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Reddito di cittadinanza, Guccione (Pd): "Nelle regioni del Sud rischia di diventare una forma d'assistenzialismo"

Riceviamo e pubblichiamo

" Il reddito di cittadinanza ha una giusta finalità: chi si trova in una situazione di difficoltà deve essere sostenuto e aiutato. Mi auguro che anche il Partito Democratico riconosca la necessità di avere degli strumenti che vanno nella direzione di garantire un reddito a chi si trova in condizione di povertà. Ma va detto con molta chiarezza che il rischio di assistenzialismo è molto alto se non legato a percorsi di inserimento al lavoro.

Il decreto è sbagliato e rischia di screditare e vanificare lo strumento stesso. Mettere in campo il reddito di cittadinanza senza che i Centri per l’impiego funzionino produrrà una catena clientelare e, se guardiamo alla nostra regione, si rischia una vera e propria degenerazione. Attualmente in Calabria nessuno dei 15 Centri per l’impiego (Cpi) è in grado di reggere tale impatto.

Ad oggi negli uffici del servizio pubblico regionale calabrese risultano impegnati 406 operatori che si trovano a gestire circa 1500 disoccupati a testa, contro una media nazionale – secondo gli ultimi dati Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) - di 359 disoccupati per ogni operatore. Come faranno a reggere l’impatto del reddito di cittadinanza? È facile intuire la difficoltà dei dipendenti che si vedrebbero impegnati nella gestione dei beneficiari del reddito di cittadinanza e poi nell’accompagnamento nel mondo del lavoro. I Cpi, contando al momento sullo stesso numero di dipendenti, già largamente deficitario, si troveranno a gestire un carico di lavoro maggiore, considerando anche che la Calabria è una delle regioni con il più alto tasso disoccupazione e ciò comporta un utilizzo maggiore dei servizi pubblici per il lavoro.

In Calabria si registra già da ora un’aspettativa altissima. In queste settimane persone che mancavano da anni ai Cpi, sono ritornate a iscriversi. Così come professionisti, commercianti, titolari di Partita Iva preferiscono chiudere le proprie attività per essere potenziali beneficiari del Reddito di cittadinanza, dando dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

I Centri per l’impiego calabresi non sono nelle condizioni di fronteggiare la mole di lavoro che arriverà con le pratiche del Reddito di cittadinanza. Il rischio è che tale strumento si trasformi in una semplice Social Card rilasciata dall’Inps.

In queste condizioni si arriverebbe a una doppia beffa: l’illusione per migliaia di famiglie di ottenere benefici e l’illusione per tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro anche attraverso la figura dei tutor-navigator.

La preoccupazione, più che legittima, è che il sistema possa andare in tilt già prima di partire e che non si riescano a mettere in campo tutti gli strumenti che serviranno a garantire il Reddito di Cittadinanza. Ad esempio, nell’articolo 6 del decreto, si fa riferimento all’attivazione delle Piattaforme digitali per condividere le informazioni sia tra le amministrazioni centrali e i servizi territoriali sia, nell’ambito dei servizi territoriali, tra i centri per l’impiego e i servizi sociali. Ma quali saranno i tempi di realizzazione di queste Piattaforme digitali? Non dimentichiamo, tra l’altro, che tutti i Cpi calabresi addirittura sono in attesa da anni non solo di un adeguamento tecnologico delle apparecchiature informatiche, ma il Sistema informativo lavoro denominato Sil-Calabria non è in linea con le cinque banca-dati attualmente presenti nelle cinque province.

È evidente che siamo in notevole ritardo sulla tabella di marcia. Il personale dei Centri per l’impiego non è ancora stato potenziato con nuove assunzioni. E in Calabria servirebbero almeno altri 1200 operatori per adeguare i Cpi regionali agli standard del resto d’Italia. Così come non sappiamo nulla di quando e come verranno selezionati i tutor-navigator, figure professionali che dovranno accompagnare i beneficiari del Reddito di cittadinanza nella ricerca del lavoro.

