Trivellazioni, Graziano: "Fallito il tentativo del Governo, ci sarà il referendum"

"Una prima battaglia contro la ricerca di idrocarburi in mare l’abbiamo vinta. La Corte di Cassazione, infatti, ha reso ammissibile il quesito referendario relativo alla durata dei permessi, chiesto a più voci da numerose regioni del Meridione. Compresa la Calabria che, nei mesi scorsi, nel corso di un Consiglio regionale, ha approvato un nostra proposta di attuazione di un’azione consultativa contro l’attività di trivellazione in mare". Soddisfatto il Presidente del Movimento "Il Coraggio di Cambiare l'Italia" e Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano: "È fallito il piano del Governo per evitare i referendum sulle trivelle in mare proposti dalle Regioni. La Consulta dà ai cittadini la parola decisiva! Anche attraverso la nostra persistenza e la nostra presenza costante su tutti i tavoli siamo riusciti a raggiungere questo risultato. Abbiamo un po’ scombussolato i piani del Presidente Renzi. E’ una giornata storica perché mai nella storia della Repubblica i Consigli Regionali hanno convocato un referendum come questo che coinvolge tutte le regioni del sud e si pone a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questa è la prima volta che può determinare un momento di svolta per il Paese. È un segnale di coraggio nel cambiamento! Sarà data l’opportunità ai meridionali di poter votare per decidere sul loro futuro.  La battaglia con Il Coraggio di Cambiare l’Italia – conclude Graziano – va avanti per impedire la devastazione dei nostro mare e del paesaggio. La Consulta ha infatti dichiarato ammissibile un referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. A proporlo sono stati nove Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise). Questo stesso quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione. In particolare il quesito ammesso è l’unico del quale l’ufficio centrale per il referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa sopravvenuta (la legge di stabilità 2016). Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto ad incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto, come rilevato dall’ufficio centrale per il referendum, i termini già previsti dalle concessioni stesse. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge".

 

 

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Referendum contro le trivellazioni: la Regione ha depositato i quesiti

Figura pure la Calabria nell'elenco di Regioni che stamattina hanno inviato propri emissari presso il Palazzo che ospita la Corte di Cassazione per depositare i sei quesiti relativi alla richiesta di referendum contro le attività di trivellazione nelle prime 12 miglia e sui rispettivi territori. Una proposta alla quale prendono parte formalmente i Consigli regionali di Abruzzo, Basilicata, Campania, Liguria Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto. Prima promotrice è  la Basilicata. Nella seduta svoltasi venerdì della scorsa settimana Palazzo Campanella ha votato l'adesione formale all'iniziativa.   

Riforma Statuto regionale, Orsomarso provoca Ncd: "Firmi richiesta del referendum"

"Tra gli strumenti democratici per poter contrastare una riforma, quella dello Statuto voluta dal presidente Oliverio, è previsto il referendum". Lo dichiara in una nota diffusa in giornata Fausto Orsomarso, consigliere regionale iscritto al Gruppo Misto. "Un referendum - precisa - che interroghi i calabresi se tale riforma, nello specifico vale il passaggio da 6 a 7 del numero degli assessori con la possibilità di farli tutti esterni, sia necessaria e utile alla Calabria. Secondo noi della minoranza, avendo osservato l'azione di governo di questi primi sette mesi, questa riforma è utile soltanto al Pd e agli equilibri della sua maggioranza che, nonostante il numero ridotto dei consiglieri, vive una stagione di forti contrapposizioni tra correnti e di ambizioni personali ormai sotto gli occhi di tutti. Finanche Oliverio ha parlato nei giorni scorsi di " una guerra di potere nel PD". La battaglia referendaria, ripeto unico strumento democratico per opporci a questa riforma che non condividiamo, coincide purtroppo con le vicende legate alla questione dei rimborsi, ma non per questo può essere derubricata come inutile. Mi sento di ribadire che il nostro richiamo ad Oliverio è sempre sul piano politico e sull'opportunità che lo stesso aveva ed ha di nominare tre esterni capaci e scegliere tra tre suoi della maggioranza tra cui troverà di sicuro nuove e valide esperienze". "Promette da novembre Giunte della provvidenza - ricorda Orsomarso -  ma è ancora imbrigliato nelle guerre intestine al Pd. Ci sono quindi due opzioni. La prima che finalmente il centrosinistra decida di governare e che Oliverio nomini al più presto una Giunta su cui misurarsi con l'opposizione che ancora una volta ha dato dimostrazione di non essere all'altezza del delicato compito che ci compete. La seconda, non alimentata con lo sciacallaggio tipico della doppia morale del Pd quando si parla di vicende giudiziarie, è quella di certificare l'incapacità e il fallimento politico di questa esperienza ridando la parola agli elettori. Un primo appello quindi ad Oliverio a rinunciare a questa riforma e ad operare con lo Statuto esistente che gli garantisce le adeguate prerogative per comporre subito un Giunta con 6 assessori. Allo stesso Oliverio, se deciderà di continuare, chiedo anche di promuovere al più presto una riunione con tutti i capigruppo consiliari per delucidarci sui tempi e modi con cui vuole procedere celermente per intervenire sulle questioni più urgenti che interessano la Calabria e che non possono più attendere. Un secondo appello mi sento di farlo ai colleghi del Nuovo Centrodestra". "Avendo assistito in questi mesi alla posizione politica, non condivisibile, di continue aperture al presidente Oliverio rimaste puntualmente inascoltate dallo stesso, oggi il Nuovo Centrodestra - è il ragionamento del consigliere Orsomarso - ha l'opportunità di non apparire come sostegno esterno ad una maggioranza di centrosinistra e, se lo condivide, come apparso in diverse dichiarazioni, può decidere di firmare insieme a noi (siamo in 6 pronti a depositare presso il Consiglio le nostre firme) la richiesta di referendum".

