Ospedale San Bruno, la disorganizzazione e l'Asp nel mirino degli utenti

Non accennano a diminuire le denunce di cattiva gestione nell’organizzazione del l’ospedale San Bruno. Questa volta ad essere presa di mira dai malumori di alcuni cittadini-utenti è l’allocazione degli infermieri per la quale nella mattinata di oggi si sarebbe riscontrata una vera e propria disorganizzazione. E non soltanto per i 5 infermieri del pronto soccorso ma anche quelli riguardanti altri servizi e reparti, eppure il nosocomio serrese conta in servizio ben 51 figure professionali con questa qualifica. Se da un lato si tratta di operatori che lavorano con mille difficoltà organizzative, il tutto è creato da una cattiva gestione e organizzazione, che ormai da anni persiste nella struttura di cui si sta parlando. Si potrebbe a questo punto definirla “disorganizzazione cronica”, una carente organizzazione, dove il rischio è la probabilità che ci possa essere una minor attenzione verso i bisogni del paziente , e talvolta anche l’errore. Errore che evidentemente e sfortunatamente non può che ricadere sull’ utente che sta usufruendo di un sevizio sanitario . Purtroppo abbiamo constatato che questo sistema d’ inefficienze l’Asp di Vibo Valentia non ha nessuna intenzione di sollevare le sorti dell’ospedale di Serra San Bruno, altrimenti non si spiegherebbe come mai la dirigenza – a partire dal Direttore Generale Angela Caligiuri e finendo al direttore sanitario aziendale Michelangelo Miceli – a fronte di proclami non facciano seguire poi i fatti ma lasciano che un nosocomio di strategica importanza come quello serrese soffochi sotto i colpi della disorganizzazione e della carenza cronica di medici e mezzi.

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