La Regione non può assistere passivamente al rischio di un fallimento annunciato, vista la fragile struttura del sistema dei Cpi, sia in termini di personale che di distribuzione territoriale. Urge un tavolo istituzionale specifico tra Regione Calabria e Governo nazionale.  In queste condizioni nella nostra regione il Reddito di cittadinanza si limiterebbe solo a una semplice erogazione di una Social Card.

Al di là delle competenze istituzionali specifiche, vanno messe in campo una serie di iniziative finalizzate ad ottenere una reale applicazione del Reddito di cittadinanza. Ad oggi il vero primo atto del federalismo differenziato, proprio alla luce delle differenze logistiche, gestionali, organizzative e di carico lavorativo dei Cpi (un dipendente su 350 disoccupati nelle regioni del Triveneto, un dipendente su 1500 disoccupati in Calabria) tra le regioni del Nord, quelle del Sud e la Calabria, avverrebbe proprio su questa materia.

Tale enorme divario tra i vari uffici pubblici del lavoro delle diverse regioni impegnati nell’erogazione del reddito di cittadinanza, garantirebbe al Sud un semplice sostegno assistenziale, mentre al Nord uno strumento di vero accompagnamento al lavoro".

Carlo Guccione - Consigliere regionale Pd

 

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Enza Bruno Bossio (Pd):" La riforma per il Reddito di cittadinanza è costruita sul nulla"

"Ciò che sta succedendo nel governo sul reddito di cittadinanza è il sintomo di una situazione ormai sfuggita di mano. Il sottosegretario leghista Giorgetti dice che è inutile e che non si farà, il premier Conte fa l'avvocato difensore dei Cinque stelle, (altro che avvocato degli italiani!) e dice invece che si farà con attenzione, l'anno prossimo però. Di Maio tace e cerca di cambiare argomento, Salvini ride sotto i baffi. È il caos totale".

Lo afferma la parlamentare del Pd Enza Bruno Bossio, che aggiunge: "Da mesi diciamo, inascoltati, al governo che ci sono le risorse per ampliare la platea del Rei. Invece hanno tirato dritto sul reddito di cittadinanza per ragioni di pura propaganda e sono andati a sbattere. Ora ognuno dice la sua, ma la verità è che non ci sono le condizioni per una riforma costruita sul nulla. Ormai nel governo siamo alle comiche. Peccato che non ci sia niente da ridere, dato che stanno mettendo a repentaglio i risparmi di milioni di italiani".

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Reddito di cittadinanza, "E' un delitto morale non introdurlo in Calabria"

