla querela presentata dalla moglie della vittima, la quale evidenziava che il personale del 118 proveniente da Corigliano aveva trasportato il marito presso l’ospedale Civile di Rossano, dove era stato sottoposto a visita e alle prime cure mediche, rilevando che secondo i sanitari di turno occorreva stabilizzarlo per poi eventualmente trasportarlo presso una struttura sanitaria di Catanzaro.

IL PROCESSO Nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dal PM della Procura della Repubblica di Castrovillari si contestava agli imputati di aver disposto con ritardo il trasferimento presso l’Ospedale di Catanzaro Sant’Anna, facendo partire l’ambulanza dopo oltre due ore dall’arrivo del paziente all’ospedale di Rossano, benché consapevoli della assoluta gravità delle sue condizioni cliniche. In una prima fase, a seguito degli accertamenti effettuati dando corso alla querela sporta nei confronti dei due medici, la Procura aveva formulato richiesta di archiviazione, rigettata dal Gip del Tribunale di Rossano che aveva trasmesso gli atti al Pm disponendo la prosecuzione delle indagini. A questo seguì una seconda richiesta di archiviazione, nuovamente rigettata dal Gip del Tribunale di Castrovillari che ha ritenuto necessario l’espletamento di un’ulteriore attività di indagine.  Si è giunti così all’udienza camerale per l’opposizione formulata dalla parte offesa avverso la terza richiesta di archiviazione, durante la quale il Gip ha disposto l’imputazione coatta nei confronti dei due medici, ordinando alla Procura della Repubblica di formulare il capo d’accusa di omicidio colposo in concorso. Da qui la celebrazione dell’udienza preliminare a carico dei due medici.

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE Al termine della discussione, in sede di udienza preliminare, il Pubblico ministero ha avanzato richiesta di rinvio a giudizio per entrambi gli imputati, mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Francesco Nicoletti, ha argomentato una serie di tesi finalizzate ad ottenere una pronuncia assolutoria. Ed è proprio in accoglimento delle argomentazioni difensive che il Gup del Tribunale di Castrovillari ha emesso una sentenza di assoluzione nei confronti dei due cardiologi con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.

 

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Pizzo: scontro tra un camion e un furgone, 7 feriti

Sette persone sono rimaste ferite, questa mattina, in un incidente stradale avvenuto a Pizzo Calabro. Lo scontro, le cui cause sono ancora in fase di accertamento, ha interessato un camion ed un furgone che stavano transitando lungo la Statale 18.

I feriti sono sette cittadini di nazionalità bulgara che viaggiavano a bordo del furgone per raggiungere le aziende agricole nelle quali avrebbero dovuto lavorare.

Sul posto sono intervenute due ambulanze del 118 che hanno provveduto a trasferire i feriti all'ospedale di Vibo Valentia. Dal canto loro, i carabinieri sono al lavoro per recuperare gli elementi necessari a ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente.

Papillo sulle contraddizioni della sanità vibonese: “Eliminare subito i disagi inutili”

“Sono tante e tali le problematiche della sanità in Calabria ed a Vibo che lascia allibiti apprendere, leggendo i giornali, che ve ne sono alcune assurde le quali, per alleviare i disagi, potrebbero essere agevolmente rimosse. Non basta lo smantellamento delle strutture, che, con la chiusura dell’ospedale di Soriano, ha visto l’Alto Mesima pagare lo scotto più grande. Non basta la carenza di posti letto, che vede i nostri pazienti sballottati di qua è di là per ottenere le necessarie cure. Non basta che per patologie un po’ più complesse bisogna necessariamente andare fuori regione”.

Lo afferma il sindaco di Gerocarne Vitaliano Papillo, secondo il quale “a vessare ulteriormente gli utenti si aggiungono anche altri carichi che costringono, ad esempio, ad attese da tempistiche bibliche, anche di anni, per una visita specialistica. È evidente che c’è qualche meccanismo inceppato o che, a voler pensar male, lo si faccia apposta per avvantaggiare i privati, quotidianamente affollati di gente che preferisce pagare piuttosto che aspettare. Si costringono, poi, i diabetici a fare la spola più volte l’anno tra i loro paesi e Serra San Bruno semplicemente per avere l’impegnativa con la quale andare nella loro farmacia di fiducia e ritirare i presidi per il controllo della glicemia.