Regione, Tallini (Misto): "Non servono altri passi per il referendum"

“Se qualcuno, tra i consiglieri di opposizione, non è più d’accordo sull’iniziativa referendaria, non ha bisogno di ricorrere ad espedienti o mandare messaggi in codice. A loro - asserisce il consigliere regionale del Gruppo misto Mimmo Tallini - basterebbe ritirare la firma liberamente apposta alla richiesta ufficiale di sottoporre a referendum popolare il testo della legge di revisione statutaria. Si, perché, al di là delle libere interpretazioni che ognuno può dare, il documento sottoscritto da otto consiglieri regionali non è un generico comunicato stampa come si vorrebbe fare intendere, bensì l’atto formale di richiesta di indizione del referendum, redatto in piena conformità con quanto dispone la legge". "La presentazione di questo documento - spiega Tallini - è sufficiente ad innescare la procedura referendaria, essendo garantito il numero dei firmatari previsto dalla legge. Lo stesso documento contiene espressamente il quesito da sottoporre al giudizio degli elettori: ‘Approvate il testo della legge di revisione statutaria recante “modifiche e integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004 n. 25  (Statuto della Regione Calabria) approvato dal Consiglio Regionale con seconda deliberazione il giorno 30 marzo 2015 e pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione n. 22 del 3 aprile 2015’. Non ci sono dubbi che non occorrono ulteriori passi formali per l’indizione del referendum. Mi meraviglia piuttosto il fatto che si sia aspettato tanto per la presentazione ufficiale, nonostante sia passato quasi un mese dalla sottoscrizione degli otto consiglieri”. Aggiunge il consigliere regionale d’opposizione: “Sull’ammissibilità o meno della richiesta si pronunceranno gli organismi preposti, anche se non vediamo obiettivamente alcun vizio formale nella procedura seguita. Se, lo ripeto, ci sono consiglieri che non condividono più l’iniziativa e ritengono di fare venire meno il numero di firme necessario, Forza Italia e il coordinamento dell’opposizione di centrodestra non potrebbero che prenderne atto. Si aprirebbe, a quel punto, un’inevitabile fase di chiarimento politico, perché questa iniziativa è stata il frutto di un’elaborazione collettiva e unitaria del partito e del centrodestra, presentata con grande enfasi dal coordinamento regionale di Forza Italia. Dobbiamo avere, come centrodestra, l’orgoglio di credere nelle battaglie politiche che intraprendiamo, scacciando il dubbio che purtroppo emerge nell’opinione pubblica che il referendum sia nelle intenzioni di qualcuno solo un’arma di pressione per potere trattare in condizioni di forza con il presidente Oliverio, magari su questioni che riguardano gli equilibri in un’importante città della Calabria dove si voterà tra un anno o sul mantenimento in vita di qualche fondazione regionale. Se il referendum non si farà, non saranno i presunti falchi ad essere sconfitti, ma l’intero gruppo dirigente di Forza Italia”. 

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