"Un segnale dalla Puglia ci indica che stiamo percorrendo la strada giusta. Michele Emiliano, presidente della Regione, ha varato ieri il reddito di dignità (Red). Il governatore - afferma il capogruppo de La Sinistra Giovanni Nucera -  ha firmato la delibera contenente la misura per le famiglie pugliesi che andrà presto in Giunta, dopo aver già ricevuto l’ok della Ragioneria per la copertura. Il provvedimento prevede l’istituzione di un assegno rivolto a circa 60mila cittadini pugliesi in difficoltà, con un limite massimo di 600 euro per famiglia e un reinserimento nel mondo del lavoro attraverso formazione e prestazioni sociali che ciascun sottoposto al programma dovrà rendere. In Calabria la medesima proposta di legge sul reddito di esistenza, dall’inizio di questa legislatura attende solo il via della Commissione Bilancio. È vero - aggiunge Nucera -  che il governo non ha un progetto di reddito minimo in tal senso e non sembra voler cambiare idea, ma qualcosa sta cambiando a livello nazionale – visto anche il progetto dell’Inps di Boeri che è sul tavolo –  ma anche a livello regionale dove da ieri sera in riunione di Consiglio sembra si sia aperto un dibattito tecnico e politico sulla realizzabilità del progetto. Dopo mesi di battaglia con le associazioni – sia cattoliche che laiche – sostenuti da mozioni a favore approvate da più di 200 comuni, non da ultimo quello della città metropolitana di Reggio Calabria – accogliamo con soddisfazione le parole del Segretario Questore Giuseppe Neri, il quale afferma (in una nota diffusa ieri sera dall’ufficio stampa del Consiglio regionale)  che il reddito minimo è "Una misura concreta e seria che si rivolge alle persone maggiormente bisognose, le quali sono quotidianamente vessate dai problemi legati ad uno stato di sofferenza economica". Non è assistenzialismo, ma una forma di accompagnamento proattiva collegata al necessario reinserimento lavorativo da realizzare con urgenza per molti cittadini che si trovano in condizioni di grave povertà. Come asserisce il Presidente della Puglia, il reddito minimo “è peraltro un modo di essere di sinistra in modo moderno, considerando la difficoltà delle famiglie, ma senza evidentemente mantenere in piedi situazioni di privilegio”. È «una speranza, un segno di lotta contro la povertà, perché va nel segno di ciò che Papa Francesco ha chiesto alla politica, di occuparsi della dignità delle persone”. Conclude Nucera: "Nel ringraziare il Segretario Questore, i consiglieri Bova e Giudiceandrea e il gruppo dei Democratici progressisti per la sensibilità dimostrata nell’impegnarsi ad 'attivare nel nostro territorio interventi volti a garantire un aiuto tangibile che contrasti la povertà’, ricordo che la proposta di legge sul sostegno al reddito in Consiglio regionale c’è già. E’ stata votata all’unanimità in Commissione Sociale e aspetta solo di essere valutata e approvata in Bilancio. Sarebbe un delitto morale nei confronti di tanti nostri concittadini tergiversare ancora. Noi del gruppo La Sinistra abbiamo lanciato una sfida contro la povertà che siamo certi avrà sempre più sodali, non importa la paternità, conta che l’obiettivo venga raggiunto, con il contributo di tutti e il più presto possibile".

 

"La Regione introduca il reddito di cittadinanza senza aspettare il Governo"