Si tratta – spiega il primo cittadino - di persone spesso anziane che, a causa di una patologia subdola, possono avere altre varie complicanze, anche gravi. Non ne chiedono altre e sarebbe molto più semplice, e logico, che la suddetta impegnativa la rilasciassero i medici di famiglia, i quali sono sottoposti a controlli tali per cui sarebbero obbligati a prescrivere solamente ciò di cui i pazienti hanno diritto in base a quanto previsto dal diabetologo. Sono, queste, problematiche indegne di un paese civile per le quali, quasi quotidianamente, ci interpellano i cittadini di un comprensorio sottoposto in maniera sempre più pesante allo smantellamento di servizi ad ogni livello. Ancora di più in un settore delicato come la sanità, che dovrebbe essere costruita attorno al paziente.

Per questo, finché ne avrò forza, mi batterò per i diritti dei cittadini vibonesi ed a tal fine interpellerò l’onorevole Michele Mirabello che, da presidente della commissione regionale sanità, certamente prenderà in carico il problema per valutare le possibili soluzioni. Perché una sanità più a misura di cittadino – conclude - è un diritto che la politica non può esimersi dal concedere”.

 

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Carenze igienico sanitarie all'ospedale Annunziata di Cosenza, sequestrate 7 sale operatorie

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, i carabinieri della Compagnia di Cosenza unitamente ai militari del NAS stanno procedendo al sequestro preventivo, con facoltà d’uso condizionata, di sette sale operatorie dell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza

Ad essere oggetto delle attenzioni degli uomini dell'Arma sono le sale operatorie dei reparti di chirurgia generale e ortopedia, dove è presente anche una sala di day surgery per oculistica.

Il provvedimento, disposto dal sostituto procuratore Donatella Donato, sotto la supervisione del procuratore capo Mario Spagnuolo e del procuratore Aggiunto Marisa Manzini, scaturisce dagli accertamenti svolti dagli uomini della Benemerita che hanno eseguito approfondite ispezioni anche con l’ausilio del personale dello Servizio prevenzione igiene e sicurezza smbienti di lavoro (SPISAL) di Catanzaro.

I risultati dei controlli hanno evidenziato una serie di carenze sotto il profilo igienico-sanitario con particolare riferimento a rischi di contaminazione derivanti dalla promiscuità nel ciclo sporco-pulito, dalla presenza di locali adibiti a stoccaggio di rifiuti speciali in aree non previste, nonché dal mancato rispetto dei parametri microclimatici e microbiologici previsti con la pressurizzazione delle sale operatorie. Sono state, inoltre, contestate violazioni in tema di sicurezza dell’ambiente di lavoro.

Infine, nel provvedimento di sequestro sono state indicate una serie di prescrizioni a cui è subordinata la facoltà d’uso, in caso contrario l’utilizzo delle sale operatorie è da ritenersi interdetto.

Sanità, Salerno: “Problema è politico, Regione rivendichi ruolo di primo piano nella programmazione”

