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Codacons: “La Fondazione Campanella appesa alle decisioni sul Commissario alla Sanità?”

“La Fondazione Campanella, fortemente voluta dal compianto Rettore Salvatore Venuta, per la cura e la ricerca sui tumori, rischia di chiudere i battenti dal 2 marzo per inerzia di chi avrebbe dovuto portare avanti impegni non solo economici, ma soprattutto etico-morali che avrebbero permesso all’Ente di continuare a fornire prestazioni assistenziali a chi aveva scelto di curarsi nella propria regione”. Lo dichiara il responsabile del Codacons Serre Vibonesi Antonio Carnovale che sottolinea che “il ben preciso diritto sancito dall’articolo 32 della Costituzione”. “La chiusura del polo oncologico – sostiene Carnovale - determinerà gravi disagi per tutti gli utenti, purtroppo tanti, del nostro territorio che giornalmente lottano contro le malattie oncologiche che saranno, quindi, dirottati in altre strutture ospedaliere con immaginabili conseguenze”. Le contraddizioni di quanto accade nella punta dello Stivale sono rimarcate dal fatto che “mentre la Calabria muore ogni giorno di più, a Falerna si parlava di ‘Banda Larga’, argomento che sarebbe dovuto, necessariamente passare in secondo piano di fronte alla tragedia della chiusura del polo oncologico”. Ne derivano diversi quesiti: “Dove sono andati a finire i buoni propositi pre-elettorali sulla Fondazione Campanella? Qual era la soluzione annunciata a fine gennaio che avrebbe permesso alla Fondazione di continuare a vivere?”. A tali interrogativi, ad avviso del Codacons, “difficilmente si potrà dare risposta, forse perché le uniche domande che si fanno sulla sanità calabrese sono quelle relative alla mancata nomina del Commissario alla Sanità, agitando presunte anomalie nelle tempistiche di nomina”. Da queste riflessioni nasce un dubbio legato ad una specifica “anomalia” ovvero quella per cui “tali tempistiche coincidono con una generale inerzia sul problema della Campanella”. “Non vorremmo  - precisa l’associazione a tutela dei consumatori - che le considerazioni espresse appaiano esclusivamente ‘politiche’, ma è inevitabile scendere in argomento quando la soluzione da trovare non può che essere politica”. Non manca l’augurio “che da qui al 2 marzo si possa trovare una dovuta soluzione, in modo da scongiurare la tragedia per il territorio e, laddove ciò non dovesse avvenire, speriamo che il ministro Lorenzin possa, facendo ricorso ai propri poteri costituzionali, intervenire in sussidiarietà per ‘imporre’ il mantenimento in vita dell’importante struttura”.

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