"Il 3 ottobre 2008, in piena crisi economica, la Commissione Europea ha approvato una raccomandazione in cui chiedeva  di 'riconoscere il diritto fondamentale della persona a risorse e prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana, nel quadro di un dispositivo globale e coerente di lotta contro l’esclusione sociale', realizzando politiche attive per garantire un reddito minimo vitale a tutti i suoi cittadini. Nel luglio del 2010, nella relazione sul reddito minimo nella lotta contro la povertà, l’Europa lo individua come uno dei modi più efficaci per contrastare l'indigenza, garantire una qualità di vita adeguata e promuovere l'integrazione sociale". A richiamarlo è il presidente del gruppo "La Sinistra" in Consiglo regionale Giovanni Nucera che sottolinea come: "Tutti gli Stati  – anche quelli in maggiore sofferenza economica – si siano adeguati, tranne l’Italia e la Grecia. Il nostro Paese, quindi, così solerte a seguire le raccomandazioni dell’Europa quando la stessa chiede sacrifici ai cittadini italiani - vedi  la riforma delle pensioni (legge Fornero), l’austerity con i tagli alla sanità e la chiusura dei piccoli ospedali (in particolar modo al Sud Italia, dove si corre il rischio di perdere eccellenze in campo oncologico e della ricerca, il Jobs Act ecc.) - non ha dimostrato la stessa solerzia quando l’Europa ci ha chiesto  di aumentare e salvaguardare i diritti per i cittadini". "E mentre, sulla pelle dei cittadini si tergiversa, l’introduzione del reddito minimo viene chiesto dalla Caritas nazionale, che lo scorso settembre ha bacchettato Renzi per non aver ancora assunto una posizione pubblica precisa sulla lotta alla povertà, 'un problema contro il quale è necessario adottare interventi strutturali: la costruzione di un sistema di welfare e l’introduzione del reddito minimo di inclusione sociale' – rivolto a chiunque sia in povertà assoluta, come quello previsto dal Reddito d’inclusione sociale (Reis) proposto dall’Alleanza contro la povertà in Italia. Il cardinale Bagnasco, Presidente della CEI, lo scorso maggio ha sostenuto, arricchendo il dibattito che 'in altri Paesi dove la forma è presente, mi sembra si siano registrati risultati positivi: non favorisce una mentalità assistenziale ma è piuttosto un accompagnamento e sostegno'. E solo pochi giorni fa Tito Boeri, Presidente dell’Inps, nel  formulare un piano contro la povertà - evidenzia Nucera - ha inserito un reddito minimo di 500 euro per gli over 55 grazie a prelievi da 250 mila pensioni d’oro e da 4 mila vitalizi per cariche elettive. L’istituto ha messo online una proposta normativa in 16 articoli, che tocca a 360 gradi il sistema previdenziale ed assistenziale, dal sostegno di inclusione attiva per gli over 55 al riordino delle prestazioni collegate al reddito, passando per il ricalcolo dei vitalizi, inclusi gli interventi sull'uscita flessibile e le pensioni dei sindacalisti. Ci spieghi il Premier Renzi - continua Nucera - per quali ragioni si ostini a rifiutare una misura urgente contro la povertà chiesta addirittura dalla Caritas e dalla Chiesa, e invece continui a riproporre un’opera mastodontica e inutile come il ponte sullo Stretto, i cui costi ambientali, sociali ed economici sono maggiori rispetto ai benefici che apporterebbe". "In Calabria non possiamo attendere che il Governo nazionale si svegli perché le Regioni hanno la possibilità di legiferare autonomamente in materia. Da moltissimi mesi è stata presentata una legge a favore dell’istituzione di misure a sostegno al reddito – approvata all’unanimità dalla Commissione Sociale e che attende  ora di essere valutata in Commissione Bilancio. Una proposta che ho presentato - ricorda il consigliere de 'La Sinistra' Giovanni Nucera - e che raccoglie il consenso delle Associazioni Laiche e cattoliche  ( Libera, Caritas, Terzo Settore, associazioni e sindacati). "Chiediamo con forza di far approvare questa legge" - rilancia l'esponente politico.  "Su questa battaglia come gruppo della Sinistra non intendiamo indietreggiare nemmeno di un centimetro. Sappiamo benissimo - afferma Giovanni Nucera - che il reddito minimo garantito, benché sentito come urgente, non piace a molti perché sospettato di aggirare sfere di competenza, perché ritenuto un affronto alle politiche di austerità, avversato per lo spauracchio dell’assistenzialismo, ricacciato indietro spesso solo perché, per come strutturato, non consente i soliti gettoni per gli enti di formazione, allontanato dalle coscienze perché ridurrebbe la possibilità creditizia delle banche". "Intorno ai diritti dei cittadini, troppi sono i giochi di potere, troppi i ricatti, troppi i compromessi. Personalmente - prosegue Nucera - ho portato nelle sedi preposte un progetto ragionato, dove sono state individuate anche le possibili fonti di finanziamento per garantire un reddito d’inclusione sociale come misura proattiva collegata al lavoro e che nulla ha di assistenziale ma che guida – come in uno Stato maturo dovrebbe avvenire naturalmente – chi ha perso il lavoro ed è fuori da qualsiasi forma di ammortizzatore sociale, chi si trova nel limbo, in attesa di un reinserimento lavorativo. Una proposta che, giorno dopo giorno, registra consensi da parte di singoli cittadini, associazioni e ben oltre 200 Comuni in tutta la provincia e regione, compresi Consiglio Comunale e Provinciale di Reggio Calabria che  hanno già espresso il loro appoggio. Facciamo nostra la riflessione di papa Francesco: 'Non possiamo più aspettare a risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può solo portare verso nuove crisi'. Adesso è il tempo di scegliere di operare per un politica della responsabilità e di decidere non a favore degli interessi dei poteri forti, ma a favore di coloro che costituiscono il tessuto economico e sociale del nostro territorio, i quali  vivono ogni giorno con grande sacrificio e che - conclude Giovanni Nucera -  hanno sempre dimostrato pazientemente indulgenza verso una classe politica non sempre all’altezza del valore morale e civile del proprio ruolo".