“La situazione sanitaria calabrese ha origini lontane e vanno analizzati tutti gli elementi evitando letture riduttive”. È quanto afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno che precisa che “sin dalla fase iniziale di questa legislatura, quindi già prima della nomina del commissario Scura, ho richiesto la convocazione di un Consiglio regionale dedicato a questa delicata tematica, convocazione che è arrivata in maniera assolutamente tardiva. Ricordo preliminarmente – spiega il rappresentante di Forza Italia - che il Piano di rientro è stato approvato da Loiero, alla fine della sua esperienza, e che inizialmente prevedeva la chiusura degli ospedali con meno di 120 posti letto. Con il governatore Scopelliti siamo riusciti, seppur parzialmente, a modificare il Piano, salvando il salvabile e tutelando gli ospedali generali e quelli posti in aree strategiche come quelle di montagna. Per comprendere lo stato attuale – puntualizza l’esponente azzurro - non si può ignorare questa premessa. Ho sempre sottolineato l’obiettivo di questo Governo di colonizzare la Calabria, poi dimostrato dalla produzione di una norma, a mio avviso ad hoc per la Calabria, che ha stabilito l’impossibilità di nominare commissari per il Piano di rientro i presidenti delle Regioni. Dico a chiare lettere che Scura non è la persona adatta per fare il commissario, innanzitutto perchè non può andare ai Tavoli nazionali a spiegare che la Calabria ha delle sue specificità e non può essere considerata allo stesso modo della pianura Padana. Di certo, non si può ragionare solo in termini statistici. Mi chiedo come si possa pensare di abbattere le liste d’attesa o l’emigrazione sanitaria con il turn over bloccato e le gravi carenze in termini di posti letto. Mi domando cosa è stato fatto per il potenziamento della rete territoriale e per l’apertura dei poliambulatori dalle 8 alle 20. Dobbiamo avere il coraggio di dire che il problema è politico, bisogna rimettere in discussione il Piano di rientro rivendicando ruoli di primo piano nella Programmazione della Regione Calabria. Occorre assumere una posizione centrale – conclude Salerno - ponendo come punto di riferimento la tutela del diritto alla tutela della salute dei calabresi”.

Calabria: la Sanità malata e le finzioni della politica

Questione di sostanza, ma anche di stile e di coerenza. Il refrain di “difendere il diritto alla tutela della salute dei calabresi” si spoglia dell’ultimo velo di significato e mostra la nudità di dichiarazioni sempre meno credibili di un mondo politico che, nonostante la rapidità di trasferimento delle informazioni, si ostina a dedicarsi alle apparenze badando poco all’efficacia delle azioni. Al cospetto di inequivocabili dati di fatto le parole perdono di significato e fra i cittadini cresce la diffidenza nei confronti di chi, evidentemente, non riconosce la siderale distanza che lo separa dalla quotidianità della gente comune. Il cerchietto rosso sul calendario è posto sul 3 marzo quando il commissario ad acta per il Piano di rientro Massimo Scura emana il decreto n. 30/2016 che, modificando il decreto n. 9/2015, provvede a ridefinire il riordino della rete ospedaliera calabrese. Subito si leva l’indignazione dei partiti – senza distinzione fra destra e sinistra – che ritengono che i calabresi, per effetto del mancato coinvolgimento dei loro rappresentanti, siano privati di ogni possibilità di incidere sulle decisioni che riguardano il loro futuro, oltre che fortemente penalizzati dallo smantellamento dei servizi sanitari. La furente loquacità si placa con la convocazione di un apposito Consiglio regionale, forse considerato da qualcuno come uno strumento per lavarsi la coscienza. Ma la contraddizione è evidente: la data stabilita è il 24 marzo, ben 21 giorni dopo la pubblicazione del contestato decreto. La sensazione trasmessa ai calabresi è quella di un annacquamento della discussione. Se una questione è considerata urgente, ha poco senso infatti affrontarla dopo 3 settimane. E nelle ultime ore è maturata un’ulteriore beffa: la riunione dell’Assemblea è stata spostata dal 24 al 31 marzo. Forse perchè il 24 coincide con il Giovedì Santo o forse perchè c’è dell’altro. Insomma, l’argomento Sanità può attendere. Come se non ci fossero disagi insopportabili, costi elevati, corsie intasate. Ragionamenti ormai vecchi e ripetuti: peccato che a pagare il prezzo più alto sia, ancora una volta, chi i soldi per permettersi una prestazione sanitaria di qualità non ce li ha proprio.

