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La storia di Adam, emozioni in musica tra l'Egitto e le Serre

SERRA SAN BRUNO - Per EsLam Mohamed Yousef, in arte “Adam”, la musica della sua vita intona note “diverse” da quando si trova a Serra San Bruno. Racconta che fin da bambino ha avuto la passione per il canto, ed ha iniziato a cantare nella moschea come aiuto dell’Iman, nel richiamare i fedeli alla preghiera. Rivela che il nome d’arte è un omaggio ad suo amico scomparso morto nella rivoluzione del 2011, precisamente il 25 gennaio, ucciso durante una delle tante manifestazioni di protesta contro l’allora regime di Mubarak. “A Serra ho iniziato a suonare la chitarra con Michele Vinci”, spiega. La sua prima canzone risale a tre anni fa, quando inizia la sua esperienza di studente a Serra. Questo brano è stato cantato nell’occasione di una festa con la fondazione che ha messo in atto il progetto di interscambio culturale tra Egitto e Italia: “E’ stato commovente per il profondo significato delle parole cariche di nostalgia”, sottolinea. E aggiunge: “Sono qui per studiare, mi manca la mia famiglia, mi mancano i miei amici, e voglio portare avanti questa passione anche per onorare il mio Paese, l’Egitto”. Nel frattempo si è esibito insieme al gruppo dei Parafonè, cantando alcune delle canzoni che appartengono alla tradizione popolare calabrese, portate in auge dal gruppo di Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea: “Ho voluto fare una sorpresa agli abitanti di Serra e a tutti gli amici italiani cantando Bella figghjola con i Parafonè”. Per EsLam Adam in futuro c’è una collaborazione con questo importante gruppo (da anni diffonde con successo e originalità la canzone popolare calabrese in tutta Italia) e immagina quella che dovrà essere la sua poetica, descrivere ciò che sente e “far emozionare chi lo ascolta”. Spera di poter portare a termine i tanti progetti, consapevole che alla sua età è necessario avere tanta pazienza; intanto sa che è importante avere la possibilità di poter esprimere i propri sentimenti, imparando anche altre culture.

L’originalità della proposta musicale di Adam è quella di mettere insieme la lingua araba con il dialetto calabrese. Già ci sono esempi illustri nella canzone italiana di questa fusione di idiomi con forti richiami alla cultura araba. Basti citare Franco Battiato; ma negli ultimi tempi questo desiderio di dare voce e di unire identità linguistiche ed espressive tradizionali nel canto e nella musica, considerate come contaminazioni – per indicare il contagio positivo tra mondi e culture diverse – è sempre più marcato, a partire dal ritorno alla musica etno-popolare, che si può tradurre come un ritorno allo spirito romantico, di riscoprire l’identità dei popoli. Ed è proprio in questo solco, in questa linea espressiva che EsLam Adam si è cimentato, fondendo la tradizione araba con quella calabrese, grazie alla mediazione di Michele Vinci, con cui fin dal primo anno sta lavorando per la realizzazione di nuovi brani. Quest’ultimo è un collaboratore scolastico con la passione per la musica, diventando un originale cantautore che si richiama alle radici della storia e della cultura locali; infatti ha composto dei lavori ispirati alla figura di San Bruno, rinnovando così la tradizione del cantore e interprete di sentimenti legati alla tradizione religiosa ma anche laica, musicando i testi del poeta serrese mastro Bruno Pelaggi (uno dei più importanti autori dialettali calabresi, vissuto a Serra San Bruno facendo l’attività di scalpellino - a Serra si era creata una rinomata scuola in questo settore artigianale - nato il 15 settembre 1837 e morto il 6 gennaio 1912).

Da questo incontro è nato il sogno di Adam: poter incidere dei brani originali in cui mettere insieme idiomi diversi e anche mondi musicali lontani creando un nuovo impasto di materia melodica. Questo è proprio il caso in cui civiltà diverse si incontrano e creano una nuova identità. Il Mediterraneo è stato sempre un crogiolo e una fucina che ha fatto incontrare popoli, razze e culture diverse. Come racconta uno dei protagonisti della “Ècole des Annales”, lo storico Fernand Bruadel (scomparso nel 1985), nel suo importante ed evocativo libro “Il Mediterraneo”, attraversarlo “significa incontrare il mondo romano del Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Iugoslavia. Significa sprofondare nell’abisso dei secoli, fino alle costruzioni megalitiche di Malta o alle piramidi d’Egitto”. L’incontro tra EsLam Adam e la Calabria è un viaggiare nella storia, “fuori dal tempo” (come intuisce Braudel) ma dentro il tempo della musica, del canto, che crea accordi, armonie e melodie nelle corde dei sentimenti delle comunità. Ma la drammatica attualità rimette al centro i popoli del Mediterraneo, questo crocevia antichissimo, non come nell’esperienza di Ulisse in cerca di “virtute e kanoscenza” (Dante, Divina Commedia, canto XXVI dell’Inferno), ma teatro dove va in scena la catastrofica disperazione della moltitudine dei migranti e le sirene del terrore, provocando il tragico scontro tra “culture”. In questa tempesta che agita le acque del mito e della storia, il linguaggio della musica e del canto ristabilisce il dialogo creativo ed evocativo che è nell’anima profonda del Mediterraneo, come l’eredità lasciata nel 1969 in un famoso album dal titolo “La vita, amico, è l’arte dell’incontro” del poeta-cantante brasiliano Vinicius De Moraes. Insieme a Toquinho (cantante e chitarrista brasiliano di origine italiane), Sergio Endrigo e Ornella Vanoni e al poeta Giuseppe Ungaretti (nato ad Alessandria d’Egitto, che ha conosciuto in Brasile De Moraes), hanno composto dei testi per esprimere la bellezza di incontrare gli uomini, attraverso il canto e la musica. La scuola, i linguaggi dell’arte, uniscono, mettono insieme. Il resto divide, porta i popoli e gli uomini all’odio, alla paura, al sospetto, alla guerra.

E con questo spirito ideale, emotivo, sentimentale e artistico che questo ragazzo egiziano, originario di una città che si chiama Sharkia (si trova nel Basso Egitto, vicino al delta del Nilo), vive la sua esperienza scolastica all’istituto d’istruzione superiore “Einaudi” di Serra San Bruno, insieme a oltre 40 suoi connazionali, con un progetto di interculturalità messo insieme dalla fondazione “MEK” (Misr El Kheir) che coinvolge anche altre località della Calabria. In un servizio di TV 2000 (il canale televisivo digitale del Vaticano) realizzato all’inizio dell’anno scolastico per raccontare questo significativo progetto, il dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore “L.Einaudi” Tonino Ceravolo, ha spiegato che “si tratta di una grande e bella esperienza culturale con un importante apporto per la crescita umana, culturale e civile tra ragazzi serresi e gli stessi ragazzi egiziani” . Il progetto si è concretizzato grazie ad un accordo tra Ufficio scolastico regionale, assessorato alla Cultura e Istruzione della Regione Calabria, ambasciata d’Egitto in Italia, Comune di Serra San Bruno e l’istituto “Einaudi” di Serra. Nel programma di interculturalità sono stati coinvolti circa 400 ragazzi egiziani ospitati in diverse località calabresi ma anche in altre regioni italiane.


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