Avvelenamento cani, individuato il presunto responsabile

E’ stato individuato e denunciato il presunto responsabile dell’avvelenamento di due cani meticci, avvenuto nel comune di Albi a fine settembre scorso.

Grazie alle indagini, avviate in seguito al ritrovamento di due carcasse di cani e di alcuni bocconi avvelenati, i militari sono riusciti ad identificare il presunto autore dell’avvelenamento.

L’uomo è stato individuato grazie ad alcune testimonianze ed alle immagini di alcune videocamere presenti sul territorio.

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Bocconi avvelenati per cani: due denunciati

I carabinieri della Stazione di Longobucco (Cs) hanno denunciato in stato di libertà due allevatori del luogo per il reato di uccisione di animali.

Per gli investigatori, i due avrebbero provocato la morte di un cane, dopo aver lasciato lungo le vie del centro storico alcuni bocconi avvelenati.

A mettere i militari dell’Arma sulle tracce dei presunti responsabili sono state le immagini riprese da alcune telecamere di videosorveglianza.

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Unità antiveleno alla ricerca di esce e bocconi letali destinati a cani gatti

Il Reparto carabinieri Parco di Rotonda (PZ) ha monitorato vaste aree del Parco nazionale del Pollino grazie all’ausilio del Nucleo cinofilo antiveleno, che ha sede presso la Stazione carabinieri Parco di Cerchiara di Calabria.

In particolare l’U.C.A. (Unità cinofila antiveleno), formata nell’ambito del progetto “Life Pluto”, composta da un conduttore coadiuvato da due repertatori, con i due fedelissimi cani, il labrador “Thor” e il pastore belga malinois di nome “Kira”, ha ispezionato diversi luoghi montani dove la presenza del lupo appenninico risulta costante ed accertata.

Oltre a tali attività “Ispettive preventive” che spesso vengono effettuate nell’area protetta, il Nucleo, in seguito alla denuncia di associazioni animaliste su presunti avvelenamenti di cani randagi e gatti, ha effettuato ispezioni anche nel centro abitato di Cassano allo Jonio (CS), dove, in collaborazione con la locale Tenenza dei carabinieri, sono state minuziosamente percorse alcune strade al fine di scongiurare la presenza di esche e bocconi avvelenati.

 

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Cani avvelenati a Serra: il sindaco Tassone incontrerà un gruppo di volontari

Non accenna a fermarsi la lunga scia di cani morti per avvelenamento. L'ultimo episodio in ordine di tempo si è verificato nella serata di ieri, quando – nell'area del Santuario regionale di Santa Maria del Bosco – è avvenuto il ritrovamento di un altro animale senza vita.   «Purtroppo – afferma il sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone – siamo di fronte ad una emergenza dalle proporzioni gigantesche. Da parte nostra, non può che esserci la ferma condanna per quanto accaduto. Al momento del nostro insediamento – precisa ancora il principale inquilino di palazzo Tucci - abbiamo trovato un contenzioso aperto che stiamo cercando di risolvere con la società “Calabria ecologica sas”, l'azienda che gestisce il canile di San Gregorio d'Ippona. Nella giornata di domani, comunque, provvederò ad incontrare un gruppo di volontari per cercare di trovare una soluzione e porre fine a quello che può definirsi come un vero e proprio stillicidio».

 

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Serra, nuovo avvelenamento di un cane: trasferimento all’Istituto di Zoofrilassi di Mileto

Ancora un episodio che dimostra l’insensibilità delle persone e la fredda volontà di liberarsi di animali ritenuti fastidiosi. Nella cittadina della Certosa è stato, infatti, rilevato un nuovo caso di presunto avvelenamento: a farne le spese è stato un randagio, morto nella notte. L’Asp di Vibo ha disposto il trasferimento del corpo del cane presso l’Istituto di Zoofrilassi di Mileto al quale ha materialmente proceduto il personale del Comune di Serra San Bruno.

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