 

Regione, Mangialavori e Tallini bocciano il reddito di cittadinanza

“Il reddito minimo è, specie in Calabria, una proposta demagogica ed impraticabile. La Regione non ha risorse per sostenere un’idea simile che, se va avanti nonostante la sua palese irrealizzabilità, è perché la Giunta e la sua maggioranza non hanno altre soluzioni per affrontare i temi scottanti del lavoro”. Lo affermano i consiglieri regionali Giuseppe Mangialavori (Cdl) e Mimmo Tallini (Gruppo misto). “Non stupisce il proponente - affermano - che, in una condizione di confusione totale, tenta di fare la sua parte diffondendo tuttavia messaggi privi di copertura finanziaria. Colpisce però la disunità conclamata all’interno della maggioranza persino su questioni che dovrebbero coinvolgere responsabilmente tutte le forze politiche". "Purtroppo in Calabria spiegano Mangialavori e Tallini - la Regione, dopo sette mesi dal voto, brancola nel buio e manca di progettualità finalizzata a creare sviluppo e proposte per il rilancio dell’occupazione. Così, invece di predisporre testi normativi solidi che facciano ripartire lo sviluppo, dando una mano agli imprenditori e valorizzando le idee innovative dei giovani, si assiste a proclami e proposte di leggi-manifesto dietro cui si nasconde la vecchia logica dell’assistenzialismo che, oltre tutto, è diventato impraticabile, e che - concludono i due consiglieri regionali d’opposizione - nei decenni scorsi ha prodotto sfracelli e rassegnazione: tutte cose di cui la Calabria non ha assolutamente bisogno”.

Nucera: "Istituire in Calabria il reddito di cittadinanza"

“Una legge per istituire anche in Calabria il reddito di cittadinanza”.  Ad annunciarla è il capogruppo de 'La Sinistra' Giovanni Nucera che, con riferimento alla  Conferenza dei presidenti dei capigruppo tenutasi ieri, spiega: “nel corso dei lavori, il presidente Scalzo ha sollecitato una presa di posizione dei capigruppo sulla Fondazione Campanella e sul commissariamento della sanità, questione, quest’ultima, decisamente politica e la cui nomina è di competenza del governo presieduto tra l’altro da Renzi che appartiene allo stesso partito del presidente Oliverio. Pertanto, pur condividendo l’importanza di queste tematiche, ritengo che altri siano i problemi che debbano essere trattati con urgenza in questa fase di avvio della legislatura regione ed in particolare la povertà, che si segnala in grande crescita, non può lasciare indifferenti”. Nucera prosegue esprimendo “l’intenzione di presentare, nella prima riunione della commissione competente, una proposta di legge che istituisca anche in Calabria il reddito di cittadinanza. Si tratta – spiega - di una misura non più rinviabile,  perché nella nostra regione ormai una famiglia su tre vive ormai sotto la soglia di povertà. L’obiettivo della legge – osserva il consigliere regionale - è mettere in atto una serie di azioni di sostegno al reddito, dirette ed indirette, a favore di soggetti economicamente svantaggiati ed in sofferenza economica, corrispondendo una somma pari ad almeno 7000 euro lordi annuali, mentre il reddito indiretto consiste in una serie di agevolazioni per l’accesso a servizi pubblici e culturali, per la formazione professionale, per l’abitazione in locazione e per l’accesso al credito”. 

 

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