“Scura-Oliverio cancellano lo Spoke Corigliano-Rossano”

“Purtroppo quello che sospettavamo si è verificato. Nel prossimo futuro, alla luce del nuovo Piano sanitario regionale, lo Spoke di Corigliano-Rossano non esisterà più. Sarà ridimensionato in due strutture di base, ancora una volta a favore di Castrovillari, alle cui competenze sanitarie passerà anche la zona dell’alto Jonio. Perderemo utenza e di conseguenza saranno decurtati ulteriormente i servizi medico-assistenziali. Il commissario Massimo Scura, per quanto ne possa dire Oliverio, ha piegato la testa alle tacite volontà della politica regionale e Cosenza-centrica che da sempre muove gli interessi a discapito della Sibaritide. È stato così per il Tribunale. Sarà così anche per gli ospedali. Tutto questo, mentre il ‘sogno’ del nuovo ospedale sembra quasi del tutto tramontato. È quanto dichiara Giuseppe Antoniotti, fra i leader del movimento “Rossano prima di tutto”, commentando le notizie riportate stamani sulla stampa riguardo al nuovo Piano di riordino della Sanità in Calabria e agli effetti che lo stesso sortirà nel territorio ionico. “Le mie perplessità – afferma Antoniotti - sull’azione oscura e contorta che stava mettendo in atto il commissario Scura, voluto da Renzi con buona pace del centrosinistra calabrese, le avevo ribadite più volte ed in più occasioni nel corso degli ultimi mesi: a Lamezia Terme nel corso della conferenza dei sindaci convocata da Oliverio, a Rossano allo stesso Scura nell’agosto scorso e non da ultimo nel corso del Consiglio comunale ad hoc sulla questione Sanità dello scorso 10 Ottobre. E non a caso, proprio nel deliberato di quell’Assise, ho voluto che venisse citato il rischio di una possibile disgregazione dello Spoke Corigliano-Rossano a favore di quello di Castrovillari. L’ospedale di Trebisacce, infatti, per come prevede il nuovo piano di riorganizzazione della Sanità, sarà annesso alle pertinenze di Castrovillari. Se questa operazione andrà in porto l’area sanitaria di Corigliano-Rossano perderebbe l’utenza necessaria per il mantenimento del suo Spoke. Si tratta di una manovra inaccettabile e già annunciata, che – ripete Antoniotti - da sindaco avevo più volte denunciato, rivolgendomi direttamente al presidente della Regione e al commissario straordinario. E puntualmente ero stato rassicurato che un’ipotesi del genere non si sarebbe mai verificata. Detto fatto. Ma anche questo ulteriore problema nasce dall’incapacità di rappresentanza che questo territorio negli ultimi anni ha avuto a livello politico regionale e nazionale. In quanto nessuno, né ieri né oggi, ha saputo rivendicare le giuste pretese di questo comprensorio e soprattutto della nostra Città. Ho gridato da solo nel deserto, con il solo supporto del Consiglio comunale e dei colleghi sindaci di Corigliano e della Sibaritide. Tutti gli altri erano e sono, colpevolmente e volutamente, in letargo per non far torto ai potentati politici di turno che purtroppo non hanno mai avuto interessi affinché quest’area della Calabria si sviluppasse. Oggi abbiamo il diritto, tutti, di alzare le barricate contro questo ennesimo scippo. E faccio appello al commissario prefettizio Lombardo, a tutti i sindaci dell’area sibarita e non ultimo ai candidati della Città di Rossano affinché si faccia fronte comune per rivendicare i diritti dei cittadini e chiedere subito le dimissioni del commissario Scura. Al presidente Oliverio, invece, ricordo che ogni ‘polpa’, così come egli stesso ha definito di recente la Sibaritide, ha bisogno di sostentamento vitale. Sia consequenziale, allora il governatore, e con dignità restituisca a questo territorio il diritto alla salute e all’assistenza sanitaria”.

Uomo cade in un burrone nel Vibonese: trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Catanzaro

Brutta avventura per un 63enne che nella tarda mattinata è caduto in un burrone operando un volo di oltre 20 metri. L’episodio è avvenuto nel Comune di Stefanaconi: sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e i medici del 118. Una volta portato in salvo, l’uomo è stato trasferito con l’elisoccorso all’ospedale di Catanzaro. Ha riportato diversi traumi, ma le sue condizioni non paiono essere particolarmente gravi.

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