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Mons. Giuseppe Agostino torna nella sua Crotone

Mons. Giuseppe Agostino ad un anno dal suo ritorno al Padre (24 marzo 2014 Ospedale dell’Annunziata di Cosenza),  tornerà a casa, nella sua casa che lo ha visto protagonista nei giorni felici ed infausti del nostro territorio e Pastore diligente e premuroso per un quarto di secolo. Tornerà Padre Agostino, come amava farsi chiamare, nella “sua Crotone che non l’ha mai dimenticato, e questa volta tornerà per sempre per riposare nella “sua” Basilica Cattedrale. Le sue spoglie mortali saranno inumate, il prossimo 28 marzo, nella Cappella del Crocifisso dove già da tempo è stata approntata una nicchia mortuaria. Mons. Agostino e il suo ricco episcopato ormai fanno parte dei ricordi del popolo dell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina: ben 29 lettere pastorali e 17 in quella che fu l’ultima sua sede, la diocesi di Cosenza – Bisignano; tante, tantissime le opere che hanno allargato gli spazi della carità. In sintesi, si ricordano: la ristrutturazione del seminario come centro di accoglienza e di studi, 17 nuove chiese e parrocchie di cui 10 nella sola Crotone, il Centro ecclesiale polivalente, “Oasi di San Giuseppe” di Poggio Pudano già avviato, ma fermo nella sua edificazione, che avrebbe dovuto accogliere anche il seminario giovanile, la qualificazione culturale dei sacerdoti, l’accoglienza di tante nuove Comunità religiose come le Carmelitane di Capo Colonna. A me piace ricordare Mons. Agostino col suo ultimo libro “Tra memoria e speranza – Vescovo in Calabria per oltre un trentennio (1974 – 2006)” edito nel 2006 e presentato nello stesso anno nella sala consiliare del Municipio di Crotone. Perché questo libro? È stato lo stesso Arcivescovo a spiegarcelo. “Ogni vita umana è un racconto. La trama è come svolgere un tema che ti è stato assegnato. Nessuno uomo è anonimo: ‘i vostri nomi sono scritti nel cielo’”, ricordando il vangelo di Luca al versetto 10-20. “Un Vescovo non è un uomo sopra gli altri, ma per gli altri…e quindi osservato, giudicato, spesso soggetto di scontro…ogni Vescovo ha una sua storia, una sua chiamata, i suoi limiti umani, la sua ricerca di Dio ma è semaforo per mostrare e guidare la storia di un popolo”. E l’opera di Mons. Agostino, prima vescovo di Crotone – Santa Severina ed infine della diocesi di Cosenza – Bisignano, insomma “per oltre un trentennio”, l’opera sua è stata vasta, qualificata e qualificante e tutta tesa alla speranza “per una religione più pura ed una giustizia più piena” soprattutto in una terra amara e bella come la Calabria, la sua Calabria. E l’opera di Agostino si è sviluppata nell’ambito della costruzione di “un cammino” quello della “ricerca” del cuore e del bene comune e della “paternità” verso le comunità religiose, verso i tossicodipendenti e con la costruzione non facile del Giammiglione; nei confronti delle vittime dell’usura con la “Fondazione Zaccheo”; verso i “no global”, abbraccio questo che procurò tanta sofferenza al Pastore per via di una “incomprensione mediatica”: come dire che un padre non sempre è capito, un padre che va incontro al figlio che va perdendosi. Infine il cammino verso la  “cultura” perché un popolo cresce anche attraverso questa e per far crescere questa percorse un itinerario ben preciso: il “Festival dell’Aurora” che nell’intenzione del vescovo voleva essere una sorta di “maggio musicale fiorentino”; ed ancora, la “pietà popolare” e la “religiosità popolare” da correggere per una religione più pura e per questa costruzione non sfuggono le vibranti lettere pastorali contro le feste patronali, contro i mafiosi padrini di battesimi e cresime e contro i massoni; la ristrutturazione della Chiesa locale attraverso nuovi gruppi ecclesiali come “i catecumenali” e “il rinnovamento dello Spirito” e il tutto per il riscatto di una Chiesa più povera spiritualmente. Insomma il miglioramento e la crescita della Chiesa crotonese oltre gli stereotipi, oltre i pregiudizi, oltre i tabù, oltre il vecchiume, oltre soprattutto l’ignoranza. E tutto con affetto. L’affetto per i suoi vecchi vescovi e maestri quali Mons. E. Montalberti, Mons. A. Lanza, Mons. G. Ferro e san Gaetano Catanoso, l’affetto e la comprensione per i preti e religiosi come  P. Modesto Calabretta, francescano di Serra San Bruno Vice postulatore della causa di canonizzazione del Beato Umile di Bisignano e il certosino Dom Christian ospitato per alcuni anni a Marinella di Capo Rizzuto, per le famiglie, per i poveri, per i disoccupati (indimenticabile la sua “presenza” in mezzo agli operai durante “i fuochi della Montedison”), per i missionari (in Burundi con don Giuseppe Marra), per i portatori d’handicap per i quali aprì, a Fondo Gesù, il Centro Marianna Agostino che prese il nome dell’adorata mamma. Agostino; il vescovo del “nuovo” e del “cammino”: una “città in cammino”, “il popolo di Crotone in cammino con Maria verso Capocolonna”. Ma in fondo è questo il compito, il dovere, il magistero di un Vescovo e per il nostro amato Pastore era “necessaria una Chiesa che sappia e debba raccogliere le briciole della società.”, insomma precursore di Papa Francesco. E così Crotone, la città tanto amata, il prossimo 28 marzo alle 10.30 accoglierà il suo Pastore su corso Mazzini, all’altezza del Tribunale, e da qui in corteo, attraverso via Vittorio Veneto, verrà accompagnato fino alla Basilica Cattedrale. Qui, sul sagrato, avrà luogo la preghiera di accoglienza dell’Arcivescovo Mons. Domenico Graziani e il saluto del Sindaco Peppino Vallone. Quindi alle ore 11.00 inizierà la solenne concelebrazione Eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo alla quale parteciperà l’Episcopato calabro e il clero diocesano. Al postutto faccio mio il motto  col quale Mons. Agostino, il 16 marzo 1974, entrò vescovo in Santa Severina e il 18, stesso mese, in Crotone: “Dilatentur spatia charitatis”.

 

 

 

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