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Ospedale ‘San Bruno’, Codacons: “A rischio il diritto alla tutela della salute”

Arrivano ulteriori allarmi in riferimento al futuro del nosocomio serrese. A lanciarli stavolta è il responsabile locale del Codacons Antonio Carnovale che segnala i pericoli per la salute della popolazione dell’area interna del Vibonese. “Apprendiamo gravi notizie – afferma l’esponente dell’associazione a tutela dei consumatori – che riguarderebbero il presidio ospedaliero ‘San Bruno’ e a renderle ancora più preoccupanti è il fatto che la fonte sia istituzionale. Il presidente del consiglio comunale Giuseppe De Raffele ha infatti reso note le intenzioni di depotenziamento della struttura. Le sue parole sono facilmente riscontrabili leggendo il decreto 9/2015 e i suoi allegati”. Le ipotesi più pessimistiche, ad avviso di Carnovale, non sarebbero prive di fondamento e “le penalizzazioni che si porrebbero in atto con l’attuazione di tale normativa andrebbero ad incidere in maniera devastante sulla quantità e sulla qualità dei servizi al cittadino-consumatore anche perché le soluzioni prospettate nel decreto in oggetto non sono idonee a garantire gli standard minimi di assistenza”. L’apprensione di Carnovale si traduce nella proiezione di quello che potrebbe succedere con la concretizzazione delle nuove previsioni sul riordino della rete sanitaria: “basti pensare – sostiene – che il trasporto di emoderivati a seguito della paventata soppressione del Laboratorio analisi avverrebbe con l’utilizzo di un furgone, o meglio di un’ambulanza dismessa, che dovrebbe viaggiare su quelle strade provinciali che sono l’emblema dello sfasciume”. A ciò vengono aggiunti alcuni sospetti, nemmeno troppo velati, nel passaggio in cui vengono rilevate “le curiose coincidenze riguardanti il nuovo assetto dell’ospedale di San Giovanni in Fiore”, centro silano di cui è originario il presidente della giunta regionale Mario Oliverio. Su questo aspetto, c’è la speranza che “il commissario ad acta Massimo Scura, nell’esercizio dei suoi poteri, possa incarnare l’organo super-partes che la legge gli affida di interpretare” e che “possa essere rivisto il decreto 9/2015 al fine di tutelare il diritto alla salute di tutti i cittadini del comprensorio montano”. Critiche sferzanti riguardano infine la circostanza per cui le eventuali modifiche del decreto siano state “affidate ad osservazioni che, se non poste in essere con grande solerzia, rischiano di non essere prese in considerazione con la conseguente cristallizzazione delle penalizzazioni”.

 


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