Abuso d'ufficio, sospeso dirigente del Servizio veterinario dell'Asp di Reggio Calabria

I carabinieri della Compagnia di Locri hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare interdittiva della sospensione dall’ esercizio del pubblico ufficio e servizio, emesso dal gip presso il Tribunale di Locri, nei confronti del dirigente provinciale del Servizio veterinario -  Area C -  dell’ Asp di Reggio Calabria.

La misura è stata disposta in seguito alle risultanze di un’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri, scaturita dalle denunce sporte dalle presunte parti offese  e basatasi sull’analisi della documentazione amministrativa e di controlli espletati dai carabinieri della Compagnia di Locri e del Nas di Reggio Calabria, è tuttora pendente nella fase delle indagini preliminari e, allo stato, ha permesso di ipotizzare una serie di condotte ritenute di rilievo penale, poste in essere dal dirigente del Servizio veterinario, che espletava la propria funzione principalmente nell’area locridea.

In particolare, l’indagato, mediante l’indebito rifiuto di compiere atti previsti e demandati al proprio ufficio, adducendo, nel corso del tempo, a propria discolpa presunti cavilli di natura burocratica, deliberatamente avrebbe omesso -  e in alcuni casi rifiutato di eseguire o di delegare ai propri collaboratori – il compimento delle attività propedeutiche al rilascio delle autorizzazioni sanitarie, impedendo o rallentando di fatto l’operatività di numerose strutture veterinarie, presenti sul territorio Reggino, che avevano avanzato correttamente e nei termini di legge formale richiesta di apertura.

L’inosservanza delle normative vigenti in materia, l’adozione di criteri non uniformi e l’inerzia circa l’attivazione delle procedure burocratiche propedeutiche, costituirebbero elementi caratterizzanti l’azione illecita compiuta dall’indagato che, di fatto, avrebbero cagionato ingiusto danno alle persone offese ma soprattutto dimostrerebbe una condotta non aderente al perseguimento dell’interesse pubblico, violando in modo palese e reiterato il principio di imparzialità della stessa pubblica amministrazione.

Il dirigente, per quanto emerso dalle indagini in corso, trincerandosi nei suoi dinieghi ed esercitando il suo potere censorio, avrebbe, in maniera quasi sistematica, impedito il corretto svolgimento dell’attività professionale dei veterinari locali, creando in quest’ultimi un grave stato di tensione e allarme che, nei casi più disperati, ha portato gli stessi ad abbandonare il desiderio di raggiungimento del lecito riconoscimento professionale, frutto di anni di sacrificio e studi.  

Per tali ragioni, il dirigente è stato sospeso dall’incarico per la durata di 12 mesi, perché ritenuto presunto responsabile del reato di abuso d’ufficio.

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